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Trevisan vola ai quarti per la prima volta (Giammò); Sinner, numeri da grande (Ercoli); Evoluzione Sinner, l’imprevedibilità è la sua nuova arma (Azzolini); Trevisan in versione rock (Semeraro)
La rassegna stampa di martedì 28 marzo 2023
Trevisan vola ai quarti per la prima volta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Non si ferma più la corsa di Martina Trevisan nel WTA1000 di Miami. La numero uno italiana si è infatti qualificata per la prima volta in carriera ai quarti del torneo battendo in due set (6-3, 6-3) Jelena Ostapenko e diventando così, dopo Errani e Vinci che per ultime tagliarono questi traguardi nel 2013, la sesta azzurra di sempre a riuscirc. Intelligente e pratica, Trevisan ha giocato un match tatticamente perfetto. Come intuito dal suo coach Catarsi, Ostapenko si è rivelata giocatrice aggressiva e impaziente di prendere in mano le redini del gioco. La toscana però, anziché accettare la sfida della lettone su un territorio a lei più congeniale, ha preferito impostare il match su ritmi in apparenza più blandi, tenendone cosi a freno l’irruenza e affondando i suoi colpi appena possibile […]. “Sapevo di dover giocare una gran partita, lei un’ottima giocatrice che ama colpire forte”. Solida alla battuta (oltre il 60% di punti ricavati dalla seconda) e coraggiosa quando chiamata a fronteggiare delle palle break (alla fine saranno otto su dieci quelle da lei annullate), Trevisan, intuita la bontà del suo piano di gioco, ha continuato ad attuarlo ripassandone le trame ad ogni cambio di campo. “Partita dopo partita sto facendo esperienza, l’anno scorso a Parigi ho giocato la mia prima semifinale in uno Slam, e poi ho continuato ad imparare quanto più possibile cercando di godermi questo percorso”. Un percorso che su questa superficie l’aveva vista inciampare ben dodici volte su tredici quando opposta a una top 30; anche ieri, con la vittoria ormai a un passo, Martina ha rischiato di avvitarsi […]. Scampato anche l’ultimo pericolo, Trevisan si è poi presentata alla battuta col sorriso di chi già stava assaporando una felicità inattesa. “Sono contenta – ha commentato – siamo a Miami in questo stadio, questo è il mio lavoro che è anche la mia passione, cosa può andare male? Penso solo a godermi questi momenti”. Nei quarti affronterà Elena Rybakina.
Sinner, numeri da grande (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
A tre annidi distanza dal primo scontro direto datato Roma 2020, Jannik Sinner ha superato Grigor Dimitrov con il punteggio di 6-3 6-4 sul Grandstand del Miami Open. Nonostante ciò che recita il parziale finale il match, specialmente nel secondo set, è stato ricco di insidie per l’azzurro, che ha quindi l’ulteriore merito di non aver praticamente mai perso le redini del punteggio. Se le settanta posizioni di differenza tra il primo e il secondo match contro il bulgaro (Sinner era n.81 ATP all’epoca del primo confronto con il vincitore delle ATP Finals 2017; ndr) non fossero sufficienti a far ricredere i nostalgici del “Sinner vecchia maniera”, la gestione pratica del match avvalora una crescita visibile sul campo quanto sui tabellini. A fine 2022 era stata un fulmine a ciel sereno l’investitura de “L’Équipe” come flop della stagione. La scelta del quotidiano sportivo francese, motivata con la discesa di Jannik alla quindicesima posizione del ranking mondiale e la vittoria di un solo titolo, già allora aveva l’unica parvenza di una mossa prettamente sensazionalistica. Messo da parte lo stupore, con l’inizio della nuova stagione non c’è stata nessuna rivoluzione, ma solo il prosieguo di un percorso intrapreso con coerenza che ha subito riportato l’altoatesino vicino al ritorno in Top10, obiettivo che potrebbe essere centrato al termine delle due settimane in Florida. Nell’eccezionalità del suo percorso, dal 2019 ad oggi Sinner ha avuto il merito di riuscire a migliorare costantemente i propri numeri, per certi versi anche nel tanto tormentato 2022 […]. La capacità di passare in un tempo record di due anni dal primo titolo Challenger all’ingresso tra i primi 20 è stata data quasi per scontata, quando all’atto pratico in tempi recenti solo Carlos Alcaraz e Holger Rune sono riusciti a compiere una scalata netta e priva di intoppi come quella dell’azzurro. A pensarci bene è un’anomalia che un giocatore così giovane si sia dovuto preoccupare di cambiare le proprie trame tattiche solo quando si è trovato ad affrontare lo scoglio dei primi dieci, contro i quali negli scontri diretti si era già fatto trovare pronto alle prime occasioni […]. Il bilancio complessivo contro quell’élite del tennis, della quale l’azzurro ha fatto parte toccando a novembre 2021 il best ranking di numero 9 ATP, è di 11-23. In una singola stagione l’atleta classe 2001 non ha mai chiuso con un bilancio positivo contro i Top10 e l’annata in corso potrebbe essere quella buona in questo senso. Dopo il 3-9 del 2022, alla vigilia del match contro Andrey Rublev, il bilancio del 2023 è di due vittorie (Tsitsipas e Fritz) e altrettante sconfitte (Tsitsipas e Alcaraz). Complessivamente da gennaio il tennista di San Candido ha vinto 18 partite su 22 (81.8%) […]. Con l’aumento percentuale delle vittorie stagione per stagione, quasi di conseguenza diminuiscono le sconfitte contro i giocatori con classifica più bassa della sua. Da favorito, naturalmente seguendo le uniche logiche del ranking, Sinner in questa stagione ha perso solo una partita su 17, ad Adelaide 1 con il futuro finalista Sebastian Korda. la consacrazione potrà arrivare solo con titoli Slam e piazzamenti ai vertici della classifica, ma nell’attesa questi primi riscontri ci aiutano a sognare in grande per il futuro.
Evoluzione Sinner, l’imprevedibilità è la sua nuova arma (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Rischiano di aprirsi antiche discussioni. Che cos’è talento e soprattutto, come si porta alla luce un talento nascosto? Evito le formulazioni più generiche, convinto che, fra le tante, quella di Pablo Picasso sia ancora la migliore. “Vi sono pittori che trasformano il sole in una macchia gialla, e altri che con l’aiuto della loro arte, trasformano una macchia gialla nel sole”. Sarà che certe frasi ti ronzano in testa da sempre, ma osservando Jannik Sinner sbattersi un bel po’ contro Grigor Dimitrov – cui molti attribuiscono un talento più cristallino di quello in dotazione al nostro ragazzo tennista – mi sono chiesto se fra i molti ingegni di Jannik quello che gli avversari meno sopportano sia l’ormai manifesta capacità di ribaltare il fronte del gioco, per quanto preparato ad arte, con una sortita di ancora più alto spessore. Nel mostrare questo, il match con Dimitrov – che spinge Sinner alla terza presenza negli ottavi ciel “mille” di Miami, e a un confronto tra “rossi” con Anchey Rublev – è stato alquanto esaustivo, in particolare nel secondo set; quando il bulgaro che anni fa si proponeva come sposo della bella Sharapova, ha puntato densamente la barra del proprio tennis verso la qualità – e l’imprevedibilità – delle giocate, ricevendone da Sinner un’ampia gamma di repliche di casi alta fattura da obbligarlo rapidamente a recedere dagli intenti, abbrunare il vessillo del proprio casato, e consegnarsi all’avversario. Forse è proprio questo su cui ha lavorato Sinner; nell’ultimo anno, quando con coraggio e avvedutezza ha posto avanti a tutto l’esigenza di diventare “altro” giocatore, rispetto a quello forse troppo meccanico che stava prendendo forma, e preparare una trasformazione che desse risposta alla domanda centrale: che tipo di tennista vuoi essere da grande? Uno in grado di combinare più profili di gioco, è stata la risposta che tutti aspettavano. Ma forse Jannik è andato oltre. Rimettendo a posto qui, migliorando là, restaurando e ripulendo, il ragazzo è venuto a contatto con una serie di variabili che s’è tenuto da parte, pronto a gestirle alla bisogna. E ha fatto ieri in una fase del match in cui Dimitrov è sembrato sfidarlo apertamente. Ne è sortito un set in cuii due sembravano rincorrersi nel mettere a frutto i rispettivi ingegni. Un rovescio in lungo linea del bulgaro, per chiudere un punto decisamente lavorato? Ed ecco Sinner rispondere con le stesse arti, ma a velocità ancora più sostenuta […]. “Mi è sembrato di giocare una partita a scacchi”. Una mossa lui, una l’altro. Ma solo dal secondo set, dato che nel primo era stata la solidità di Sinner a emergere […]. Sul tre pari, lo scatto che serviva è stato di Sinnet; prima il 4-3, poi – attento e feroce sulle risposte, che ieri hanno funzionato davvero bene – il break che gli ha permesso di chiudere il conto. Non era facile, e non lo è stato. Ma Jannik l’ha fatto sembrare tale. Ed ecco un’altra delle più comuni definizioni del talento, che dispone chi può permetterselo nella condizione di far sembrare facile ciò che non è […]. “Con Dimitrov la risposta ha funzionato bene, con Rublev sarà decisiva”, preconizza Sinner. Che possegga anche un talento da profeta?
Trevisan in versione rock vola nei quarti a Miami (Stefano Semeraro, La Stampa)
Martina Trevisan sorride sempre quando gioca, ora sorride anche la sua classifica. Battendo in scioltezza (6-3 6-3) la ex campionessa del Roland Garros Jelena Ostapenko, Martina è diventata, oltre che la sesta italiana ad arrivare nei quarti nel “1000” della Florida (dopo Reggi, Farina, Garbin, Errani e Vinci), anche numero 20 del mondo. Per ora virtualmente, nel metaverso delle classifiche in progress ma con una chance di salire ancora. L’ultima azzurra a bivaccare così in alto è stata Robertina Vinci, n.19 nel gennaio 2017. È la prima volta che la Trevisan raggiunge i quarti di un “1000”, che ce l’abbia fatta sul veloce, non la sua superficie “naturale”, la dice lunga sulla capacità di migliorarsi di Martina, che a 29 anni vive una stagione magica […]. Già in United Cup aveva sorpreso Maria Sakkari, quello di ieri è il secondo successo in carriera contro una top 50 sul veloce. Un’ora e mezzo di frustate mancine e grande solidità mentale di fronte alla sciagurata Jelena (26 gratuiti), la conferma di un ottimo stato di forma. Ora per Martina in versione Hard Rock (il nome dello stadio del football che a Miami ospita il torneo) c’è la vincente la campionessa di Wimbledon Rybakina. In palio i quarti di finale, che sono anche l’obiettivo di Jannik Sinner nel maschile: stasera l’ostacolo è Andrey Rublev, n.7 Atp, contro cui ha perso (2 volte su 4) solo per ritiro.
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Roland Garros: Gauff ferma la corsa di Andreeva, Swiatek distribuisce ciambelle
Iga è spaventosa e mette a segno il terzo e il quarto 6-0 di questo suo Roland Garros. Dura solo un set il match tra Coco Gauff e Mirra Andreeva

[1] I. Swiatek b. Xinyu Wang 6-0 6-0
Non è mai facile commentare match senza storia. Il compito diventa ancora più complicato quando la lotta impari assume la forma del bagel (una ciambella tipica – guarda caso – anche della cucina polacca), se non addirittura del doppio bagel come in questo caso. Iga Swiatek ha infatti inflitto una sconfitta severissima e difficilmente dimenticabile a Xinyu Wang, archiviando la pratica in appena 51 minuti di gioco. La cinese, numero 80 del mondo e reduce da due buone vittorie contro Bouzkova e Peterson, non è mai riuscita a guadagnarsi una palla game e ha vissuto davvero un match da incubo, ben sintetizzato da alcuni numeri come i soli 8 punti vinti al servizio e i 22 errori gratuiti (a fronte di appena tre vincenti). Iga, autrice di una prestazione senza alcuna sbavatura, è andata dritta sulla sua strada fino in fondo mettendo da parte qualsiasi pietà per l’avversaria.
Per Iga è il quarto 6-0 6-0 della carriera (il secondo nelle ultime tre settimane dopo quello rifilato a Pavlyuchenkova a Roma). Da quando la polacca è entrata nel circuito WTA sono ora 52 i set conclusi con un bagel a suo favore e 11 di questi sono arrivati al Roland Garros (quattro in questa edizione dopo quelli a Bucsa e Liu). Numeri impressionanti che confermano la forza di questa giocatrice, specie a Parigi. Se fin qui il cammino della numero 1 è stato assolutamente incontrastato, il prossimo turno potrebbe però rappresentare una prima prova interessante: in caso di vittoria contro Tsurenko, dall’altra parte della rete ci sarebbe infatti una campionessa Slam come Bianca Andreescu. Anche lei, però, è presente nell’elenco delle giocatrici ad aver subìto un 6-0 da Swiatek (a Roma l’anno scorso).
Primo set – Lo si nota subito: non c’è partita
Non sembra Xinyu Wang la giocatrice in grado di impensierire il percorso di Iga Swiatek. Dopo un primo game di assestamento da parte della polacca, la cinese va infatti subito in difficoltà al servizio. Se dalla parte del dritto Wang colpisce bene anche se spesso va sopra ritmo, sulla diagonale di rovescio non c’è partita e Iga mette la palla dove vuole. Il primo break arriva poi con un lob di rovescio mal valutato dalla numero 80 del mondo. La polacca non ha problemi in battuta mentre la sofferenza è costante per la cinese che, tra l’altro, mette poche prime in campo ed è quindi puntualmente in affanno sin dal colpo in uscita dal servizio. Il ritmo imposto dalla prima giocatrice del ranking WTA non è sostenibile per Wang che subisce un altro break anche nel quarto gioco.
Dopo appena 21 minuti di gioco Iga è già sul 5-0 e non sembra avere intenzione di regalare niente. Il rovescio della polacca è esente da errori, mentre dall’altra parte del campo i gratuiti abbondano. La cinese prova in qualche modo a evitare il bagel e annulla un paio di set point di cui uno con un ace, ma il rovescio e lo stesso servizio (con un doppio fallo) la tradiscono.
Secondo set – Swiatek non vuole perdere tempo e non regala letteralmente nulla
Swiatek non si rilassa nemmeno in apertura di secondo parziale e anzi si carica per rimanere concentrata. Wang, invece, non riesce a sbloccarsi: la cinese, infatti, si sente obbligata a giocare ogni volta il colpo perfetto per mettere in difficoltà l’avversaria ma così facendo resta intrappolata in una spirale di errori che le costa il primo break anche in questo set. Disperata, la 21enne di Shenzen inizia a provare qualche soluzione alternativa alzando la palla in risposta o cercando la rete ma lo fa senza convinzione e, probabilmente, anche senza i giusti mezzi tecnici a disposizione. Il punteggio è severissimo: arriva infatti anche il secondo break e dopo quattro game Wang ha portato a casa solamente un quindici nel set.
Il pubblico prova a incoraggiare Xinyu che, sotto 4-0, riesce a portare Swiatek ai vantaggi, ma Iga ha sempre il punto nelle sue mani e quando può colpire con calma dal centro del campo per la cinese sono dolori. Nemmeno questo è il game giusto per muovere il punteggio e così, dopo nemmeno 50 minuti di gioco, Wang deve servire per evitare il doppio bagel: la numero 80 del mondo sale sul 30-0 ma la polacca continua a fare il suo gioco e finisce per rimontare e prendersi anche questo gioco. Dopo 51 minuti quantomeno finisce l’incubo della cinese: è 6-0 6-0.
[6] C. Gauff b. [3] M. Andreeva 6-7(5) 6-1 6-1 (da Parigi, Vanni Gibertini)

Sabato di grande folla nel 16° arrondissement di Parigi, con la settima giornata del Roland Garros a cui si sono aggiunte le partite del Paris Rugby all’attiguo Stade Philippe Bouin e l’ultima giornata del campionato francese per il Paris Saint Germain al Parco dei Principi. Decine di strade sostanzialmente blindate per questi tre eventi sportivi che hanno portato più di 100.000 persone nella zona sud ovest della capitale francese, a ridosso del Bois de Boulogne.
Una delle partite più attese della giornata era lo scontro di terzo turno tra la giovanissima russa Mirra Andreeva, 16 anni compiuti da poco, e la statunitense Coco Gauff, ex bambina prodigio e ora a 19 anni compiuti ormai residente fissa della Top 10.
Il match che ha intrattenuto gli spettatori del Suzanne Lenglen nel primo pomeriggio dell’ennesima giornata di sole di questo torneo (finora nemmeno una goccia, e le previsioni per il resto del torneo sono piuttosto buone) ha probabilmente tradito le attese: tanti errori gratuiti, da una parte e dall’altra (26 per Gauff, ben 38 per Andreeva), e andamento largamente a senso unico dal primo set in poi, quando Gauff ha fatto valere la propria maggiore esperienza.
Entrambe le protagoniste hanno iniziato la partita molto tesa, estremamente guardinghe e consapevoli della pericolosità dell’avversaria. Andreeva cercava di sorprendere spesso Gauff con il lungolinea in contropiede, mentre quest’ultima cercava di aprirsi gli angoli per gli affondi incrociati in modo tale da sfruttare le difficoltà della russa negli spostamenti laterali soprattutto dalla parte sinistra.
Andreeva non riusciva a consolidare una situazione di 4-2 40-15 subendo il ritorno di Gauff che andava a servire per il match sul 5-4 ma non riusciva a chiudere il set nonostante il 30-0. Si arrivava al tie-break, probabilmente la fase più bella del match, nel quale si andava avanti punto a punto fino al 3-3, quando due errori di Gauff (uno dei quali un pessimo drop shot di rovescio) e un bel diritto di Andreeva mandavano la russa a tre set point. Sul primo Mirra metteva fuori un diritto; il secondo veniva annullato da Gauff; ma sul terzo Andreeva trovava un bel contropiede e siglava il 7-5 con un bel diritto dopo 61 minuti di gioco.
Il match di fatto finiva poco dopo, quando sull’1-1 Gauff infilava un parziale di 11 game a 1 risultando praticamente intoccabile sui suoi servizi e approfittando del nervosismo della sua avversaria, che nel tie-break del primo set aveva preso un’ammonizione per aver tirato una palla in tribuna verso la zona degli ospiti Emirates anche se fortunatamente nessuno era stato colpito.
In poco più di un’ora Gauff ha incamerato il secondo e il terzo set con il punteggio di 6-1, conquistando gli ottavi di finale in uno Slam per la ottava volta in carriera e la terza consecutiva al Roland Garros. Al prossimo turno affronterà la vincente dell’incontro tra Anna Karolina Schmiedlova (n. 100 WTA) e la qualificata americana Kayla Day (n. 138 WTA). Nessun precedente con la connazionale Day, mentre contro Schmiedlova ha vinto molto nettamente l’unico scontro diretto, lo scorso anno sulla terra di Madrid.
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Roland Garros, programma di domenica 4 giugno: Musetti sul centrale per l’impresa con Alcaraz, Sonego apre il Lenglen
I due italiani rimasti partono entrambi contro pronostico, ma non battuti contro Karen Kachanov e Carlos Alcaraz. Attenzione anche a Svitolina- Kasatkina

Domenica 4 giugno: parte la seconda settimana del Roland Garros, con gli ottavi della parte alta del tabellone maschile e di quella bassa del main draw femminile.
Il programma si apre alle 11 sia sul centrale che sul Lenglen, unici due campi rimasti ad ospitare il torneo di singolare. Il primo match in programma è quello fra Anastasia Pavlyuchenoka ed Elise Mertens: quest’ultima ha appena eliminato la numero tre del seeding, Jessica Pegula.
A seguire, sarà la volta di Novak Djokovic, impegnato in un match dai risvolti all’apparenza scontati contro Juan Pablo Varillas. Il peruviano viene da tre vittorie al quinto set, di cui due ottenute con teste di serie (Bautista Agut e Hurkacz).
Al termine di questo match, sarà la volta di Alcaraz-Musetti: l’azzuro parte chiaramente sfavorito contro il numero uno del mondo, ma si presenta al secondo confronto con lo spagnolo avendo vinto il primo, ad Amburgo lo scorso anno.
Chiude il programma, in sessione serale (non prima delle 20.15), Aryna Sabalenka. La bielorussa, coinvolta nelle polemiche sulla guerra degli ultimi giorni, trova la statunitense Sloane Stephens.
Spostiamoci sul Lenglen: apre il programma il nostro Lorenzo Sonego, opposto ad un altro russo dopo il prestigioso successo ottenuto ai danni di Andrey Rublev: è la testa di serie numero undici Karen Kachanov a frapporsi fra lui e i quarti di finale.
A seguire, due match femminili: Muchova affronta la qualificata russa Avanesyan, mentre Daria Kasatkina, testa di serie numero nove, se la vedrà con Elina Svitolina, tornata da poco sul circuito. L’ucraina è in serie positiva da sette partite consecutive (ha vinto il torneo di Strasburgo) e potrebbe rivelarsi un avversario ostico per la russa. Peraltro la sfida, riflesso sbiadito di quella che si sta purtroppo combattendo in Ucraina, potrebbe accendere nuove polemiche.
A chiudere il programma sarà Stefanos Tsitsipas, impegnato col giustiziere di Fabio Fognini, Sebastian Ofner.
ATP
Roland Garros: Rune non fa regali, vittoria in tre set su Olivieri. Ruud in quattro con Zhang
Dopo aver saltato il secondo turno il danese riprende ritmo superando senza problemi il qualificato argentino. Al prossimo turno test importante contro Cerundolo o Fritz

[6] H. Rune b. [Q] G. A. Olivieri 6-4 6-1 6-3
Dopo tre giorni di riposo dovuti al forfait di Monfils, è ripreso con una vittoria agevole il cammino di Holger Rune al Roland Garros. Come da pronostico, il danese non ha rischiato nulla contro il qualificato argentino Olivieri che ha comunque onorato il match dall’inizio alla fine riuscendo anche a strappare il servizio al numero 6 del mondo in ben tre occasioni. Ciononostante, comunque, Holger è sempre stato in controllo del match e ha dato l’impressione di essere in grado di vincere tutti i punti che non aveva intenzione di lasciare per strada. In alcune fasi del match, infatti, come nella parte centrale del primo set o in quella conclusiva del secondo, Olivieri non ha potuto veramente nulla, in balia delle risposte aggressive dell’avversario e costretto a rincorrere da un lato all’altro del campo i dritti in manovra del danese.
E’ stata quindi una partita utile per riprendere ritmo per Rune che sarà chiamato al primo vero test probante di questo Slam al prossimo turno contro Fritz (con cui ha perso quest’anno a Miami) o Cerundolo in quello che sarà il suo terzo ottavo di finale in un major.
Primo set – Falsa partenza e chiusura ritardata ma Rune è comunque in controllo
L’impatto dello Chatrier su Olivieri è tutt’altro che negativo: il numero 231 del mondo entra in partita con tanto coraggio e anche un pizzico di sana incoscienza. Così, dopo aver tenuto il servizio si guadagna subito una palla break spolverando la riga con un dritto lungolinea che merita tutti gli applausi del pubblico – a dire la verità ancora non numerosissimo. L’argentino, poi, risponde molto bene con il rovescio e capitalizza quindi questo ottimo avvio. La reazione di Rune, però, non si fa attendere, complici anche un paio di errori di Olivieri in uscita dal servizio (su risposte comunque molto profonde del danese). Alla terza chance, il numero 6 del mondo ottiene il controbreak: da questo momento Holger inizia a colpire la palla nel modo a cui ci ha abituato e infatti segue un parziale di 16 punti a 4 conditi da due altri break che lo portano sul 5-2. Al servizio per archiviare il primo set il 20enne danese si rilassa un po’ e regala qualcosa sia da fondocampo che nei pressi della rete. Il calo di attenzione è però circoscritto e Rune si aggiudica il parziale nel successivo turno di battuta senza rischiare nulla.
Secondo set – Olivieri continua a combattere ma Rune è famelico
Le prime occasioni di break arrivano nel terzo game. Dopo un dritto sbagliato dall’argentino, sul secondo punto Rune difende tutto il possibile e anche di più e alla fine scavalca Olivieri con un lob di rovescio chirurgico che sembra un duro colpo al morale del giocatore proveniente dalle qualificazioni: l’errore in back nel punto successivo pare una conferma, ma poi arrivano tre servizi vincenti di fila. Il pericolo non è però ancora scampato definitivamente perché il danese continua a picchiare di dritto in risposta e, sebbene l’argentino in qualche modo riesca a reggere il ritmo, alla fine gli scambi prolungati sono tutti appannaggio del numero 6 del mondo che si porta così in vantaggio.
Olivieri, comunque, è un gran lottatore e ne dà ulteriore prova andandosi a guadagnare una palla break nel game di risposta seguente: il servizio in kick di Holger, però, attecchisce perfettamente sul rovescio del numero 231 del mondo. Nel frattempo, Rune continua ad alzare il livello del suo gioco e nel quarto game brekka ancora sfoggiando tutta la qualità della risposta di rovescio anticipata e manovrando con il dritto. La situazione di punteggio tranquilla (4-1 e servizio) fa riaffiorare qualche piccola disattenzione nel danese che però ha la capacità di riconcentrarsi al massimo quando è costretto a fronteggiare una nuova palla break e ai vantaggi. Avanti 5-1, Holger non ha intenzione di ripetere quanto successo nel primo parziale ed è impressionante nella decisione con cui gioca i quattro punti che gli valgono break e set: due smorzate con il contagiri e altrettante risposte pesanti come macigni sono la testimonianza dei due lati, entrambi ben sviluppati, del tennis di Rune.
Terzo set – Rune non perde tempo e chiude senza superare le due ore
Dopo i tentativi non andati a buon fine nel secondo set, Olivieri si prende il break in apertura di terzo approfittando di un doppio fallo del danese e spingendo bene con il dritto. Il vantaggio, però, dura molto poco: quando Holger colpisce dal centro del campo non ce n’è e a questo si aggiungono le difficoltà dell’argentino nel chiudere i punti a rete. I tempi sembrano maturi anche per un ulteriore break da parte di Rune, in totale controllo del match come dimostra la ricerca di soluzioni fuori dagli schemi. Nel sesto game ci si mette anche un po’ di sfortuna a complicare la vita di Olivieri a cui scappano un paio di colpi davvero per pochi centimetri: ecco che arriva quindi il break che dà il vantaggio al danese anche in questo parziale. La palla di Holger viaggia a velocità insostenibili e con la stessa rapidità il numero 6 del mondo si avvicina al traguardo finale. Sul 5-2 Olivieri riesce però ad annullare i primi tre match point a disposizione di Rune. È però una questione di veramente pochi minuti in più in campo per il 20enne danese che chiude agevolmente sul 6-3 con uno smash a rimbalzo poco prima dello scoccare delle due ore di gioco. Finiscono così le due settimane più belle della carriera dell’argentino che prima di questo Roland Garros non si era mai qualificato per un main draw Slam.
[4] C. Ruud b. Z. Zhang 4-6 6-4 6-1 6-4 (Cipriano Colonna)
Nel primo incontro del Day 7 sul Suzanne Lenglen Casper Ruud si sbarazza in rimonta, dopo aver perso primo set, per 4-6 6-4 6-1 6-4 in quasi 3 ore di partita del n. 2 cinese Zhizhen Zhang. In ottavi di finale, il norvegese attende il vincente della sfida tra il cileno Nicolas Jarry e il californiano Marcos Giron.
Primo Set: Zhang sale 4-2, poi si fa riagganciare prima di suggellare definitivamente il parziale
Pronti via e Zhang centra il break a freddo, a 30, con un Casper Ruud ancora mentalmente negli spogliatoi. Il giocatore cinese conferma con autorità e sale 2-0, il n. 4 del mondo al contrario continua ad apparire solamente l’ombra di se stesso ed oltre a non essere in grado di rendersi pericoloso nei turni di risposta, nel quinto gioco rischi di crollare definitivamente concedendo una doppia chance di 4-1 e servizio al n. 71 ATP. Il fantasmino di Oslo, in qualche modo, dando fondo all’esasperazione dei suoi punti di forza – servizio e dritto – riesce a cavarsi d’impiccio e a rimanere in scia. Avere quasi del tutto compromesso il parziale, con un ruzzolone che sarebbe stato irrecuperabile, risveglia l’animo da Top 5 del due volte finalista Slam che difatti si procura improvvisamente una palla break sul 3-2 per riportare in equilibrio il punteggio. Zhizhen, tuttavia, non ci sta: reagisce prontamente al primo vero momento di difficoltà della sua partita e frantuma l’occasione norvegese per poi allungare sul 4-2.
Ora però le dinamiche emotive e tecniche della sfida hanno decisamente modificato vento d’influenza, e a riprova di ciò l’ex n. 2 del ranking alla seconda possibilità complessiva trova il contro-break nell’ottavo game (4-4). Ciononostante il 24enne della Norvegia getta subito alle ortiche lo sforzo profuso per rimettersi in carreggiata, giocando un round in battuta pessimo, infarcito di gratuiti e che lo vede soccombere ai vantaggi ed al terzo break point elargito dopo 12 punti disputati nel game in questione, che garantisce così al 26enne di Shanghai l’opportunità di servire per incamerare il parziale inaugurale: detto, fatto. Anche se con qualche brivido, al tennista asiatico infatti serve un’altra dozzina di punti – come il gioco antecedente -, un paio di set ball ma soprattutto si è trovato a dover annullare due palle per il 5-5 – sarebbe stato il secondo contro-break nel set per Ruud – che avrebbero ulteriormente prolungato la frazione. Ma non è stato così, l’esito della prima partita recita 6-4 in 54 minuti in favore di Zhang.
Un set in apertura delle danze che ha visto entrambi abbastanza prolifici con il servizio, nonostante comunque sono andati in scena tre break su 10 giochi complessivi, in particolar modo considerando la pesantezza dei campi che sta offrendo quest’edizione dell’Open di Francia abbinata a palline che si gonfiano rapidamente come gatti arrotolati rendendo improbo estrarre dalla racchetta un vincente. 2 aces per il cinese, 1 per Casper che ha commesso però anche un doppio fallo; 64% di prime in campo per il vincitore del parziale a fronte del 59% di Ruud; 61% (14/23) di trasformazione contro addirittura il 67% (16/24) della tds n. 4, il quale però alla fine della fiera nell’economia del set – visto il break in più subito – ha pagato l’insufficiente 35% (6/17) di realizzazione con la seconda palla a dispetto dell’ottimo 62% (8/13) del rivale, che invece da par suo è stato anche più cinico nello sfruttare le palle break. 80% (4/5) per Zhang, 67% (4/6) per Ruud.
Infine chiudiamo il capitolo statistico evidenziando come il bilancio tra vincenti ed unforced dei due protagonisti sia paritetico: +2, (14/12) per il cinese, (12/10) per il finalista in carica.
Secondo Set: Ruud parte di nuovo sottotono, rischia di crollare in modo imperituro ma un colpo di coda gli garantisce la frazione
Casperino approccia nuovamente male, anche ad inizio seconda frazione, offrendo uno 0-40 nel terzo game che sa di resa anticipata. A questo punto, con le spalle al muro e dinanzi all’ultima sporgenza prima del dirupo, tira fuori l’orgoglio del campione risalendo la china un quindici alla volta. Come nei più classici copioni d’antan, non concretizzata la tripla possibilità che avrebbe potuto porre la pietra tombale pure sul secondo set mandando avanti beatamente Zhang sul 2-0, e ad un singolo parziale dagli ottavi, il nativo della Metropoli in cui si disputa uno dei nove Masters 1000 dell’anno – e che purtroppo a causa della Pandemia non ha preso vita nelle ultime tre stagioni – ha subito il più prevedibile dei break di “riflesso” (3-1 Ruud). Il 24enne di Oslo, tuttavia, stenta a trovare continuità prestazionale, è del tutto irriconoscibile e concede gentilmente il contro-break per il 3-2 e servizio Zhizhen.
Dopodiché, i fondamentali d’inizio gioco si stabilizzano quantomeno per un frangente di gara e danno vita ad un filotto quattro games in cui non si vede neanche l’ombra di una palla break. Sul 5-4, però, un colpo di coda di Ruud nel turno di risposta va a segno attraverso un isperato strappo che gli permette di incassare un identico 6-4 in 36 minuti, che con il senno di poi cambierà i rapporti di forza dell’intero scontro.
Terzo Set: Ruud ritrovata la fiducia perduta domina e va a condurre
Sulle ali dell’entusiasmo del set appena vinto all’ultima curva e sul filo del rasoio, il secondo classificato allo US Open 2022 domina in lungo e largo la terza partita finalmente dimostrando le categorie di differenza che dividono i due atleti specialmente sulla terra rossa: primo break a marca norvegese che giunge sul 2-1, poi doppio break che matura sul 4-1 e agevole chiusura del parziale per Casper con lo score di 6-1 in 29 minuti.
Quarto Set: non c’è più partita, l’inerzia è cambiata incontrovertibilmente. Ruud chiude i giochi con un altro 6-4
Il quarto atto di questo entusiasmante confronto vede i due giocatori ancora più performanti in battuta rispetto al terzo set, servizi inossidabili per un quartetto di giochi in fila, fino a quando sul 2-2 il finalista di Miami 2022 rompe gli indugi breakkando e prendendo il comando delle operazioni.
Nel settimo game Zhang rischia seriamente di ammainare la vela della speranza, ma ne esce immacolato miracolosamente. Tuttavia, l’attuale versione di Casper non è più quella di inizio gara in cui concedeva cadeaux a profusione, al servizio è semplicemente perfetto: qualche minuto dopo, infatti, mette in cascina la qualificazione in ottavi con il 6-4 finale – il terzo sui quattro set del match – dopo 2h38′ di gioco.