Trevisan vola ai quarti per la prima volta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Non si ferma più la corsa di Martina Trevisan nel WTA1000 di Miami. La numero uno italiana si è infatti qualificata per la prima volta in carriera ai quarti del torneo battendo in due set (6-3, 6-3) Jelena Ostapenko e diventando così, dopo Errani e Vinci che per ultime tagliarono questi traguardi nel 2013, la sesta azzurra di sempre a riuscirc. Intelligente e pratica, Trevisan ha giocato un match tatticamente perfetto. Come intuito dal suo coach Catarsi, Ostapenko si è rivelata giocatrice aggressiva e impaziente di prendere in mano le redini del gioco. La toscana però, anziché accettare la sfida della lettone su un territorio a lei più congeniale, ha preferito impostare il match su ritmi in apparenza più blandi, tenendone cosi a freno l’irruenza e affondando i suoi colpi appena possibile […]. “Sapevo di dover giocare una gran partita, lei un’ottima giocatrice che ama colpire forte”. Solida alla battuta (oltre il 60% di punti ricavati dalla seconda) e coraggiosa quando chiamata a fronteggiare delle palle break (alla fine saranno otto su dieci quelle da lei annullate), Trevisan, intuita la bontà del suo piano di gioco, ha continuato ad attuarlo ripassandone le trame ad ogni cambio di campo. “Partita dopo partita sto facendo esperienza, l’anno scorso a Parigi ho giocato la mia prima semifinale in uno Slam, e poi ho continuato ad imparare quanto più possibile cercando di godermi questo percorso”. Un percorso che su questa superficie l’aveva vista inciampare ben dodici volte su tredici quando opposta a una top 30; anche ieri, con la vittoria ormai a un passo, Martina ha rischiato di avvitarsi […]. Scampato anche l’ultimo pericolo, Trevisan si è poi presentata alla battuta col sorriso di chi già stava assaporando una felicità inattesa. “Sono contenta – ha commentato – siamo a Miami in questo stadio, questo è il mio lavoro che è anche la mia passione, cosa può andare male? Penso solo a godermi questi momenti”. Nei quarti affronterà Elena Rybakina.
Sinner, numeri da grande (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
A tre annidi distanza dal primo scontro direto datato Roma 2020, Jannik Sinner ha superato Grigor Dimitrov con il punteggio di 6-3 6-4 sul Grandstand del Miami Open. Nonostante ciò che recita il parziale finale il match, specialmente nel secondo set, è stato ricco di insidie per l’azzurro, che ha quindi l’ulteriore merito di non aver praticamente mai perso le redini del punteggio. Se le settanta posizioni di differenza tra il primo e il secondo match contro il bulgaro (Sinner era n.81 ATP all’epoca del primo confronto con il vincitore delle ATP Finals 2017; ndr) non fossero sufficienti a far ricredere i nostalgici del “Sinner vecchia maniera”, la gestione pratica del match avvalora una crescita visibile sul campo quanto sui tabellini. A fine 2022 era stata un fulmine a ciel sereno l’investitura de “L’Équipe” come flop della stagione. La scelta del quotidiano sportivo francese, motivata con la discesa di Jannik alla quindicesima posizione del ranking mondiale e la vittoria di un solo titolo, già allora aveva l’unica parvenza di una mossa prettamente sensazionalistica. Messo da parte lo stupore, con l’inizio della nuova stagione non c’è stata nessuna rivoluzione, ma solo il prosieguo di un percorso intrapreso con coerenza che ha subito riportato l’altoatesino vicino al ritorno in Top10, obiettivo che potrebbe essere centrato al termine delle due settimane in Florida. Nell’eccezionalità del suo percorso, dal 2019 ad oggi Sinner ha avuto il merito di riuscire a migliorare costantemente i propri numeri, per certi versi anche nel tanto tormentato 2022 […]. La capacità di passare in un tempo record di due anni dal primo titolo Challenger all’ingresso tra i primi 20 è stata data quasi per scontata, quando all’atto pratico in tempi recenti solo Carlos Alcaraz e Holger Rune sono riusciti a compiere una scalata netta e priva di intoppi come quella dell’azzurro. A pensarci bene è un’anomalia che un giocatore così giovane si sia dovuto preoccupare di cambiare le proprie trame tattiche solo quando si è trovato ad affrontare lo scoglio dei primi dieci, contro i quali negli scontri diretti si era già fatto trovare pronto alle prime occasioni […]. Il bilancio complessivo contro quell’élite del tennis, della quale l’azzurro ha fatto parte toccando a novembre 2021 il best ranking di numero 9 ATP, è di 11-23. In una singola stagione l’atleta classe 2001 non ha mai chiuso con un bilancio positivo contro i Top10 e l’annata in corso potrebbe essere quella buona in questo senso. Dopo il 3-9 del 2022, alla vigilia del match contro Andrey Rublev, il bilancio del 2023 è di due vittorie (Tsitsipas e Fritz) e altrettante sconfitte (Tsitsipas e Alcaraz). Complessivamente da gennaio il tennista di San Candido ha vinto 18 partite su 22 (81.8%) […]. Con l’aumento percentuale delle vittorie stagione per stagione, quasi di conseguenza diminuiscono le sconfitte contro i giocatori con classifica più bassa della sua. Da favorito, naturalmente seguendo le uniche logiche del ranking, Sinner in questa stagione ha perso solo una partita su 17, ad Adelaide 1 con il futuro finalista Sebastian Korda. la consacrazione potrà arrivare solo con titoli Slam e piazzamenti ai vertici della classifica, ma nell’attesa questi primi riscontri ci aiutano a sognare in grande per il futuro.
Evoluzione Sinner, l’imprevedibilità è la sua nuova arma (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Rischiano di aprirsi antiche discussioni. Che cos’è talento e soprattutto, come si porta alla luce un talento nascosto? Evito le formulazioni più generiche, convinto che, fra le tante, quella di Pablo Picasso sia ancora la migliore. “Vi sono pittori che trasformano il sole in una macchia gialla, e altri che con l’aiuto della loro arte, trasformano una macchia gialla nel sole”. Sarà che certe frasi ti ronzano in testa da sempre, ma osservando Jannik Sinner sbattersi un bel po’ contro Grigor Dimitrov – cui molti attribuiscono un talento più cristallino di quello in dotazione al nostro ragazzo tennista – mi sono chiesto se fra i molti ingegni di Jannik quello che gli avversari meno sopportano sia l’ormai manifesta capacità di ribaltare il fronte del gioco, per quanto preparato ad arte, con una sortita di ancora più alto spessore. Nel mostrare questo, il match con Dimitrov – che spinge Sinner alla terza presenza negli ottavi ciel “mille” di Miami, e a un confronto tra “rossi” con Anchey Rublev – è stato alquanto esaustivo, in particolare nel secondo set; quando il bulgaro che anni fa si proponeva come sposo della bella Sharapova, ha puntato densamente la barra del proprio tennis verso la qualità – e l’imprevedibilità – delle giocate, ricevendone da Sinner un’ampia gamma di repliche di casi alta fattura da obbligarlo rapidamente a recedere dagli intenti, abbrunare il vessillo del proprio casato, e consegnarsi all’avversario. Forse è proprio questo su cui ha lavorato Sinner; nell’ultimo anno, quando con coraggio e avvedutezza ha posto avanti a tutto l’esigenza di diventare “altro” giocatore, rispetto a quello forse troppo meccanico che stava prendendo forma, e preparare una trasformazione che desse risposta alla domanda centrale: che tipo di tennista vuoi essere da grande? Uno in grado di combinare più profili di gioco, è stata la risposta che tutti aspettavano. Ma forse Jannik è andato oltre. Rimettendo a posto qui, migliorando là, restaurando e ripulendo, il ragazzo è venuto a contatto con una serie di variabili che s’è tenuto da parte, pronto a gestirle alla bisogna. E ha fatto ieri in una fase del match in cui Dimitrov è sembrato sfidarlo apertamente. Ne è sortito un set in cuii due sembravano rincorrersi nel mettere a frutto i rispettivi ingegni. Un rovescio in lungo linea del bulgaro, per chiudere un punto decisamente lavorato? Ed ecco Sinner rispondere con le stesse arti, ma a velocità ancora più sostenuta […]. “Mi è sembrato di giocare una partita a scacchi”. Una mossa lui, una l’altro. Ma solo dal secondo set, dato che nel primo era stata la solidità di Sinner a emergere […]. Sul tre pari, lo scatto che serviva è stato di Sinnet; prima il 4-3, poi – attento e feroce sulle risposte, che ieri hanno funzionato davvero bene – il break che gli ha permesso di chiudere il conto. Non era facile, e non lo è stato. Ma Jannik l’ha fatto sembrare tale. Ed ecco un’altra delle più comuni definizioni del talento, che dispone chi può permetterselo nella condizione di far sembrare facile ciò che non è […]. “Con Dimitrov la risposta ha funzionato bene, con Rublev sarà decisiva”, preconizza Sinner. Che possegga anche un talento da profeta?
Trevisan in versione rock vola nei quarti a Miami (Stefano Semeraro, La Stampa)
Martina Trevisan sorride sempre quando gioca, ora sorride anche la sua classifica. Battendo in scioltezza (6-3 6-3) la ex campionessa del Roland Garros Jelena Ostapenko, Martina è diventata, oltre che la sesta italiana ad arrivare nei quarti nel “1000” della Florida (dopo Reggi, Farina, Garbin, Errani e Vinci), anche numero 20 del mondo. Per ora virtualmente, nel metaverso delle classifiche in progress ma con una chance di salire ancora. L’ultima azzurra a bivaccare così in alto è stata Robertina Vinci, n.19 nel gennaio 2017. È la prima volta che la Trevisan raggiunge i quarti di un “1000”, che ce l’abbia fatta sul veloce, non la sua superficie “naturale”, la dice lunga sulla capacità di migliorarsi di Martina, che a 29 anni vive una stagione magica […]. Già in United Cup aveva sorpreso Maria Sakkari, quello di ieri è il secondo successo in carriera contro una top 50 sul veloce. Un’ora e mezzo di frustate mancine e grande solidità mentale di fronte alla sciagurata Jelena (26 gratuiti), la conferma di un ottimo stato di forma. Ora per Martina in versione Hard Rock (il nome dello stadio del football che a Miami ospita il torneo) c’è la vincente la campionessa di Wimbledon Rybakina. In palio i quarti di finale, che sono anche l’obiettivo di Jannik Sinner nel maschile: stasera l’ostacolo è Andrey Rublev, n.7 Atp, contro cui ha perso (2 volte su 4) solo per ritiro.