Thiem, Tomic, Kyrgios e Fritz la rivoluzione degli anni 90 (Crivelli), Dal campo all’altare, Pennetta sposa a giugno (Cuomo)

Rassegna stampa

Thiem, Tomic, Kyrgios e Fritz la rivoluzione degli anni 90 (Crivelli), Dal campo all’altare, Pennetta sposa a giugno (Cuomo)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Thiem, Tomic, Kyrgios e Fritz La rivoluzione degli anni 90

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 1.03.2016

 

Eppur si muovono. Schiacciati dalla presenza ingombrante e dirompente di una generazione di fenomeni tra le più talentuose e vincenti di sempre (da Federer fino a Djokovic, per intenderci), i Niners, i nati negli anni 90, hanno sgomitato a lungo con poca fortuna e scarsi risultati in un mare di squali affamati. Dato per perso ad altissimi livelli Dimitrov, impiombato da un fisico (e conseguente velocità di palla) non all’altezza e dall’indomita passione per il gentil sesso, sembrava restare il solo Raonic, come ha dimostrato l’Australian Open. AUSTRIA FELIX Del resto, appena tre finali Atp nella storia si sono giocate tra protagonisti in possesso di una carta d’identità con davanti il nove dell’anno: Kitzbuehel 2014 (Goffin batte Thiem), Gstaad 2015 (Thiem batte Goffin) e Acapulco domenica (Thiem batte Tomic). In tutte e tre, dunque, risalta la presenza dell’austriaco Dominic Thiem, soprannominato fin da junior «Dominator», non a caso considerato il talento più fulgido tra gli Under 23. Figlio di un allenatore, a 11 anni finì sotto le cure di Gunther Bresnik, già coach di Mansdorf e Patrick McEnroe, che al genitore aveva dato un posto di lavoro nella sua Academy. Con una rivoluzione copernicana simile a quella attuata ai tempi da Fischer con Sampras, Bresnik gli ha cambiato rovescio (da due mani a una), impostazione tecnica e vita agonistica: «Ero un tennista difensivo e lui ha modificato tutto, a partire dal rovescio, per rendermi più aggressivo. E’ stata dura: ero il miglior giovane austriaco, ma il mio ranking è crollato dopo questi cambiamenti. Però mi fidavo ciecamente». Da ieri è numero 14 del mondo e anche il giocatore con più partite vinte in stagione: 18. I puristi abbagliati dal suo stile temono soltanto che la struttura atletica, longilinea ma non muscolare, finirà per farlo stritolare dai super-men, lui che crebbe di 16 centimetri tra i 16 e i 17 anni e il fisico non resse, costringendolo a girare per ospedali con il sistema immunitario devastato. Però la finale messicana è stata una delle partite più belle degli ultimi mesi: «E’ stata come doveva essere, tra due giocatori giovani che stanno crescendo molto. Spero ne vengano tante altre tra noi della stessa generazione». BAD BOYS Dall’altra parte della rete c’era quel genio maledetto di Tomic, uno che a 18 anni, nel 2011, approdava ai quarti di Wimbledon partendo dalle qualificazioni e senza perdere un set, fino a spaventare Djokovic che poi avrebbe vinto il torneo. Ha rischiato di perdersi, Bernie, tra il solito padre padrone e le mattane di gioventù, specie con le auto veloci. Ma ha un timing sulla palla di primo livello e con lui, Kokkinakis e Kyrgios l’Australia si è sistemata per il prossimo decennio. Nick mano calda ha vinto il primo torneo in carriera a Marsiglia battendo Berdych e Cilic, in carriera ha già fatto male a Nadal e se la schiena lo lascia in pace, è già un contender Slam, specialmente sull’erba: «Quest’anno giocherò di meno, più qualità e più tempo con la famiglia». SOGNO AMERICANO Se l’Australia ride, l’America finalmente non piange più da quando all’orizzonte è apparso Taylor Fritz, il cui rovescio secondo qualcuno è già uno dei colpi più ferali del circuito. Nato da due tennisti (la madre Kathy May è stata top ten all’epoca di Evert e Navratilova), ha rinunciato al college dopo un litigio con l’allenatore di Southern California, scegliendo il professionismo. A Memphis, a metà febbraio, ha giocato la prima finale in carriera e, prima di lui, solo 4 tennisti a stelle e strisce ci erano arrivati così presto: Chang, Sampras, Agassi e Roddick. Da brividi…

 

Dal campo all’altare, Pennetta sposa a giugno

 

Francesca Cuomo, il corriere della sera del 1.03.2016

 

Hanno scelto la Cattedrale di Ostuni e il resort cinque stelle Borgo Egnazia a Fasano per celebrare e festeggiare le nozze più attese della prossima estate. Sì, perché la tennista brindisina Flavia Pennetta e il compagno ed ex collega Fabio Fognini le hanno annunciate subito dopo la vittoria degli Us Open ma la data era ancora segretissima. Si sposeranno l’ 11 giugno ma non a Brindisi, città della sposa, ma nella vicina e suggestiva città bianca. E proprio ad Ostuni i preparativi sono già in corso da parte dell’amministrazione comunale che sta preparando un piano del traffico speciale per quella giornata e servizi straordinari per il personale della polizia municipale. Non ci sono ancora le pubblicazioni ma è stato già predisposto ogni dettaglio. L’organizzazione viene curata dalla sorella della sposa, Giorgia Pennetta, wedding planner quasi di professione insieme ad un’agenzia specializzata. Dopo la celebrazione religiosa, gli invitati si sposteranno a Savelletri. Gli sposi per i festeggiamenti hanno scelto lo stesso resort in cui si sono sposati gli attori hollywoodiani Justin Timberlake e Jessica Biel, la figlia del magnate indiano del ferro Pramod Agarwal e altri rampolli russi . Il personale ha già firmato la clausola di segretezza mentre sarà predi sposto un servizio di sicurezza, anche in collaborazione con la questura di Brindisi.

 

 

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