Parola a Papà Giorgi: Camilla è da top ten (Martucci), La Giorgi è una delizia “Rischio e mi piace” (Azzolini), Un fan entra in campo. Federer è una furia (Clemente), Invade per un selfie e Federer s'infuria (Giorni), Nadal e quell'impossibile "Decima" (Clerici)

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Parola a Papà Giorgi: Camilla è da top ten (Martucci), La Giorgi è una delizia “Rischio e mi piace” (Azzolini), Un fan entra in campo. Federer è una furia (Clemente), Invade per un selfie e Federer s’infuria (Giorni), Nadal e quell’impossibile “Decima” (Clerici)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi
 

Parola a Papà Giorgi: Camilla è da top ten

 

Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello sport del 25.05.2015

 

La solita, inguaribile, Camila Giorgi, che tira solo vincenti, che non ha un piano B e che avrebbe bisogno di un allenatore diverso da papà Sergio. Questo è il pensiero del web e di chiunque guardi una partita dell’unica attaccante del nostro tennis, che, anche sotto il sole intermittente di Parigi, va tre volte avanti di un break e tre volte si fa riprendere e poi sul 5-5 rischia una palla-break, prima di lasciare sui pedali la passista Tatjana Maria siglando il 7-5 6-3 all’esordio al Roland Garros. Ora sfiderà Garbine Muguruza, partendo da 2-0 nei precedenti e dai quei colpi velocissimi, come le risposte: «Sbaglio perché rischio, anche i doppi falli sono così, il mio gioco mi piace, lo guardo volentieri, quello degli altri no, nemmeno al maschile, il tennis è bello perché è veloce, puoi rischiare, mentre nella vita devi riflettere, e se sbaglio è colpa solo mia: comincio ad accelerare e faccio errori a catena». Ma se la gente sapesse che c’è una Camila fragilissima che sta soffrendo questi 23 anni come una condanna, ripensando tutti i giorni all’amatissima sorella Antonella, maggiore di tre anni e mezzo, scomparsa in un incidente d’auto proprio alla stessa età? Se la gente sapesse che sforzi fanno in famiglia per rasserenarla? Se papà non sfuggisse anche lui? Sergio, la sua Camila sta attraversando un momento difficile. «Sta crescendo, forse è un po’ più giovane dei suoi 23 anni, e deve superare certi traumi, deve trovare un equilibrio. Fortuna che ha una madre fantastica, mia moglie, Claudia, il cuore e il cervello della nostra famiglia. Anche se non si vede mai al tennis, senza di lei Camila avrebbe forse mollato». Quello che, d’aspetto, fa più paura è lei, il papà. «Lo faccio apposta, a cominciare dai capelli, alla Mozart, il musicista che adoro e ascolto sempre, tanto che uno dei miei figli si chiama Amadeus: a giugno andrà in prova due mesi al Panathinaikos, come centravanti di calcio, è alto 1.90, è forte, anche se meno del fratello, Leandro, che tira di boxe amatoriale e vive a Miami». Invece Camila è così delicata di lineamenti…..«E’ stata una vendetta: hanno aspettato che lasciassi gli Usa, mi avevano minacciato, volevano diventare gli agenti di mia figlia, gliel’ho impedito e hanno fatto quell’intervista, ma la Usta, la federtennis americana, conosce la verità ed ha assolto Camila». Papà non firma il contratto d’abbigliamento per Camila e così perde un sacco di soldi. «io chiedo una base, di sviluppare un marchio suo, le royalty e un bonus. Se mi offrono 50.000 dollari e anche un accordo di 3-4 anni non basta, sono convinto che in sei mesi un anno ne può guadagnare 600mila». Papà mette tensione a Camila, in campo, parlandole a ogni punto. «Sì, devo essere più calmo, così da infonderle calma. Noi due siamo molto simili e vicini, ed io avverto molto la responsabilità enorme che ho nel gestirla. Con quella velocità di braccio e di gambe, è logico che entri fra le prime 10 del mondo. E’ nell’evoluzione naturale». Papà ha insegnato il tennis a Camila. All’esordio a Parigi: 46 vincenti e 49 errori! «E in quest’esordio a Parigi, pur essendo molto nervosa perché non sta giocando benissimo, è andata 35 volte a rete (!), ci dovrà andare anche di più, se sarà solida da fondo. Con lei non è un problema di superficie, anche se sulla terra fa più fatica». Papà sta insegnando a Camila il piano B a quel solo tirare il vincente… «Non proprio, deve continuare ad accelerare, ma deve farlo anche aprendosi il campo colpendo in top». Papà fa da parafulmine, e qualche volta prende anche la scossa, come quando ha ipotizzato di legalizzare il doping nello sport. «Volevo togliere pressione su Camila, ma comunque la penso così. Tanto il potere, a tutti i livelli, l’ha sempre vinta. Quel che conta è dare una mano a Camila, farle pesare di meno la lontananza da casa, farla sentire sempre strafelice e straconvinta di giocare a tennis».

 

La Giorgi è una delizia “Rischio e mi piace”

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 25.05.2015

 

Difficile dire a che gioco stia giocando, la Giorgi. Solo a darle un’occhiata, mentre si affanna a demolire le altrui difese salvo prodigarsi subito dopo nel rinvigorirle, regalando e scialando come solo lei sa fare, e tornare da capo a slanciarsi contro di esse, felice solo di poterle sbriciolare una seconda volta, Camila ha il potere di farvi sentire insignificanti ospiti di un evento che soltanto a lei appartiene e che non ha alcuna intenzione di condividere con chicchessia È un fenomeno naturale, la ragazza del futuro (del nostro tennis, di sicuro). Come l’alta marea di 14 metri del 20 marzo scorso a Mont Saint Michel, come la risacca che deforma la spiaggia prima che prenda forma uno tsunami Se vi basta osservarla, e trasecolare di ciò che combina, non è poi così necessario che la comprendiate. f sufficiente farsene una ragione. Nessun calcolo «lo rischio», dice carina e compunta, ma senza smettere di sbirciare il padre, per essere certa delle risposte che dà. Le stavamo chiedendo, appunto, chi glielo faccia fare di infarcire i suoi match di erroracci banali. Otto doppi falli, contro la tedesca Tatjana Maria, prima avversaria di questo suo Roland Garros. D’accordo, rischiare, ma starvi più attenta, no? «No», risponde. Poi spiega: «Meglio rischiare». Sì, ma se le cose non vanno bene, che fai, continui senza cambiare nulla? «Ho vinto tante partite, senza smettere di giocare come so». E sia.. Ma se proprio va male? «Vincerò un’alba volta». Stiamo parlando di un match dominato, dunque di un torneo cominciato bene. Sono i numeri del confronto a lasciare interdetti: 145 punti giocati, 79 vinti da Camila, 66 da Tatjana, 49 errori gratuiti di Camila e 9 errori forzati, 58 in tutto. Come dire che la tedesca ha fatto appena 8 punti. Gli altri glieli ha regalati lei Sei così anche nella vita? «II campo è una cosa, la vita un’altra. SI, quando prendo una decisione, ci penso». Chissà perché, ma siamo felici per lei. Appuntamento con Muguruza, una che gioca allo stesso modo, una delle sue vittime preferite. Due scontri, due vittorie di Camila, due volte al 3 set. C’è una ragione? «Gioca solido, mi trovo bene»….

 

 

Un fan entra in campo. Federer è una furia

 

Valentina Clemente, il corriere dello sport del 25.05.2015

 

Roger Federer si è mostrato piuttosto sod disfatto della sua vittoria contro Alejandro Falla (6-3, 6-3, 6-4) nel primo turno del Roland Garros, mostrando non poche note positive. Ma, allo stesso tempo, lo svizzero non ha esitato a manifestare il suo malcontento per l’entrata in campo di un giovane far corso alla ricerca di un selfie con l’ex nume ro 1 del mondo. Un episodio che ha lasciato di stucco i pubblico, non tanto per il gesto del giovane che probabilmente in maniera innocenti era alla ricerca di un contatto con il giocatore, quanto piuttosto per la mancata reazioni del servizio di sicurezza. Proprio Federer nel la conferenza stampa post match ha analizzato i rischi di quello che è accaduto; anche perché, nonostante gli anni stiano correndo in fretta, il mondo del tennis ha ancora sotto gli occhi quello accadde a Monica Seles ne 1993 ad Amburgo, quando venne pugnalata alle spalle da uno squilibrato. Il rischio d nuovi emuli, in un periodo in cui non mancano attentati di ogni genere, è reale. Lo svizzero, più che colpevolizzare il ragazzo, è rimasto sorpreso dall’inefficienza del servizio di sicurezza a bordo campo: «Non sono affatto contento di quello che è successo, anche perché è la seconda volta di seguito chi qualcuno entra in campo. Il sistema che dovrebbe proteggere i giocatori non funziona: accaduto sia dopo la partita, sia durante l’allenamento e anche se si tratta di bambini F qualcosa di ciclico, visto che vi fu un episodio analogo anche durante la finale del 2009 Parlo per me, ma penso che il mio pensiero rispecchi anche quello degli altri atleti: vogliamo sentirci sicuri quando giochiamo». Un Federer piuttosto duro nonostante k scuse da parte del direttore del Roland Garrros, Gilbert Ysem, siano giunte a breve giro dopo l’inconveniente. «Dobbiamo stare tranquilli, la gente non deve pensare che l’accesso in campo sia libero» ha continuato lo svizzero. ERRORE. Proprio Ysem si è precipitato in sala stampa dopo l’intervento di Federer per puntualizzare la situazione e spiegare i motivi che hanno portato all’incidente: «E’ stato un grave errore di valutazione e faremo di tutto perché non accada più. Non siamo infallibili, cercheremo di rendere i nostri uomini ancora più attenti. II ragazzo è stato portato fuori e non potrà più entrare al Roland Garros per il resto del torneo. L’obiettivo è anche sensibilizzare le persone sul tema e fargli capire che per vedere da vicino i loro idoli ci sono appositi eventi»….

 

Invade per un selfie e Federer s’infuria

 

Alberto Giorni, il Giorno del 25.05.2015

 

Per fortuna si è rivelato solo un fan innocente, ma se fosse stato un malintenzionato? Ha ragione Roger Federer a mostrarsi seccato dopo il fuoriprogramma seguito all’agevole esordio al Roland Garros, il successo 6-3, 6-3, 6-4 sul colombiano Falla. Mentre usciva dal campo, borsa in spalla, lo svizzero è stato avvicinato da un ragazzino che ha provato a farsi un selfie con lui. Senza riuscirci: Federer era contrariato e dopo parecchi secondi è finalmente intervenuta la sicurezza ad allontanare il tifoso. Non è la prima volta qui; durante la finale del 2009, Roger fu disturbato dal catalano «Jimmy Jump», specialista di invasioni negli eventi sportivi. «Non sono per niente contento — le parole di un infastidito Federer, che ha iniziato il 62 Slam di fila, ennesimo record —. Me lo sono trovato addosso all’improvviso e nessuno si è mosso. Non è successo nulla, ma non è una situazione piacevole, mi era già capitato in allenamento. Il campo è il nostro posto di lavoro e dovremmo poterci sentire sicuri». Sono poi arrivate le scuse del direttore del torneo, Gilbert Ysern. Splende il sole a Parigi e sui colori azzurri: accedono al secondo turno Camila Giorgi e Flavia Pennetta. La Giorgi ha battuto 7-5, 6-4 la tedesca Tatjana Maria, n.75 Wta, e ora avrà un duro test con la spagnola Muguruza, con cui è avanti 2-0 nei precedenti: «Ho commesso molti doppi falli, ma la mia tattica è sempre aggressiva. Mi piace giocare con la Muguruza, non vedo l’ora di ritrovarla». La Pennetta (6-3, 5-7, 6-1 alla polacca Linette) troverà la slovacca Rybarikova. Oggi altri cinque italiani: Errani-Riske, Vinci-Cornet, Fognini-Ito, Bolelli-Darcis e Vanni-Tomic.

 

Nadal e quell’impossibile “Decima”

 

Gianni Clerici, la repubblica del 25.05.2015

 

L’ombra di un dubbio, titolano i miei amici dell’Equipe un intero fascicolo su Rafael Nadal, suggerendo che potrebbe non vincere il suo decimo Roland Garros, nome dello storico pilota che, anche lui, era in fondo di origine spagnola, tanto che i bene informati pronunciano con la ‘S’ finale. Altro che ombra, dico io, famoso per i miei pronostici che, disse San Giovanni Brera, non si sbagliano se non si fanno. Dopo che è precipitato al n. 7 dopo che ha perso addirittura a Madrid contro quel dubbio erbivendolo di Murray, dopo che il tabellone ci suggerisce che, nei guardi, se ce la fa, dovrebbe incontrare il presunto Mr Grand Slam Djokovic, l’ombra si è gonfiata in nuvola nera, e insomma addio, o almeno arrivederci, a essere ottimisti. La prima volta che vidi un bel bambino di Maiorca, che conoscevo soltanto grazie alle letture di Robert Graves e non certo ai tennisti, mi parve impossibile potesse diventare un tipo imbattibile sulla terra rossa. Era certo mancino, il che significa un ’15’ di vantaggio teorico ogni game, come sanno gli schermitori, ma mi pareva impossibile che, con quei gesti, si potesse fare tennis. Ancora il rovescio bimane, colpo ormai prevalente nel tennis di plastica, ma il diritto, mio dio il diritto! Lo tirava da destra a sinistra, e fin lì tutto bene, ma il gesto era tale che chiesi al mio caro Tommasi, il grande conoscitore di boxe, se potessi definirlo “uncino”. Avvezzo ai miei squilibri “Se non trovi di meglio” ribattè Tommasi, e in quella mi venne in mente una cosa. La prima volta che, su un campetto di Montecarlo, avevo visto un altro spagnoletto, avevo pensato più o meno la stessa cosa. “Ma questo è matto. Dove va con quel gesto?”. Sul foglio del sorteggio avevo letto il nome di Santana, e avevo guardato incredulo il primo lob liftato di rovescio che mai avessi visto, e un diritto che pareva giunto dai campi in cemento californiani, quelli di Johnston, il nemico di Tilden. E, da cosa nasce cosa, mi ero ricordato chela prima immagine di tennis del 1493 l’avevo trovata nella cattedrale di Barcellona, e che tutta la vicenda della Pelota era – forse – iniziata lì. Detto questo, ammirato l’iconoclasta, avevo appreso che firmava con la destra, e che un ingegnosissimo padrino, lo zio Toni, gli aveva fatto credere da bambino che si gioca con la sinistra. L’avevo ammirato, comunque con incredulità, a Parigi 2005-6-7-8. L’avevo, incredulo, visto nel 2009 malconcio e attaccato dal n. 25, lo svedese Soderling, vittorioso e presto scomparso. Si erano poi manifestati, forse a punizione divina per i suoi eccessi, infiniti guai muscolari, che un mio amico così mi aveva spiegato: “Se tu hai un motore arrugginito, che non va, la soluzione non è versargli dentro pozioni miracolose. Ci vogliono cure, attesa e sostituzione delle parti”. Ma quel fenomeno non si fermava a lungo, non prendeva in considerazione le rotture, giungeva a tre quarti di Slam nel 2010, e giungeva senza strappi sino all’anno passato, raggiungendo così, unico di un Supertorneo iniziato a Parigi nel 1925, nove successi. Ci si chiede allora, come fanno i miei amici dell’Equipe, “Esiste l’ombra di un dubbio sul decimo?”.Temo proprio di sì, come ho scritto, ben più di un’ombra. Mi spiace, ma Nadal non vince.

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