US Open: Azarenka e la battaglia per le mamme tenniste

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US Open: Azarenka e la battaglia per le mamme tenniste

Vika è intervenuta nel popolare talk show statunitense ‘Good Morning America’: “La WTA deve tutelare le atlete che decidono di creare una famiglia”

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La madre più famosa attualmente del circuito femminile è senza dubbio Serena Williams, ma la campionessa statunitense non è l’unica vincitrice di Slam ad avere vissuto l’esperienza della maternità. Le fa infatti compagnia Victoria Azarenka, ex numero 1 del mondo e vincitrice di venti tornei nel circuito, tra i quali vanno annoverati due Australian Open, conquistati nel 2012 e nel 2013. La ventinovenne bielorussa, divenuta madre di Leo nel dicembre 2016, aveva provato a tornare a giocare già a giugno dell’anno scorso, ma la battaglia legale per l’affidamento del figlio l’ha costretta a rinviare il rientro definitivo a solo cinque mesi fa, quando ha giocato a Indian Wells. Vika è intervenuta nel popolarissimo programma televisivo “Good Morning America” e ha spiegato come sia cambiata la sua vita e con essa le priorità e gli obiettivi da raggiungere.

In particolare, ha raccontato la sua battaglia affinché vengano riconosciuti maggiori diritti alle tenniste professioniste divenute madri. “La prospettiva di ogni cosa nella mia giornata è ormai differente: come tennista, provo a fare del mio meglio e godermi ogni momento. Non cerco però minimamente di ripetere quel che facevo quando ero al numero 1 del mondo. Non ho più tutto il tempo da dedicare al tennis che avevo prima della maternità: per questo cerco semplicemente di adattarmi alla mia nuova situazione e fare il meglio che posso“. Azarenka ha anche spiegato come siano cambiato le sue priorità: “Prima ero totalmente concentrata su me stessa e su quello che dovevo fare per stare sempre meglio come donna e tennista. Ora, invece, nella mia testa c’è solo il mio bimbo“. L’ex numero 1 al mondo ha spiegato anche come sia impegnata attivamente nella battaglia per tutelare i diritti delle tenniste professioniste divenute madri e quali siano le sue battaglie. “Quello che faremo è creare le condizioni affinché la WTA e il tour femminile siano pioniere nell’avere eccellenti congedi di maternità e regole in modo tale che le atlete si sentano tutelate nel prendere il loro tempo e iniziare a creare una famiglia“.

Il problema del ranking protetto, che consente l’accesso al torneo, ma non di conservare la testa di serie relativa alla classifica di quando si era usciti momentaneamente dal circuito, è uno dei problemi che vengono portati avanti dalla sua lotta:“Sono sicura che troveremo una soluzione. Combatterò per questo, duramente”. Lo stesso Steve Simon, presidente e amministratore delegato della WTA, si è dichiarato fiducioso di trovare una soluzione che soddisfi il più possibile le tenniste: “Siamo disponibili a fare cambiamenti alle regole a seconda delle richieste che riceveremo dalle giocatrici. L’attuale congedo di maternità prevede un periodo di due anni per l’atleta che ritorni nel tour usando il suo special ranking (la posizione che aveva quando si è fermata). Inoltre, le è concesso un anno supplementare per entrare successivamente in un torneo di sua scelta. In pratica, ogni giocatrice ha un tempo di tre anni per rientrare nel suo posto di lavoro. Riteniamo che ogni voce debba essere ascoltata e tenuta in considerazione, così come non va però dimenticato che ogni cambiamento del regolamento richiederebbe il pieno consenso delle nostre giocatrici“.

Azarenka si è molto esposta anche per fare in modo che vengano create nuove e più favorevoli soluzioni logistiche: “Diventa molto importante costruire degli asili nido all’interno dei tornei. Forse prima non c’era tanto bisogno come adesso, ma credo che l’irreversibile tendenza sarà quella di portare ancora più bambini a viaggiare nel tour“. La sua è però soprattutto una battaglia ideologica: “Tutti dicono che la tua carriera è finita se vuoi avere una famiglia. Per fortuna questo stereotipo ora si è infranto. Credo sia una gran cosa per noi donne, perché in realtà è uno splendido dono quando ne hai una, cosi come del resto sempre è accaduto per i tennisti uomini divenuti padri“. La chiosa finale non poteva che essere per il figlio: “Leo ha puro, incondizionato amore per me. Non gli importa che io sia una tennista: non lo sa. Sa solo che sono la mamma e che vuole stare con me“.

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