Murray ritrova il successo a Wimbledon: "Alla fine del terzo set sentivo la stanchezza e il dubbio che si insinuava"

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Murray ritrova il successo a Wimbledon: “Alla fine del terzo set sentivo la stanchezza e il dubbio che si insinuava”

Lo scozzese torna a vincere un match ai Championships dopo quattro anni: “Ho le gambe un po’ appesantite. Spero davvero di svegliami bene domani mattina”

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Andy Murray - Wimbledon 2021 (via Twitter, @atptour)
 

Andy Murray ha battuto ieri sul campo centrale Nikoloz Basilashvili in quella che è stata la terza vittoria stagionale nel circuito maggiore per lo scozzese e addirittura la prima sui prati di Wimbledon dal 2017. Il punteggio recita 6-4 6-3 5-7 6-3 e all’apparenza si direbbe che il terzo set sia stato il più equilibrato, invece è tutto l’opposto. L’ex numero 1 del mondo infatti aveva preso il largo issandosi fino al 5-0 ma lì qualcosa si è inceppato. “Non mi era mai successo nella mia carriera di trovarmi sopra di tre break e due set a zero” ha confessato Murray in conferenza, cercando poi di spiegare il suo tracollo di sette game persi consecutivamente.

“Penso che ci sia una combinazione di cose. Nel primo game in cui ho servito [per il match], penso che lui abbia giocato discretamente. A quel punto tutto si è un po’ complicato con il vento e cose di questo tipo. E poi sì, dal 5-2 in avanti ero un po’ nervoso. Non ho servito particolarmente bene in quei momenti. Mi sono trovato a giocare scambi più lunghi. Poi ho iniziato a prendere decisioni sbagliate che penso sia un segno di mancanza di gioco, di pratica”.

Avendo con il passare dei mesi perso l’abitudine a vincere, era in qualche modo inevitabile che le incertezze iniziassero a fare breccia. Come ha iniziato ad avvicinarsi la fine di quel set, ho iniziato a sentire un po’ di stanchezza e poi c’è il dubbio che si insinua perché è da tanto tempo che non vengo esposto a tre, quattro ore di tennis. Ho fatto pochissima pratica a questo livello e quindi ti salgono questi dubbi. Non all’inizio, non quando ero 5-0, ma quando ha iniziato ad avvicinarsi sul 5-3, 5-4, ho iniziato a pensarci un po’”.

Ma alla fine tutto si è risolto al meglio per il ragazzo di Dunblane che ancora una volta ha mostrato grande caparbietà, una caratteristica che difficilmente lo abbandonerà col passare degli anni. L’origine di questo suo spirito combattivo?Sono stato messo a contatto con la competizione fin da piccolo con mio fratello, con il tennis e facendo sport. In tutto quello che facevo c’era questo elemento di vittoria-sconfitta, nei miei hobby o nel mio tempo libero. Che si trattasse di giocare a calcio, a tennis, a golf, qualunque cosa. Mi divertivo un sacco a giocare ai giochi da tavolo quando ero un bambino quindi è venuto semplicemente naturale. Mi sembra naturale adesso, come se fosse istintivo, ma non sono nato così. Penso che sia stato a causa del modo in cui sono stato educato”.

Tre ore e un quarto di match non saranno facili da smaltire per il 34enne Murray, che come ha ricordato lui stesso è ancora alla ricerca del ritmo partita. La sua ultima vittoria in un match 3 set su 5 era arrivata agli US Open dello scorso anno ma fu subito seguita da una sconfitta al secondo turno.Come sto fisicamente? Devo aspettare e vedere perché come a New York, ad esempio, ho fatto abbastanza bene al primo turno contro Nishioka e quella sera mi sentivo bene. Poi mi sono svegliato il giorno dopo e riuscivo a malapena a camminare. Il mio inguine era davvero dolorante e non mi sono ripreso affatto da quella partita. Al momento mi sento bene, le mie gambe sono un po’ appesantite, un po’ stanche. Spero davvero che domattina mi sveglierò bene”.

Nonostante qualcuno potrebbe trovare il suo gioco monotono e poco entusiasmante, Andy si è sempre rivelato una persona di spirito, sagace e all’occorrenza anche disponibile e cordiale. Da questo suo atteggiamento ne ha tratto grande beneficio Liam Broady, 27enne tennista inglese attuale n. 143 che ieri ha battuto in tre set Marco Cecchinato. Broady ha confessato che lo scorso anno quando tutti i tennisti britannici si erano riuniti per il torneo post-lockdown, lui ha avuto una chiacchierata a cena con Murray che gli ha rimesso in piedi la carriera.

“Forse è stato un po’ generoso con me” ha ammesso sorridente lo scozzese. Lui stava trovando molte difficoltà col suo gioco ed era giù di morale, così io ho cercato di dargli qualche idea positiva. Lui ama il tennis e lavora duramente quindi gli ho detto che avrebbe raggiunto il suo best ranking in 12 mesi. In quel periodo si sentiva malissimo per il suo gioco e gli ho mandato un messaggio quando ha raggiunto la sua posizione più alta in carriera [lo scorso aprile, alla n. 137]”. Che siano queste prove da allenatore per la sua prossima carriera?

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