Roger Federer ha servito come Sampras. Se si ripetesse batterebbe anche Djokovic?

Editoriali del Direttore

Roger Federer ha servito come Sampras. Se si ripetesse batterebbe anche Djokovic?

Ha sbagliato o no Andy Murray a decidere di servire per secondo? Come cambieranno le quote oggi? Novak Djokovic non è più il favorito o.. non è Andy Murray?

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Stessa finale dello scorso anno. Speriamo sia altrettanto bella, e magari anche più bella. Novak Djokovic la vinse su Roger Federer 6-4 al quinto, ma poteva chiuderla prima. Stavolta, dopo aver visto un Roger Federer d’annata – e al servizio forse addirittura meglio dei suoi migliori anni – è diventato difficile perfino azzardare un pronostico. Eppure all’inizio del torneo, cioè quando c’erano ancora 128 tennisti in lizza, una vittoria di Djokovic veniva pagata qui da Coral – e non ricordo quanto da Snai, il nostro sponsor (magari Angelo Cucaro, il nostro esperto a capo della rubrica scommesse, può risalirci) – un pochino meno che a due, 7/4… e ricordo ai non habituée che la seconda cifra è quella che si punta e la prima quella che eventualmente si riscuote. Murray un filino più che a 2, 9/4 (ma perchè siamo in Inghilterra…) e Federer 7/1.

Sono curioso di sapere, dopo la straordinaria performance di Roger oggi contro Andy Murray, quali saranno le quote che i vari bookies proporranno, Coral, William Hill, La Mecca qui e Snai.it e le altre società italiane in Italia. Perché è chiaro che le azioni di Roger Federer stanno salendo vertiginosamente. Andy Murray che dice, dopo averci giocato non una ma 23 volte con Federer in match ufficiali: “Contro di me non credo abbia mai servito meglio di oggi”, la dice lunga. E Roger Federer, rispondendo ad una mia domanda (la seconda dei transcripts) ha detto: “Ho servito benissimo (very well), un’altissima percentuale di prime palle (very high first serve percentage) pur tirando forte (plus going big). Certamente è stata una delle mie migliori giornate al servizio della mia carriera, di sicuro (so defineteky it was one of my best serving days of my career, for sure”)”. Beh non ha parlato uno che ha giocato due o tre anni, dieci o cento match, ma uno che gioca da “pro” dal 1997, 18 anni fa, e che oggi ha giocato il 1269mo match di singolare in carriera. Non se li ricorderà tutti, ma se dice che questa è stata una delle giornate in cui ha servito meglio… beh, di sicuro ha servito molto ma molto bene! La cronaca di Roberto Salerno è molto puntuale. In tre soli set, servendo 17 volte Roger ha messo a segno 20 aces, pur mettendo 69 primi servizi su 90, cioè il 76 per cento. E’ una percentuale pazzesca per uno che cerca e rischia l’ace. Non ho la possibilità di controllare quante altre volte possa essergli successo, ma io non credo troppe volte. Sono numeri da Pete Sampras, il miglior Sampras che vinceva Wimbledon 7 volte e non aveva certo il rovescio e la completezza di Roger, anche se a rete era – parere personale – forse migliore quando riusciva a conciliare la velocità del suo servizio con la rapidità della discesa a rete. Ma il suo braccio non tremava mai. Nei punti importanti metteva sempre la “prima”. Naturalmente, anche se Roger ha concesso una sola palla break in tutto il match e proprio nel primo game, lo svizzero non ha vinto soltanto grazie al servizio. Dico solo che quell’aspetto è quello che più ha colpito me, Murray, un po’ tutti i presenti. Ed è un colpo che sull’erba – anche se non è più l’erba degli anni Ottanta (e prima) – continua ad avere un’importanza fondamentale.

Al di là del servizio Roger ha offerto oggi tutto il suo repertorio artistico, geniale, completo. Quel passante di rovescio giocato nell’ultimo game, sul 5-4 e servizio Murray che era sotto anche 0-15, varrebbe da solo il prezzo del biglietto (133 sterline sul Centre Court, oggi). Ma una volée stoppata da Roger sul 3 pari 30-15 servizio Murray nel primo set, è un altro gioiello degno del miglior Cartier. Così adesso viene spontaneo pensare due cose. La prima è: se Roger rigioca così anche contro Djokovic, sarà molto ma molto dura anche per il serbo n.1 del mondo e favorito n.1 dei boookmakers (almeno fino a stamani… anche perché Novak doveva fronteggiare una semifinale quasi scontata contro Gasquet e invece Federer una tutt’altra che scontata contro Murray). La seconda – nei confronti della quale decine di milioni di tifosi di Federer sparsi nel mondo toccheranno legno – è quante possibilità ha Federer di indovinare due partite consecutive di questo livello pazzesco, fosse anche per il solo servizio? La fiducia non gli mancherà di certo. Di contro raramente ho visto un Djokovic nervoso come in questo torneo, con un atteggiamento troppo spesso negativo in conseguenza di ogni situazione anche soltanto momentaneamente negativa, di qualche colpo sbagliato che lui – perfezionista com’è – non avrebbe voluto concedersi. Anche oggi nel primo set con Gasquet, e perfino nel secondo quando era avanti di un set e di un break. Dava l’impressione, Nole, di non volersi perdonare nulla, di temere sempre il recupero di un avversario che aveva battuto 11 volte su 12 – che fosse proprio quello il motivo? Il timore di compromettere un pronostico che tutti consideravano a lui favorevole? Ecco, il combinarsi di queste circostanze e riflessioni, aggiunte all’enorme fiducia che questa partita odierna dovrebbe avere instillato in Roger Federer, fanno pensare che ci sarà partita, che Federer può benissimo sorprendere bookmakers e Djokovic – soprattutto se il match non andrà troppo per le lunghe – e che Djokovic ha una ragione di più per scendere in campo con i nervi un tantino scoperti dopo aver perso l’ultima finale di Slam a Parigi, dopo averne perse ben 8 su 16. Insomma un ruolino di marcia, per un n.1 del mondo, non esaltante (anche se Novak non è sempre stato il n.1 o il favorito quando le ha perse). Tutto ciò fa pensare che Djokovic sia tipo che sente abbastanza la pressione di dover vincere.

E contro Roger Federer a Wimbledon, nel giardino di casa sua, chi non la sentirebbe? Nell’intervista post-match a Federer mi è parso inevitabile chiedergli, all’interno di quella stessa domanda già citata se secondo lui poteva avere avuto un peso importante la scelta di Murray di servire per secondo, nella chiara speranza di conquistarsi un break subito a freddo (come è staticamente provato che succeda più che negli altri games). Al break Murray in effetti è andato vicino soltanto proprio in quel game iniziale, ma poi la mancata trasformazione dell’unica palla break ha fatto sì che lo scozzese si è trovato ad inseguire Federer per tutto il match, con lo stress che ne consegue e con il risultato che Andy ha perso il servizio sul 5-6 le prime due volte e sul 4-5 la terza, dopo essere sempre stato costretto a battere nella scomoda situazione dell’1-2, 2-3, 3-4,4-5 e 5-6 nei primi due set. E sempre dopo games vinti assai agevolissimevolmente – tale avverbio non esiste nello Zingarelli ma rende l’idea… un po’ come precipitevolissimevolmente – da Federer quando a detta di Murray: “He served fantastic apart the first game… didn’t give any ppportunities, that puts pressure on you, the pressure builds throughout the set that way” (ha servito in modo fantastico, salvo che nel primo game quando ho avuto chances, non ho avuto alcuna opportunità,, questo ti mette pressione addosso, e la pressione cresce più va avanti il set)… it’s frustrating… I couldn’t get a raquet on a lot of returns (é frustrante, non potevo mettere la racchetta su un sacco di risposte”). Immaginate la sensazione che deve provare, a davanti al proprio pubblico con aspettative enormi, un giocatore che solito è considerato in possesso di una delle migliori risposte del mondo! Murray sullo stesso argomento, la scelta di rispondere anziché di servire nel primo game, ha avuto un approccio “filosofico”: “Lui ha servito in modo incredibile e non ha fatto differenza che abbia servito per primo o per secondo. Io sono stato brekkato alla fine di ogni set, ma normalmente se arrivi al tiebreak del primo set sei poi tu che cominci a servire nel secondo set. (E la stessa cosa avrebbe potuto dire nel passaggio fra secondo e terzo set se non avesse nuovamente perso il servizio sul 5-6). Se serve a quel modo, è comunque dura”.

Mah, io però a Federer il vantaggio di servire per primo e di stare in vantaggio al 80% anche soltanto nel primo set… non glielo avrei dato. Ma questo sembra senno di poi. Eppoi ora è troppo tardi. Sarà semmai curioso constatare che cosa farà Murray in una prossima situazione, se dovesse vincere il sorteggio. Idem seguirò con attenzione cosa succederà fra Djokovic e Federer domenica. Che farebbe Nole se vincesse il sorteggio? Come Murray o no? E Federer che farebbe? Una curiosità in più per questa loro sfida n.40 (20-19 per Roger il bilancio, ma Nole ha vinto le ultime due partite, Indian Wells e Roma, e soprattutto – come già ricordato – la finale qui un anno fa). Al contrario Federer vinse qui la semifinale del 2012. Insomma può accadere di tutto. E per non chiudere su questa banalissima conclusione, non senza aver ringraziato ancora gli Dei per avermi concesso di vedere anche oggi una splendida partita di tennis, riferisco quel che mi ha appena detto Mary Carrillo, l’ex tennista americana che è apprezzatissima commentatrice tv e che recentemente è entrata a far parte dell’Hall Of Fame a Newport, la massima onorificenza che può essere attribuita a qualcuno che, in varie vesti, si è occupato per anni di tennis (i soli italiani che “insigniti” sono Nicola Pietrangeli e Gianni Clerici): “Penso che Novak Djokovic servirà meglio di Andy Murray stasera, e soprattutto che risponderà di più. Non riesco ad immaginarmi che Roger Federer riesca anche contro di lui a fargli 20 aces in tre soli set, vorrebbe dire farne 34/35 in cinque set. Mmmm..”.

A voi lancio invece questo ..sondaggio. Quanti aces farà oggi Serena contro la Muguruza? Più o meno di 10?

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