ATP Cincinnati: Zverev è cotto, colpo Tiafoe. Nadal facile

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ATP Cincinnati: Zverev è cotto, colpo Tiafoe. Nadal facile

Sascha crolla dopo i successi di Washington e Montreal. Kyrgios ha la meglio su un altalenante Dolgopolov, Dimitrov e Delpo vincono e si sfidano. Nessun problema per Nadal

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[WC] F. Tiafoe b. [4] A. Zverev 4-6 6-3 6-4 (da Cincinnati, Vanni Gibertini)

I due tornei consecutivi vinti a Washington ed a Montreal costano cari ad Alexander Zverev in Ohio: il giovane tedesco è arrivato nel Midwest chiaramente a corto di gambe e fiato (già dopo 1 ora e 20 era vistosamente affaticato e si piegava per recuperare ossigeno alla fine degli scambi) ed è uscito al suo primo impegno contro il classe ’98 Frances Tiafoe, che prima di questo torneo aveva un record di sole 5 vittorie nel circuito ATP in 29 partite giocate.

Che non sia la continuazione della settimana precedente è subito chiaro dall’inizio, quando al break di Zverev al terzo game segue l’immediato controbreak di Tiafoe. Il tedesco fa fatica ad imporre il suo gioco contro la prestanza fisica del “linebacker” statunitense, ed anche al servizio le sue seconde vengono spesso aggredite. Buon per lui che riesce comunque a rimanere in scia aggrappandosi alla prima ed a vincere il primo set “di rapina”, quando sul 4-5 Tiafoe si irrigidisce un poco e sbaglia un paio di colpi in più che gli risultano fatali.

Il buon Frances però non si fa prendere dallo sconforto e riesce subito ad andare in vantaggio nel secondo set con un 3-0 “leggero”. Zverev accorcia le distanze sul 2-3, ma nei suoi turni di battuta non riesce a dominare come gli era riuscito nella finale di pochi giorni fa con Federer, ed il secondo set si chiude con un 6-3 per Tiafoe con due break, consentendo all’americano di andare a servire per primo nel set decisivo.

Mentre sul vicino Grandstand si consuma il dramma del match tra Kerber e Makarova (match point da una parte e dall’altra e 13-11 al tie break decisivo), purtroppo davanti ad un pubblico molto sparuto, la sfida del centrale accende il gioco ed la folla, apertamente schierata per il giocatore di casa. I game si allungano, Zverev, che aveva accusato l’arbitro Damian Steiner di essere sempre contro di lui durante il secondo set, non riesce a consolidare il break ottenuto in apertura, ma è sempre costretto ad inseguire: nel quarto game annulla due palle break, sul 3-4 viene graziato da Tiafoe che sul 15-30 sbaglia uno smash a campo aperto per poi smarrirsi nel game, ma la fine per lui arriva poco dopo: sul 4-5 una risposta al fulmicotone di Frances lo inguaia sullo 0-30, arrivano due match point sul 15-40 ed un rovescio lungo sancisce la fine della striscia positiva di Zverev che durava da Washington.

Continua quindi l’ecatombe di teste di serie: a secondo turno non ancora completato ne sono rimaste solamente sette, tra ritiri e sconfitte precoci. Al prossimo impegno Tiafoe se la vedrà con il connazionale Isner, che si trova in un’ottima sezione di tabellone che potrebbe vederlo arrivare molto lontano, se non a ripetere la finale raggiunta qui nel 2013.

[1] R. Nadal b. R. Gasquet 6-3 6-4 (da Cincinnati, Vanni Gibertini)

Dopo tutte le defezioni degli ultimi giorni, il pubblico di Cincinnati ha dovuto aspettare (e trattenere il fiato) fino a mercoledì sera per vedere esordire l’unico dei Fab4 che è arrivato in Ohio in grado di giocare. Ed hanno pure dovuto aspettare più del previsto, perché un paio di scrosci hanno rimandato Nadal e Gasquet negli spogliatoi appena dopo il palleggio di riscaldamento ritardando l’inizio del match di quasi un’ora.

L’ultimo incontro tra i due risaliva a quasi due anni or sono, nelle semifinali del torneo di Basilea, partita vinta da Nadal, come tutti gli altri 13 precedenti. Gasquet non ha mai battuto Nadal da professionista, lo ha fatto solo una volta, quando aveva 12 anni, al torneo Petits As di Tarbe. Da allora è stato tutto traffico a senso unico. Come anche questa sera a Cincinnati.

Stadio pieno, umidità alle stelle a far aumentare (se possibile) ancora di più la sudorazione del maiorchino, il copione è stato lo stesso di sempre: Nadal a menare le danze con i suoi colpi “adattati al cemento” e quindi più ficcanti, e Richard “cuor di telone” Gasquet ad annaspare in fondo al campo. Una palla break per il francese sull’1-1 del primo set, ottimamente cancellata da Nadal, ed i primi due game durati 12 minuti sono il magro bottino di chi nutriva velleità per una partita combattuta.

Dopo i 46 minuti del primo set, Nadal fa un’escursione alla toilette, lunga quanto basta per far arrivare qualche asciugamano in più per lui e consentire agli spettatori designati di andare a fare un ultimo giro al fornitissimo food court. Gli spettatori continuano a fermarsi ad intervalli variabili davanti a noi, ignari delle nostre lamentele da dietro il vetro della sala stampa: che sia un dazio da pagare al privilegio di avere l’aria condizionata mentre il resto del pubblico si sciroppa l’umidità delle praterie? Tant’è, bastano 10 minuti per il primo break del secondo set, e non vi dico neanche a favore di chi, perché a questo punto dovreste aver capito.

Nessuna variante al canovaccio fino alla fine, per un Nadal che avanza al terzo turno dove non avrà l’opportunità di vendicarsi con Gilles Muller per la sconfitta di Wimbledon dal momento che il lussemburghese ha perso 6-4 al terzo con Ramos Vinolas.

A. Mannarino b. [15] S. Querrey 6-2 7-6(4) (Roberto Ferri)

Vedendoli uno a fianco all’altro a inizio partita, si stenta a credere che Adrian Mannarino (n. 36 ATP) alla vigilia di questo incontro vantasse un bilancio di due vittorie a zero contro Sam  Querrey (n. 20 ATP) entrambe ottenute su superficie veloce, data la sua impressionante inferiorità fisica rispetto al californiano. Dopo il match di questa sera, vinto dal francese in due set, tutto torna. Il mancino francese ha esattamente ciò che serve a mettere in difficoltà un uomo alto due metri come Querrey: grande rapidità di piedi e colpi molto anticipati – soprattutto il rovescio – e piatti che viaggiano veloci, rimbalzano poco e costringono i giganti a piegamenti sfiancanti. Nello stile ricorda vagamente Stepanek, per essere più chiari. Oggi, inoltre, Querrey sul rovescio sembrava tornato a essere il giocatore degli anni passati: fallosissimo. Il 55% di prime in campo si è rivelato insufficiente a compensarlo e la sua prestazione a rete è stata a dir poco deficitaria. Mannarino lo ha quindi inchiodato incessantemente con il suo diritto sul lato sinistro del campo per poi spostarlo improvvisamente dall’altra parte de campo costringendolo all’errore, oppure attirarlo a rete e passarlo. Il transalpino residente a Malta questa sera è stato inoltre molto efficiente nella trasformazione delle opportunità di break in altrettanti game: 5 su 9; addirittura 3 su 3 nel primo set. Il semifinalista di Wimbledon ci è riuscito solo tre volte sulle otto possibilità avute. Ha, comunque, avuto la chance di portare il rivale al terzo set. Ma, sul 5-3 in suo favore, ha risparmiato agli spettatori il dubbio spettacolo di un altro set con un doppio fallo suicida. Tie break senza storia concluso al primo match point da Mannarino con un passante incrociato. Al terzo turno incontrerà per la quinta volta Dominic Thiem. Visti i precedenti, ci permettiamo di consigliargli di non insistere troppo sul rovescio dell’austriaco.

N. Kyrgios vs [Q] A. Dolgopolov 6-3 7-6(6) (Niccolò Ludovici)

Quello che avrebbe dovuto essere –e de facto, come tale si presentava- come il ‘main event’ o ‘big match’ di giornata, è stata invece una partita francamente brutta e scialba, ‘dominata’, se così si può dire, dai nervi di Alexandr Dolgopolov.

Ed è un vero peccato vedere questo assai talentuoso tennista ucraino, francamente uno dei più spettacolari che sia stato dato di vedere tra le ultime generazioni, brancolare nell’ombra di qualche buon risultato qua e là, quando i presupposti per un’ottima carriera nei primi 10, anche –perché no- 8 giocatori del mondo, erano già ampissimamente venuti a crearsi fin dal primo giorno in cui questo ragazzo ha calcato da professionista un campo da tennis.

E dire che nei primissimi giochi dell’incontro, il 28enne di Kiev era stato lesto a mettere in difficoltà un Nick Kyrgios forse ancora in cerca di un ‘game plan’ definitivo su cui imbastire l’intera strategia dell’incontro, portandosi su un 3-1 che faceva sperare in un match veramente piacevole e ricco di colpi di scena, data la caratura e l’assolutamente indiscutibile talento di cui i due tennisti sono in possesso.

Ma così non è stato, perché da lì in avanti, un Nick Kyrgios insolitamente molto più freddo, cinico, e concentrato (sarà anche merito di coach Sebastien Grosjean?) del previsto, ha dovuto fare veramente poco o nulla, una volta recuperato immediatamente il break di svantaggio, per incamerare il primo set con il netto punteggio di 6-3.

Non tragga in inganno il punteggio di 7-6 con cui Kyrgios ha chiuso il secondo parziale, e con esso, l’incontro: Dolgopolov è stato solo un po’ più vigile ed attento nello sfruttare le poche, pochissime chance concessegli da un Kyrgios veramente ‘no frills’ e concreto più che mai. Quel po’ di ‘accademia’ dispensata dall’ucraino nei primi 3 giochi del secondo set ha regalato qualche flebile, quasi impalpabile emozione in più, ma un un battibecco piuttosto pesante con il giudice di sedia per un ‘challenge’ chiamato in ritardo (poi costatogli un ‘warning’ ) hanno messo in luce paurosi vuoti a livello di solidità mentale nonché lucidità nel gioco dell’ormai quasi 30enne ucraino.

Davvero non un bel biglietto da visita in vista dell’ormai imminente US Ope

[7] G. Dimitrov b. F. Lopez 7-6(5) 6-4 (Emmanuel Marian)

Grigor Dimitrov, parso discretamente in palla, si è guadagnato il terzo turno dove troverà Juan Martin del Potro. Il principe di Haskovo ha respinto in poco più di un’ora i tentativi di insubordinazione messi in atto da un Feliciano Lopez che, lontano dai prati, fatica sempre più a nascondere i rigidi numeri della carta d’identità. Scioltosi alla distanza nell’insopportabile umidità del mezzogiorno di Mason, il mancino castigliano aveva però tenuto l’equilibrio per l’intero primo set, ed era anzi stato il primo, nel terzo gioco, a procurarsi un’occasione sull’avverso servizio poi rintuzzata da Griga. Sebbene la prima frazione, conclusasi al tie break, dichiarasse una differenza di appena due punti in favore del bulgaro, il canovaccio del match mostrava ineluttabilmente le sempre crescenti difficoltà di Lopez per conservare la battuta – emblematico l’ottavo game, vinto dal numero 34 del mondo dopo nove minuti, diciotto punti e tre palle break salvate – mentre Dimitrov passeggiava on serve pur commettendo qualche errore di troppo in risposta.

Conquistato il primo parziale, il settimo favorito del torneo ha più o meno banchettato fin sul traguardo, strappando il servizio a Lopez nel terzo gioco e sopravvivendo, tre game più tardi, a due palle break offerte a causa della consueta distrazione che avrebbero parzialmente riaperto a Lopez una porta ormai chiusissima. Dimitrov avanza, dunque, e viste le molte defezioni a Cincinnati ha una grossa occasione. Deliciano conta i giorni mancanti alla prossima stagione verde: in tutto il 2017, lontano dall’erba, ha raggiunto i quarti solo una volta, a Houston.

J.M del Potro b. [Q] M. Krueger 6-4 6-4 (Bruno Morobianco)

Sul Grandstand di Cincinnati. prima sfida tra del Potro e il meno noto Mitchell Kruegrer, nr 244 del ranking ATP. Le credenziali di Krueger lasciavano presagire una gara da minimo sforzo per il più noto argentino. Krueger è arrivato al tabellone principale come un salmone controcorrente perché la magra classifica imponeva sempre avversari di maggior livello. Invece la meritocrazia del campo ha decretato la superiorità del gioco aggressivo dello statunitense certificato dalle vittorie contro Jaziri, il nostro Fabbiano e al primo turno contro l’imprevidibile Benoit Paire per un totale di 6 set vinti contro 1 perso, peraltro  nel primo incontro di qualificazioni. Del Potro è un ragazzo umile e intelligente ma ultimamente poco brillante. Il poco pubblico accorso ha potuto assistere a una gara di pari livello in entrambi i set,  in un crescendo continuo di qualità e di intensità degli scambi. Nel primo set, Del Potro non ha concesso palle break e l’esperienza lo ha aiutato proprio nel momento clou, sul punteggio di 5-4, ha  sfruttato la seconda occasione di break proprio nel game senza appello per un 6-4 finale deciso dall’esperienza di chi gioca ad alto livello.

Krueger non ha accusato il colpo e ha continuato nel martellare con sua solida prima di servizio a tenere lontano dalla rete l’argentino. Del Potro invece ha sofferto un po’ del previsto, sia con la prima che con qualche gratuito di troppo. Nel settimo game ha dovuto forzare la prima per annullare 4 pericolose palle break. Krueger ha giocato con autorevolezza e col pubblico schierato a suo favore,  che ha apprezzato in un crescendo continuo, i suoi vincenti e un perfetto rovescio lungolinea di spalle, sicuramente il più bel punto della gara.  Purtroppo per lui, l’avversario di oggi era di quelli speciali. Anche nel secondo set si è trovato a soccombere contro l’argentino, sempre sul suo servizio sul 5-4. ma ha capitolato solo al quarto tentativo, annullando con un autorevole serve and volley, il primo match point, uno scambio sottorete il secondo e una riga pizzicata confermata hawk eye al terzo, ma non alla quarta situazione con l’amarezza di aver concretizzato bel 3 vantaggi del possibile 5-5. Del Potro al terzo turno affronterà il bulgaro Dimitrov.

Gli altri incontri

Torna a far vedere il suo tennis, anche se timidamente, l’undicesima testa di serie Carreno Busta. Reduce da un periodo lontano dai campi e ancora incapace di ritrovare lo stato di forma di inizio stagione, lo spagnolo ha disposto in due set di Zverev senior, il cui gioco d’attacco dovrebbe essere favorito su questi campi ma non se non è supportato da un adeguato gioco di gambe. Carreno troverà agli ottavi Ferrer, nel derby che già doveva essere passaggio del testimone prima che Ferrer decidesse che no, al tennis aveva ancora qualcosa da dare. Vittoria di carattere in tre set sul lucky loser Tipsarevic e concrete possibilità di andare ancora avanti per l’esperto valenciano. Oltre a Nadal avanti anche un quarto spagnolo, Ramos Vinolas, che vince un match non banale contro Muller per cui valgono le stesse considerazioni fatte per Mischa Zverev. Basilashvili e Donaldson vincono secondo pronostico contro l’altro ripescato Harrison e l’indiano Ramanathan, così come ci si deve abituare a considerare favorito uno come il giapponese Sugita che con questa vittoria ha scavalcato nella Race proprio l’avversario battuto, il portoghese Sousa.

Risultati

[11] P. Carreno Busta b. M. Zverev 6-3 7-6(2)
D. Ferrer b. [LL] J. Tipsarevic 6-4 6-7(5) 6-1
[7] G. Dimitrov b. F. Lopez 7-6(5) 6-4
J.M del Potro b. [Q] M. Krueger 6-4 6-4
Y. Sugita b. [Q] J. Sousa 3-6 7-6(5) 6-1
K. Khachanov b. [LL] T. Fabbiano 6-2 6-2
N. Kyrgios vs [Q] A. Dolgopolov 6-3 7-6(6)
[WC] J. Donaldson b. [LL] R. Ramanathan 6-4 2-6 6-4
A. Ramos-Vinolas b. [16] G. Muller 5-7 6-4 6-4
[WC] F. Tiafoe b. [4] A. Zverev 4-6 6-3 6-4
N. Basilashvili b. [LL] C. Harrison 6-3 6-3
A. Mannarino b. [15] S. Querrey 6-2 7-6(4)
[1] R. Nadal b. R. Gasquet 6-3 6-4

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