Ascolta l’intervista di Ubaldo a Bertolucci a fine match
[1] N. Djokovic b. [5] R. Nadal 7-5 7-6(4) (da Roma, il nostro inviato cigi)
Rafael Nadal ha oramai il complesso mentale di Novak Djokovic. Dopo aver tenuto in ostaggio psicologico per anni Roger Federer ora lo spagnolo non riesce a liberarsi dalla morsa mentale che il tiranno serbo gli impone, a lui e al tennis. Nadal ha perso una partita in due set dove è stato puntualmente in vantaggio. Si è fatto recuperare nei momenti importanti, quando è stato chiamato a chiudere i set, segno evidente di una pressione psicologica fortissima e, a questo punto, ingestibile. Non a caso i set vinti da Djokovic consecutivamente nelle loro sfide dalla finale del Roland Garros 2014 sono 15 con i due di oggi, per un totale di 7 partite.
All’applausometro, quando entrano in campo i giocatori, vince Rafael Nadal. Sono, forse, applausi di speranza, speranza di vedere una sfida equilibrata fra i due giganti ma forse, ancora di più, speranza di vedere una bella partita in questo torneo che fin qui è stato avaro di spettacolo. Appena le note pop di Star Wars ci lasciano sentire il rumore della pallina, Nadal piazza un vincente. Lo spagnolo chiede mediamente 10km/h in più al servizio, per non facilitare troppo il compito in risposta del serbo. Dopo i primi game, turni di battuta tenuti agevolmente da entrambe le parti, l’impressione è che Nadal voglia dimostrare di non essere il tennista disarmato di Parigi 2015, quando incontrò Djokovic proprio nei quarti di finale del torneo.
Sul 2 a 2 Nole sbaglia qualcosa di troppo – è tutta la settimana che fa così – e Rafa fa il break. L’incapacità cronica di essere efficace sotto rete di Nole, una facile volèe da allungare che invece il serbo prova a stoppare ciccando, e un rovescio d’annata di Nadal consentono allo spagnolo di allungare. Djokovic serve sul 2-4 e, complice uno strepitoso passante di Nadal dato buono quando era fuori, si complica la vita ma riesce comunque ad accorciare sul 3-4 dopo un game durato 9 minuti. Il serbo soffre, quindi, ma strappa il servizio a Nadal alla quarta palla break: è quattro pari.
La partita non ha un canovaccio: è chiaramente un match emotivo, con Rafa che è più invogliato di Nole, che si lamenta del campo (pessimo: che si faccia qualcosa altrimenti meglio disputare il torneo al circolo Canottieri Roma, altro lato del Tevere) e forse si sta pentendo di non aver mollato il torneo il giorno prima contro Bellucci.
Si arriva sul 6 a 5 Djokovic, non c’è più il sole e il vento si alza a spostare la terra e falsare le traiettorie. Rafa cicca la palla per il tiebreak e annulla un setpoint con una bella smorzata che Nole non riesce a rimandare oltre la rete. Il serbo ne fallisce ancora due, uno con un dritto non impossibile e l’altro con una risposta di rovescio. Ma se ne procura un altro, e questa volta vince il punto concludendo uno scambio sotto rete come in un match di paddle: gesto alla Hulk verso la tribuna gasata e primo set Djokovic dopo 1 ora e 11 minuti.
L’impressione è che il serbo, quando decide di soffrire negli scambi e aspettare il momento per ribaltare il pallino dello scambio, sia superiore a Rafa. Può, insomma, prendersi set e partita quando vuole, se vuole.
Il quattordicesimo set consecutivo vinto da Djokovic nelle sfide fra i due annichilirebbe chiunque, ma non Nadal che conquista il break nel primo game del secondo set. Sul 2 a 1 entra però il fisioterapista su chiamata di Nadal, che lamenta di “non sentire il piede sinistro”. Tolta e rimessa la scarpa si riparte, con Nadal che tiene i suoi turni di battuta con autorità.
Djokovic sembra essere sceso di intensità, Nadal è più attento a non fare errori e arriva a servire per il set. Per la seconda volta è chiamato a capitalizzare un vantaggio che ha mantenuto nei precedenti 4 turni di battuta con grande autorità. E arriva il dramma. In un game durato ben 11 minuti lo spagnolo fallisce 5 setpoint, con almeno 2 punti persi per scelte non oculate durante lo scambio, un altro evidente segno di pressione. Il serbo non fa sconti e alla prima palla break aggancia lo spagnolo sul 5-5, e sale 6-5 dopo aver vinto un braccio di ferro da fondo campo con un rovescio che lascia Nadal a metri dalla palla. Lo spagnolo non cede, è tiebreak. Il pubblico intona il “Rafa Rafa”, vuole il terzo set.
Djokovic va avanti subito di un minibreak, lo restituisce e se lo riprende. Allunga sul 5 a 3 ma qui Nadal trova la forza di reagire, chiudendo il punto con un diritto IGP built in Manacor. Il pubblico si gasa, sono tanti quelli che si alzano dalle sedie grigie per mostrare il pugno al proprio beniamino dopo un punto. Djokovic però arriva a due matchpoint forzando col rovescio da fondo, e proprio con il suo colpo migliore chiude la più bella partita del torneo dopo 2 ore e 24 minuti di gioco. Ci si rivedrà a Parigi?