Federico Arnaboldi prepara la nuova stagione in cerca della definitiva consacrazione

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Federico Arnaboldi prepara la nuova stagione in cerca della definitiva consacrazione

Abbiamo raggiunto telefonicamente il ventunenne cugino di Andrea Arnaboldi (che compie 34 anni proprio oggi), il quale ci racconta speranze e progetti per la stagione che verrà

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Federico Arnaboldi (Photo Courtesy of Federico Arnaboldi)
 

Il giovane talento azzurro Federico Arnaboldi ha giocato uno splendido 2021 in cui, sotto la guida di Diego Nargiso, ha ottenuto i suoi primi successi a livello Future e ha polverizzato il proprio best ranking (è arrivato fino al N.540, mentre ora è 551). Un fastidioso infortunio l’ha però fermato sul più bello, costringendolo a rimanere ai box più di quattro mesi. Ora si sta preparando, con grandi aspettative, per la stagione 2022 che sta per iniziare.

Buongiorno Federico, come hai festeggiato il Natale?

Niente di particolare, sono rimasto a casa in famiglia. Anche perché potrebbe essere un 2022 in cui viaggerò molto [ride, ndr].

 

Certo, bisogna far fruttare la tua nuova classifica. Quando inizierà la tua stagione?

Direi il 17 gennaio, non so ancora dove ma la data dovrebbe essere quella. E ripartirò dal circuito Future perché dopo l’infortunio preferisco andarci cauto. Poi valuteremo la partecipazione a qualche Challenger.

Ricordaci cosa ti è successo.

Un doppio strappo agli addominali. Una volta recuperato dal primo infortunio, ci ho giocato sopra un mesetto e poi ho avuto una ricaduta, non esattamente nello stesso punto, ma sempre agli addominali. Insomma è da fine agosto che non gioco, a parte qualche partita di Serie A1 con il TC Genova.

Fermato sul più bello: due vittorie Future (L’Aquila e Bergamo), una finale ad Heraklion e tre semifinali. Tutto questo ti è valso il N.540 ATP, dopo che avevi iniziato la stagione da n.900.

È vero, è stata una bellissima stagione in cui ho cominciato a raccogliere i frutti del lavoro impostato con Diego Nargiso. C’è giusto un po’ di rammarico perché se non ci fosse stato l’infortunio forse avrei potuto fare anche meglio.

Tuo cugino Andrea, in un’intervista di un anno fa, ha detto di te che forse sei un po’ troppo precisino e che dovresti concederti qualche errore. Ti riconosci in questa descrizione?

Un po’ sì [ride]. Mi piace fare le cose per bene, ma forse a volte un po’ esagero. In alcune partite effettivamente ci vorrebbe un po’ più di spensieratezza. Però il mio essere ‘precisino’ e puntiglioso [ride] mi ha permesso di portare a casa partite che sembravano perse.

Ormai che parliamo di Andrea, dimmi del rapporto che vi lega.

Siamo più che cugini, direi quasi fratelli. Viviamo uno di fianco all’altro [a Cantù, in provincia di Como, ndr] e ci sentiamo quotidianamente. Poi quando siamo entrambi a casa ci vediamo spessissimo, ci alleniamo assieme, ci scambiamo informazioni e condividiamo tante cose.

A proposito delle tante cose che condividete, ultimamente avete anche l’allenatore in comune, Diego Nargiso.

È vero, io con Diego collaboro dai giorni del primo lockdown. Andrea, quando è finito il rapporto col suo precedente allenatore, ha cominciato a venire qui da noi al TC Grillo di Capiago. Poi da cosa è nata cosa, e da settembre Diego ci allena entrambi.

Su cosa stai lavorando con Diego?

Abbiamo fatto un gran lavoro sui cambi di direzione e di traiettoria, cercando di usare molto il back. Poi ci siamo allenati molto sul gioco a rete perché, visto che a me piace spingere tanto, andare a raccogliere dei punti a rete può diventare naturale. Infine Diego insiste tanto sui colpi d’inizio scambio, cioè servizio e risposta.

Federico Arnaboldi (Photo Courtesy of Federico Arnaboldi)

Poi con tuo cugino condividete anche il tifo per l’Inter, mi pare.

È una passione di famiglia che viene da lontano, quando da piccoli i nonni ci portavano spesso allo stadio. È una cosa che sentiamo molto.

Nel 2016 hai vinto l’Avvenire. Che ricordo hai?

Un ricordo magnifico, anche perché ero il giocatore di casa. Infatti fino a due anni fa ero tesserato per l’Ambrosiano e c’era un sacco di gente che tifava per me. In più venivo da un momento in cui non stavo giocando tanto bene. Fu una grande soddisfazione.

La tua superfice preferita? Ti ho visto giocare sul cemento di Heraklion e mi sei piaciuto molto.

In realtà continuo a sentirmi più a mio agio sulla terra, tanto che sul cemento ho giocato solo quei due tornei in Grecia. Ma effettivamente anche Diego insiste tanto, dicendo che ho una chiara predisposizione per quella superfice.

Chi sono i tuoi migliori amici nel circuito?

Devo dire che vado d’accordo più o meno con tutti. Se però devo fare un nome ti dico Gian Marco Ferrari [N.945 ATP] che è il mio compagno di allenamenti. Poi quest’anno abbiamo sempre girato assieme.

In partita sei scaramantico?

Non tanto, però ai cambi di campo mi piace appoggiare sempre la racchetta nello stesso punto e nello stesso modo.

Quando sei in giro per tornei come passi il tempo nei momenti off?

Faccio tante cose, a cominciare da Netflix che è una benedizione perché quando sei lontano ti fa veramente compagnia. Ovviamente guardo le serie TV e la mia preferita è senza dubbio “La casa di carta”. Poi mi piace ascoltare musica, anche se non ho veramente un autore preferito. Diciamo che ogni settimana la mia playlist cambia parecchio.

Una volta mi hai detto che sei anche un buon lettore.

È vero, mi piacciono tantissimo le biografie dei campioni sportivi, soprattutto calciatori.

Grazie Federico, Ubitennis ti fa tanti auguri per un 2022 ricco di salute e di punti ATP.

Contraccambio di cuore a tutti i lettori diUbitennis, almeno per quanto riguarda la salute [ride].

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Sinner come Marco Polo: in Oriente scopre il suo best ranking

Sinner raggiunge Panatta come best ranking raggiunto da un italiano nell’era moderna del tennis. In campo femminile il record appartiene a Francesca Schiavone

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Il libro del tennis azzurro scrive un nuovo capitolo straordinario. Lo fa in un pomeriggio in cui in Italia l’autunno sembra non esser mai cominciato. 3 ottobre 2023 la data in cui Jannik Sinner ha raggiunto Adriano Panatta come best ranking mai toccato prima, ovvero la posizione n. 4. Lascia da parte rancori e inquietudini interne ed esterne legate a quelle maglie che difendono l’Italia alla conquista della Coppa Davis e si posiziona accanto a un’icona della storia come Adriano Panatta.

Il tutto in una serata cinese, in cui nella capitale della Cina, l’ex recente numero 1 al mondo, Carlos Alcaraz, guarda annichilito la reazione dell’altoatesino che rischia di finire sotto di due break nell’incipit della gara ma che poi reagisce, vince il tie-break del primo set e chiude 6-1 al secondo parziale.

A due passi dalla “Città Proibita”, il tempio del tennis cinese issa Jannik Sinner a quello che da lunedì sarà il suo nuovo gradino della “scala reale” del tennis. Sarà numero quattro come lo è stato Adriano Panatta, unico italiano nell’era moderna a raggiungere questo obiettivo. Nel tennis a noi noto con la classifica computerizzata, uno dei più grandi talenti del tennis italiano fu quarto in classifica dal 24 agosto 1976 sino al 12 settembre 1976, nell’epoca in cui dominavano Connors, Borg e Vilas. Per Panatta quello fu anno d’oro segnato dalle vittorie di Panatta al Roland Garros, agli Internazionali d’Italia e in Coppa Davis.  

 

Giganti del tennis difficili da paragonare a quelli attuali, ma risulta anche essere superfluo il raffronto tra queste epoche.

Sinner diventa n. 4 al mondo, l’85° tennista della storia a riuscirci, ma con un obiettivo che lo regalerebbe ulteriormente alla storia di questo tennis. Qualora dovesse riuscire a chiudere il 2023 da 4 del ranking sarebbe l’unico italiano a riuscirci. Record che devono dare al giovane Jannik quella fiducia in sé stesso che spesso è mancata, quella cattiveria che servirebbe a girare le partite in cui non gioca benissimo. L’obiettivo resta sempre lo Slam, ma adesso questo record parziale potrebbe essergli di grande aiuto per riabbracciare l’Italia intera e lasciare a casa i dubbi, i rancori, le perplessità e le delusioni che hanno segnato i chilometri precedenti al viaggio in Cina.

Un po’ come Marco Polo ha trovato la sua fortuna in un viaggio in Oriente, adesso tocca alla sua mente completare il giro del Mondo.

Il best ranking di Matteo Berrettini attualmente è stato il n. 6 centrato con la semifinale all’Australian Open nel 2022. Fu il primo italiano ad arrivare tra i primi sei al mondo da quel famoso 1976. Corrado Barazzuti, invece, fu n. 7 al mondo il 21 agosto 1978 grazie alla semifinale raggiunta in quell’anno al Roland Garros. Fabio Fognini, invece, raggiunse la posizione n. 9 il 15 luglio 2019. Era il tennis dei Fab-Four che ancora non aveva conosciuto la pandemia. Quell’anno vinse il Masters1000 di Monte Carlo che gli diede lo slancio per salire in classifica.

In campo femminile, invece, con la quarta posizione raggiunta nel 2011 è Francesca Schiavone l’italiana ad aver raggiunto la posizione più alta di sempre. Almeno una volta ai quarti in tutti gli Slam, trionfatrice del Roland Garros 2010, la “leonessa milanese” è stata icona azzurra specie su terra battuta. Francesca Pennetta, vincitrice dell’Us Open 2015, è stata numero 6 del ranking mondiale in singolare e numero 1 in doppio. Un gradino più su riuscì a piazzarsi Sara Errani, il n. 5 il suo best ranking.  Roberta Vinci, finalista perdente contro Pennetta allo US Open è arrivata al N.7.

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ATP 1000 Shanghai, il programma di mercoledì 4 ottobre: Fognini trova Kokkinakis

Fabio Fognini torna a giocare un match nel main draw di un torneo del circuito maggiore: scenderà in campo intorno alle 8 ora italiana

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Era il 2019, e Daniil Medvedev aveva la meglio su Alexander Zverev, conquistando così il suo secondo titolo 1000. Quattro anni dopo, è ancora quello l’ultimo match disputato nel prestigioso master 1000 di Shanghai, cancellato nelle ultime tre stagioni a causa delle stringenti misure anti covid delle autorità cinesi. Da quest’anno, il più importante torneo asiatico potrà contare su un tabellone allargato a novantasei giocatori, sei dei quali italiani.

Di questi uno scenderà in campo sul centrale nella giornata di inaugurazione dell’edizione 2023: si tratta di Fabio Fognini, oggi sceso al numero 129 del ranking, in gara grazie ad una wildcard. Il ligure torna a giocare nel main draw di un torneo del circuito maggiore per la prima volta da luglio, quando perse al primo turno a Gstaad. In particolare, non vince un match di questo tipo dal secondo turno del Roland Garros. Il suo avversario sarà Thanasi Kokkinakis. L’estroso australiano, numero 71 del mondo, parte favorito: ha vinto tutti e tre i precedenti con Fabio, l’ultimo in Australia, quest’anno. In ogni caso, ci sono tutte le premesse per una partita interessante fra due giocatori molto talentuosi. Il match è il secondo in programma sul campo centrale, a seguire della sfida fra Dusan Lajovic e Stan Wawrinka, impegnati a partire dalle 6:30 ora italiana.

A seguire, chiuderanno il programma sul centrale i veterani Gasquet (impegnato col giocatore di casa Zhizhen Zhang) e Murray, che sfida Roman Safiullin. Qualche match da tenere d’occhio sui campi secondari: Mackenzie McDonald affronta il francese Moutet; Daniel Altmaier trova il giapponese Nishioka.

 

Ecco il programma completo (Diretta TV SKY Sport Tennis)

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ATP/WTA Pechino: la finale fra Sinner e Medvedev mercoledì alle 13:30 (SuperTennis)

Jannik Sinner, nuovo numero quattro del mondo gioca la sua quarta finale stagionale, la terza contro Daniil Medvedev

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Mercoledì è giornata inusuale per una finale di torneo nel tour professionistico. Tuttavia, questo swing asiatico – il primo dal 2019 – ci ha già abituato ad alcune variazioni sul tema, fra match conclusi a notte fonda (questa, in realtà, sta diventando sempre più spesso la norma) e date di inizio e fine dei tornei inconsuete.

Nel 2019, un giovanissimo Sinner perdeva il primo dei suoi sette confronti con un ragazzino spagnolo, Carlos Alcaraz. Sono passati quattro anni e sul Diamond Court di Pechino quelli che erano due ragazzini si sono affrontati per un posto in finale come numero due e numero sette del mondo. Il divario è destinato ad accorciarsi ulteriormente: col prossimo aggiornamento della classifica, Sinner sarà ufficialmente numero quattro, tennista italiano più in alto del ranking da quarantasette anni, da quel 24 agosto 1976 in cui numero quattro lo fu Adriano Panatta.

Jannik affronterà in finale la sua nemesi: Daniil Medvedev. Il russo e Jannik si sono affrontati sei volte, e in tutti e sei i casi è stato l’attuale numero tre del mondo ad avere la meglio. Due di quei sei confronti si sono disputati quest’anno, e rappresentano i due terzi delle finali disputate da Sinner in questa stagione: quelle perdenti, a Rotterdam prima e poco dopo a Miami. Eravamo nel momento migliore dell’annata del russo, ripresosi dopo mesi di appannamento con una lunga serie di vittorie consecutive. A Miami, in particolare, Sinner aveva eliminato proprio Alcaraz per raggiungere la sua seconda finale in un mille.

 

Mercoledì 4 ottobre si riaffronteranno alle 13.30 ora italiana, l’orario della sessione serale (là sono le 19.30) di Pechino. Negli ultimi giorni, l’indicazione è stata più volte disattesa: ciò ha portato a match (uno su tutti quello fra Alexander Zverev e Davidovich Fokina) conclusosi ben oltre la mezzanotte. Questa finale, comunque, dovrebbe iniziare all’ora prevista, essendoci un solo match femminile prima della sfida italo-russa: si tratta di Pegula-Ostapenko, incontro di terzo turno che inizierà alle 6.00 ora italiana.

Il programma completo a Pechino di mercoledì 4 ottobre:


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