Ho sempre pensato che lo sport insegna ad affrontare due situazioni importanti e con le quali quasi tutti dobbiamo confrontarci, insegna a vincere e insegna a perdere, in altre parole insegna a vivere. E io sono contento della mia vita
(Rino Tommasi)
Il dottor Divago: fenomenologia televisiva della coppia Clerici-Tommasi
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Un maestro del giornalismo sportivo, Rino Tommasi, che oggi compie 83 anni, rappresenta una straordinaria testimonianza su oltre mezzo secolo di grande sport visto, e vissuto, con quella eccezionale passione in cui vita e lavoro coicidono tout court. Si può infatti, a ragione, sostenere che il suo rappresenti uno di quei felici e sempre più rari casi in cui lavoro, divertimento, competenze ed esperienze di vita perdono i loro tradizionali confini.
Innamorato dello sport in quanto tale – prima ancora che di boxe, o tennis, o calcio – lo ha praticato, lo ha promosso, lo ha raccontato, lo ha commentato, dedicandogli tempo, intelligenza, energie, studio, talento.
Nato a Verona nel 1934, e laureato in Scienze Politiche con una tesi sull’organizzazione internazionale dello sport, è stato negli anni sessanta il più giovane organizzatore pugilistico nel mondo, il primo in Italia. Discreto tennista, è stato per quattro volte campione italiano universitario, partecipando a tre Universiadi e conquistando due medaglie di bronzo, una in singolare a San Sebastian nel 1955 ed una nel doppio misto nel 1957 a Parigi.
Ha iniziato la carriera giornalistica a “Tuttosport” quindi è stato inviato de “La Gazzetta dello Sport”, oltre che per “Il Gazzettino” di Venezia e “Il Tempo” di Roma. Nel 1981 è stato il primo direttore dei servizi sportivi dell’appena nata Canale 5 e nel 1991 il primo direttore dei servizi gionalistici di Telepiù.
Da giornalista ha seguito 13 edizioni dei Giochi Olimpici, per la televisione ha commentato più di 400 incontri valevoli per un titolo mondiale di pugilato, 7 edizioni del Super Bowl e oltre 150 tornei del Grande Slam di tennis. Ha pubblicato inoltre numerosi annuari su tennis e pugilato, tra cui “Storia del tennis” (Longanesi) e “La grande boxe” (Rizzoli), vincendo per due volte il Premio di letteratura sportiva del Coni.
Nel 1982 e nel 1991 gli è stato assegnato dall’ATP il Premio “Tennis Writer of the Year”, riconoscimento che ha sempre modestamente sminuito in quanto, a suo parere, era risultato vincitore solo perché “i numeri non hanno bisogno di traduzione”. Ha ricevuto anche una menzione del CIO, consegnata durante i Giochi di Londra 2012 per essere fra i giornalisti con più Olimpiadi seguite all’attivo.
Di lui Gianni Brera ha scritto: “Stimo Rino Tommasi, uno dei più culti giornalisti sportivi in assoluto, un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche quali consente uno sport come il pugilato. Io lo chiamo professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa”.