ATP Parigi-Bercy, interviste, A. Murray: "Jonas mi incoraggia a scendere di più a rete"

Interviste

ATP Parigi-Bercy, interviste, A. Murray: “Jonas mi incoraggia a scendere di più a rete”

ATP Parigi-Bercy interviste, semifinale: A. Murray b. D. Ferrer 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

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Jonas Björkman e Andy Murray
 

È la quarta finale in un Master 1000 per te quest’anno. Quanto sei orgoglioso della tua continuità?
Sì è stato un buon anno. Ho giocato ad alato livello in tutti i Masters 1000. In alcuni match avrei potuto fare un po’ meglio. Ma la maggioranza sono andati bene. Questo è un torneo in cui ho fatto fatica nel passato. È bello venire qua, ottenere qualche vittoria e fare prestazioni molto buone.

Considerato che le ATP Finals e la Coppa Davis devono ancora arrivare, questa settimana quante energie ti ha tolto?
Non lo so. C’è ovviamente ancora un match da disputare. Non ho idea di come andrà. Ma i primi due non molte in realtà. Mi alleno quotidianamente molto di più di quanto sia stato in campo in quei due giorni. L’incontro di ieri è stato duro. Quello di oggi è stato fisico a tratti ma sento di aver comandato la maggior parte degli scambi e concluso i punti a rete, accorciandoli abbastanza da non rendere la partita troppo faticosa. Quindi mi sento bene. Le mie gambe stanno bene. Ma l’accumulo dei match e il fatto di giocare 5 partite di fila può esaurirti mentalmente e fisicamente. È per questo che ho detto che sarei dovuto essere intelligente nei giorni di riposo e dopo l’ultimo incontro di Coppa Davis. Per prendermi abbastanza giorni per essere pronto qua e a Shanghai.

Quello di oggi è stato un match divertente da vedere. È stato divertente pure da giocare?
Non credo che quando sei in campo ti viene da pensare a quanto sia divertente il match. Pensi a come vincerlo e magari se un punto è stato divertente o meno. Il tuo lavoro è pensare perché è stato un buon punto e cosa puoi fare nel successivo. Come vi ho detto, sono riuscito ad abbreviare molti scambi. Ho variato molto bene il gioco per me e ciò mi ha reso soddisfatto.

Cosa ne pensi del prossimo incontro? Conosci a memoria Novak e su questa superficie come lo vedi contro Stan?
Dovrebbe essere un match interessante. Stan ha vinto un ottima partita la scorsa notte contro Rafa e loro due hanno giocato grandi match nel passato. Novak probabilmente è favorito. Ma comunque sarà un match duro. Sono il n.1 e il n.4 al mondo al momento. Sarà un match molto duro.

In caso vinca Novak, e non voglio mancare di rispetto a Stan, pensi che se qualcuno fosse in grado di batterlo sarebbe una buona notizia per questo sport, dato che lui è diventato così dominante che i suoi successi sono quasi prevedibili?
No quando vado in campo per un match come questo non penso se sia buono per lo sport o no. Penso che quello che Novak abbia fatto quest’anno sia stato eccezionale e penso che quando i giocatori hanno queste annate, ci sia più attenzione nei confronti del tennis. Quindi non credo che sia negativo per il nostro sport quando qualcuno ha una stagione così eccezionale. Ovviamente è compito degli altri tennisti che stanno attorno a lui di alzare il loro livello e riuscirlo a battere con continuità. Sento di averlo messo in difficoltà quest’anno e l’ho battuto una volta. Me d’altra parte per quanto mi riguarda gli incontri di Indian Wells e Shanghai non sono stati buoni. A parte quelle due occasioni, ci sono andato vicino. Quindi sta a me imparare dagli incontri comq quello a Shanghai ed evitare che i prossimi siano così squilibrati.

Hai incontrato Amélie da quando ha partorito? Preparerai con lei la prossima stagione e se sì come?
No non ci siamo visti ancora. È stata a casa tutto il tempo. E io ho viaggiato e mi sono allenato. Ma il piano è di fare la off-season insieme a Dubai e cominciare là.

Negli ultimi due match, come hai detto tu stesso, hai abbreviato i punti, hai osato un po’, prendendoti più rischi del solito. Pensi che sia qualcosa che devi fare anche contro Novak che si difende così bene?
Penso che sia qualcosa che ho fatto tutto l’anno. È ingiusto dire che l’ho fatto solo negli ultimi due match. Tutto il torneo  ho giocato così: sia contro Goffin che contro Coric. Ovviamente ho parlato degli US Open. In quel torneo non solo sono stato eliminato prima di quanto mi aspettassi ma non mi sono sentito a mio agio sul campo. Non ho giocato in maniera aggressiva e l’ho pagato a caro prezzo. Per il resto dell’anno invece ho giocato in questa maniera e ho ottenuto ottimi risultati. Comunque sì con tutti i top player devi sfruttare le opportunità quando ci sono e mettere loro pressione. Molti di loro si difendono così bene che se tu li lasci recuperare tutte le palle, si sentono più tranquilli. Quando invece riesci a scendere a rete e fare vincenti quando la loro palla è corta e così chiudere il punto, li metti pressione.

Parlando di abbreviare i punti, si è sempre detto che tu hai un ottima mano. Jonas ha lavorato sulla tecnica della volée con te?
Non molto sulla tecnica. Mi ha solo incoraggiato a venire avanti perché quando ero giovane scendevo a rete tutte le volte. Facevo serve and volley molto più spesso. Se andate a vedere il match contro Rafa agli Australian Open quando avevo 19 anni ve ne rendete conto. E quando passi da un allenatore all’altro hai diverse filosofie. Alcuni di loro preferiscono che tu giochi rischiando di meno. Altri il contrario. Sento che ho smesso di giocare in quella maniera quando avevo 20-21 anni. Poi quando ho cominciato a lavorare con Ivan (Lendl ndr) ero più aggressivo da fondo ma sentivo di poter andare a rete di più. Penso che sia Amélie che Jonas mi abbiano incoraggiato a venire avanti e chiudere a rete più punti. Non si riesce a metterlo in pratica dalla sera alla mattina, ma credo che durante questa settimana ci sia stato un progresso per me in questo senso e continuerò a farlo.

(Traduzione di Valerio Vignoli)

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