ATP
Indian Wells: Nadal raggiunge Federer in semi, sarà sfida numero 39
Due tie-break per superare Karen Khachanov, il “Fedal” che tutti volevano è servito. Fisio in campo per Rafa, fastidio al ginocchio. “Non so come starò domattina”
[2] R. Nadal b. [12] K. Khachanov 7-6(2) 7-6(2)
da Indian Wells, il nostro inviato
Alla fine ci sarà il 39° Fedal, ma è stato tutt’altro che semplice: ci sono voluti due ore e 16 minuti di battaglia, due set finiti al tie-break (come era capitato nel terzo e quarto parziale della sfida agli scorsi US Open), curiosamente entrambi terminati 7-2, un medical time-out per Nadal e qualche recriminazione da parte di Khachanov che si è lasciato andare a qualche sbavatura di troppo in momenti importanti e non ha capitalizzato le chance ottenute e i momenti di calo fisico del suo avversario.
Che Nadal potesse avere qualche difficoltà, visto quello che era accaduto a New York lo scorso agosto, rientrava più o meno nelle aspettative di tutti, ma l’inizio del match mostrava uno spagnolo nervoso come raramente lo avevamo visto: apparentemente scontento con qualche aspetto della sua attrezzatura o per qualche altra ragione, nei primi tre game ha dato segni di evidente fastidio, fermandosi a fissare il suo angolo per una decina di secondi, cercando l’ombra inesistente vicino ai teloni di fondo e rovistando furiosamente nella sua borsa al cambio di campo. Khachanov, dal canto suo, centratissimo da fondo e molto aggressivo in risposta, forse più di rovescio che di diritto, scappava subito con un break sul 2-0 e sembrava perfettamente a suo agio nello scambio da fondo, palleggiando con i piedi molto più vicini al campo del suo avversario e tranquillamente più profondo nei colpi.
Nadal iniziava ad attuare qualche contromisura provando qualche servizio slice al corpo per disturbare lo swing “selvaggio” di Khachanov, ma il “russo di Barcellona” non si scomponeva per nulla, continuando a martellare con la battuta, specialmente quella esterna da sinistra che Nadal, con la sua posizione molto arretrata dietro la scritta “Indian Wells” spesso e volentieri non riusciva a intercettare.
Il problema di Khachanov era che non sembrava minimamente in grado di rovesciare le sorti dello scambio una volta costretto sulla difensiva, di conseguenza se non riusciva a mettere in difficoltà Nadal entro i primi colpi dello scambio, era invariabilmente il maiorchino ad aspettare l’occasione propizia per aprirsi il campo e poi concludere il punto. Il controbreak arrivava al sesto game per il 3-3, e Khachanov diventava sempre più dipendente dalla battuta che comunque rispondeva alla chiamata, annullando quattro set point a Nadal sul 4-5 e forzando il set al tie-break. Lì lo spagnolo prendeva in mano il gioco con il primo mini-break sull’1-1 grazie ad uno splendido diritto anomalo, e s’involava verso il 7-2 finale, con Khachanov che innervosito scaraventava una palla in piccionaia prendendosi la giusta ammonizione dal giudice di sedia Layani.
Dopo la pausa fisiologica (dopo tutto si era in campo già da oltre un’ora), Khachanov doveva salvarsi da due palle break per lo 0-2, ma ne usciva con grande brillantezza grazie alla battuta. Al primo cambio di campo del secondo set, però, la sorpresa: Nadal chiamava il fisioterapista per farsi fasciare il ginocchio destro, quella “puta rodilla” che tanti problemi gli ha già causato, e faceva stretching aiutandosi con il paletto della rete. Alla ripresa, tra espressioni poco convinte del maiorchino e il suo angolo che scuoteva la testa, il servizio di Nadal era visibilmente meno potente e chiaramente più scomposto.
Kahchanov si faceva completamente destabilizzare dalla nuova situazione e con due errori ultra-gratuiti sul 30-30 concedeva il break per il 3-2. Il vantaggio però era di breve durata: Karen conquistava immediatamente il 3-3 e tre giochi più tardi, sul 5-4 in suo favore, beneficiava di tre errori di un Nadal ancora tentennante per andare a set point che però sprecava con una demi-volée in corridoio. Pochi minuti più tardi c’era una palla break per lo spagnolo che però se e andava con una palla corta che pizzicava il nastro.
Il secondo tie-break era quasi la fotocopia del primo e finiva con lo stesso risultato permettendo a Nadal di alzare le braccia e confezionare il “Fedal” n.39. L’ennesima dimostrazione di grandi qualità agonistiche da parte del n.2 del mondo contro un Khachanov ancora non pronto per compiere lo sprint decisivo non maschera comunque i parecchi punti interrogativi che rimangono sulle condizioni del martoriato ginocchio dello spagnolo. Nadal avrà meno di 24 ore per recuperare le fatiche di questo quarto di finale ed affrontare il suo rivale di sempre in semifinale: speriamo che bastino.