Flavia Pennetta e Roberta Vinci, quando l'avversaria è una cara amica

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Flavia Pennetta e Roberta Vinci, quando l’avversaria è una cara amica

Una partita di tennis tra amiche diventa l’occasione per svelare sé stesse, anche davanti a ventimila persone. Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno scritto una rara pagina di eleganza, che travalica persino il senso della grande impresa sportiva

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Flavia Pennetta e Roberta Vinci - F US Open 2015 (foto di Art Seitz)
 

Il bello del tennis è che è un duello. Si può essere molto amici ma se combattiamo in campo diventiamo rivali. Il tennis ha più a che vedere con l’Iliade, in cui rivalità, lealtà e amicizia raggiungono il loro apice letterario, che con la nostra maledetta, corrotta, cinica e disperata epoca attuale. In questo senso assistere ad una partita di tennis non è solo un’esperienza sportiva, è soprattutto un’esperienza rincuorante. Rincuora il fatto che nel mondo c’è chi va avanti e “vince” senza meritarlo. Sul campo da tennis invece se vinci lo fai in prima persona, nessuno ti può spingere o aiutare, e soprattutto nessuno può farlo al posto tuo e dopo attribuirtene il merito.
I due tennisti sono lì da soli. Non ci sono compagni di gioco cui appoggiarsi. In più sei in una specie di arena dei tempi antichi dove il pubblico se vuole ti sostiene oppure ti fischia. Tu giocatore puoi fare affidamento solo tu te stesso. Non basta essere bravi. Essere bravi, se si è deboli d’animo, non serve a niente. Lì sul campo da tennis bisogna essere bravi ma anche determinati. Sapere azzerare dalla mente il punto appena fatto dall’avversario, o il proprio sbaglio che potrebbe compromettere l’incontro. Devi vincere la paura di perdere e quella di vincere. Devi andare dentro te stesso e trovare quella forza mentale che neanche sapevi di avere. Ecco cosa fa la differenza. E superare la paura ha permesso alla nostra Flavia Pennetta di vincere la semifinale degli US Open 2015 contro una campionessa come Simona Halep. Così come a Roberta Vinci di sconfiggere una tennista come Serena Williams.

Assistere alle partite di semifinale e finale agli US Open 2015 delle nostre due tenniste è stato più che rincuorante. Infatti se esistono persone come Roberta Vinci e Flavia Pennetta l’Italia è davvero un bel paese. Non solo perché le nostre due tenniste hanno fatto faville sconfiggendo due grandissime del tennis mondiale, imponendosi per carattere, tecnica, determinazione. Ma anche perché lo hanno fatto come fosse una cosa normale. Hanno vinto e se ne sono loro stesse meravigliate. Quanta eleganza e understatement nelle parole della Vinci subito dopo aver battuto la Williams quando dice che non avrebbe mai pensato di batterla, e di essere scesa in campo solo per divertirsi. E quanta in quelle della Pennetta che dopo aver battuto la Halep afferma che le soddisfazioni arrivano quando uno meno se le aspetta!
Davvero eccitanti sono state le due semifinali. Flavia Pennetta vince l’incontro con la numero due del mondo in soli due set, e la nostra magra, scattante, astuta e tecnicamente perfetta Roberta Vinci che batte una Serena che nel terzo set sembrava un pugile sull’orlo del ko.

Meno emozionante delle due semifinali è stata la finale tra le due nostre campionesse. Non era importante chi avrebbe vinto. Avevano già vinto entrambe gli US Open 2015. È stato come assistere non ad una partita di calcio tra compagini diverse, ma tra esponenti della stessa squadra. La Pennetta è stata maestra di tecnica, costanza e determinazione, la Vinci per il suo contrario: passione e creatività. Ha vinto quella più in forma in quello specifico momento.
Poi finalmente, nel dopo partita, in quel loro abbracciarsi e dirsi parole confidenziali, si è vista tutta la loro complicità e amicizia. Durante la premiazione hanno detto cose non di rito, in qualche modo si sono rivelate per quello che sono come persone e non nel ruolo di tenniste, rimarcando come fosse stato bello giocare tra amiche. Uscire davanti a milioni di persone dal proprio ruolo per essere “semplicemente” quello che si è, è una delle cose più difficili. È necessaria una buona dose di autostima scevra da presunzione, bisogna essere istintivamente saggi.
È stato davvero bello assistere al loro comportarsi in modo tanto spontaneo. Incuranti di dove si trovassero, nel luogo principe del business del tennis mondiale, hanno manifestato sia la loro amicizia che la gioia della vittoria.

Dianella Bardelli

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