Coppa Davis: ora tutto si complica ma nulla è ancora perduto. Se fossi Volandri...

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Coppa Davis: ora tutto si complica ma nulla è ancora perduto. Se fossi Volandri…

La sconfitta di Sonego rischia di metterci nei guai: nel doppio non siamo favoriti. Nei singolari sì. Ma Musetti o Sonego in doppio con Bolelli? E in singolo?

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Dalle stelle alle stalle…Sì perché ieri ricordando che la squadra detentrice della Coppa Davis, la Russia, è stata esclusa dalla manifestazione di quest’anno salvo contrordini, si era detto che l’Italia quest’anno avrebbe avuto buone chance di portarla a casa, sempre che Berrettini e Sinner fossero sempre stati disponibili.

Invece ci troviamo sull’1 a 1 a Bratislava alla vigilia di un doppio che noi dovremo quasi improvvisare e che quindi non ci vede favoriti sebbene i nostri giganteschi avversari abbiano quasi 40 anni, Igor Zelenay (1m,98 cm, 4 tornei vinti ), e quasi 37, Filip Polasek, (1 m,93 cm e17 tornei vinti compreso un Australian Open nel 2021) e non possano definirsi imbattibili. Polasek è ancora n.13 del mondo di specialità, Zelenay 145.

Ma noi abbiamo soltanto Bolelli come specialista, ex campione di Slam e recente vincitore del torneo di Rio in coppia con Fognini che però si è stirato il polpaccio.

Non è una situazione facile, perché la sconfitta di Sonego complica maledettamente le cose.

Non è stato davvero incoraggiante, per Sonego che aveva già perso un duello decisivo a Torino con il croato Gojo, n.279 del mondo, riperdere anche con il ventinovenne Horansky,203 ATP che quasi – ora esagero un po’ – ma non vinceva più una partita dacchè trionfò al Bonfiglio 11 anni fa e che si è trovato a scendere in campo soltanto perché Molcan ha contratto il Covid proprio nella mattinata di questo venerdì. Tant’è che aveva ripreso gli studi di giurisprudenza per tentare la strada dell’avvocato

In mattinata ho visto Musetti allenarsi in doppio con Bolelli e quasi certamente questa sarebbe stata la coppia che avrebbe voluto schierare Volandri. …però se Volandri avesse pensato di far poi giocare a Musetti il singolare al posto di Sonego beh, l’idea di mettere in campo due volte Musetti che in Coppa Davis non ha praticamente mai giocato, è un discreto rischio. Non è chiedergli troppo? Ciò anche se le caratteristiche di questo campo sembrano essere ideali per Lorenzo. Non è troppo veloce, di certo aiuta i suoi movimenti ancora troppo ampi.

Musetti ha esordito a Torino nel doppio che non contava contro gli Stati Uniti, Ram e Sock, dopo che gli azzurri avevano battuto sia Isner sia Opelka nei singoli. Quindi di fatto questo sabato il suo sarebbe un esordio vero e proprio, con ben altre responsabilità.

Se si fossero giocati prima i singolari e poi il doppio il problema non si sarebbe posto. Ma con questa formula così  balzana, con il doppio che vale un quinto dei punti come nella vecchia Coppa Davis ma che si gioca prima dei singolari – come era anche una volta, ma allora la Davis si giocava in tre giorni e non in due – far giocare il doppio a uno che poi deve giocare anche il singolare e probabilmente addirittura il singolare decisivo sul 2 pari è un bel rischio e un bel rompicapo.

Nel doppio infatti sembrano favoriti i veterani slovacchi che al doppio si sono sempre dedicati. Poi su questo campo e con la folla che li incoraggia, abbiamo visto che i due singolaristi sono stati capaci entrambi di rendere molto più del solito.

Se fossi io il capitano, e non ho visto giocare in questi giorni Travaglia che è stato convocato a sostituire l’infortunato Fognini e non mi risulta essere un gran doppista, farei giocare Bolelli e Sonego per lasciare tranquillo Musetti. Non è detto che Sonego se ha giocato al di sotto delle sue possibilità di venerdì non possa giocare bene sabato. Avrebbe più o meno le stesse chances di giocare altrettanto bene che Musetti. Non farei questo scelta perché avrei paura che Musetti si stancasse a giocare due partite. A 19-20 anni giocare due match sui due set su tre, uno dei quali è un doppio, sotto il profilo fisico è uno scherzo. Ma sotto quello psicologico invece può essere dura.

Ma metterlo in campo per un doppio che è più facile perdere che vincere potrebbe avere conseguenze di tipo nervoso. Dopo il doppio gioca Sinner con Horansky e anche se Sinner non è stato particolarmente convincente nella prima giornata, tuttavia lui mi pare proprio di un’altra categoria. Quando è il momento di chiudere chiude. Quindi il punto credo proprio che lo porterà a casa, sia che sia quello del 3-1 e della vittoria, sia che sia quello del 2 pari, in rimonta dopo aver malauguratamente perso il doppio.

Ma mi pare tanta roba chiedere a Musetti oltre a un esordio pesante nel doppio di gestire anche quell’intervallo fra due gare a distanza di poco più di due ore, mentre Sinner gioca…e quindi alimentarsi, concentrarsi, non stressarsi a guardare Sinner pur…dovendo seguire quel che accade per prepararsi a scendere in campo, Insomma troppe cose tutte insieme per un tennista certamente inesperto.

Di sabato il National Tennis center sarà ancora più pieno, caldo ed entusiasta.

E questo venerdì abbiamo constatato che la Davis ha cambiato abito ma non abitudini. Sinner è il n.11 del mondo ma giocando contro il n.110 Gombos ha fatto il suo  stesso numero esatto di punti, 85 ciascuno, come se quei 99 posti di differenza non esistessero. Vero che nel tennis i punti non sono uguali. Contano quelli che decidono e Sinner, dopo aver faticato molto più del previsto, alla fine li ha fatti lui. Nel terzo set è riuscito a non fare arrivare mai a 40 il suo avversario che invece nel secondo set gli aveva strappato due volte la battuta. “Ho avuto un calo di concentrazione sul 2-1 “ ha ammesso Jannik, sempre lucido nell’analizzare le sue partite. Difatti ha perso il servizi, nel quarto e nel decimo gioco, nonostante che un break a Gombos nel primo game sembrava avesse spianato la partita a favore del ragazzo della Val Pusteria.

In teoria, quella teoria che in Davis viene spesso smentita, fra Sonego, n.21 e il sostituto dell’ultima ora Horansky, n.203, il divario avrebbe dovuto essere ancora più netto: 182 posizioni non sono uno scherzo.

Eppure l’equilibrio del primo set, vinto al tiebreak dallo slovacco che era forte da junior – vinse il Bonfiglio 11 anni fa, era il n.3 del mondo – ma da adulto non aveva mai combinato nulla di buono, si è spezzato nel secondo…Ma non a favore di Sonego, bensì della riserva slovacca che dopo aver mancato una palla break per il 4-2 ha sfruttato a suo favore la quarta per il 5-3.

Dopo di che non ha tremato nemmeno un filo e ha chiuso il set e il match dominando l’ultimo game, nonostante un bel punto di Sonego sul 30-0. Un fuoco di paglia purtroppo.

Uno a uno quindi in una giornata nella quale alle 17, anziché in questo stadio del tennis, avrei voluto essere in piazza SNP, acronimo che però va tradotto come Slovak National Uprising, a circa 300 metri dal palazzo presidenziale slovacco, bellissimo, e a 500 dal castello di Bratislava, all’interno di un centro storico tutto da camminare a piedi, bello e e piacevole…se non fosse che bisogna vestirsi da eschimesi. Lì, vicinissimo al Ministero della Cultura e all’ufficio centrale e gigantesco della Posta slovacca ho visto che stavano montando un palco gigantesco con un mega video. Mi sono informato: non era per una partita di calcio dello Slovan Bratislava. Era per il discorso in streaming che il premier ucraino Zelensky aveva fissato di fare intorno alle 17 per 8 Paesi collegati simultaneamente.

Era previsto che sarebbe arrivata una folla strabocchevole. Peccato che l’orario di inizio lo rendesse incompatibile con i miei doveri di cronista, per i motivi che mi hanno portato qui.

Fra questi anche le ormai famose magliette con il simbolo “Tennis for Peace” che mi sono scervellato per decidere a chi cercare di farle indossare dopo che già tutta la delegazione italiana si era presentata con il suo “Stop the War”. Finchè mi è venuta l’ispirazione di farle indossare a chi sarebbero stati sicuramente i più inquadrati dalle telecamere: i sette componenti della claque slovacca armati di tamburi e …voci da tenori.

Supporter slovacchi con le magliette di Ubitennis col simbolo #tennisforpeace (foto Felice Calabrò)

Ripeterò l’esperimento anche nella seconda giornata, ma devo far stirare le t-shirt perchè le hanno tutte stropicciate…Insomma bisogna pensarle proprio tutte…anche se poi il discorso ai fini televisivi è abbastanza inutile perché pensare che chi commenta su Supertennis citi una iniziativa di solidarietà, seppur oggettivamente lodevole, di Ubitennis è altamente improbabile. “Quel telecronista potrebbe rischiare il licenziamento ad osare così tanto”…ironizzava un collega. Sono comunque orgoglioso del mio team che ci ha consentito di avvisare tutte le 72  federazioni impegnate in questo primo turno di Davis, ma anche ATP, WTA, Hall of Fame, Tennis Europe e l’associazione internazionale dei giornalisti, più i soci dell’International Club. E l’iniziativa è stata presentata in 3 lingue, con l’aiuto dei nostri traduttori. Quanti destinatari? Oltre 600. Ci siamo mossi prima che lo facessero i 7 grandi poteri del tennis, il cui silenzio era stato assordante fino a quel momento.

Ma al di là di tutto, t-shirt o meno, speriamo che oggi l’Italia, dopo essersi complicata così la vita, riesca a sfangarla. Coraggio.

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