Intervista a Tartarini. Parola di coach: "Più forte di testa. Il meglio deve ancora arrivare" (Crivelli). Sinner il ritorno e qualche domanda (Giammò)

Rassegna stampa

Intervista a Tartarini. Parola di coach: “Più forte di testa. Il meglio deve ancora arrivare” (Crivelli). Sinner il ritorno e qualche domanda (Giammò)

La rassegna stampa di mercoledì 27 luglio 2022

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Parola di coach: “Più forte di testa. Il meglio deve ancora arrivare” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il completamento di un percorso partito da lontano, lontanissimo, quando lui era coach di un piccolo circolo vicino a Ia Spezia e Musetti un bambino di nove anni con un’innata predisposizione per il tennis. Lorenzo è diventato definitivamente il Magnifico vincendo il primo torneo in carriera ad Amburgo e coach Simone Tartarini, in pratica un secondo papà per il nuovo numero 31 del mondo, ha potuto finalmente sciogliersi in un pianto liberatorio. Simone, cosa c’era dietro quelle lacrime? «Una sorta di liberazione, la soddisfazione di vedere che un percorso iniziato insieme tanti anni fa ha raggiunto il suo punto di equilibrio. Ad Amburgo tutte le componenti, quella tecnica, fisica e mentale, si sono finalmente saldate insieme mostrando in pieno le qualità di Lorenzo» . Di Musetti si è sempre detto che all’enorme talento non corrispondeva però la dimensione da professionista a tutto tondo. «Da quando lo seguo, non l’ho mai dovuto riprendere per un allenamento saltato o un consiglio non seguito. È un ragazzo serissimo, ma molto critico con se stesso ed è questo che lo ha spesso frenato: si arrabbia se le cose non vanno, perde la concentrazione a discapito della qualità della preparazione e della partita. Ma ci sta lavorando».

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Cosa succederà sul campi veloci? «La terra rimarrà sempre la sua superficie preferita, ma adesso è in fiducia. E poi stiamo lavorando da inizio stagione sui colpi di inizio gioco per renderlo ultra competitivo anche li. Il problema è soprattutto mentale: quando va in difficoltà, arretra, e sui campi veloci non puoi permettertelo». La vittoria di Amburgo è stata una rivincita anche per lel? «Se si riferisce alle tanti voci che chiedevano il cambio del coach dopo un avvio di stagione altalenante, non me ne sono mai curato, anche perché non sono sui social. Mi sento uno di famiglia, con Lorenzo condivido tutto e parlo di tutto, non c’è mai stata la necessità di pensare a im aifiancamento. L’unica cosa che cambia è che sto diventando vecchio e non potrò più seguirlo tutte le settimane come ho sempre fatto fino ad ora: ogni tanto ci penserà Umberto Rianna (uno dei più validi tecnici federali, ndr)». Vi siete fatti un regalo per la vittoria? «C’era un patto tra noi: quando avesse vinto il primo torneo, ci saremmo fatti lo stesso tatuaggio. E siccome a entrambi piace Ligabue, ci faremo tatuare il titolo di una sua canzone che rispecchia esattamente il momento che stiamo vivendo: “Il meglio deve ancora venire”».

Sinner il ritorno e qualche domanda (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

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Sinner oggi tornerà in campo a Umago nel secondo turno dell’ATP250 contro lo spagnolo Jaume Munar: iscritto anch’egli al torneo di Amburgo, ma costretto al forfait per via della caviglia distortasi a Londra propria contro il serbo, l’altoatesino ha preferito non forzare concedendosi qualche giorno in più. Si giocherà sulla terra rossa, superficie che l’azzurro non calca dal 30 maggio scorso quando dovette ritirarsi dal suo ottavo di finale contro Rublev per il riacutizzarsi di un problema al ginocchio che già in precedenza l’aveva infastidito.

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Per sua stessa ammissione in costante aggiornamento, complice l’innesto nel suo team di Darren Cahill, un gioco votato più all’attacco i cui frutti occorrerà pazienza prima di poterli apprezzare ma che, quando intravisti nelle sue ultime uscite, hanno lasciato presagire indizi confortanti. Da valutare ci sarà anche la condizione fisica. Aspetto sul quale, complici i tanti piccoli imprevisti e infortuni che ne hanno costellato la prima metà di stagione, Sinner non è riuscito a lavorare con la necessaria continuità. Testa di serie n.2 del tabellone, a seguir la logica del seeding il n.10 del mondo potrebbe ritrovarsi in finale ancora opposto a quell’Alcaraz da lui battuto a Wimbledon. Oltre a Sinner il secondo turno del torneo vedrà scendere in campo anche Musetti, Cecchinato, Zeppieri e Agamenone – e sarà popolato da diversi specialisti quali il danese Ruune e l’argentino Baez. Motivo in più per cercare di giocare quante più partite possibili, così da imbarcarsi alla volta degli Stati Uniti can un bel carico di fiducia. A Washington dal primo agosto Sinner dovrà difendere il titolo e i 500 punti conquistati l’anno scorso. E poi nei due Masters1000 di Montreal e Cincinnati consolidare tutto il lavoro svolto per dare l’assalto agli US Open, unico Slam in cui non è ancora riuscito ad arrivare ai quarti di finale.

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