Sinner si sblocca, Sonego che flop. Ora l'1-1 fa paura (Crivelli). Sonego da incubo ci mette nei guai (Giammò). Aggrappati a Sinner (Azzolini). L'aria della Davis fa male a Sonego, la sfida è aperta (Calabresi)

Rassegna stampa

Sinner si sblocca, Sonego che flop. Ora l’1-1 fa paura (Crivelli). Sonego da incubo ci mette nei guai (Giammò). Aggrappati a Sinner (Azzolini). L’aria della Davis fa male a Sonego, la sfida è aperta (Calabresi)

La rassegna stampa del 5 marzo 2022

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Sinner si sblocca, Sonego che flop. Ora l’1-1 fa paura (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Questi fantasmi. Che si materializzano ancora una volta in Davis, ormai priva della sua anima originaria però sempre capace di sconvolgere classifiche e pronostici con il fascino crudele dell’imprevedibilità. E perciò, da favorita senza se e senza ma, e con la spinta ulteriore dell’assenza improvvisa del numero uno avversario Molcan, positivo al Covid con il tampone del mattino, l’Italia si ritrova in parità con la Slovacchia, che così non ha neppure un giocatore tra i primi 100, e ancora una volta guarda con il respiro affannato al doppio di apertura della seconda giornata, dove non siamo favoriti. […] Sul filo di lana Già: perché prima della delusione di Sonego, nervoso, impacciato e falloso (45 gratuiti) e dunque inesorabilmente destinato a una sconfitta sinistramente analoga a quella di Torino con il carneade croato Gojo contro Horansky, 203 del mondo sostituto dell’ultima ora di Molcan, con un fulgido passato da juniores (vinse il Bonfiglio nel 2011) mai più replicato, Sinner mantiene immacolato il suo ruolino di mancia in Coppa (quattro vittorie su quattro) riacciuffando per i capelli ricci che gli inondano il capo la partita contro Gombos,110 Atp. Un match molto più complicato del previsto (alla fine 85 punti per entrambi), in equilibrio fino al 4-4 del terzo set prima che Jannik, con il talento e la lucidità, ritrovi la spinta sulla palla e la fluidità del braccio: «Me lo aspettavo, lo slovacco su questa superficie particolare (veloce indoor appoggiato sul legno, ndr) riesce ad essere molto aggressivo. Ma sono soddisfatto perché sono uscito bene da una battaglia difficile: mi piace giocare in Davis, siamo un bel gruppo e io posso imparare dagli altri». Ovviamente, ci sono anche aspetti che non lo hanno convinto: «Ero avanti un set e un break, ero in controllo, ma dal terzo game del secondo set mi sono mancate un po’ di energie e lui è salito di livello. Certamente devo lavorare sulla seconda palla per essere meno vulnerabile. E anche le discese a rete sono state fruttuose solo nel terzo set, in allenamento con Vagnozzi sto lavorando su tanti dettagli nuovi del mio gioco anche se non devo perdere di vista le mie caratteristiche migliori». L’ora delle scelte Attendendo Berrettini, si chiama dunque Sinner la nostra certezza, mentre capitan Volandri avrà passato la notte a studiare la soluzione del cubo di Rubik del doppio, dove gli slovacchi con il superspecialista Polasek e il lungagnone quarantenne Zelenay pregustano il colpaccio: «La Davis dà e toglie, e sappiamo pure che i numeri non contano, partivamo favoriti ma i nostri due avversari hanno giocato due partite strepitose. Jannik per fortuna ha ritrovato energia quando contava. Le decisioni non si prendono a caldo, parlerò con tutti e poi sceglierò chi schierare insieme a Bolelli e nell’eventuale ultimo singolare». Un’eventualità che non era contemplata.

Sonego da incubo ci mette nei guai (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

Si è chiusa in parità la prima giornata del preliminare di Coppa Davis tra Slovacchia e Italia. Ma per gli azzurri favoriti dai pronostici della vigilia, è un risultato che, pur mantenendo intatte le chances di qualificazione, lascia in eredità più insidie che quelle che ci si aspettava e minori certezze su cui provare a costruire i due punti necessari al passaggio del turno. E’ stato di parola, Jannick Sinner E’ stato lui infatti a regalare il primo punto della sfida all’ltalia al termine di un match che nel terzo se tha assurto i connotati di un vero e proprio braccio di ferro. Anche Gombos, a suo modo, non ha tradito le attese: avversario scomodo, bravo a sfruttare al meglio i suoi punti di forza – il servizio su tutti – resi ancor più efficaci dal clima e dalla superficie della NTC Arena. Nel primo parziale a Sinner è bastato un break conquistato nel quinto game, quando il rodaggio alla battuta del suo avversario era ancora in corso. Da li in poi lo slovacco, confortato da percentuali sempre più robuste sulla prima di servizio, ha saputo però dettare i ritmi degli scambi non offrendo all’azzurro alcuna palla break nel secondo set, riuscendo anzi a strappargli due volte la battuta chiudendo così sul 4-6 e rinviando al terzo la chiusura delle ostilità. […] Compresa quindi l’impossibilità di dare al match l’ïndirizzo sperato, a Sinner non restava altro che accettare la sfida di Gombos.E’ così e stato nel terzo set, dove con pazienza, classe e ostinazione, Il n.11 del mondo ë infine riuscito a entrare nel servizio dello slovacco incrinandone le certezze e, complici delle palle break sin li mancate, costringendolo all’errore fino al 6-4 con cui ha chiuso il match. CROLLO. Poi, si sa, la Davis vive di situazioni momenti e atmosfere che solo in parte ricalcano quelle della routine che si respira sul circuito. E il secondo singolare ne è stata un’ulteriore conferma. Pochi minuti prima del via del match di Sinner la notizia della positività al Covid di Alex Molcan, impegnato nel secondo match contro Lorenzo Sonego, ha infatti costretto il capitano slovacco Toth a mandare in campo Filip Horansky, attuale n203 del ranking e autore sin qui di un 2022 privo di acuti. Dopo essersi scambiati dei break a metà primo set, è stato il servizio dell’azzurro a sfarinarsi progressivamente nel corso di un tie-break che ha visto issarsi Horansky fino al 6-1. Il servizio perso dallo slovacco in apertura di secondo parziale ha soltanto illuso Sonego di poter ritrovare quel ritmo e quelle soluzioni con cui sperava di portare l’inerzia del match dalla sua. Invece le sue basse percentuali al servizio, unite allo stato di grazia del dritto del suo rivale, gli hanno impedito di riprendere in mano il controllo delle operazioni, né sono bastati alcuni lampi per riaccendere una fiducia che Horanskyi di suo continuava a fiaccare con puntuali vincenti e una minor predisposizione all’errore gratuito riuscendo a chiudere il match dopo un’ora e quarantacinque di gioco col punteggio di 7-6 6-3. «Dovremo fare delle riflessioni sul doppio di domani., ha dichiarato capitan Filippo Volandri al termine del match. Oggi infatti alle 15 si riprenderà a giocare proprio con il doppio, e Volandri sa bene che quello sarà l’unico match in cui i nostri avversari potranno schierare il loro unico specialista, Filip Polasek. Occorrerà essere impeccabili per riuscire a sovvertire i favori del pronostico: per evitare di affrontare i due ultimi singolari con l’acqua alla gola, e centrare una qualificazione il cui esito dipende ancora tutto da noi

Aggrappati a Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)

In una giornata così tipicamente da Davis, tra ribaltoni e scherzi della sorte, fatiche indicibili e Covid, l’Italia si aggrappa al punto che Sinner strappa in corsa a un Gombos in formato de luxe ma vede sgonfiarsi le percentuali che le attribuivano un facile passaggio alle finali. L’uno pari, firmato da Fllip Horensky, uno che non doveva esserci, trascinato in campo dalla scoperta (tardiva e pericolosa, va detto) della positività al Covid del designato Alex Molcan, ha stravolto il match e cambiato le carte sul tavolo. Al punto da inorridire e pietrificare Lorenzo Sonego, abituatosi all’idea di dover competere con un mancino, poi trovatosi a battagliare con un tennista destrorso, puntiglioso, che aveva assai poco da perdere. Ne è uscito male, il nostro, e l’Italia con lui Oggi c’è un doppio che potrebbe rivedere subito in campo Sinner (con Bolelli), ma siamo in emergenza. i favoriti sono gli slovacchi, e dopo ci sarà da competere con una squadra che davanti al proprio pubblico ha dimostrato di conoscere la strada per inguaiare gli azzurri. [..]. In tutto ciò, il giovane Semola ha mostrato cuore e attributi, ma stavivendo un momento di transumanza nella sua vicenda di predestinato al soglio tennistico.Lo ha voluto lui, allontanandosi da Piatti, e ora è in mezzo al guado che dovrà depositarlo sulla sponda di un tennis in parte rivisto e corretto. […] Al momento, il Sinner migliore è ancora quello che, vista la mala parata, si serra nelle retrovie a far gara di schioppi con l’avversario. Gomby non scherza, in quanto a colpi proibiti. A tratti è apparso addirittura devastante, bacando righe e nastri in quantità industriali. Eppure, alla fine del primo set, dopo il break, risucchiato dalle trame ancora incerte del quinto game, Semola ha mostrato con sicurezza quale sarà l’approdo finale del suo gioco. E un tennis di grandi spinte, nel quale però sa calare con disinvoltura perle di una lucentezza inattesa, come alcune perfide voleé. Piuttosto, è quando l’altro ha preso il sopravvento che le trame di Sinner si sono fatte appiccicaticce. Sul 2-0 a favore dell’italiano nel secondo set Gomby ha aumentato i giri del motore e preso campo. Ha rimontato riprendendosi il break e ponendosi alla guida del set fino al 5-4, quando Semola ha avuto un evidente tracollo emozionale. Nel terzo, Sinner si è rifugiato in quello che ancora sa fare meglio. Ha tenuto lo scambio, con caparbietà e così facendo ha sfilato allo slovacco le certezze che lo avevano sorretto fin lì. Sul quattro pari ha portato a casa il break decisivo. «Ho infittito i colpi, ho spinto di più. Gombos su queste superfici è un avversario tosto. Ha giocato bene. Ma l’importante è che sono riuscito a trovare i colpi che servivano al momento giusta E ora vado a fare il tifo per Lori». Non è servito a molto purtroppo. Contro Horansky il torinese ha sofferto sin dal primo game, pochissimo aiutato dal servizio, e pronto a infilarsi ripetutamente nel tunnel degli orrori, con raffiche di punti giocati senza il supporto della convinzione. Brutto match, poco da dire. Horansky (numero tre juniores, poi inabissatosi) si è staccato nel tie break e nel secondo set ha recuperato un break a Sonego e ha guidato il gioco, trovando lo scatto vincente sul 4-3. «Sonny ha messo in campo tutto quello che aveva», l’ha scusato Volandri, ben sapendo che non sarà facile recuperarlo nei panni migliori per il gran finale di oggi.

L’aria della Davis fa male a Sonego, la sfida è aperta (Marco Calabresi, Il Corriere della Sera)

La Coppa Davis è la Fa Cup del tennis. Capita che il n.11 del mondo debba faticare per battere il n. 110, ma capita — ahinoi — che il n. 21 perda contro il 203. […]. La notizia arrivata poco prima dell’inizio di Slovacchia-Italia della positività al Covid di Alex Molcan (mancino), sostituito da Filip Horansky (destro) sembrava aver spianato ancora di più la strada per Jannik Sinner e Lorenzo Sonego, ma la serata di Bratislava si è andata complicando. Già Jannik, contro Norbert Gombos, non aveva passeggiato: gli era servito il terzo set per venire a capo della sua partita, dominata fino al 2-0 nel secondo (con un game fatto di quattro ace) ma riaperta tra errori da fondo campo e un rendimento dell’avversario cresciuto alla distanza. «Non sbagliava niente — ha commentato Sinner —, e ha cominciato a crederci. Ma nel terzo io ho spinto ancora di più e sono contento di aver conquistato il primo punto. E stata una partita tosta, ma me l’aspettavo». Tosta a tal punto che Sinner e Gombos hanno totalizzato lo stesso numero di punti, con la differenza che Sinner si è portato a casa quelli decisivi. Probabilmente era Sonego a non aspettarsi di uscire dal campo sconfitto in due set da un 29enne che gioca solo Challenger sebbene da ragazzino avesse vinto l’Australian Open in doppio e fosse considerato un talento. Non è la prima volta che il torinese stecca in Davis: era capitato già a novembre, a casa sua, contro il croato Gojo; anche stavolta, Sonego non ha inciso col servizio e a nulla è servito provare a variare il gioco. Quarantacinque errori sono troppi anche contro un giocatore che ha quasi dieci volte la tua classifica. «La Davis ti dà, la Davis ti toglie — l’ammissione del capitano Filippo Volandri —. I numeri non contano e ce lo stiamo ricordando. I nostri avversari hanno giocato due partite strepitose, forse più Gombos che Horansky. Jannik, che sta inserendo nuovi elementi nel suo tennis, è stato bravo a ritrovare energie nel terzo. L’assenza di Molcan ha penalizzato Sonego, succede». A differenza della vecchia Davis che si giocava su tre giorni (e con i match al meglio dei tre set su cinque), stavolta si decide tutto in due: alle 15 (diretta Sky e Supertennis) toccherà a Simone Bolelli e Stefano Travaglia (ma non è detto che Volandri alla fine non schieri Sinner) portare a casa il doppio e ridare la palla ai singolaristi. Non facciamo scherzi. 

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