Italiani
WTA Rabat: Schiavone senza limiti, vola in finale. Fuori Errani
La campionessa azzura supera Lepchenko in due set lottati. Sfuma però la possibilità di una finale italiana in Marocco: Errani rimedia solo quattro giochi contro Pavlyuchenkova.

[WC] F. Schiavone b. V. Lepchenko 7-5 6-4
Nella seconda semifinale si oppongono un’altra nostra connazionale, Francesca Schiavone, e Varvara Lepchenko. La Leonessa parte bene, andando subito avanti 2-0. Seguono due game a favore di chi serve, poi nel quinto game Francesca ha molte opportunità di 4-1 con due break di vantaggio, ma non sfrutta nessuna delle numerose palle break che la statunitense concede ed infine Lepchenko si porta 2-3. Break mancato, break subito, Schiavone nel sesto game perde la battuta ai vantaggi alla prima palla break e così lo score si attesta sul 3-3. Francesca strappa un’altra volta la battuta a Lepchenko sul 4-4, ma la statunitense ancora una volta non demorde ed agguanta il 5-5. La verve della statunitense si arresta però qui, Schiavone opera il secondo break consecutivo e poi si aggiudica il set 7-5. Il secondo set è altrettanto combattuto, Schiavone va due volte avanti di un break (prima 2-1 e servizio, poi 4-3 e servizio) ma in entrambe le occasioni la lombarda si fa recuperare immediatamente il vantaggio acquisito. La Leonessa poi ottiene un altro break e si procura una chance di servire per il match sul 5-4 in suo favore. Finalmente a questo punto Schiavone mantiene il break e così si aggiudica il match 7-5 6-4.
Prosegue il buon momento di Schiavone, dopo il successo di Bogotà arriva (come minimo) la finale a Rabat. In tutti i precedenti con la Lepchenko si era arrivati al terzo set, quindi il fatto che il successo odierno sia arrivato in sole due frazioni è un’ulteriore prova della buona condizione attuale di Schiavone. Decisive, dal punto di vista tattico, le palle alte sul rovescio di Lepchenko da parte di Schiavone. La finale domani sarà dunque Pavlyuchenkova-Schiavone. Sette precedenti, 4-3 in favore della russa che ha vinto gli ultimi tre. Memorabile tuttavia sulla terra rossa del Roland Garros un successo di Schiavone, che vinse in rimonta da uno svantaggio di 6-1 4-1 nel 2011.
[1] A. Pavlyuchenkova b. S. Errani 6-4 6-0
La prima semifinale in programma a Rabat vede in campo Sara Errani, n.102 del mondo, ed Anastasia Pavlyuchenkova, n. 16. Errani parte al servizio con numerosi problemi nel lancio di palla e, nonostante qualche gratuito iniziale della russa che concede a Sara il 40-15, Anatasia va subito avanti di un break, grazie ad una debacle della nostra connazionale che non trova profondità con entrambi i colpi da fondo. Pavlyuchenkova in seguito tiene il proprio servizio a 30 e va 2-0. La nostra Sarita subisce poi un altro break ai vantaggi. A questo punto Sara chiama il coach. Pavlyuchenkova paga poi una scarsa percentuale di prime di servizio permette all’italiana di trovare l’1-3. Errani poi, in un game molto combattuto, accorcia nuovamente le distanze a 2-3. Pavlyuchenkova rischia di farsi rimontare definitivamente, quando va sotto 15-30 nel sesto game, ma poi infila 3 punti consecutivi e si porta avanti 4-2. Nel settimo gioco, per la quarta volta in altrettanti turni di servizio, Sarita è costretta ai vantaggi, ma infine si tiene a stretto contatto con l’avversaria, raggiungendo il 3-4. Nell’ottavo e nel nono game si assiste ad uno scambio di break e contro-break, così si va sul 5-4 e servizio a favore della russa. Qui Pavlyuchenkova non tentenna e vince il primo set 6-4 grazie a un errore di dritto di Sara
Il secondo set è molto meno combattuto, la Errani va subito sotto di un break e Pavlyuchenkova comincia ad essere più regolare da fondo ed in risposta. Sarita trova via via sempre meno contromisure alle botte da fondo della russa, che prima si porta 3-0 con due break e poi addirittura 5-0 e servizio avanti. Ormai Sara è demotivata e non trova più il campo, perdendo il set con il divario più pesante. Prestazione dai due volti per Errani, alla quale va riconosciuto il merito di aver lottato nel primo, ma a cui va anche rimproverato di non esserci mai stata nel secondo. In finale ci va dunque Pavlyuchenkova.
Risultati:
[1] A. Pavlyuchenkova b. S. Errani 6-4 6-0
[WC] F. Schiavone b. V. Lepchenko 7-5 6-4
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Roland Garros, record azzurro: 11 italiani al 2° turno, 7 di essi vittoriosi contro classifica
Lo scorso anno dei 12 azzurri al via nei due tabelloni principali di singolare, 8 uomini e 4 donne, approdarono al secondo turno soltanto in 6: Sinner, Fognini, Cecchinato, Sonego, Giorgi e Trevisan. Nel 2023 sulle 11 affermazioni cinque sono arrivate su tds

Non era mai accaduto prima che in un’edizione del Roland Garros, approdasse al secondo turno la bellezza di 11 portacolori azzurri sommando il tabellone maschile a quello femminile: 7 ragazzi sui 9 al via nel seeding principale, e 4 donne italiche sulle 6 ai blocchi di partenza; 7 su 11 vittoriosi contro giocatori meglio classificati. A fare il loro dovere, trovandosi di fronte tennisti con una classifica peggiore, solamente Sinner, Musetti, Giorgi ed Errani. Ad esempio, per portare il confronto con un edizione passata: nel 2022 furono 12 gli azzurri in gara nel main-draw parigino, 8 uomini e 4 donne, e “soltanto” la metà raggiunse il turno successivo (Sinner, Fognini, Cecchinato, Sonego, Giorgi e Trevisan).
Un primato conquistato grazie soprattutto all’en-plein della prima giornata, nella prima delle tre domeniche del torneo, con un perentorio 5 su 5 targato Musetti, Sonego, Arnaldi, Giorgi ed Errani, a cui hanno fatto seguito i tre successi colti lunedì – a fronte di altrettante sconfitte nostrane e quindi di un passivo relativo al rendimento azzurro di ieri presso Porte d’Auteuil che recita un pareggio di bilancio: 3/3 – a firma di Jannik Sinner, Fabio Fognini ed Elisabetta Cocciaretto.
Ad impreziosire poi il record agguantato dal nostro movimento, il fatto che cinque delle undici affermazioni italiane al primo turno siano arrivate al cospetto di una testa di serie (Sonego, Fognini, Cocciaretto, Paolini e Vavassori) e due ai danni di un – o di una – Top Ten. A proposito in particolare di questa statistica, si tratta proprio dell’ultimi due alfieri azzurri sopra citati. Il veterano ligure, 36 candeline spente appena sei giorni fa, che nel lontano 2011 in questo stesso evento raggiunse quello che è tutt’ora il suo miglior piazzamento in una prova Slam: quel quarto di finale che purtroppo però non poté nemmeno giocarsi contro Novak Djokovic, non riuscendo neppure a scendere in campo a causa di uno stiramento alla coscia che si procurò dopo l’infernale e drammatica battaglia vinta agli ottavi con il catalano Albert Montanés per 11-9 al quinto dopo aver annullato 5 match point, aver disputato la parte conclusiva del match da semiparalizzato e aver rimontato – tra gli innumerevoli altri – uno svantaggio di 5-2 nella quinta frazione.
Quest’anno ad arrendersi, in modo decisamente più agevole per il nativo di Arma di Taggia, a Fabio è stato Felix Auger-Aliassime: anche lui acciaccato sul piano fisico, con nuovi problemi occorsi al canadese oltre alla sempre dolorante e scricchiolante spalla ma che come abbiamo visto non possono essere un completo alibi soprattutto di fronte ad una magica versione di Fogna che ritrovata la forma fisica e ricreato lo speciale feeling con Corrado Barazzutti, è ritornato a mostrare – ai quei pochi smemorati che lo davano per morto sportivamente parlando – il proprio braccio in tutto il suo splendore.
Magnifica anche la nostra fantastica Coccia, Elisabetta ha mosso a dovizia la campionessa di due Wimbledon ma anche per due volte semifinalista a Parigi Petra Kvitova – che quest’anno è tornata a vincere un WTA 1000 a Miami – mettendo in luce ancora una volta i limiti della ceca negli spostamenti laterali ed in generale le difficoltà quando non può colpire (per merito dell’avversaria di turno) con gli appoggi ben piantati. Una bella prima volta contro le Top 10, davvero bellissima.
Ed infine, a portare il computo da 8 a 11 ci han pensato i maratoneti Andrea Vavassori, Giulio Zeppieri e Jasmine Paolini. Una menzione speciale per il serve&voller torinese che portato a casa un sfida da cineteca, con tanto 5 match point cancellati come Fognini 12 anni fa, e che ci ricorderemo per tanti anni custodendo nel cuore e nella memoria visiva le emozioni che ci ha scaturito la sua gladiatoria impresa di rimonta dallo 0-2: il ricordo più bello, di questa tre giorni e non solo, una stella marina di nome “Wave” dispiegata sulla terra rossa parigina.
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Davide Vavassori, papà-coach di Andrea: “Vittoria più importante della carriera, ha avuto coraggio” [ESCLUSIVA]
Il padre di Andrea sottolinea tutti i progressi del figlio e allievo: “È cresciuto tantissimo dal punto di vista mentale, non possiamo più dirgli nulla”

Una vittoria che Andrea Vavassori non dimenticherà mai: il torinese annulla cinque match point (qui la cronaca di Gibertini) e batte al quinto da 0-2 sotto Miomir Kecmanovic, regalandosi la prima gioia in un primo turno di uno Slam. Adesso affronterà al secondo turno Genaro Alberto Olivieri e ha una buona occasione per andare ulteriormente avanti. A fine partita abbiamo incontrato Davide Vavassori, coach e padre di Andrea. L’emozione per questo successo è palpabile: “Se c’è una partita che uno sogna di vincere in uno Slam, questo sicuramente è il modo giusto, rimane sicuramente impressa. Oltre cinque ore di partita: è cresciuto tanto dal punto di vista mentale, perché prima alcune partite se le faceva sfuggire per problemi di tenuta mentale. Adesso non possiamo più dirgli nulla, il mental coach è stato bravissimo“.
Un match durato oltre cinque ore, difficilissimo anche dal punto di vista fisico: “Lui ha dei piccoli avvertimenti muscolari e sin dal terzo set mi diceva che gli stavano per venire dei crampi. Gli ho detto di integrarsi bene, era normale avesse dei fastidi anche per la tensione. Faccio i complimenti a tutto il mio team, Gianni Stantigli al mental coach, Davide La Tommasina che è il secondo coach, Federico Dal Lago che è il terzo coach e Marco Sesia che è il preparatore atletico. Lui non è abituato a giocare tre su cinque, il primo set si poteva portare a casa, ha sbagliato un dritto abbastanza semplice. Sotto di uno, due set si sentiva in ansia, io gli ho detto di rimanere calmo perché tre su cinque può sempre succedere di tutto. Lui è riuscito a rimanere lì, poi ci vuole un pizzico di fortuna“.
Andrea Vavassori che è stato coraggioso in ogni momento del match; “Con il servizio e il dritto era sopra, mentre con il rovescio era sotto perché lui (Kecmanovic, ndr). Avanti non era semplice andarci, ma quando c’è andato è stato coraggioso. Doveva aver coraggio ed è stato coraggioso nel momento giusto. Sicuramente è la vittoria più importante della carriera, per com’è andata, per essere in uno Slam e perché l’avversario ha giocato per la classifica che gli compete. Passato questo scoglio abbiamo uno spot di tabellone che non è male (al secondo turno dovrà giocare contro l’argentino Olivieri, ndr). Ci godiamo questa soddisfazione da maturi (ride, ndr)”.
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Roland Garros, Bronzetti dopo la sconfitta con Jabeur: “Sono migliorata, mi sento una di loro” [VIDEO]
“Dopo l’inizio anno complicato, il titolo a Rabat ha ancora più valore” così Lucia bronzetti, che saluta Parigi. “Al secondo anno nel Tour ho più esperienza”

Dopo la sconfitta al primo turno 6-4 6-1 contro Ons Jabeur, Lucia Bronzetti si è presentata a rispondere alle domande in italiano con uno spirito positivo, a conferma del buon momento che sta vivendo indipendentemente dell’esito al Roland Garros.
Com’è andata oggi contro un’avversaria (Ons Jabeur) che non dà ritmo?
Lucia Bronzetti: Sì, lei è una giocatrice un po’ atipica, che gioca benissimo le palle corte, in back, ha una buonissima mano quindi sicuramente non è la tipa di giocatrice che preferisco, in più è tra le prime 10 del mondo quindi già dura in partenza. Forse potevo fare qualcosina in più però va bene così. Sono stata sfortunata nel sorteggio e speriamo che l’anno prossimo possa andare meglio e vincere qualche partita.
Com’è stato giocare sullo Chatrier? Hai sentito l’emozione del palcoscenico?
Lucia Bronzetti: Sì, è un’emozione bellissima e all’inizio mi sentivo un po’ a disagio. Non trovavo bene le distanze insomma ma è un’esperienza che ricorderò per tutta la vita anche quando poi non giocherò più, quello che ti rimane sono queste cose. Sicuramente bellissimo.
Vieni da una settimana bella ma anche impegnativa dopo il tuo primo titolo a Rabat pochissimi giorni fa. Stai ottenendo ottimi risultati.
Lucia Bronzetti: Sì, è arrivato questo primo titolo dopo un inizio anno un po’ complicato e quindi ha ancora più valore per me. Ho giocato molto bene nello scorso torneo e sono molto contenta di come ho gestito diverse situazioni e ho portato a casa i match. Ho avuto pochissimo tempo per festeggiare, per riprendermi e riconcentrarmi per quest’altro torneo. Ma tornassi indietro rifarei tutto. […] L’anno scorso è stato un anno di prime esperienze, quest’anno è il secondo che sono nel Tour quindi c’è già più esperienza, non è facile ricominciare l’anno sapendo che dovevi riconfermarti. Mi sento migliorata molto anche a livello di gioco, più sicura anche in mezzo a queste giocatrici. Mi sento una di loro.
Nelle prossime settimane hai già un programma?
Lucia Bronzetti: Andrò a giocare un 125K e poi dopo torno a casa e mi preparo per la stagione sull’erba.
Qualche obiettivo da qui a fine anno?
Lucia Bronzetti: A livelli di classifica non mi pongo mai obiettivi (è appena rientrata in top 100, ndr). Poi quello che abbiamo fatto col mio team lo continueremo sempre a fare, cioè lavorare e cercare di migliorarsi e continuare come stiamo facendo; i risultati vengono da soli.