[3] O. Jabeur b. J. Ostapenko 1-6 7-5 6-3
Partiamo dalla fine, perché nell’ultimo incontro della terza giornata del Porsche tennis Grand Prix di Stoccarda va in scena l’ennesimo remake di “Questo pazzo pazzo pazzo tennis” il drama che non ci stanca mai, fascino e mistero di questo sport. Jelena Ostapenko si è abbattuta come una furia su Ons Jabeur, riproponendo il tennis che l’aveva portata ad una rapida vittoria su Emma Raducanu nel turno precedente. Per un’ora annichilisce la numero 4 del ranking in ogni aspetto del gioco. La tiene costantemente ai margini del gioco e sul 5-4 si porta a due punti dal match. Poi succede qualcosa, e il match prende piano piano, senza che nessuno se ne accorga subito, un’altra strada. Guidata dall’istinto della giocatrice di classe, Jabeur sente di non aver perso ancora e si aggrappa al servizio e ai tarli che lentamente minano le certezze della numero 22 del ranking, che cede di schianto nel terzo set.
Per la tunisina, fresca di quarta poltrona nel ranking e reduce dal trionfo a Charleston, quarti di finale come l’anno scorso e la gioia di una vittoria insperata. Delusione per Jelena, che ripropone comunque un gioco di grande consistenza, cui però la tennista di Riga dovrà allungarne i tempi. Per Ons ora la vincente tra Rybakina e Haddad Maya.
Primo set. Jabeur parte veloce e trova due palle-break che la portano ad un subitaneo ed illusorio vantaggio. Sarà infatti per la finalista dello scorso Wimbledon l’unica soddisfazione del set. Ostapenko innesca una serie di affondo di dritto e rovescio, di risposte vincenti o capaci, comunque, di porre la rivale in serio imbarazzo. La vincitrice di Parigi 2017 è concentrata e non si concede pause; è evidente la strategia di tenere molto alto il ritmo, per non concedere spazi alle licenze poetiche dell’avversaria. Ons, solitamente un felino sornione pronto a far scattare i propri artigli, non trova il tempo per pensare e può solo mettere a segno qualche colpo isolato, fugace testimonianza di un’artista nascosta per evitare la pioggia battente di colpi pesanti come il cemento. In trentuno minuti siamo al 6-1.
Secondo set. Non trovando soluzioni nelle diverse fasi dello scambio, Jabeur si affida al suo colpo di inizio gioco. Riesce a migliorare la resa della prima che arriva dalle parti del 70% (contro il miserevole 27% della prima frazione), serve quattro ace nei primi quattro turni di servizio e riesce nell’intento di raffreddare un pochino la continuità dell’azione del panzer baltico. Ora, infatti, si fa più difficile per Jelena aprire la scatola, e la nordafricana trova il modo di rimanere più vicina alla riga di fondo, concedendo meno angoli.
Nonostante questo, sull’1-1 Ostapenko ottiene un break, che sa difendere fino al 5-4. Mentre serve per il match, però, la lettone accusa un tremore, il primo di una partita perfetta. Cede il servizio aggiudicandosi solo un punto e chiudendo con un rovescio troppo lungo. Jabeur sente di avere finalmente un’opportunità e si porta 6-5 con un game perfetto vinto a zero.
Jelena trema e va sotto 0-30, per concedere due setpoint consecutivi. A questo punto si ricorda dei fasti di dieci minuti prima e ritrova profondità; cancella tutto e si prende una chance per spingere il set al tie-break. Ma Jabeur sente di non poter mollare proprio sul più bello e dopo 14 punti e alla quarta palla-set, incamera il secondo set.
Terzo set. Incomincia una nuova partita. Più equilibrata, dove il furore di Ostapenko non è più accompagnato dalla lucidità espressa nel primo parziale ma produce comunque colpi violenti e pericolosissimi. Dall’altra parte della rete Jabeur vede le difficoltà in cui si dibatte la rivale e non intende mollare la presa. Dopo cinque giochi in favore di battuta, è proprio la nordafricana a ottenere il break e a portarsi 5-2 difendendo il servizio nonostante un doppio fallo. Potrebbe chiudere nel game successivo, ma la lettone ha un sussulto e annulla due matchpoint; sul 5-3 si procura anche due palle per riprendersi il break, ma la sua rivale non si commuove: annulla tutto e chiude, ovviamente, con un ace. What else?
[2] A. Sabalenka b. B. Krejcikova 6-2 6-3
Aryna Sabalenka si aggiudica il quarto incontro disputato con Barbora Krejcikova in questi primi quattro mesi di stagione. Dopo la vittoria della ceca nei quarti di Dubai, la campionessa di Melbourne 2023 ha vinto i tre match seguenti, gli ultimi due senza concedere set. La tigre di Minsk ha lasciato cinque giochi oggi come anche negli ottavi a Miami, mostrando di aver temporaneamente disinnescato i colpi tremendi della trionfatrice di Dubai.
Non è stato certo il migliore dei loro incontri, soprattutto per l’assenza di equilibrio. Krejcikova è stata infatti capace di proporre colpi degni della propria classe e si sono visti scambi assai pregevoli, ma Sabalenka è risultata insormontabile. Troppo perfetta in ogni aspetto. Persino nel servizio, con 10 ace (7 nel primo set) e, udite udite, appena un doppio fallo. Ha lasciato solo dodici punti sulla propria battuta, di cui quattro sulla prima.
Chiaramente zero opportunità di break per Barbora, che invece ha passato parecchi pensieri per subirne solo tre. Per lei qualche volée e alcuni affondo ma anche un penoso 19% di conversione con la seconda palla. Difficile sperare qualcosa di più con la numero due del mondo pronta a saltare sopra al servizio di scorta della ceca per sfondarne le difese.
Un’ora e diciassette minuti di fatica per Aryna, e ora la sfida nei quarti con Badosa oppure Bucsa, protagoniste di un derby giovedì pomeriggio.
[6] E. Rybakina b. J. Niemeier 7-5 6-3 (di Federico Martegani)
Nessun problema nel match d’esordio per Elena Rybakina al Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda. La n° 7 del ranking WTA ma n° 6 del seeding in Germania ha sconfitto per 7-5 6-3 in un’ora e mezza una delle tenniste di casa del torneo, Jule Niemeier. La kazaka, che quest’anno ha vinto il primo “1000” della sua carriera a Indian Wells e che ha iniziato la stagione col piede giusto, si è complicata la vita solo all’inizio del secondo parziale, ma ha saputo alzare il livello nei punti che contavano doppio e ha trionfato senza particolari problemi. Ora sul suo cammino la brasiliana Haddad Maia, che al primo turno ha approfittato, quando era già avanti di un set, dei problemi fisici della nostra Martina Trevisan per accedere agli ottavi di finale. Una partita che Rybakina non potrà prendere sotto gamba, dato che l’unico precedente giocato, risalente al WTA di Abu Dhabi di quest’anno, ha visto la vittoria in rimonta della sudamericana per 3-6 6-3 6-2.
Primo set: un solo break fa la differenza per il 7-5 a favore di Rybakina
Le due giocatrici cercano fin da subito di fare la differenza coi colpi di inizio gioco, abbreviando il più possibile gli scambi. Una tattica molto simile, grazie o a discapito della quale a far pendere la bilancia verso l’una o l’altra tennista possono essere l’efficacia del servizio o della risposta. Rybakina tiene più agevolmente i suoi turni di battuta fino al 4-4, scegliendo soluzioni che le consentano, se ne intravede la possibilità, di scendere a rete per battezzare punti che già si era costruita in precedenza. Ciò che sembra funzionare bene – e non è una novità – è soprattutto il servizio della kazaka, capace di mettere a segno 5 ace nei suoi primi 4 turni e di concedere solo 3 punti nello stesso arco di tempo. Niemeier non va molto distante da quanto specificato per l’avversaria, con la differenza che si trova costretta a salvare una palla break nel secondo gioco, non sfruttata dalla kazaka. Si prosegue dunque on serve senza alcun scossone (Rybakina è costretta ai vantaggi sul 4-4 ma non deve annullare break-point) e l’esito più scontato di un primo set del genere – inusuale per un match di tennis femminile disputato su terra – sarebbe il tie-break. Se non fosse che il servizio e il gioco, fin lì quasi perfetti, della tedesca si inceppano sul più bello consegnando, di fatto, il primo parziale alla favorita per 7-5.
Secondo set: Rybakina recupera da 1-3 a 6-3 e avanza
Ma ecco l’inizio di secondo set che non ti aspetti. Rybakina, forse convinta che l’avversaria potesse avvertire il contraccolpo e di poter prendere conseguentemente il largo, si rilassa e perde immediatamente il servizio a -15 con una serie di errori non forzati, mentre Niemeier sale in spinta e in coraggio – pur avendo vinto solo 3 partite delle 10 disputate a livello WTA quest’anno – ottenendo persino qualche punto spettacolare come quello, sul 2-1 in suo favore, in cui riesce a rimontare con un tweener un lob della testa di serie n° 6 e a chiudere il punto con il rovescio incrociato successivo. La tennista di casa, sospinta da un pubblico comunque sempre molto educato, avrebbe anche la chance di andare avanti di due break e di issarsi sul 4-1, ma non sfrutta due palle break, una delle quali con un non impossibile uno schiaffo al volo di dritto che impatta sul nastro. Un’occasione forse irripetibile per la n° 65 al mondo, che si fa raggiungere sul 3-3 e poi non capitalizza altre due palle per tornare avanti di un break nel settimo gioco. È la fine della partita di Niemeier, che perde il servizio sullo svantaggio di 4-3 e che consente a Rybakina di andare a servire per il match. Elena non trema e chiude con un game perfetto, tenuto a -0.