Gstaad: Moroni cede a Sousa, Lajovic si salva [AUDIO]

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Gstaad: Moroni cede a Sousa, Lajovic si salva [AUDIO]

Niente da fare per il giovane azzurro contro il N.5 del seeding, che fa valere l’esperienza e vince in due set. Lajovic vince al terzo una partita pazza contro Istomin

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Gian Marco Moroni - Gstaad 2019 (via Twitter, @SwissOpenGstaad)
 

dal nostro inviato a Gstaad, Cesare Novazzi

Giornata intensa al Swiss Open di Gstaad, si giocano gli ultimi ottavi di finale. Bautista Agut fa il suo esordio da testa di serie numero 1 contro il Next Gen e connazionale Jaume Munar, in campo anche Moroni al secondo match nel main draw di un torneo ATP.

Il primo ad accedere ai quarti di finale è lo spagnolo Andujar che da testa di serie numero 7 (e numero 79 mondiale) ha avuto la meglio sul giapponese Taro Daniel che aveva battuto il nostro Baldi al turno precedente. Il giapponese ha mostrato un buon tennis, ma al terzo set, avanti di un break, ha come spento la luce giocando di rimessa invece che cercare di impostare il gioco. Lo spagnolo, vincitore qui nel 2014, a sua volta ne ha approfittato e, non senza qualche sbavatura, ha portato il match al tie break dove è salito di livello in risposta aggiudicandosi il gioco decisivo per 7 a 2 e il match con il punteggio 6-1 3-6 7-6(2).

Anche Lajovic accede ai quarti di finale dopo un match più volte definito dallo staff del torneo “craziest match ever in Gstaad”. Il serbo (finale a Montecarlo persa con Fabio Fognini e vittoria a Umago scorsa settimana contro Balazs) raschia nel barile delle energie e della fortuna. Il serbo, tds numero 3, opposto a Istomin, numero 107 mondiale, vince il primo set abbastanza agevolmente. Spreca match point sul 5 a 2 e servizio nel secondo set e non azzecca più una palla. Commette doppio fallo per il cinque pari e uno anche nel tie break cedendo 7 punti a 2.

Il serbo non ha più giocato, zero iniziativa e fiducia sotto alle scarpe. Nel terzo set la spirale ineluttabile che avvolge Lajovic non si ferma ed il suo destino sembra segnato dalle tre Parche (o Moire se preferite la mitologia greca): break per Istomin al terzo gioco, difeso fino al 5 a 4. Tocca all’uzbeko farsi trascinare fino alla pazzia: è un match da tanti “bassi” e pochissimi “alti”, ma che alti. Istomin commette doppio fallo e si fa raggiungere sul cinque pari, poi tie break. Lajovic e Istomin scambiano solo da fondo, nessun angolo, un paio di drop shot scellerati e il serbo chiude a 2 con il punteggio di 6-4 6-7(2) 7-6(2).

Però il match che più ha infiammato il pubblico è stato quello tra Gian Marco Moroni, 265 ATP, che da qualificato ha vinto il suo primo match nel circuito maggiore e il portoghese Joao Sousa, testa di serie numero 5 e numero 49 del mondo. Il match inizia con Moroni in modalità sparatutto, però si vede che è un po’ agitato e spesso esce con il dritto che comunque non manca mai di tirare a tutto braccio. L’italiano salva palla break e sale 1 a 0. C’è poco tatticismo ad inizio partita, Sousa però manovra meglio e riesce a chiudere nell’angolo del rovescio Gian Marco. L’italiano riesce ad uscirne con uno splendido rovescio lungolinea, ma il portoghese insiste e si procura il break salendo 2 a 1.

Si vede che ha proprio lo stile da giovane ragazzo da challenger: spingere ogni palla no matter what. Il portoghese però anticipa meglio e varia poco di più al servizio, quanto basta per portarsi sul 5 a 3. Il nono game vede ancora l’italiano che non molla assolutamente: un paio di bastonate quasi a 210 km/h e drittone per il 5 a 4, grande carattere “buffalo” così lo chiamano, ci spiegherà dopo il perché. Sousa manovra sempre in tranquillità nonostante le bordate di Gian Marco e chiude il primo set 6 a 4.

Nel secondo set subito 1 a 0 Moroni con grande personalità (e con il diritto), si cambia campo e Sousa viene punto da un’ape, si dimena un po’ e viene chiamato l’MTO. Nessun problema però e si prosegue (il portoghese concede la prima palla break, ma salva bene con il servizio). Moroni cerca di stare attaccato al portoghese, ma Sousa anticipa meglio e si prende il break confermato poi 3 a 1. L’italiano sbuffa come un vero bufalo e non molla una palla, gran carattere e con una buona prima accorcia sul 3 a 2.

Il sesto gioco è molto intenso, Sousa gioca quasi solo sulle righe e Gian Marco si sposta bene e colpisce di dritto. L’italiano si procura una palla break con un gran drittone, ma Sousa salva ancora con il servizio e poi a rete sale 4 a 2. C’è grande cuore per Gian Marco che con un misto tra servizio e carattere accorcia 4 a 3 che ha il significato “te la devi vincere tu!”. Il portoghese però appare sempre un pochino superiore nei colpi e negli anticipi e anche con un po’ di fortuna, trova sempre le righe. Sul 5 a 4 e servizio, il portoghese scrive la parola fine con un paio di prime, subisce un drittone lungolinea dell’italiano, ma sistema ancora con il servizio ed è doppio 6 a 4.

A fine match, Gian Marco ha risposto ad alcune domande: “Ha giocato meglio lui, avrei dovuto essere più rilassato, ma mi toglieva il tempo. Ho capito che come gioco ci sono, però devo ancora lavorare molto. È stato un match molto intenso, io non mollo una palla e mi chiamano buffalo perché qualche anno fa ero in Sud America con il mio maestro, il presidente del Real Madrid disse che correvo su ogni palla come Ronaldo (non Cristiano, ma il Fenomeno come dice lui) e che sembravo un buffalo. Così quando vinco faccio le cornine!”. Che dire, un ragazzo molto simpatico che può solo maturare.

A chiudere la giornata, il match tra la prima testa di serie, lo spagnolo Roberto Bautista Agut e il Next Gen Jaume Munar, numero 89 ATP per un derby spagnolo alla seconda edizione (il primo incontro tra i due proprio qui l’anno scorso, vittoria per Bautista Agut in tre set). Certamente Munar è cresciuto, ma non abbastanza da impensierire il connazionale che ha controllato il match. Bautista gioca con il diritto telecomandato, mentre soffre a volte le traiettorie un poco alte sul rovescio. Munar lotta, a volte abusa anche della palla corta, ma non può fare altro dato che da dietro c’è poca storia.

Il tie break del primo set vede in vantaggio Munar che sale grazie ad un paio di errori di Bautista con il rovescio, sul 5 a 3 Munar ottima risposta e si guadagna tre set point. Bautista però si scuote con uno splendido pallonetto di rovescio sulla linea di fondo ed una bella chiusura a rete, poi sull’8 a 7 e servizio, botta con la prima ed è primo set. Nel secondo set, Munar non riesce più a tenere da fondo, Bautista registra il rovescio e non sbaglia più nulla fino al 6 a 4 finale, con break ottenuto al nono gioco grazie ad un ottimo game in risposta con i piedi dentro al campo ad anticipare.

Dopo il match Bautista Agut si presta ai microfoni di Ubitennis: “Jaume è molto giovane e certamente ha un grande futuro. Io ho giocato bene e sono contento di aver mantenuto un buon livello, soprattutto non è facile ritornare su campi lenti dopo l’erba. Non sono riuscito ad allenarmi tanto, l’importante è prendere subito il ritmo durante i primi punti“.

Risultati:

[1] R. Bautista Agut b. J. Munar 7-6(7) 6-4
[5] J. Sousa b. [Q] G. Moroni 6-4 6-4
[7] P. Andujar b. T. Daniel 6-1 3-6 7-6(2)
[3] D. Lajovic b. D. Istomin 6-4 6-7(2) 7-6(2)

Il tabellone completo


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