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Dice Santopadre: “È stato un processo lungo e graduale, bisognava rispettare i tempi medici. È stato un recupero progressivo e in crescendo con l’obbiettivo di rientrare e competere, Berrettini ha fatto il suo dovere di faticatore, e lo ha fatto bene“. A Stoccarda si respira aria briosa, trionfale, forse perché su questi prati Matteo trionfò nel 2019 ai danni di Felix Auger-Aliassime. Oggi si festeggia per il momento il rientro dopo un infortunio, ma non per questo meno dolce di una vittoria.

Vincenzo Santopadre, 50 anni, allenatore di Matteo Berrettini da quando ne aveva 15, racconta in un’intervista al Corriere dello Sport il lungo travaglio che ha riportato Matteo sui campi di tennis. Non è stato solo un processo di recupero fisico, ma anche se non soprattutto mentale. “Gli infortuni possono danneggiarti anche a livello mentale, bisogna imparare a gestirli e superarli“. Insiste Santopadre su questo aspetto di Matteo, questa sua fame agonistica, questa smania che lo spingeva a tornare: “Ha dimostrato di essere un grande agonista. Sono convinto che lui abbia approfittato di questi due mesi e mezzo per migliorarsi sia nel gioco che nel fisico“.

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A tenere banco però è la delicata questione di Wimbledon, dove Berrettini è reduce dalla storica finale dello scorso anno, e dove quest’anno ATP e WTA hanno deciso di non assegnare punti. Come l’ha presa lo staff e Matteo è lo stesso Santopadre a svelarlo: “Non l’abbiamo vissuta benissimo. Togliere punti è una scelta molto forte e dolorosa e immagino e comprendo che l’ATP l’abbia fatto in ottica di investimento futuro per i tennisti. Ho qualche perplessità, sono scettico“. Una scelta questa che penalizzerà non poco l’azzurro in termini di ranking: “Sapendolo prima avremmo fatto scelte diverse, anche in chiave futuro e operazione. È una penalizzazione abbastanza grande per lui ma non è nostra natura lamentarci; la classifica non è mai stato un problema per noi, bisogna guardare avanti“.

Già, guardare avanti, a proposito che programmi ci sono per Berrettini nel breve termine? “Stiamo cercando quello che più serve e più manca: rivivere la tensione pre-gara, i punti importanti, l’agonismo. Vogliamo giocare più partite possibili“.

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