ATP Montecarlo, Sinner: "Ritiro Schwartzman? Mi sarebbe servita una partita combattuta, ma così non è stato"

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ATP Montecarlo, Sinner: “Ritiro Schwartzman? Mi sarebbe servita una partita combattuta, ma così non è stato”

Il giocatore azzurro si proietta all’ottavo con Hurkacz: “Sulla terra rossa ora mi adatto più velocemente rispetto a qualche tempo fa”

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Jannik Sinner - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

“Mi sarebbe servito giocare di più per trovare subito il mio ritmo, ma non è successo. Così a fine partita sono andato ad allenarmi un po’“. Jannik Sinner non è troppo contento del fatto che il suo esordio a Montecarlo 2023 sia stata una non-partita a causa del ritiro di Diego Schwartzman. Ecco le parole del giocatore azzurro in conferenza stampa: l’attenzione è ovviamente proiettata al match contro Hurkacz.

D: Come vedi il match contro Hurkacz?

Sinner: “Difficile prevederlo. Lui serve bene, quindi ci saranno dei giochi che andranno via veloce. La questione sarà trovare il ritmo giusto, perché oggi ne ho avuto poco. Speravo in una partita lottata, forse mi sarebbe servita, ma non c’è stata. Ora bisogna vedere come riuscirò a entrare in partita nel prossimo turno. Sicuramente il servizio avrà un ruolo importante”.

D: Dal cemento alla terra cosa cambia di più per te?

Sinner: “Sicuramente il movimento, le traiettorie e la risposta. Dipende anche contro chi giochi, con Diego è un pochettino più facile perché la sua palla non salta tanto. Con Hurkacz dovrò decidere se partire più avanti o più indietro in risposta sapendo che se parto più indietro mi arriveranno dei serve and volley. Comunque col team ne abbiamo già iniziato a parlare, ho le idee abbastanza chiare”.

Scanagatta, Ubitennis: Qui non c’è Cahill, cosa cambia con o senza di lui?

Sinner: “Non credo che cambia tantissimo perché comunque ci sentiamo al telefono e parliamo tanto, la stessa cosa fa Simone. Comunque quando c’è si sente la sua presenza. Lui ormai sa il giocatore che sono e di cosa ho bisogno. C’è un bell’equilibrio”.

Scanagatta: Djokovic ha detto che si rivede in te. E ha detto che lui ci mette 15 giorni ad adattarsi alla terra. E’ così anche per te?

Sinner: “La mia fortuna è stata quella di abituarmi a giocare sulla terra fin dai 14 anni. Ogni volta che ci torno, mi ci vogliono due settimane o anche di più per sentirmi al massimo. Ma d’altro lato mi abituo molto più velocemente rispetto a qualche tempo fa. Ci vuole un po’ di tempo, e farlo in partita è diverso che farlo in allenamento”.

D: In generale, il tennis per te è un divertimento o un lavoro?

Sinner: “Perché mi fai questa domanda?”

D: Non c’è un motivo particolare, ma per voi giocare la partita è più un divertimento o un lavoro?

Sinner: “La partita è un divertimento, ma voi non vedete tutto quello che c’è dietro. A volte uno ha male da qualche parte e non lo vuole fare vedere, ci sono tante cose dietro. Io comunque mi diverto quando vado in campo”.

D: Una partita così veloce ti cambia qualcosa nella routine?

Sinner: “Siamo andati un po’ in campo perché non ho potuto giocare moltissimo e abbiamo iniziato a vedere alcune cose per la prossima partita. Abbiamo fatto anche un po’ di palestra, ma poca roba, perché il mio corpo deve essere pronto”.

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