Sharapova contro Muguruza, a dicembre torna la Battaglia delle Superfici

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Sharapova contro Muguruza, a dicembre torna la Battaglia delle Superfici

Quasi dieci anni dopo il più inusuale dei Fedal, annunciata una nuova supersfida su un campo metà in erba e metà in terra battuta. Stavolta toccherà a Masha e Garbine sfidarsi, in una Caja Magica d’eccezione

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Sembra proprio che sia tempo di esibizioni, per i tennisti dei due circuiti. Dopo le partite di beneficienza organizzate da Djokovic, le comparsate di vari “latitanti” del tour nei campionati a squadre USA, la solita Hopman Cup e altri eventi benefici già in programma, un nuovo show si aggiunge a questo piccolo calendario di relax per i campioni. E che show! Il 2 dicembre Garbine Muguruza e Maria Sharapova si affronteranno alla Caja Magica – che ogni aprile ospita il Masters 1000 di Madrid – su un campo per metà in erba e per metà in terra battuta, replicando sotto l’altisonante nome di “The Match 2016” la famosa Battaglia delle Superfici.

Per chi non avesse familiarità con l’unico precedente, nel 2007 Roger Federer volò a Maiorca, casa di Rafa Nadal, per sfidare la sua nemesi tennistica in una Palma Arena allestita per l’occasione (furono necessari diciannove giorni, e oltre un milione e mezzo di dollari). Metà prato, metà mattone tritato, in mezzo la solita rete. Vinse Nadal dodici a dieci nel tie-break del terzo set, e tra poche settimane si replicherà “in rosa”. Per i fan spagnoli sarà una bella occasione non solo per rivedere Sharapova in campo, data la squalifica che ancora è in corso e la terrà lontana dai campi fino alla prossima primavera, ma anche per riabbracciare la loro attuale numero uno. Tra le due corre buon sangue e nei tre precedenti ha sempre trionfato la russa, due volte su terra e una su cemento canadese.

Diciamolo subito, però: il livello di quel match tra quel Federer e quel Nadal non potrà essere neppure avvicinato. E non perché Masha e Garbine non siano buone tenniste, anzi, sono ottime, ma perché tra di loro non c’è la tensione agonistica, la sfida a distanza o diretta e soprattutto manca il dominio di una singola tipologia di campo. Che c’era dieci anni fa, quando Roger era il re dell’erba (arrivava da 48 incontri vinti sui verdi prati) e Rafa non aveva ancora conosciuto la parola “sconfitta” sulla terra più importante di tutte, quella di Parigi. Ma sarà comunque un evento particolare, anche soltanto per stropicciarsi gli occhi di fronte a quel campo bicolore dove la pallina rimbalza lenta da una lato, poi schizza via rapida appena tocca l’altro.

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