Decisione del CIO sulla Russia: la posizione della Federazione Internazionale del Tennis

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Decisione del CIO sulla Russia: la posizione della Federazione Internazionale del Tennis

L’ITF appoggia la decisione del CIO e rassicura sulla legittimità della partecipazione degli otto tennisti russi alle prossime Olimpiadi

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La Federazione Internazionale Tennis ha diffuso un comunicato in cui si dice soddisfatta della decisione del CIO di delegare alle singole Federazioni Internazionali la decisione sull’ammissibilità o meno della Russia alle Olimpiadi. Nel comunicato l’ITF ha sottolineato che gli otto tennisti russi (e non sette, come inizialmente annunciato) che gareggeranno a Rio (Andrey Kuznetsov, Evgeny Donskoy, Teymuraz Gabashvili, Svetlana Kuznetsova, Anastasia Pavlyuchenkova, Daria Kasatkina, Ekaterina Makarova, Elena Vesnina) sono stati sottoposti a rigorosi controlli, e che i test antidoping sono stati tenuti in laboratori non russi. Ha precisato inoltre che i 205 campioni prelevati dal 2014 sui sette tennisti sono stati 111 di urina e 94 di sangue. Nonostante secondo l’ITF i controlli siano stati più che sufficienti, la Federazione Internazionale si assicurerà che nessuno dei sette tennisti siano compresi nel rapporto redatto da McLaren.

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Roland Garros: Arnaldi, buona la prima. Sconfitto Galan in quattro set

Un inizio tentennante e un finale in crescendo per Matteo Arnaldi al primo successo in un tabellone principale Slam

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Matteo Arnaldi - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

(dall’inviato a Parigi)

M. Arnaldi b. D. Galan 2-6 6-3 6-0 6-2

Nonostante la Federazione francese avesse annunciato la vendita di 2000 biglietti ground al giorno in meno rispetto allo scorso anno, la prima giornata del Roland Garros 2023 è stata vissuta all’insegna della grande folla. Si sa, l’impianto parigino è il più piccolo tra quelli degli Slam, ma soprattutto ha una configurazione stretta e lunga che rende gli spostamenti piuttosto complicati nei momenti di grande affluenza.

 

Arrivare al campo Simonne-Mathieu dopo la fine della maratona tra Hurkacz e Goffin era impossibile, con migliaia di persone che andavano nella direzione opposta, e anche i due spazi a fianco del Suzanne Lenglen, uniche vie per raggiungere i campi dal 10 in poi, sono stati per buona parte della giornata come l’Autostrada Bologna-Rimini durante l’esodo di inizio agosto.

Forse è stata la giornata di bel sole a metà di un weekend lungo (lunedì in Francia si osserva il Lunedì di Pentecoste), ma davvero non è sembrato che l’affluenza quest’anno al Bois de Boulogne fosse soggetta a limiti più stringenti rispetto al passato.

Ci siamo sorbiti il traffico del Lenglen per andare sul Campo 10 dove ha esordito al Roland Garros Matteo Arnaldi, il primo del nuovo gruppo dei ragazzi italiani ad essere entrato nei Top 100 grazie all’exploit di Madrid contro Ruud. Il sanremese è venuto fuori da una partita per nulla semplice contro il colombiano Daniel Galan che gli aveva sottratto il primo set e sembrava essere partito con il piede giusto anche nel secondo.

La giornata decisamente calda ha reso le condizioni di gioco particolarmente veloci, con le palle tese che filavano a meraviglia. Vedere sul campo a fianco un Isner quasi semovente arrivare fino al tie-break decisivo contro Borges con il suo gioco fatto di servizi e anticipi dava davvero la misura della velocità dei campi, e faceva dispiacere ancora di più dell’assenza di Berrettini.

La partita è stata piuttosto discontinua, sembrava che entrambi i giocatori facessero fatica a controllare i colpi, con la palla che tendeva a scappare sulle accelerazioni, ma che invece si fermava quasi del tutto se arrivava con poca energia e soprattutto nella parte di campo vicina alla rete, dove la terra battuta era meno… battuta.

Dopo un primo set che è fuggito via ad Arnaldi con due break subiti nel breve volgere di pochi games, probabilmente anche per un po’ di tensione all’esordio nello Slam, nel secondo parziale c’è stata la reazione dell’azzurro, che è riuscito ad andare subito avanti per 3-0 facendo leva sulla grande spinta da fondocampo e chiudendo con parecchi vincenti in lungonlinea, specialmente di rovescio. Decisivo poi il settimo game, nel quale è riuscito a rimontare da 0-40 evitando il riaggancio da parte di Galan, dopo che nel game precedente si era trovato sul 15-30 e non aveva agguantato due chance per il doppio break sbagliando di poco un diritto in cross stretto dopo un lungo scambio.

Una volta chiuso il secondo set la partita di fatto è finita lì, Galan non è più riuscito a trovare gli spunti per mettere in difficoltà Arnaldi ed ha pagato specialmente sul suo rovescio, che spesso e volentieri se messo sotto pressione arrivava nei pressi del gancio inferiore della rete.

Ottima vittoria quindi per Matteo Arnaldi, che sta muovendo i primi passi nel tennis che conta e che affronterà al secondo turno il vincente tra Denis Shapovalov e Brandon Nakashima.

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Trofeo Bonfiglio: vincono Pacheco Mendez e Quevedo, il successo del tennis d’oltreoceano

Due vittorie giuste, due match diversi ma che hanno mostrato come il tennis sia in buone mani per il futuro. Sia il messicano Pacheco Mendez che l’americana Quevedo hanno meritato il successo. Un successo anche per il Tennis Club Bonacossa di Milano

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Entrando al Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, si ha la vivida sensazione di entrare a casa di qualcuno, che ha sì organizzato una festa, ma comunque tiene a precisare che quella resta casa sua. Lo dicono le sciure milanesi, milanesissime, intente nelle loro partite di burraco, fin dalle prime ore della mattina, partite che verranno interrotte nelle ore più calde e che vedono questo andirivieni di gente con l’occhio di chi sa che deve sopportare. E poi i campi dove giocano i soci e i figli dei soci. A perdita d’occhio palline corrono ad una discreta velocità sopra la rete. Ti accorgi che qualcosa è diverso, rispetto alla solita domenica da circolo quando, continuando a girare per i campi, vedi gli stand degli sponsor occupare luoghi che solitamente sono impegnati a far da ombra alle panchine di chi cerca relax dopo aver giocato o di chi semplicemente è alla ricerca di refrigerio. 

Il campo centrale è nascosto perfettamente all’interno di questo meraviglioso contesto. Una struttura imponente per essere quella di un circolo, che può contenere fino a qualche migliaio di spettatori e fa da giusta cornice alle finali di un torneo, da sempre palcoscenico iniziale di quei giocatori, i campioni di un domani che oggi, sembra sempre più vicino. Lendl, Becker, Muster, Edberg, Courier, Kafelnikov, Rios, Kuerten, Federer, Roddick, Navratilova, Capriati, Hingis, Safina, Ivanovic, Wozniacki, Djokovic, Alcaraz, sono tutti passati da queste parti e su questi campi, in uno dei tornei principi del circuito ITF Junior: gli Internazionali d’Italia Juniores. 

Sono il messicano Rodrigo Pacheco Mendez e la statunitense Kaitlin Quevedo i nuovi campioni del Trofeo Bonfiglio al termine di due partite diverse tra loro, ma che hanno comunque regalato molti spunti interessanti ai tanti spettatori giunti a vedere uno spettacolo di livello sicuramente molto alto, sia in campo maschile che in quello femminile. Entrambi ricorderanno a lungo questo torneo e questo successo. Rodrigo Pacheco Mendez, primo messicano a vincere nella storia del Bonfiglio. Giunto a Milano da n.5 Itf, Rodrigo, grazie al successo su Cooper Williams (battuto per 6-4 7-5 in un’ora e 57 minuti) lascia Milano da numero uno del mondo. Una partita tra i due giocatori d’oltreoceano che non ha deluso le attese, forti com’erano delle grandi prestazioni dei due tennisti nelle giornate precedenti. Un match intenso, molto combattuto ed equilibrato più di quanto dica il punteggio. Nel primo set il Pacheco Mendez ha sfrutta l’occasione di portare il set dal proprio lato, solo nel nono game strappando il servizio all’americano e regalandosi così l’allungo decisivo per il 6-4 finale. Nel secondo set, il 3-1 iniziale in favore del messicano sembra mettere la parola fine ma in realtà, il mai domo ragazzo di New York, sfruttando una tenacia da giocatore maturo e delle scelte tattiche intelligenti, come quella di chiamare a rete il suo avversario, ribalta la situazione portandosi avanti 4-3 nel punteggio. Ma come insegna la storia del tennis, sono quei pochi decisivi punti quelli che fanno la differenza ed in quelli, Pacheco Mendez ha dimostrato di essere più pronto rispetto al suo avversario, sfruttando al meglio le occasioni conquistate sul campo. Così grazie al proprio mancino e alla diagonale preferita, quella appunto di sinistra, recupera e ottiene il break decisivo nell’undicesimo game. Il primo match point fallito dal messicano è figlio della giovane età, un doppio fallo sanguinario, riscattato subito dopo dall’ennesimo scambio durissimo vinto con un cross di rovescio che provoca il dritto in rete di Williams. E’ apoteosi per Mendez, è rabbia per Williams. Aldilà di chi abbia vinto o perso, il match è sembrato di un livello già superiore. Manca affinare, per entrambi, la gestione alcuni momenti del match e crescere fisicamente per poter fare il proprio debutto nel circuito dei grandi. Sentiremo ancora parlare di entrambi. 

 

Che meraviglia. Questo è il J500 più impegnativo del circuito e vale come un altro Slam. Ho giocato benissimo tutta la settimana e sono felicissimo”. Queste le parole di Pacheco Mendez arrivato a Milano come un professionista, accompagnato da coach Alain Lemaitre del Centro Tcp di Mèrida (Yucatan) e anche con il preparatore atletico argentino che lo segue nel circuito. “Volevo essere pronto per questa sfida. Ho visto quanti ottimi giocatori avevano vinto qui nella storia e volevo essere uno di loro. È il mio successo più importante da junior. Adesso mi piacerebbe finire l’anno da numero uno. Sarà difficile ma so che posso farcela. Poi, certo, l’obiettivo è migliorare il mio ranking Atp”.

Una finale a metà invece quella tra Kaitlin Quevedo, statunitense che fa della regolarità e dell’intelligenza tattica le sue armi migliori, e la mancina slovacca Renata Jamrichova, la giocatrice più applaudita in questa settimana di gare. Partita con la chiara strategia di giocare colpi pesanti sul rovescio dell’avversaria per poi entrare e chiudere lo scambio, la 17enne della Florida, che sogna di seguire le orme di Serena Williams, è riuscita a contenere la 15enne nativa di Trnava e a vincere il primo set in 63 minuti con il risultato di 7-5. A quel punto, perso il primo parziale, la slovacca ha scambiato qualche sguardo sofferente con il coach seduto in tribuna, l’ex pro Jan Matus, e ha deciso di stringere la mano all’avversaria e ritirarsi.

Questa vittoria – ha detto l’americana che ama giocare sulla terra – significa molto per me. Sto lavorando duro e questo risultato mi ripaga di tanti sacrifici. Non ho parole, sono solo felice. Mi aspettavo un match duro e sapevo che avremmo dovuto lottare a lungo, ma a me piace stare tanto in campo e giocare partite combattute, dunque ero pronta a lottare. Sono veramente dispiaciuta che la mia avversaria non sia riuscita a finire il match. Questo è il successo più importante della mia carriera juniores e vorrei continuare così anche a Parigi. Vincere uno Slam è da sempre il mio obiettivo e il French Open è quello che preferisco”.

Finisce così la 63 edizione del Trofeo Bonfiglio, un’edizione che ha confermato lo stato di salute ottimale del movimento tennistico, soprattutto quello americano. È infatti grazie ai risultati ottenuti da Quevedo e Williams che gli Stati Uniti hanno vinto la Coppa delle Nazioni, trofeo destinato alla nazione che ottiene più punti durante il torneo. A dimostrazione che il Paese nordamericano ha un futuro roseo a livello tennistico e che la scuola statunitense gode di buona salute. Con buona pace delle sciure milanesi, intente come sono a continuare il proprio di torneo: quello del burraco è un mondo meraviglioso, quasi come quello del tennis.

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Roland Garros: Giorgi doma Cornet e lo Chatrier e vola al secondo turno

È una vittoria di carattere quella di Camila Giorgi all’esordio a Parigi, la sesta consecutiva contro Alizé Cornet. Ora la attende una tra Collins e Pegula

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Camila Giorgi - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

C. Giorgi b. A. Cornet 6-3 6-4

Dopo il primo successo di un italiano targato Matteo Arnaldi, anche dal tabellone femminile giungono notizie positive. L’esordio di Camila Giorgi è vincente e per larghi tratti anche convincente, come in tutto l’arco del primo set e sul finire di partita. I precedenti con Alizé Cornet parlavano chiaro – 5-2 in favore dell’italiana, che ha vinto tutte le ultime cinque partite contro la sua rivale odierna – e il pronostico è stato rispettato.

Non è però stata una passeggiata, anzi, perché come prevedibile bastava poco per infiammare il Philippe-Chatrier, soprattutto con una giocatrice dallo spirito caliente come la francese. Non può bastare però a Cornet il carattere in una partita da 25 errori e 5 soli vincenti, specialmente contro una tennista come Giorgi, che attende ora di sapere chi sfiderà al secondo turno tra Collins e Pegula.

 

Primo set: Giorgi ottiene quattro break e si porta in vantaggio

Nelle prime fasi del match gli scambi sono ridotti all’osso. Nonostante due doppi falli Cornet tiene faticando il suo primo turno di battuta, Giorgi invece ci riesce più facilmente. La prima a mettere il naso avanti è proprio l’italiana, che prevale nelle rare occasioni in cui si allungano gli scambi e si porta sul 2-1 e servizio. Quando Camila mette i piedi dentro il campo non c’è storia e, nonostante debba cedere la battuta nel quarto game, si riporta subito in vantaggio nel quinto, insistendo molto spesso sul rovescio della francese: sulla diagonale sinistra fa quasi sempre punto.

Questa volta l’allungo riesce: la n°2 d’Italia si porta sul 4-2 e mette in ghiaccio il primo set. Nonostante alcune folate di vento che potrebbero destabilizzarla, Giorgi non ha problemi a comandare da fondo a partire fin dalla risposta, riuscendo alla terza occasione del game ad ottenere un nuovo break con cui, di fatto, ipoteca la prima frazione. Due doppi falli sul 30-30 del 5-2 la obbligano a restituire uno dei due break di vantaggio, subito però ripreso un paio di minuti più tardi con un game che vale anche il 6-3 definitivo. Se il numero dei gratuiti è piuttosto equivalente, impressiona quello dei vincenti: 11-1 in favore dell’azzurra, sicuramente più solida della sua avversaria.

Secondo set: lo Chatrier accende la partita, bravissima Camila a chiudere in due

Nel secondo parziale entrambe le giocatrici migliorano i propri numeri al servizio, alzando le percentuali di prime palle in campo e di punti vinti con la prima che nella frazione inaugurale erano state molto basse. Il match inizia a farsi più vibrante e Cornet entra finalmente nel match per meriti propri, annullando tre palle break nel secondo gioco e riuscendo a tenere la battuta per la prima volta dall’inizio dell’incontro. In questa fase ci sono più scambi rispetto all’inizio e la transalpina riesce ad essere maggiormente incisiva, reggendo lo scambio da fondo e concedendo meno. Dall’1-1 si susseguono tre break consecutivi, due dei quali a favore di Cornet che, alla seconda occasione, riesce ad allungare.

Il Philippe Chatrier, dopo un primo set con pochi acuti, si scalda con il passare dei minuti e prova a dare tutto il suo sostegno alla padrona di casa, che approfitta della situazione favorevole e sale 4-2. Sembra che l’incontro sia indirizzato verso il terzo set, ma da quel momento una Giorgi di ghiaccio non perderà più neanche un game, riemergendo dalle sabbie mobili con grande carattere e intelligenza. Riprese in mano le redini degli scambi, l’azzurra conquista 16 degli ultimi 21 punti, ribalta il secondo parziale e si impone 6-3 6-4 in un’ora e tre quarti. Al secondo turno Camila aspetta sicuramente una statunitense: o Danielle Collins, finalista dell’Australian Open 2022, o la n°3 del mondo Jessica Pegula.

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