Sandrine Testud, dal tennis al padel: "Le differenze sono tante"

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Sandrine Testud, dal tennis al padel: “Le differenze sono tante”

L’ex numero nove WTA si gode una seconda vita agonistica da giocatrice di vertice del padel italiano. Intanto il World Tour inizia con risultati a sorpresa

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Da tennista di spessore mondiale (è stata numero nove Wta) a giocatrice di padel al vertice in Italia. E’ la storia di Sandrine Testud, francese trapiantata a Roma che a 46 anni si gode la sua seconda vita sportiva. Dopo essersi tolta diverse soddisfazioni sul campo più grande (tre titoli in singolare e quattro in doppio, nel 2000 ha vinto a Doha insieme a Roberta Vinci), negli ultimi anni ha puntato il mirino sulla gabbia di vetro. E non riesce a smettere, perché il divertimento va di pari passo con la voglia di vincere. In una piacevole chiacchierata, abbiamo scoperto con lei ciò che accomuna e ciò che differenza il padel dal tennis. Imparando che non è solo questione di dimensioni.

Come si è avvicinata al padel, dopo un’ottima carriera da tennista?
Davvero per caso. Qualche anno fa al Ct Parioli, mio punto di riferimento per il tennis, hanno creato un campo invitando dei giocatori di padel professionisti per un’esibizione, nella quale sono stata coinvolta. Mi sono divertita sin da subito, anche se di familiare ho trovato solo la presenza di una pallina e una racchetta. In ogni caso Roma nord è in preda a un’autentica mania: si gioca a padel ovunque, hanno iniziato a creare campi anche in strutture prima dedicate solo al calcio a cinque.

Ci lascia intendere che non è stato un passaggio così automatico, dal tennis di alto livello.
Dobbiamo specificare: iniziare a giocare a padel per puro diletto con gli amici è chiaramente semplice. Il campo è più piccolo rispetto a quello da tennis, così come gli spostamenti meno impegnativi. Ma se si sale di livello la storia cambia completamente: il padel “vero” è tutto un altro sport. È più facile arrivarci dallo squash che dal tennis.

Quali sono le differenze più evidenti?
Ci vuole meno forza nel colpo, devi piazzare la palla calcolando anche il rimbalzo sulle pareti. C’è molta più tattica. Sono movimenti e punti di riferimento che un tennista non conosce, chi gioca bene a padel chiude subito il punto quando di fronte si trova chi colpisce piatto come se fosse su un campo da tennis. Più si sale di livello, più la palla deve rimanere bassa.

C’è differenza anche nella dinamica dei colpi?
Chiaramente sì a partire dal servizio, visto che si batte dal basso.  Ma per capirci meglio facciamo altri due esempi. Lo smash, che si chiama bandeja, si esegue facendo scendere la palla sulla destra. È completamente diverso rispetto a quello del tennis. La volée è sempre molto tagliata e non c’è mai la ricerca della velocità, anche qui tutt’altra storia. Solo per mandare la palla fuori dal campo, oltre le pareti, si esegue un movimento simile allo smash tennistico.

Nemmeno la sua esperienza di doppista ha reso le cose più semplici?
I principi di gioco sono differenti, nel tennis un doppista può incrociare mentre sul campo di padel devi mantenere la linea. Per molti aspetti è stato come ricominciare daccapo. Quando ho deciso di tentare questa strada sono passata anche io da tanti cesti di palline in allenamento, per imparare a tagliarle. Ma ripeto: queste problematiche deve affrontarle solo chi vuole giocare a livello agonistico. Per iniziare con gli amici è tutto infinitamente più semplice, ecco perché si sta registrando un grande successo. A tennis, quando si inizia, se non si ha di fronte un maestro che dà la palla giusta non c’è gusto. Nel padel invece ci si diverte sempre.

https://www.facebook.com/sandrine.testud/videos/1783046418412135/

Lei gioca in Serie A con l’Area Sporting Club di Roma e anche in Nazionale. A che punto è il movimento italiano?
Stiamo crescendo, agli ultimi Europei in Portogallo ci siamo posizionati subito dietro le big, non si poteva fare di più. Onestamente però siamo ancora molto lontani dalla Spagna, dove sono andata a giocare qualche torneo proprio per capire meglio il livello: con una giocatrice di seconda categoria spagnola, quindi non di livello internazionale, ho perso nettamente.

È un ritardo recuperabile?
Ci vorrà tempo. In Italia si inizia a giocare a padel a 30 o 40 anni, magari arrivando dal tennis. In Spagna e in Portogallo – ma anche la mia Francia è su questa strada – i ragazzini iniziano sin da piccoli. Logico che siano più avanti. Ci serve ancora imparare da chi è più forte di noi. A novembre parteciperemo ai Mondiali in Paraguay e l’Italia potrà contare sull’esperienza di Marcela Ferrari, la selezionatrice argentina che segue la coppia numero uno del mondo a livello maschile. Le giocatrici italiane di oggi vengono come me dal tennis e hanno un gap innegabile da colmare quando si va a giocare all’estero.

Chi, come lei, ha tentato questa nuova avventura dopo un’importante carriera tennistica?
Agli ultimi Mondiali ho incontrato i fratelli Rochus, Christophe e Olivier, che difendevano i colori del Belgio. Poi ci sono gli spagnoli, per loro è pane quotidiano: giocano a padel Corretja e Ferrero, quest’ultimo ha debuttato anche nel World Tour. Ma non possono mai competere con i padelisti professionisti, per le ragioni che abbiamo spiegato. Ho visto all’opera anche Monfils, che si diverte un sacco: gioca però come se fosse tennis in miniatura, prende tutto di rimbalzo e non usa mai le pareti.

A Roma è diventato anche lo sport dei vip, in molti l’hanno eletto a passatempo preferito.
È vero, a me è capitato di giocare con Luca Barbarossa e Paolo Bonolis. Poi c’è Francesco Totti, che si è fatto costruire il campo a casa e ospita sempre gli amici. È una “malattia” contagiosa.

Le sue figlie la seguono in questa passione?
Fino a un certo punto. La più piccola ha 11 anni e gioca bene a tennis, la racchetta la padel la prende solo ogni tanto per divertimento. La più grande è molto presa dagli impegni di studio, fa sport per tenersi in forma senza pensare all’agonismo.

Sarà a Genova per la Davis nel fine settimana? C’è Italia-Francia…
Avrei voluto, ma è il padel a impedirmelo perché sono impegnata con la Serie A. Le finali del campionato italiano a squadre si disputeranno al Foro Italico nei giorni degli Internazionali, speriamo di trovarci in quella cornice meravigliosa.


I RISULTATI NEL MONDO E IN ITALIA (a cura di Antonio Ortu)

Non è stato per nulla banale il primo torneo targato World Padel Tour del 2018. Se la stagione passata erano stati Belasteguin e Lima e le gemelle Alayeto gli assoluti protagonisti del Tour (presenti in quasi tutti gli atti finali), quest’anno le due coppie, entrambe al vertice delle classifiche mondiali, sono uscite di scena in semifinale nell’Estrella Damm Catalunya Master.

Guardando alla categoria maschile, hanno conquistato i 1700 punti in palio Sanyo Gutierrez e Maximiliano Sanchez prevalendo per 6-4 6-2 in finale contro Juan Lebròn e Juan Cruz Belluati. E’ stato quest’ultimo il duo capace dell’impresa di estromettere dal torneo Belasteguin e Lima, sconfitti al terzo set nella semifinale. Il successo di Maxi e Sanyo, che tornavano a giocare nello stesso lato del campo dopo due anni, arriva al termine di un percorso quasi perfetto, in cui non hanno concesso nemmeno un set agli avversari. Per l’argentino Gutierrez si tratta del terzo Master in carriera, il secondo con Maxi (l’ultimo assieme a Paquito Navarro, eliminato stavolta nei quarti di finale).

Il tabellone

Tra le donne, si registra il primo successo nella categoria WPT Master di Gemma Triay e Lucia Sainz. La coppia catalana è stata capace di eliminare dal torneo le numero uno e due del mondo. In semifinale hanno infatti prevalso sulle sorelle Alayeto (6-4 6-7 6-2) e nell’atto finale Alejandra Salazar e Marta Marrero hanno ceduto il passo alle avversarie dopo aver conquistato il primo set: per loro è stato un torneo di cui possono essere comunque più che soddisfatte. Alejandra tornava infatti da uno stop lungo sette mesi a causa di un infortunio al ginocchio, ma la risposta sul campo è stata positiva e lo dimostrano anche le due laboriose vittorie agguantate nei quarti e nel match di semifinale.

Il tabellone

I premiati hanno lasciato Badalona col sorriso, dovuto non tanto al risultato ottenuto quanto all’enorme successo che si riscontra al termine della prima tappa del WPT. Il torneo catalano ha fatto registrare un aumento vertiginoso degli spettatori che sul canale ufficiale YouTube del World Padel Tour hanno assistito gratuitamente ai match di entrambe le categorie. Con oltre 1.600.000 visualizzazioni, il torneo ha frantumato tutti i record del canale, un enorme motivo per far sorridere tutto il mondo del padel. Mentre gli atleti sono già pronti a tornare in campo dal 2 all’8 aprile nel torneo Open di Alicante (che potete quindi seguire integralmente su YouTube a costo zero), ecco i migliori punti della tappa di Badalona.

IN ITALIA

Scalda di nuovo i motori il circuito Slam nazionale, che stavolta si fermerà a Grosseto per il terzo appuntamento della stagione. Dal 16 al 22 aprile saranno i campi dell’Italian Padel Village a ospitare giocatori che si daranno battaglia per conquistare il torneo di terza e quarta categoria (scadenza iscrizioni 12 aprile) e soprattutto il torneo Open (scadenza il 17 aprile). La notizia più interessante che si registra nel padel italiano è l’estensione del sistema di tornei T.P.R.A. dal tennis allo stesso padel. Una decisione che modernizza il contesto della disciplina nel nostro paese, poiché permetterà a tanti giocatori amatoriali (non agonisti o massimo 4.NC) di avere un ranking personale, che li proietterà direttamente nelle classifiche nazionali di categoria. Inoltre a ciascun giocatore verrà attribuito un indicatore dato da un algoritmo, in base alle sconfitte e alle vittorie ottenute nei tornei, detto ‘power’, ma partendo sempre da sfide con pari livello.

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