Fognini sempre caldo. Cecchinato già fuori (La Gazzetta dello Sport). Mamma Serena. È uno stop da depressione (Semeraro). Depressa e non buona mamma (Tuttosport)

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Fognini sempre caldo. Cecchinato già fuori (La Gazzetta dello Sport). Mamma Serena. È uno stop da depressione (Semeraro). Depressa e non buona mamma (Tuttosport)

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Fognini sempre caldo. Cecchinato già fuori (La Gazzetta dello Sport)

Cambia il cemento, dal Messico al Canada, ma per adesso non cambia il risultato: Fognini resta caldo, molto caldo e a Toronto (che quest’anno ospita il Masters nordamericano con le donne a Montreal) batte per la quarta volta su quattro l’americano Johnson, 33 del mondo. Partita chirurgica di Fabio, sostenuta dalla solidità al servizio con appena tre palle break concesse e tutte nel secondo game del primo set e appena 5 punti regalati con la prima (25 su 30). Prossimo turno contro il vincente tra Chardy e Shapovalov, match che si è giocato nella notte. Niente da fare invece per Cecchinato, arrivato in Ontario con la miglior classifica (21) ma anche con pochissima esperienza sulla superficie. Marco cede al Next Gen Tiafoe, ma rimpiange le occasioni gettate nel primo set, quando poteva essere 3-0 e poi si ritroverà a due punti dal parziale prima del tie break. Ceck non riesce a trovare contromisure al servizio in kick del numero 41 del mondo che lo costringe a rispondere su palle molto alte. Il Masters canadese, con 19 dei primi 20 in classifica (manca solo Federer, lo rivedremo a Cincinnati), non può che proporre sfide infuocate già al debutto. Così accade con Kyrgios-Wawrinka, tre anni fa proprio in questo torneo al centro della famosa querelle sulla fidanzata dello svizzero Donna Vekic e il presunto flirt nascosto con Kokkinakis svelato da Nick alla fine del match. Stavolta è tutto regolare e Stan, ora 195 al mondo che prova a risalire, dopo una partenza stentata torna a battere e picchiare come ai bei tempi, aiutato pure dai consueti problemi alle anche del Kid di Canberra. A proposito di guai fisici, rimangono infiniti quelli in stagione di Chung, costretto al ritiro (schiena) prima del match con Djokovic, rivincita attesa degli Australian Open. Novak così si ritrova di fronte il bosniaco Basic, e lo batte senza problemi. Intanto, in attesa del congresso Itf del 16 agosto a Orlando che dovrà decidere sulla riforma della Davis dal 2019 (tutto in una settimana con 18 squadre al via), il presidente Haggerty annuncia l’impegno del magnate Larry Ellison (Oracle e Indian Wells) e la candidatura di Madrid o Lilla a sede unica dell’evento.

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Mamma Serena. È uno stop da depressione (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

La sua inconfondibile sagoma scura stampata su un tramonto esotico, e sotto un lungo “post” sui social in cui Serena Williams, qualche giorno dopo la sua peggior sconfitta in carriera a San José contro Johanna Konta (6-1 6-0), e il ritiro dal torneo di Toronto, fa i conti con il suo complicato ruolo di mamma campionessa. «La scorsa settimana non è stata facile per me – esterna la ex numero 1- non solo perché ho dovuto accettare alcune questioni personali, ma perché ero in confusione. Soprattutto, non mi sentivo una buona mamma. Ho letto molti articoli in cui si spiega che il disordine emotivo post parto può durare anche tre anni, se non lo si affronta. Ma parlando con mia sorella, mia mamma, le mie amiche ho capito che è assolutamente normale avere la sensazione di non fare abbastanza per la propria figlia». Ovvero Alexis Olympia, un anno fra poco meno di un mese. Dopo i dubbi di Beyoncè, che si è espressa più o meno negli stessi termini, anche la Williams si tormenta. Si tratta di capire perché. Per i più cinici è l’ennesima esibizione di narcisismo della diva Serena: una specie di autopromozione a basso costo (sentimentale). Per altri, trattasi del nobile tentativo della campionessa di fornire un aiuto, un modello di riferimento, alle tante madri-lavoratrici che negli States sono costrette a tornare in fabbrica o in ufficio appena dopo il parto per la mancanza di una legislazione più solidale. «Molte di voi mamme devono affrontare gli stessi problemi – continua Serena – Sia che siate a casa sia che dobbiate lavorare, trovare il giusto equilibrio con i figli è un’arte difficile. Voi siete le vere eroine. E sono qui per dirlo: se vi capita un giorno o una settimana difficile, è ok, capita anche a me». Certo, fra la casalinga stressata di Chicago, e mamma Serena a rischio depressione, balla qualche centinaio di milioni di dollari di differenza sul conto corrente ma, come si dice, è il pensiero che conta. La prossima puntata della docufiction “Mamme in caccia di uno Slam” è attesa per gli US Open. Non cambiate canale.

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Depressa e non buona mamma (Tuttosport)

Una settimana fa incassava la peggior sconfitta della sua straordinaria e lunga carriera. Da quando è diventata professionista nel 1995 (con 928 match giocati), Serena Williams mai aveva rimediato appena un game come contro Joanna Konta, numero 48 Wta, al primo turno del torneo Wta Premier di San José. Subito dopo aveva dato forfait per motivi personali alla Rogers Cup di Montreal. La trentaseienne fuoriclasse statunitense, mamma dal primo settembre scorso, ha deciso di spiegare attraverso i suoi account sui social i motivi dei problemi in campo: «La scorsa settimana non è stata facile per me. Non solo ho dovuto subire alcuni difficili momenti personali, ma avevo proprio sentimenti negativi di tristezza e depressione. In più, mi sentivo di non essere una buona madre. Ho letto molti articoli in cui si sostiene che la depressione postpartum può durare anche tre anni se non viene curata. Preferisco la comunicazione. E parlandone con mia madre, le mie sorelle e gli amici ho capito che è una situazione normale quella che stavo vivendo. E’ normale sentirsi di non fare abbastanza per tuo figlio. Lavoro molto, mi alleno e provo ad essere la miglior atleta possibile. E questo significa anche, sebbene sia stata con lei ogni giorno della sua vita, non essere sempre accanto a lei come vorrei. Credo che molte mamme che mi leggono pensino la stessa cosa. Che stiate a casa o andiate al lavoro, trovare il giusto equilibrio coni bambini è una vera arte. Voi siete le vere eroine. Sono qui per dirvi una cosa: se avete una giornata difficile, o anche una settimana, non vi preoccupate, è tutto ok. Ce l’ho anche io! C’è sempre un domani!».

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