La settimana degli italiani: solo un infortunio ferma la Vinci, Giorgi in ripresa

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La settimana degli italiani: solo un infortunio ferma la Vinci, Giorgi in ripresa

Torna la rubrica “la settimana degli italiani” che analizza le prestazioni degli azzurri nel torneo combined di Indian Wells. Andreas Seppi si ferma al cospetto di John Isner, Roberta Vinci è costretta al ritiro negli ottavi di finale per un infortunio al tendine di achille. Delude Sara Errani mentre Camila Giorgi fa ben sperare

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Indian Wells, primo grande torneo combined del 2016, è terminato per il tennis azzurro con un bilancio complessivo di quattro vittorie e quattro sconfitte nei singolari, tra buone notizie (la Vinci che risale la top ten), speranze da verificare (Camila Giorgi in ripresa), delusioni (Errani fuori subito) e tristi conferme (il settore maschile che non riesce ad avere risultati positivi nel circuito ATP).

Tra gli uomini, Andreas Seppi è stato l’unico azzurro, tra quelli iscritti per diritto di classifica al Masters 1000 californiano, che vi ha effettivamente partecipato: Fognini è ancora convalescente dall’infortunio agli addominali, mentre Lorenzi, Bolelli e Cecchinato hanno invece deciso per motivi di programmazione diversi tra loro, di cancellarsi. Il solo Salvatore Caruso ha poi deciso di provare ad entrare in tabellone tramite la porta di servizio delle qualificazioni: il 23enne siciliano, n° 253 del ranking ATP, non ha visto però premiato il suo tentativo ed è subito uscito per mano dell’argentino Renzo Olivo, 167esimo nella classifica mondiale, che ha vinto 4-6 7-6(2) 6-2 in 2h16’.

Andreas, reduce dal felice week-end di Davis sulla terra rossa di Pesaro, non è mai riuscito ad esprimersi bene ad Indian Wells: in 10 partecipazioni, non ha mai vinto due partite di fila e le tre volte (dal 2013 al 2015) nelle quali ha raggiunto il terzo turno, vi è riuscito grazie al bye al turno iniziale in quanto testa di serie. In questa edizione non aveva tale privilegio e così è dovuto subito scendere in campo contro lo statunitense Donald Young, in un match che presentava diverse insidie: il talento mancino dell’avversario, giocatore che si esprime al meglio sulle superfici rapide e peraltro sostenuto dal pubblico di casa, l’unico precedente a sfavore (Olimpiadi di Londra 2012) e la temperatura rigida (si è giocato di sera dopo una lunga attesa dovuta alla pioggia). Andreas, dopo un inizio di gara con problemi alla risposta e molti errori di dritto che gli sono costati il primo set, è riuscito a prendere sempre più il pallino del gioco ed a far sbagliare l’avversario, via via sempre più nervoso, sino a consegnare al tennista di Caldaro il match dopo 2h20’con il punteggio di 4-6 6-4 6-3.
Al secondo turno Andreas era atteso da un altro statunitense, ma di ben altro spessore tecnico e miglior ranking rispetto a Young, John Isner, undicesima testa di serie del torneo. Gli appassionati italiani ricorderanno bene la bella vittoria, l’unica ottenuta dall’altoatesino nei tre precedenti, sul gigante americano al Foro Italico nel 2012, ma purtroppo questa volta non è andata nella stessa maniera. In un primo set dominato dai servizi, nel quale non vi sono palle break (Andreas perde addirittura solo cinque punti sul proprio servizio) l’epilogo del tie-break arriva inevitabilmente: in tale frangente due banali errori gratuiti sui due turni di battuta iniziali di Andreas spalancano la strada ad Isner, che usa al meglio la sua arma migliore e sfodera tre ace ed un servizio vincente quando tocca a lui servire, conquistando così il primo set. Nel secondo parziale, Seppi perde subito il servizio, perdendo di fatto l’incontro contro un avversario che metterà a referto a fine match 23 ace in due set ed un tie break, in un match durato 1h13’ ed archiviato col punteggio di 7-6(1) 6-4 a favore del gigante americano, già finalista ad Indian Wells nel 2012. La speranza è che Andreas riesca ad esprimersi a Miami meglio che ad Indian Wells, visto che, come ha confidato al nostro inviato in California, preferirà prendersi cura dell’anca, non giocando, come già avvenne l’anno scorso, durante la logorante primavera europea sulla terra battuta (la stessa partecipazione a Roma, stando alle sue parole, è ancora incerta).

Passando alle donne, la nostra prima giocatrice, Roberta Vinci, ha esordito nel torneo affrontando al secondo turno (in qualità di decima testa di serie era esentata dal primo) una delle giovani russe emergenti nel circuito WTA in questi mesi, la ventiduenne Margarita Gasparyan, nr° 44 del ranking, in una elegante sfida tra le ormai pochissime giocatrici che giocano il rovescio ad una mano.
L’incontro era ostico sulla carta ed il campo lo ha confermato, regalando continui colpi di scena e cambi di scenari: e dire che Roberta dopo un’entrata in partita lenta (era sotto 1-3) con un parziale di cinque game aveva vinto il primo set in quarantaquattro minuti. Nel secondo parziale, Roberta rimonta nuovamente da 1-3 sotto, dal 3 pari ambo le giocatrici conservano facilmente il servizio sino al tie-break, dove accade tutto ed il contrario di tutto: prima la russa va avanti 6-1, dopodiché Roberta incredibilmente sale sul 7-6, ma la Gasparyan non molla, lo annulla e, complice un errore di dritto della nostra giocatrice, si aggiudica il parziale al sesto set point. Giunti al terzo, la Vinci subisce il contraccolpo della grandissima occasione sprecata e si ritrova sotto 0-4 in pochi minuti, ma prima rimonta sul 3-5, poi riesce a portare nuovamente la russa al gioco decisivo: sul 5 pari del tie-break Roberta è più lucida, compie le scelte giuste e si ritrova così dopo 2h46’ a vincere col punteggio di 6-3 6-7(7) 7-6(5). Una vittoria che conferma l’avvenuta maturazione di Roberta, la quale, come solo le campionesse sanno fare, riesce a portare a casa la partita anche quando gioca male, riuscendo meglio delle avversarie a tenere i nervi saldi: quest’anno è già la terza vittoria al tie-break del terzo (dopo quelle con Babos a San Pietroburgo e Kasatkina a Doha).

Al terzo turno Roberta non ha avuto necessità di appellarsi alle sue qualità caratteriali: ha giocato così bene sin dai primi minuti che la sua avversaria, Elina Svitolina, ventunenne ucraina al quattordicesimo posto del ranking, che pure aveva vinto l’ultimo dei due precedenti con Roberta, non ha potuto fare altro che cedere il passo in una partita a senso unico, terminata 6-1 6-3 in un’ora e un minutoAl turno successivo Roberta, scesa in campo già certa di avere conquistato il nono posto della classifica di singolare, si ritrova contro Magdalena Rybarikova, numero 95 del ranking, ottimo accoppiamento per essere un ottavo di un Premier Mandatory, ma pur sempre un avversario ostico per Roberta, come testimoniato dai precedenti che vedevano la slovacca in vantaggio 3-1. La partita è stata purtroppo condizionata quasi subito dal risentimento al tendine di Achille che la Vinci aveva patito nel terzo set della sfida con la Gasparyan: dopo 43 minuti di partita, sotto 2-6 0-2 0-40 la tarantina è stata costretta a ritirarsi, non migliorando così il suo miglior risultato in carriera nel torneo californiano (in otto partecipazioni, era già arrivata agli ottavi nel 2012, quando perse dalla Sharapova in due set). La nostra giocatrice può essere senz’altro soddisfatta di questo torneo, che l’ha fatta salire in classifica e nel quale ha vinto due partite diversissime tra di loro, che la confermano completa ad alti livelli. Preoccupa solo un po’ l’infortunio: Roberta deve prenderlo come un avvertimento datole dal suo corpo di non giocare troppi tornei e conservarsi per gli eventi più importanti. Scelte come quella delle scorse settimane di partecipare dopo un mese di gare a Kuala Lumpur probabilmente non vanno ripetute, considerando anche che ha la “fortuna” di non avere, sino a fine luglio, punti da difendere (ad eccezione degli ottavi di Madrid e della finale di Norimberga).

Camila Giorgi rientrava nel circuito tre settimane dopo la pessima prestazione di Dubai, nella quale era stata sconfitta al primo turno dalla Petkovic 6-2 6-1 in poco più di un’ora di gioco, prova che aveva destato più di una preoccupazione, specie se correlata al pessimo periodo in termini di risultati che per Camila perdura purtroppo dal giugno scorso. Infatti, dopo la vittoria di ‘s-Hertogenbosch, non ha purtroppo raggiunto nemmeno un quarto di finale ad eccezione di quello di Hobart a gennaio, quando era testa di serie numero 2. Indian Wells restituisce invece una Giorgi in ripresa, che con un po’ di fortuna in più avrebbe potuto fare un ottimo torneo in una location che evidentemente la fa rendere bene: due anni fa in California ottenne una delle più belle soddisfazioni raggiunte sin qui in carriera, battendo al terzo turno la Sharapova, dopo una cavalcata partita dalle qualificazioni e proseguita sconfiggendo Cirstea e Petkovic, chiusa agli ottavi dal derby perso con la Pennetta.
Opposta quest’anno al primo turno alla teutonica Julia Georges, numero 63 del ranking WTA, già sconfitta dalla marchigiana due volte senza perdere un set, Camila è ripartita col piede giusto comandando gli scambi e sbagliando poco come le riesce quando è in buona giornata: alla tedesca sono rimaste le briciole, come dimostra il punteggio finale di 6-3 6-2 in 1h11’ con il quale si è guadagnata l’accesso al secondo turno e l’onore del centrale nel programma serale, nella sfida contro Ana Ivanovic, tennista con la quale aveva perso in due set nell’unico precedente dello scorso settembre a Tokyo. Camila parte molto ben centrata, in sostanza sovrastando l’avversaria ed aggiudicandosi così il primo set col punteggio di 6-2 in poco più di mezzora. Poi qualcosa s’inceppa, Ana le prende le misure e così si va al terzo. La Giorgi riesce ad ergersi sino al 5-4 e, con la Ivanovic al servizio, arriva a due match-point, annullati da un servizio vincente e da un suo errore di dritto. Le due giocatrici arrivano al tie-break decisivo: anche in questo frangente Camila ha un’opportunità, portandosi sul 3-1, ma ancora una volta subisce la rimonta, che le costerà anche il match, vinto dalla Ivanovic dopo 2h8’ 2-6 6-2 7-6(5).

Indian Wells amaro per Sara Errani (che in California in otto partecipazioni non aveva mai superato il terzo turno, ad eccezione del 2013 quando arrivò ai quarti, dove perse dalla Sharapova) che perde all’esordio dall’ucraina Lesia Tsurenko, numero 36 del ranking WTA, in un match caratterizzato dal forte vento e dal nervosismo della nostra giocatrice per una discutibile decisione del giudice di sedia nel sesto game del primo set, che l’ha fatta distrarre ed uscire mentalmente dalla partita, persa 3-6 4-6 in 1h30’. In ogni caso, un match deludente per la prova offerta dalla nostra giocatrice, che ha giocato sempre corto e perso il servizio sei volte su otto: con statistiche come queste, non degne di una top 20 e contrastanti con la splendida settimana vissuta a Dubai, Sara rischia purtroppo di ripiombare nel difficile, soprattutto psicologicamente, inizio di stagione (conforta parzialmente il fatto che stia giocando bene in doppio, dove, dopo la finale di Doha, ad Indian Wells ha raggiunto le semi con la georgiana Kalashnikova).

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