Il derby dell'amicizia (Azzolini). Sinner implacabile (Crivelli). Sinner già in forma (Bertolucci). Felicità Nadal «Bello vivere giornate così» (Strocchi)

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Il derby dell’amicizia (Azzolini). Sinner implacabile (Crivelli). Sinner già in forma (Bertolucci). Felicità Nadal «Bello vivere giornate così» (Strocchi)

La rassegna stampa di domenica 28 aprile 2024

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Il derby dell’amicizia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Ho messo da parte l’amicizia, commenta Sinner quasi dispiaciuto, al termine di un derby che di amichevole e purificatorio ha avuto, alla fine, il bel sorriso di Sonego nell’abbraccio conclusivo. Un gesto spontaneo come può esserlo solo l’amicizia tra due tennisti, fortificatasi in un ambiente che non dà peso a certi legami, considerandoli poco più che un orpello, un’apparenza, un fronzolo pressoché inutile e invece si mostra sempre più vitale per chi fa sport di professione, quasi fosse una scelta di campo. Duellanti a brutto muso nel match, ma amici sempre, come e più di prima. Ne va della loro stessa sopravvivenza, credo, se è vero che l’amicizia resta la cosa più concreta di una gioventù così lontana da tutto ciò che solitamente fanno i ragazzi della loro età. E’ un bell’argomento, in fondo, tanto più quando il punteggio non mostra alcun segno di amicizia. Sette a zero per Sinner, prima che Sonego riesca a confezionare il primo game, giunto tra molti e affannati sospiri, e non senza aver sfiorato l’ottavo punto a favore di Jannik che sarebbe valso la resa immediata di Sonny. Inutile tornare sul valore di un derby in uno sport internazionale come il tennis. […] Tanto, poi, li vince tutti Sinner, giunto al tredicesimo derby vinto sui tredici giocati nel Tour. Il quinto contro Sonego, nell’ultimo anno e mezzo, certo il più severo per il risultato che ne è scaturito. Piuttosto, tornano alla mente letture lontane, di quando il tennis non era professionale e l’attività stagionale raramente poneva i nostri in opposizione agli stranieri. Proprio la mancanza di professionalità tra atleti che facevano sport per diletto fu al centro di spietati voltafaccia, in barba a qualsiasi amicizia. Nel 1923, a Milano, incrociarono le racchette per la finale degli assoluti il trentenne gentiluomo spezzino Cesare Colombo e il gentiluomo romano Riccardo Sabbadini, ben più avanti con l’età. Non ci fu partita, Colombo dilagò, troppo più atletico, mentre il romano dopo il primo set già trascinava le gambe. Punteggio scioccante: 6-0, 6-0, 5-0 a favore di Colombo. La recita di Sabbadini cominciò sul 3-0 del terzo set. Rientrava al cambio di campo inciampando sui suoi stessi piedi. Quando Colombo gli passava vicino gli chiedeva di fargli vincere almeno un game. […] Colombo non rispondeva, ma in cuor suo vacillava. Non erano amici veri, ma buoni conoscenti. Sul 5-0 Colombo si finse un po’ frettoloso, sprecò qualche occasione e regalò a Sabbadini il fatidico game. Ebbe solo un dubbio, quando vide il romano esultare con gli stessi salti che, più di ottanta anni dopo avrebbero reso famoso Rafa Nadal. Ma non era in punto di morte? No, non lo era. Vinto quel game, Sabbadini ripartì raddoppiando i giri del motore. Finalmente lucido. Improvvisamente famelico. Un game alla volta, il romano rimontò il terzo set, si impose nel quarto e finì per dominare anche il quinto, di fronte a un Colombo confuso dalla rabbia e incapace di ritrovare un assetto di gioco. Amicizia a parte, Jannik e Lorenzo non si presterebbero mai a simili furbate. Il match è andato come doveva andare. Troppo svagato all’inizio Sonego. Solido e ben centrato sui colpi invece Sinner. Sul 2-1 del secondo set, un altro break ha preparato l’ultimo scatto, portando Sinner sul 3-1, poi sul 4-1. Dodici a tre, alla fine. Devastante… «Ho avuto troppa fretta», commenta Sonego, «ma Jannik non ti dà scampo, tira forte e non commette errori. Peccato, mi sarebbe piaciuto giocarlo diversamente questo derby». «Forse ho saputo mettere da parte l’amicizia meglio di quanto non abbia fatto lui», la replica di Sinner, «ma è sempre strano giocare contro chi si conosce così bene. Ho cercato solidità nei colpi, la chiusura del tetto ha reso meno scivolosa la superficie, mi sono trovato meglio. Il programma è il solito, migliorare giorno per giorno. Ho curato molto la parte atletica, serve fare il pieno di benzina in vista di Parigi e Wimbledon». Prossimo turno contro Pavel Kotov, venticinquenne di Mosca, che ha superato Thompson al terzo set dopo un lungo inseguimento. […]

Sinner implacabile, «ma nella testa ci sono Parigi e Wimbledon» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Implacabile. Indossato il mantello di Sinnerman dopo una settimana di allenamenti, la Volpe Rossa irrompe alla Caja Magica con la prepotenza gentile del supereroe dall’aura invincibile. Un’esibizione muscolare che annichilisce Sonego in 69 minuti in un derby senza storia, il tredicesimo su 13 vinto da Jannik e il quinto contro l’amico delle giornate trionfali in Coppa Davis. […] Nelle ultime sette sfide con giocatori italiani, Sinner non ha mai perso il servizio […]. La 26a vittoria stagionale, a fronte di due sole sconfitte, continua ad avvicinarlo agli inizi di stagione leggendari (fino al mese di aprile) di campioni che hanno scritto la mitologia del tennis, da Connors a Federer. Tra l’altro, qualora vincesse domani contro Kotov, eguaglierebbe la partenza di Nadal del 2013, un traguardo la cui grandezza risiede già nelle parole che Jan ha dedicato al titano di Maiorca: «Rafa ha dato tantissimo al nostro sport: una mentalità diversa, un miglior approccio ad allenamenti e partite, come emergere da situazioni difficili. Sono sempre molto felice di vederlo. Batterlo sulla terra è una delle imprese più complicate nel tennis, se non la più difficile in assoluto». A Madrid potrebbero ritrovarsi in semifinale, ma la strada è ancora lunga, soprattutto perché Sinner, nonostante il debutto infuocato, non vuole ancora uscire dalla linea tracciata dopo Montecarlo: «Ribadisco che mi sto preparando non per questo torneo ma per Roma e soprattutto per Roland Garros e Wimbledon. Con il team sto lavorando tanto atleticamente, anche se adesso ho mandato via il preparatore: finora abbiamo lavorato tanto in palestra, gli ho dato un po’ di stop perché poi tra gli Internazionali e Parigi arriva tutto di fila ed è giusto che anche lui abbia dei momenti di pausa, anche se ovviamente continua a mandarmi le cose da fare. Stiamo provando a mettere dentro un po’ di benzina per questa parte di stagione abbastanza lunga». Senza dubbio, la maturazione fisica ha rappresentato uno degli atout fondamentali dell’esplosione degli ultimi sei mesi: «Adesso passo più tempo in palestra che sul campo. Ogni corpo è diverso. Io per esempio devo essere forte e stabile. Se sono arrivato a vincere uno Slam, una delle ragioni è proprio la mia crescita fisica. A vent’anni non avevo il corpo di un ventenne e l’ho dovuto accettare e lavorarci». Come ha detto Lollo a fine match, «Jannik è in uno stato di forma incredibile e non ti dà chance, non ti offre occasioni di prendere in mano il gioco e di non fare errori. Non ti molla». […]

Sinner già in forma. Nel tennis di oggi programmare è un punto di forza (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

L’esordio a Madrid di Jannik Sinner dopo 10 giorni di preparazione dura in vista degli impegni sulla terra battuta, poteva destare qualche timore. Capita infatti che in queste situazioni si perda un po’ di scioltezza, ci si senta imbastiti, con qualche difficoltà di reattività nei piedi, con la palla che scorre meno e magari con minor sensibilità. C’era, inoltre, l’incognita del derby anche se, come dicono i numeri (siamo a 13 vittorie), i derby lo gasano ancora di più. E’ pur vero che la resistenza di Sonego è stata molto blanda: forse voleva provare a cogliere l’occasione, ma è entrato in campo bloccato, giocando un primo set scivolato via in pochi minuti mentre nel secondo la reazione non c’è stata. Demeriti di Sonego ma le “colpe” vengono ingigantite quando dell’altra parte trovi un avversario che ti spazza via con facilità irrisoria. Sinner adesso, ha bisogno di test più probanti, ha bisogno di partite più complicate ma giocare sull’altura lo ha già aiutato: avere una risposta migliore sulla terra battuta lo agevola nel percorso di questo torneo e delle prossime settimane. Quando si arriva ad essere ai primi 2-3 posti del mondo vuol dire avere diverse marce in più, e la differenza con gli avversari è talmente ampia che il giocatore deve trovare una giornata terribile e l’avversario deve giocare la partita della vita per avere un risultato clamoroso. Capita di rado, a meno che hai toppato la condizione come è successo al greco Tsitsipas che ha fatto due domeniche di fila bene e poi ne ha pagate le conseguenze. In questo senso la programmazione è sempre stata un punto di forza di Jannik, che ha capito ben presto come bisogna muoversi e come bisogna curare bene i momenti. Servono i tornei ma anche i momenti di preparazione, e bene ha fatto Jannik a lavorare perché da adesso fino a Parigi è tutta una tirata. […] A Montecarlo è arrivato un po’ stanco dopo la parentesi americana e ha fatto bene ad allenarsi e recuperare. Giocare 2-3 tornei, allenarsi e poi di nuovo tornei: è questa la strategia vincente, una sorta di “stop and go”: un sistema che ha insegnato Roger Federer, qualcosa di diverso da battere il ferro quando è caldo. Sinner ha scelto Madrid per ritrovare il ritmo gara e sciogliersi dopo il lavoro fatto con l`obiettivo puntato su Roma e Roland Garros. Il primo riscontro è positivo, il resto lo vedremo giorno per giorno. Contro Sonego mi ha convinto non tanto perché ha vinto facile ma perché è già in buone condizioni. La risposta che serviva è arrivata.

Felicità Nadal «Bello vivere giornate così» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Tra i 12.500 spettatori che lo applaudivano nello stadio Manolo Santana c’era anche il Re di Spagna, Felipe VI, ma pure Zinedine Zidane. Ma non per un commiato, perché Rafa Nadal si è meritato un posto al 3° turno del Masters 1000 di Madrid prendendosi una bella rivincita nei confronti di Alex De Minaur, che dieci giorni prima gli aveva sbarrato la strada a Barcellona. Spinto dal pubblico di casa, il maiorchino ha così centrato la sua prima affermazione su un top 20 dalle Atp Finals del 2022, denotando confortanti progressi sul piano dell’intensità e del ritmo. Di contro l’australiano, cresciuto tennisticamente proprio in Spagna ha faticato ad entrare in partita, chiudendo il match addirittura con 33 gratuiti. «Ho giocato a tratti a un ottimo livello, ma non abbastanza – il commento del mancino di Manacor cinque volte vincitore di questo torneo -. Ovviamente sono contento, qualche giorno fa mi era difficile perfino pensare di poter arrivare al terzo turno. Per me non cambia molto, ma sono riuscito a competere per più di due ore e questa è una cosa molto importante. E riuscirci in casa, giocando davanti a questa gente è fantastico. Molto emozionante per me. Il futuro? Si va avanti giorno per giorno, difficile oggi pensare a grandi cose. l’ho detto l’altro giorno, la vita e lo sport cambiano velocemente. Essere qui significa darmi l’opportunità che questo accada. E’ stata una giornata bellissima, emozionante, non posso ringraziarvi abbastanza per l’affetto che ricevo qui. Questo mi motiva. In questi mesi difficili, sportivamente parlando, hai sempre dentro di te il sogno di vivere giornate così». Niente illusioni, però, riguardo al Roland Garros. «Gli ultimi giorni hanno migliorato le sensazioni nel mio corpo, non sono ancora sicuro. È il torneo più importante della mia carriera, tutto quello che ho vissuto lì è nel mio cuore. Non si tratta di vincere o perdere, si tratta di scendere in campo con la sensazione di poter essere competitivo, competere e sognare. Se non posso non ha senso farlo», le parole di Rafa, opposto ora per
la prima volta all’argentino Pedro Cachin, che ha sgambettato lo statunitense Frances Tiafoe. […]

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