ATP Rotterdam: Tsitsipas piega Khachanov, super semifinale con Rublev

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ATP Rotterdam: Tsitsipas piega Khachanov, super semifinale con Rublev

La parte bassa del tabellone rispetta i pronostici: il greco e il russo si giocheranno un posto in finale. Il vincente sarà il favorito per il titolo in Olanda

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Stefanos Tsitsipas ATP Rotterdam 2021 (foto via Twitter @abnamrowtt)
 

Venerdì dedicato ai quarti di finale a Rotterdam. Tra rinunce anticipate e sconfitte precoci, sono rimaste in gara solo due teste di serie, Tsitsipas e Rublev, entrambe nella parte bassa del tabellone. Pronostico rispettato ma non senza difficoltà e dando vita a incontri di alto livello: vediamoli nel dettaglio, mentre Stefanos è sceso in campo anche per il doppio in coppia con il fratello Petros.

Come già al turno precedente contro Hurkacz, Stefanos Tsitsipas si impone 7-5 al set decisivo su Karen Khachanov, conquistando al contempo l’accesso alla semifinale e la quinta piazza mondiale a spese di Roger Federer. Se agli ottavi era stato l’avversario polacco a sparire improvvisamente dal campo nel finale, in questa occasione molto del merito va ascritto all’atteggiamento maggiormente propositivo di Tsitsipas, con colpe solo residuali da attribuire a una certa passività russa. A sprezzo della lamentata lentezza della superficie, è stata così premiata l’aggressività di Stefanos dopo aver perso il set di apertura, il primo ceduto a Karen dopo i due vittoriosi precedenti. Ha senza dubbio contribuito all’esito del match la precisione nei pressi della rete: più a suo agio e perciò sicuro il ventiduenne di Atene, nei momenti decisivi sono arrivati gli errori dell’altro.

IL MATCH – Un primo set quasi di aggiustamento, per cercare di capire dove si vuole andare, tra la smorzata che rimane orribilmente sulle corde di Tsitsipas, il dritto western che spara il vincente scavando dal terreno lo slice apparentemente insidioso, le autostrade per i passanti lungolinea evitate da Karen, forse per timore del pedaggio, a favore di stradine incrociate a fondo chiuso, ma anche un suo serve&volley chiuso con la piccola morte della palla toccata in mezza volata. Quando non ha il tempo di pestare e a dispetto dei suoi 198 cm, Khachanov si fa valere in difesa, anche se non ai livelli del concittadino e pari altezza Daniil. È così che si procura il 15-40 al quinto gioco, quando già c’era stato uno scambio di break, costretto anche a quattro dritti slice consecutivi per poi incassare l’errore avversario. Il lungo scambio reclama una pausa, tuttavia insufficiente perché Tsitsipas faccia suo il gioco e Karen si riprende in tempo per strappargli il servizio e vivere di tale rendita fino al 6-4.

Tsitsipas avanza la sua posizione, prende la rete con maggiore frequenza e vola 5-0 dispensando giocate che esigerebbero spalti gremiti. Comprensibilmente, rimane un po’ troppo a specchiarsi, Stef, e agevola il tentativo di rimonta moscovita, ma poi sfrutta il secondo turno di servizio utile per chiudere: 6-3. Khachanov è il più lesto ad allungare, ma non consolida il 3-1 in un durissimo game di servizio rimasto aperto per una volée non impossibile fallita; di nuovo al volo, questa volta era davvero semplice, colpisce in ritardo e manda fuori rimettendo in equilibrio il parziale. Fino al 5 pari, quando la continuità in risposta, a cui dà seguito mantenendo l’aggressività, vale il break decisivo a Tsitsipas, che con la battuta a disposizione mette fine al confronto, invero godibile, al secondo match point. Achille si riprende così il numero 5 del ranking impiegando oltre un anno per superare la tartaruga, peraltro rimasta a casa a occuparsi di pargoli e ginocchia. Tre ore più tardi è raggiunto in quella che troppo facilmente potremmo definire la finale anticipata da Andrey Rublev.

“Russia 2” ha sofferto non poco per mettere a segno, contro un Jeremy Chardy in grande spolvero, la 18a vittoria consecutiva a livello di ATP 500. Il barbuto francese, quello dal drittone performante e perforante, che non può quindi essere confuso con quell’altro, proviene dalle qualificazioni nonché dalle semifinali di Antalya e Melbourne 2 e non ha timore di giocare con Andrey a chi spacca la palla. Entrambi cedono il primo turno di servizio, poi tirano dritto e dritti senza problemi fino al dodicesimo gioco, quando Chardy riesce a rispondere con continuità e si procura un set point, cancellato però dall’ace alla T. Rublev prende subito il comando del tie-break grazie al doppio fallo e non si volta più indietro.

Per nulla propenso a indossare i panni dello sfavorito che scompare una volta perso il primo set lottato, il trentaquattrenne di Pau parte a razzo nel secondo parziale, andandosi a prendere anche il secondo break per il 3-0 con cinque punti consecutivi in risposta, approfittando di un avversario che probabilmente già pensava a come rientrare nel game successivo. Aveva pensato giusto, a quanto pare, perché prima accorcia, poi impatta sul 4 pari e infine sorpassa. Una risposta profonda sul 15-30 seguita dal rovescio vincente vale due match point consecutivi per Rublev, annullati da altrettanti ace. Due buchi per terra con il dritto ed è ancora tie-break. Quando Jeremy sbaglia la prima battuta al secondo punto, i pensieri non possono andare al doppio fallo con cui ha aperto l’altro tie-break e la profezia si avvera. Precipitoso (anche per i suoi standard), Rublev affossa l’inside-in; l’imprecisione prosegue fino al 7-2 (decimo tie-break vinto su 12 quest’anno per Chardy) che rimanda alla partita finale.

Nella metà campo francese, la stanchezza sembra pesare almeno quanto i colpi che arrivano dal fronte russo e non vengono in aiuto punti gratis con la battuta. Centrato in risposta e scatenato negli scambi, Andrey passa implacabile sopra all’avversario che non riesce a opporre resistenza. Sul 4-0, però, il n. 64 ATP si ridesta accorciando le distanze, mentre Andrey deve ricorrere alla battuta per mantenere almeno un break di vantaggio e arrivare 5-4. Jeremy annulla il terzo match point, ma una prima robusta gli impedisce di giocarsi la palla del 5 pari; poco dopo, Rublev scrive la parola fine scagliando l’ace numero quindici. Due ore e 39 minuti ad alta intesità, con saldo winner/unforced ampiamente positivo per entrambi, 23 vincenti di dritto a testa e Chardy che può consolarsi con l’ulteriore avvicinamento alla top 50, un ritorno che attende dal giugno 2019.

Risultati:

[2] S. Tsitsipas b. K. Khachanov 4-6 6-3 7-5
[4] A. Rublev b. [Q] J. Chardy 7-6(2) 6-7(2) 6-4
B. Coric b. K. Nishikori 7-6(2) 7-6(4)
[Q] M. Fucsovics b. T. Paul 6-4 6-3


Il tabellone completo

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