2018, l'anno dei nuovi campioni

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2018, l’anno dei nuovi campioni

Tredici tra Next Gen e “meno ragazzi” hanno sollevato in questa stagione il loro primo trofeo ATP. Le ragioni sono molteplici ma si tratta, per ora, di una ventata di freschezza che non intacca la leadership del circuito

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Se vi sembra di vedere sempre più spesso facce nuove sollevare i trofei ATP alla fine della settimana, tranquilli, non state diventando vecchi: è proprio così. Stefanos Tsitsipas a Stoccolma e Kyle Edmund ad Anversa, trionfatori a pochi minuti di distanza questa domenica, sono soltanto gli ultimi due “iniziati” di un 2018 che ha fatto registrare al circuito maschile ben 13 neo-campioni, il quarto numero più alto dal 1990 ad oggi.

Considerato che nelle tre stagioni migliori di questa (1991, 1995 e 1999) il calendario prevedeva dai cinque ai venti tornei in più, si tratta di un numero altissimo. Che non è frutto del caso, visto che dall’inizio di questo decennio il dato è in crescita più o meno costante. Le ragioni sono varie e facilmente intuibili: gli infortuni, il declino di qualche vincente seriale e una programmazione più parsimoniosa dei big hanno regalato a moltissimi comprimari sempre più occasioni di trasformarsi in vincenti, su ogni superficie possibile e specialmente negli eventi di piccolo taglio (l’unica vittoria a un livello superiore a quello degli ATP 250 è stata quella di Nikoloz Basilashvili ad Amburgo, un evento già di per sé più abbordabile di altri).

Nikoloz Basilashvili con il trofeo di Amburgo

Inoltre la nuova generazione di tennisti, lanciata e sostenuta dal progetto Next Gen, sembra avere quantità e qualche qualità in più di quelle immediatamente precedenti. Cinque dei 13 ad essersi iscritti all’albo dei campioni sono nati dopo il primo gennaio 1996: si tratta di Daniil Medvedev, Frances Tiafoe, del nostro Matteo Berrettini e dei già citati Edmund e Tsitsipas, primo greco a vincere un titolo nell’era Open. Il più vecchio della dozzina? Mischa Zverev, neo-campione a oltre trent’anni sull’erba di Eastbourne. E nella stagione dei suoi piccoli record, l’Italia è anche l’unica nazione a poter vantare due diverse prime volte, dato che a Berrettini si unisce l’altro azzurro Marco Cecchinato (al quale, come a Medvedev, è riuscito già anche il bis).

Le somme tirate non sono conclusive, ma ci vanno vicine. Difficilmente il numero di nuovi vincitori salirà ancora da qui alla fine della stagione, dato che, Finals escluse, sono rimasti soltanto due ATP 500 e un Masters 1000. I giocatori con il miglior ranking a non aver ancora festeggiato un successo sono ora Hyeon Chung, Denis Shapovalov e Alex De Minaur, tutti compresi tra la 27esima e la 31esima posizione e sotto i ventitré anni di età. Il tempo, e i tempi, sono dalla loro parte: appuntamento al 2019.

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