ATP Montecarlo: basta un Djokovic ordinario per tornare Re, Berdych k.o.

ATP

ATP Montecarlo: basta un Djokovic ordinario per tornare Re, Berdych k.o.

Pubblicato

il

 

Novak Djokovic riconquista la corona a Montecarlo a due anni di distanza dall’ultimo trionfo nel 2013. Allora vinse straordinariamente contro Nadal, oggi è bastata una performance ordinaria per avere ragione di Tomas Berdych per 7-5 4-6 6-3. 19 vittoria del serbo contro il ceco, solo la seconda sulla terra rossa. Djokovic è il primo nella storia a vincere i primi 3 Masters 1000 della stagione. Ora ne ha 23 totali, agganciato Federer

[1] N. Djokovic b. [6] T. Berdych 7-5 4-6 6-3 (da Montecarlo, Giulio Fedele)

Quella di ieri non era una finale anticipata, parole di Tomas Berdych. Nessuno gli ha creduto, nessuno gli aveva dato oggi nessuna chance. Il ceco ha cercato di contraddire i suoi detrattori, ma con un Djokovic così, non ai livelli ai quali ci ha abituato nella sua (straordinaria) stagione, ha fatto partita pari solo per alcuni tratti prima di crollare nel terzo set, sprecando la ghiotta chance di tornare a vincere un Masters 1000 a distanza di 10 anni dal trionfo a Parigi-Bercy. Comunque, Novak Djokovic è tornato Re nel Principato che aveva già conquistato due anni fa – nel 2013, quando aveva interrotto il dominio ininterrotto di Rafael Nadal (2008-2012) – con una prestazione tutt’altro che eccezionale. Se è vero però che la storia ricorderà solo le vittorie, e non gli avversari o la maniera in cui sono arrivate, Djokovic oggi ha conquistato il terzo Masters 1000 consecutivo della stagione, dopo Indian Wells e Miami, diventando il primo di sempre a collezionare tale tripletta; contando anche Parigy-Bercy dell’anno scorso, i titoli consecutivi diventano 4, come Nadal nel 2013 (Madrid, Roma, Montreal e Cincinnati). Con l’odierna vittoria a Montecarlo, Djokovic aggancia Federer a quota 23 nella classifica all-time dei vincitori dei Masters 1000. Nei tornei del massimo livello poi, Djokovic ha anche una striscia di 32 vittorie di seguito che parte da Parigi-Bercy, passa per le ATP Finals e poi si conclude con i risultati del 2015; quest’anno curiosamente ha perso soltanto dagli ultra-trentenni Karlovic (a Doha) e Federer (a Dubai).

Al di là dei numeri, Djokovic non ha giocato una gran partita nel neo-battezzato campo Ranieri III – così infatti è stato rinominato il Campo Centrale, in onore del padre del principe Alberto, tra le musiche della banda dei Carabinieri che ha suonato prima della finale. Tomas Berdych non era il favorito di nessuno, ma è partito molto determinato, ed ha approfittato del Djokovic odierno per pressarlo immediatamente e conquistare il break. Djokovic aveva fin’ora tenuto 31 servizi su 33 nell’intero torneo, breakkato solo da Ramos-Vinolas e da Rafael Nadal, quest’ultimo peraltro nel game iniziale come lo stesso Berdych. Con il break in tasca, il ceco per poter rimanere avanti avrebbe dovuto essere ingiocabile al servizio. Così non è stato, infatti nel primo set ha servito solo il 43% di prime palle, ed ha dovuto quindi giocarsela sullo scambio. Il che è stato anche possibile, fintanto che Djokovic sbagliava facilmente, ma è poi diventato insostenibile quando anche Berdych ha iniziato ad essere molto falloso. Berdych ha vinto sorprendentemente i primi due giochi ma, in vantaggio 3-1, ha subito il ritorno dell’avversario. Djokovic ha conquistato il controbreak ai vantaggi, nel quinto gioco. A dir la verità è stato proprio il ceco a rimetterlo in partita: da che era sopra 30-15, sul 40-40 ha sbagliato un facile dritto di chiusura a lato, concedendo una palla break, che poi ha annullato con una seconda rischiosissima; sulla parità ha poi ripetuto l’errore di dritto in avanzamento, e stavolta ha poi spedito un rovescio a lato concedendo il break. Dal 3-1 Djokovic ha conquistato quattro giochi consecutivi, breakkando una seconda volta e portandosi 5-3: anche stavolta Berdych era riuscito ad annullare una palla break con l’aiuto di un ace, ma alla seconda occasione ha sbagliato in lunghezza un cambio lungolinea di rovescio. Sul 5-4 Djokovic ha servito per il set, ma Berdych è riuscito a rientrare nel parziale: sul 30-30 il ceco ha aggredito una seconda troppo morbida, scatenando la rabbia del serbo, e continuando a mettere pressione ha provocato l’errore di dritto a rete di Djokovic. Quando poi a Berdych è toccato servire sul 6-5 per andare al tiebreak, Djokovic si è portato 15-40; il ceco è riuscito ad annullare le due palle break prima con l’aiuto del servizio, poi con un vincente nello scambio, ma ai vantaggi ha ceduto ad un dritto inside-in del serbo che lo ha colto di sorpresa. 35 i punti di Djokovic, 34 quelli di Berdych.

Djokovic accettava che l’avversario prendesse l’iniziativa e provava qualche variazione (oltre alle svariate palle corte) per scombinare il gioco monocorda di Berdych, che quando non aggrediva e sopportava il dialogo con l’avversario, perdeva volentieri il punto. Nessun sussulto ad inizio secondo set se non una palla break annullata a Djokovic e le gocce di pioggia che iniziavano a cadere dal cielo nuvoloso. Nel quinto gioco è stato Berdych ad avere l’occasione di abbozzare una reazione: sul servizio di Djokovic si è portato 0-40, ma non è riuscito a capitalizzare nessuna delle tre palle break, sebbene una l’avesse avuta sul piatto corde di una volée abbastanza facile. La pioggia aveva iniziato ad essere più incessante ed i giocatori hanno deciso di interrompere la partita. Erano le 16:10. La pausa ha effettivamente giovato di più a Berdych, che si è lasciato alle spalle le occasioni perse e ha giocato il resto del parziale in maniera molto aggressiva, strappando il servizio a Djokovic nel settimo gioco. Sopra 4-3 è rimasto facilmente in comando del set e ha trascinato la partita al terzo con il punteggio di 6-4.

Il livello iniziale di tennis del terzo non è stato all’altezza di una finale di un Masters 1000. Né Djokovic, né Berdych sono apparsi concentrati, ma è soprattutto il ceco a non aver ritrovato più i suoi colpi, sprecando quanto di buono fatto per ritornare in partita. Il dritto in particolare non è più entrato in campo. Djokovic ha vinto i primi quattro game di fila. Gli errori di Berdych non si contano più, saranno 50 a fine partita, contro i 38 di Djokovic. Ma già nel secondo game, tutti i 4 punti fatti dal serbo sono il risultato di dritti sparati fuori. Dal 4-0 il risultato è sembrato scontato, e così è effettivamente andata, salvo qualche tentativo di Berdych di rientrare in partita. Il ceco ha riconquistato uno dei due break a Djokovic nel quinto gioco, ha annullato due occasioni per il controbreak nel gioco successivo, e ha avuto un’altra chance di break sul servizio dell’avversario, che però ha sprecato indegnamente con una risposta di rovescio a metà rete. Djokovic ha avuto un set point sul 5-2 che non ha capitalizzato, ma ha poi chiuso secondo pronostico nel game successivo. Braccia al cielo, pugno al cuore, sguardo all’angolo e al Principe. È il sesto torneo Masters 1000 sulla terra, come Federer, ma il più importante trofeo deve ancora arrivare, e non è poi così distante da Montecarlo.

CC-ANkeWgAESryA

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement