La WTA aggiorna il ranking: niente salvagente
A differenza di quanto fatto dall’ATP, non sarà possibile mantenere il 50 percento dei punti ottenuti nel 2019 in tornei che non si sono disputati nel 2020
A differenza di quanto fatto dall’ATP, non sarà possibile mantenere il 50 percento dei punti ottenuti nel 2019 in tornei che non si sono disputati nel 2020
La WTA ha annunciato che il ranking tornerà più vicino al tradizionale sistema annuale a partire dal lunedì successivo a Miami, vale a dire il 5 aprile; mentre i punti inizieranno a scalare, tuttavia, qualche piccola postilla legata alle modifiche del calendario avvenute nell’ultimo anno permarrà.
Steve Simon, CEO del circuito femminile, ha dichiarato: “La WTA ha lavorato a stretto contatto nel corso degli ultimi mesi con il Players’ Council, con le giocatrici e con il consiglio d’amministrazione per identificare le modifiche appropriate ai WTA Rankings che ci aiuteranno a creare un percorso per il ritorno al tradizionale ranking annuale”.
L’annuncio ufficiale ha sottolineato che i principi fondamentali degli aggiustamenti sono quattro:
La differenza fondamentale rispetto alla revisione operata dall’ATP si evince dal quarto punto, ed è che non sarà possibile mantenere il 50 percento dei punti ottenuti in tornei cancellati lo scorso anno, per esempio Wimbledon. Anche il terzo punto, però, evidenzia un’ulteriore discrasia: il tour maschile ha infatti deciso di scalare i punti ottenuti ad Indian Wells 2019 nonostante il 1000 californiano non si sia svolto quest’anno, mentre la WTA ha deciso di mantenerli fino alla prossima edizione (probabilmente prevista per il marzo 2022).
Di seguito vediamo quale sarà l’approccio alle varie tipologie di torneo come sono state spiegate nell’annuncio.
I punti ottenuti nel 2019 verranno scalati a due anni dal loro ottenimento. Esempi includono Miami, Madrid e Wimbledon – è in sostanza la categoria che differisce maggiormente dagli aggiustamenti ATP.
I punti ottenuti a questi tornei verranno scalati dopo la prossima edizione: questo significa che potrebbero durare tre anni. L’esempio classico in questo caso è Indian Wells – Bianca Andreescu, quindi, potrebbe mantenere i 1000 punti ottenuti nel 2019 fino al 2022. L’idea, come sottolineato nell’annuncio, è che le giocatrici debbano poter avere l’opportunità di difendere i punti ottenuti in un torneo prima che svaniscano.
Per questa categoria la WTA ha creato una distinzione, visto che stiamo parlando di tornei che si sono svolti sia nel 2019 che nel 2020, permettendo alle partecipanti di tenere il miglior punteggio ottenuto fra le due edizioni nell’interpretazione “Best of” delle classifiche:
Per quanto riguarda Palermo, Lexington e Praga, questo è il distinguo:
Per quanto riguarda Roma, il Roland Garros, Istanbul e Strasburgo, invece, la situazione è più complicata:
Questo gruppo include i tornei cancellati all’inizio di quest’anno come Brisbane, Auckland and Shenzhen; nel loro caso i punti scaleranno dopo due anni, vale a dire a gennaio 2022.
Guardando questa categoria, ci si trova di fronte a un caso piuttosto bizzarro: la WTA, infatti, non ha mai annunciato ufficialmente (per lo meno non sul suo sito) il prolungamento del ranking aggiustato ai primi tre mesi del 2021; l’ultimo aggiornamento su wtatennis.com, infatti, risaliva al 9 luglio del 2020.
In ogni caso, questo gruppo include i tornei che nel 2021 si sono giocati regolarmente nel primo trimestre, anche se magari non nelle stesse date del 2020; fra loro si annoverano l’Australian Open, Dubai, Doha, San Pietroburgo, Lione, Guadalajara, e Monterrey. In questo caso vale la stessa regola che si applica per Palermo, ma scalata di un anno:
In conclusione, si tratta di una categorizzazione molto capziosa e apparentemente astrusa, che a differenza di quella scelta dall’ATP potrebbe causare non pochi shock all’interno delle classifiche e vive anche di più estremi, visto che alcuni punteggi saranno validi per meno di un anno ed altri addirittura (con ogni probabilità) per tre stagioni. Tuttavia, i princìpi esposti all’inizio si riflettono abbastanza chiaramente nelle scelte fatte, princìpi che, nonostante le difficoltà incontrate dalle giocatrici dall’inizio della pandemia, esprimono la volontà del tennis femminile di premiare chi ha fatto meglio nell’ultimo anno riflettendo dei valori più vicini a quelli reali.