Un'altra finale per Sinner (Crivelli, Bertolucci, Giammò). Berrettini cambia, addio a Santopadre (Strocchi, Martucci, Ercoli)

Rassegna stampa

Un’altra finale per Sinner (Crivelli, Bertolucci, Giammò). Berrettini cambia, addio a Santopadre (Strocchi, Martucci, Ercoli)

La rassegna stampa di domenica 29 ottobre 2023

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Sinner d’acciaio, Rublev battuto (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La potenza è nulla senza controllo. Se ne accorge Rublev, che accompagnato dalla miglior condizione psicofisica dell’anno, prova a disinnescare la contraerea di Sinner tirando sempre più forte, finendo tuttavia per pagare pegno alle sue stesse armi. Perché lo Jannik dell’ultimo mese è implacabile, tiene un ritmo che finisce per travolgere la resistenza di chi gli sta di fronte, usa il servizio come una clava anche nei momenti più caldi del match, in risposta è una sentenza e frequenta con profitto e lucidità anche la rete. La rimonta da 2-5 sotto nel primo set è da campionissimo, il piccolo passaggio a vuoto quando andrà a servire per il match sul 5-3 del secondo parziale un piccolo neo che dimenticherà in fretta: «Ho cercato di restare calmo, e non è facile quando servi per il match, subisci il break e senti che il tuo avversario sta prendendo il controllo della partita. Ma il tennis è così, devi accettarlo. Ho trovato le giuste soluzioni, sono contento». E così arriva il successo numero 55 in stagione, record per un giocatore italiano nell’Era Open (superate le 54 vittorie di Barazzutti del 1978). E anche la sesta finale dell’anno (fin qui con tre perle: Montpellier, il 1000 di Toronto e Pechino), la quarta contro Medvedev dopo Rotterdam, Miami (perse) e appunto Pechino, l’unico ma fondamentale successo della Volpe Rossa dopo le prime sei sconfitte contro l’Orso moscovita, una anche a Vienna proprio un anno fa. Un match dal significato importante per entrambi: dopo aver eguagliato Panatta con il n.4 in classifica, Sinner può raggiungere Adriano anche nei tornei vinti in carriera, a quota 10, mentre Daniil può finalmente confermare un titolo (è campione in carica), avendo fin qui conquistato 20 tornei tutti diversi tra loro. L’incrocio di oggi, a ogni modo, li conferma nel gotha dei più forti di stagione insieme a Djokovic ed Alcaraz: «Non conta chi ha vinto l’ultima volta – analizza l’azzurro – qui le condizioni sono diverse rispetto a Pechino. L’anno scorso qui mi ha battuto piuttosto facilmente, speriamo che stavolta sia un bel match». Ma la conseguenza più importante della quarta vittoria di Jannik in sei confronti contro Rublev è la messa in sicurezza del quarto posto nella Race, che alle Finals di Torino consentirebbe di evitare nel round robin almeno due big tra Djokovic, Alcaraz e lo stesso Medvedev. […]

Sinner in crescita. Più sicuro a rete e una risposta a livello di Nole (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Anche il torneo di Vienna conferma le indicazioni di questa annata tennistica: Jannik Sinner è ormai stabilmente tra i primi quattro giocatori del mondo, come testimonia anche la classifica. Nella semifinale contro Rublev, che lo segue di una sola posizione nel ranking e per tutta la settimana ha mostrato il suo miglior volto stagionale, l’azzurro ha vinto una partita complicata grazie alle qualità tecniche e caratteriali che ormai lo stanno accompagnando da qualche mese, a completamento di un lavoro in profondità con la coppia di coach Vagnozzi-Cahill che sta dando frutti molto abbondanti. In alcuni frangenti è sembrato che i due avversari volessero far esplodere la pallina tanto tiravano forte, ma la gara a braccio di ferro ha finito per premiare la maggior varietà di soluzioni di Jannik e soprattutto il suo straordinario rendimento alla risposta, fondamentale nel quale ormai il solo Djokovic, e di pochissimo, gli è davanti nel circuito. Il percorso austriaco ha inoltre consolidato i grandi miglioramenti al servizio, in particolare nelle tre partite che hanno preceduto la sfida con il russo, quando si è cavato di impaccio di fronte alle palle break grazie agli ace e alle prime vincenti Adesso, inoltre, Sinner è molto più sicuro a rete e le sue scelte in attacco non sono più estemporanee come qualche tempo fa. Unica piccola nota negativa della vittoria di ieri, il passaggio a vuoto nel momento in cui si è trovato a servire per il match nel secondo set, un calo di concentrazione che non deve assolutamente essere replicato oggi nella finale contro Medvedev. I due si ritrovano di fronte per la quarta volta quest’anno in una partita che vale il titolo, a dimostrazione che insieme a Djokovic ed Alcaraz rappresentano al momento il meglio del circuito. […]

Sinner tesse la ragnatela, Rublev va ko (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Ad ogni torneo una statistica da aggiornare. Per ogni partita un record che si avvicina e un altro che viene infranto. Prosegue come meglio non potrebbe il 2023 di Jannik Sinner vincitore ieri della semifinale dell’ATP 500 di Vienna contro Andrey Rublev – 7-5 7-6(5) – in una stagione ormai sempre più simile a un’esposizione permanente a cui il n. 1 azzurro continua a regalare perle. Quella contro il russo n.5 del mondo è stata per l’altoatesino la vittoria n.55 dell’anno. Superati quindi i 54 successi ottenuti da Corrado Barazzutti nel 1978, e qualificazione ottenuta per la sesta finale in stagione (tredicesima complessiva) in cui oggi contro Daniil Medvedev andrà in cerca del suo quarto titolo del 2023 dopo quelli vinti a Montpellier; Toronto e Pechino. «Un altro match contro Daniil, sono sempre sfide importanti per me. L’ultimo l’ho vinto, ma ne ho persi tanti (il bilancio dice 6-1 per il russo; ndr) e non conta davvero a chi sia andato l’ultimo. Qui c’è una superficie diversa, e di sicuro sarà un match diverso. L’anno scorso qui mi ha battuto molto agilmente (6-4 6-2), vediamo, ma sono contento di poterlo affrontare ancora». Era un match, quello di ieri contro Rublev, in cui si giocava per l’orgoglio e il prestigio, le rispettive bacheche e gli almanacchi. L’obiettivo più importante, la qualificazione per le Nitto ATP Finals, i due l’avevano già raggiunta da tempo: normale quindi attendersi una partita giocata a viso aperto. […] Con Rublev subito aggressivo a voler chiudere in fretta gli scambi, e Sinner vigile e paziente nel cercare invece di ricondurli su ritmi a lui più congeniali. Fino al break con cui Rublev è riuscito a portarsi sul 5-2. Ed è stato allora che la fretta ha iniziato a impadronirsi del russo: un’impazienza che la forza tranquilla dell’italiano nei cinque – cinque! – game successivi ha alimentato a suon di prodezze e miracoli, recuperi e ace, fino a tramutarla in frustrazione incontenibile, ora rivolta alla sua racchetta, ora all’autoflagellazione o alle imprecazioni rivolte al suo box. Scosso, il russo e stato bravo a ricomporsi nel secondo set, ma di occasioni nemmeno l’ombra. Troppo padrone di sé, Sinner per cadere in cali di concentrazione […]. 

Berrettini, è finita con Santopadre (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Matteo Berrettini tenterà l’operazione rilancio, nel 2024, senza Vincenzo Santopadre al suo fianco. Il romano ha annunciato la fine della collaborazione con il suo storico coach. «Pensavo dovesse essere una cosa solo mia e tua, invece poi ho realizzato che quello che abbiamo costruito, fatto e vissuto è sì solamente nostro, ma è anche la testimonianza tangibile che i sogni si avverano – scrive l’ex n.6 sui suoi profili social -, che Il duro lavoro porta sempre a qualcosa di positivo e che nella vita, a volte, non bisogna prendersi troppo sul serio. Sono arrivato nelle tue “braccia tennistiche” non sapendo ancora cosa volessi fare della mia vita, sei riuscito a farmi sognare lontano, tenendomi però attaccato alle singole giornate che vivevamo. Ogni allenamento un mattoncino, ogni sconfitta una lezione e ogni infortunio un’opportunità per migliorare e tornare più forti». Poi il tono si fa più toccante. «Non credo di poter riuscire a buttare giù qualcosa che possa veramente far capire quel che sento per te. La riconoscenza, l’affetto, il rispetto, l’ammirazione, la gratitudine, la gioia e tutto quello che c’è di bello nel nostro rapporto si possono raccontare solo con un abbraccio… Il nostro è un arrivederci professionale che probabilmente accresce ancor di più il rapporto personale. Ti ho sentito con me in ogni difficoltà affrontata negli ultimi 13 anni, e nonostante siano state tante, quando penso a noi sento solo gioia. Senza di te ci sarebbe stato Matteo Berrettini, ma non ti sarebbe stato The Hammer». […]

Berrettini cambia: addio a Santopadre (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

«Senza di te ci sarebbe stato Matteo Berrettini, ma non ci sarebbe stato The Hammer». Dopo 13 anni finisce la storia fra il primo storico finalista italiano a Wimbledon e Vincenzo Santopadre, l’allenatore che l’ha portato al 6 del mondo e a 7 titoli Atp, ma non può finire l’amore. Come sottolinea il campione romano su Instagram, sulla scia del rinvio del suo tennis a gennaio in Australia, dopo il ritiro per la storta alla caviglia destra del 31 agosto nel secondo turno degli US Open: «Non credo di poter riuscire a buttare giù qualcosa che possa veramente far capire quello che sento per te. La riconoscenza, l’affetto, il rispetto, l’ammirazione, la gratitudine, la gioia e tutto quello che c’è di bello nel nostro rapporto si possono raccontare solo con un abbraccio…». A 27 anni, con una nuova compagna, il fulcro della vita spostato da Roma a Milano/Montecarlo, la classifica scaduta al numero 90, troppi infortuni e troppe ripartenze, dopo la disastrosa stagione 2023 con appena 23 match (12 vittorie-11 sconfitte), il campione romano che ha lanciato il Rinascimento del tennis italiano gira decisamente pagina col passato (e quindi presumibilmente anche con preparatore atletico e fisioterapista) per ripartire con una nuova carica e nuovi stimoli. È umano, comprensibile e in linea con le legittime scelte di un atleta professionista. Non è un taglio traumatico e quantomeno polemico, come scrive all’ex coach: «Quello che abbiamo costruito, fatto e vissuto, è solamente nostro, ma è anche la testimonianza tangibile che i sogni si avverano, che il duro lavoro porta sempre a qualcosa di positivo. Che nella, vita, a volte, non bisogna prendersi troppo sul serio». Come puntualizza all’amico: «Sono arrivato nelle tue “braccia tennistiche” non sapendo ancora cosa volessi fare della mia vita, sei riuscito a farmi sognare lontano, tenendomi però attaccato alle singole giornate che vivevamo. Ogni allenamento un mattoncino, ogni sconfitta una lezione e ogni infortunio un’opportunità per migliorare e tornare più forti». Con tanto affetto e nessuna recriminazione, al contrario: «Sono felice e grato alle persone che hanno reso possibile il nostro incontro, e fiero di noi per come abbiamo sfruttato questo regalo che ci è stato concesso. Ti ho sentito con me in ogni difficoltà e, nonostante siano state tante, quando penso a noi sento solo gioia». […]

Berrettini-Santopadre, è divorzio (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

«Senza di te ci sarebbe stato Matteo Berrettini, ma non ci sarebbe stato ‘The Hammer’. Grazie Vinz». Si conclude con queste parole una delle collaborazioni più vincenti e longeve della storia del tennis italiano: quella tra Matteo Berrettini e Vincenzo Santopadre. Il lavoro di un tecnico viene spesso ridotto al campo, ma mai come in questo caso sarebbe la cosa più sbagliata. Santopadre non ha cresciuto solo Matteo tennista, ma lo ha aiutato a diventare uomo. In meno di ventiquattro ore l’ex numero 1 d’Italia ha annunciato la conclusione della sua stagione e la separazione dal coach di sempre. «Ero indeciso, non sapevo se scrivere qualcosa o comunicarlo e basta. Pensavo dovesse essere una cosa solo mia e tua, invece poi ho realizzato che sì, quello che abbiamo costruito, fatto e vissuto, è solamente nostro, ma è anche la testimonianza tangibile che i sogni si avverano, che il duro lavoro porta sempre a qualcosa di positivo e che nella vita, a volte, non bisogna prendersi troppo sul serio – il messaggio pubblicato a mezzo social dal tennista romano, attualmente numero 90 del mondo -. Il nostro è un arrivederci professionale che probabilmente accrescerà ancora di più il rapporto personale. Ti ho sentito con me in ogni difficoltà affrontata negli ultimi 13 anni, e nonostante siano state tante, quando penso a noi sento solo gioia». La corsa verso la sesta posizione mondiale, best ranking di Matteo, è stata costellata da traguardi difficilmente immaginabili per un tennista azzurro. II primo di questi è la finale di Wimbledon 2021, seguito dalle due partecipazioni alle Nitto ATP Finals, da 7 titoli nel circuito maggiore e dalle semifinali di US Open e Australian Open. […] I motivi della separazione non sono di dominio pubblico, ma è indubbio che Matteo guardi al 2024 con voglia di riscatto e di aggiungere nuovi successi a quelli ottenuti negli ultimi cinque anni. Con due mesi per preparare la trasferta australiana, l’azzurro avrà una quantità di tempo che raramente si riesce ad avere a disposizione in vista della nuova stagione. Si aprono dunque parecchi scenari, con Berrettini che potrebbe rimanere in Italia come affidarsi ad un coach internazionale. Residente a Montecarlo, negli ultimi anni ha spesso fatto la spola con Miami e quindi non dovrebbe essere un problema affidarsi ad una figura straniera. […]

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