Australian Open 2021: bolla per i giocatori, metà pubblico e niente spettatori stranieri

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Australian Open 2021: bolla per i giocatori, metà pubblico e niente spettatori stranieri

Il boss di Tennis Australia Craig Tiley svela i primi dettagli: bolla con test e quarantena per i giocatori, capienza al 50% e nessuno spettatore dall’estero

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Melbourne Park Plaza (foto @AOHelp Twitter)
 

Mentre il mondo del tennis attende con impazienza di sapere se lo US Open potrà disputarsi o no, c’è chi già pensa alla prossima stagione, a quel 2021 che per molti avrebbe dovuto essere fissato da tempo come la ripartenza “in normalità” del circuito, e che invece con ogni probabilità troppo normale non sarà.

Tennis Australia, che tra ATP Cup e Australian Open è responsabile per organizzare gli eventi più importanti del gennaio tennistico, ha già iniziato i preparativi per la prossima estate australiana con diversi scenari che saranno comunque molto diversi rispetto a quelli cui ci siamo abituati negli anni scorsi. “Non potremo certo aspettarci di ripetere i numeri dello scorso anno, quando 821.000 hanno varcato in cancelli di Melbourne Park – ha dichiarato Craig Tiley, CEO di Tennis Australia ad Associated Pressinnanzitutto gli spettatori proverranno tutti da Melbourne, dallo stato del Victoria, forse da qualche altro stato australiano e magari dalla Nuova Zelanda, se si riuscirà a creare il corridoio per aggirare la chiusura delle loro frontiere. Sicuramente il 15% di spettatori che di solito vengono all’Australian Open dal resto del mondo non potranno venire”.

Al momento l’Australia permette solamente ai propri cittadini e residenti permanenti di entrare nel Paese, quindi se la situazione non dovesse cambiare nei prossimi mesi sarà necessario ottenere una deroga per l’ingresso di tutti i tennisti, del loro staff e di tutte le persone necessarie per far andare in scena il primo Slam dell’anno. Nelle ultime settimane Melbourne è stato il centro di un focolaio di contagi che ha costretto le autorità a dichiarare un lockdown di sei settimane nel bel mezzo dell’inverno australe, nella speranza di poter contenere l’epidemia in attesa dell’arrivo dell’estate che dovrebbe dare una mano rallentando i contagi.

Alcuni dettagli sono già stati decisi: i posti a sedere saranno ridotti e gli accreditati dovranno far parte di una “bolla” di sicurezza, esattamente come sta progettando la USTA per poter svolgere lo US Open. La Rod Laver Arena sarà limitata a metà della capienza solita, ovvero fino a un massimo di 7.500 spettatori, i giocatori provenienti da altri Paesi dovranno essere testati regolarmente ed effettuare un periodo di quarantena (anche se non è stato specificato di quale durata), dovranno alloggiare negli alberghi ufficiali e utilizzare solamente la transportation del torneo.

Dobbiamo ancora definire quale sarà il tipo e la frequenza dei testi, la lunghezza della quarantena e se sarà necessario limitare l’entourage dei giocatori” ha confermato Tiley.

Tennis Australia è stata costretta a ridurre il proprio organico permanente del 6% licenziando 27 persone in previsione dei minori incassi del prossimo torneo. Tiley prevede che ci saranno circa 2.500 persone “on-site” a partire dal 18 gennaio, quando si prevede che l’Australian Open 2021 prenderà il via. “Se le cose andranno bene a New York ed a Parigi, i giocatori dovrebbero rassicurarsi ed essere maggiormente propensi a venire qui il prossimo anno” ha commentato il n.1 di Tennis Australia, aggiungendo che “la decisione se giocare o meno dipenderà dalle circostanze personali di ogni tennista, e noi li supporteremo in ogni caso”. Anche perché lo stesso problema che sta affliggendo la USTA e tutto il mondo del tennis in questi giorni potrebbe ripresentarsi anche alla fine dell’Australian Open: “Alcuni Paesi potrebbero imporre una quarantena di 14 giorni a tutti coloro che saranno di ritorno da Melbourne, e starà agli atleti capire come questo potrà incidere sui loro programmi di allenamento”.

Dopo un’edizione che ha evitato per miracolo di essere travolta dagli incendi che hanno devastato l’Australia lo scorso gennaio, lo Slam “Down Under” si sta preparando a un altro capitolo da organizzare in piena emergenza: “Siamo stati molto fortunati quest’anno – ha confessato Tiley – abbiamo portato avanti il torneo con una unità di crisi che monitorava la situazione incendi in tempo reale, certamente non ci saremmo mai aspettati di dover assemblare un’altra unità di crisi così presto”.

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