ATP Finals: Hurkacz lancia Sinner in semifinale. Djokovic la spunta al terzo set

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ATP Finals: Hurkacz lancia Sinner in semifinale. Djokovic la spunta al terzo set

Il polacco spaventa Novak Djokovic apparso troppo nervoso nelle fasi cruciali del match

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[1]N. Djokovic b. [9] H. Hurkacz 7-6(0) 4-6 6-1

Dalle vacanze al ruolo patriottico di fare un favore al suo amico Jannik! Hubert Hurkacz rimarrà un’icona importante di queste ATP Finals, il giostraio che ha regalato il biglietto per le giostre della semifinale a Sinner, un ticket che l’azzurro si è guadagnato con tanto sudore e merito in campo. Vince la seconda gara a quest’edizione 2023 delle Finals Djokovic che ha un particolare feeling con il terzo set, avendo concluso tutte e tre le gare del girone in tre set. Il serbo infila la settima vittoria di fila nei confronti diretti con il polacco, ma ha lasciato per strada un set che potrebbe costargli caro in un girone inevitabilmente condizionato dal ritiro di Tsitsipas a gara in corso con Rune. Sinner è il primo azzurro nella storia a conquistare la semifinale alle Finals.

Hurkacz spaventa Nole ma si scioglie al tie-break

Richiamato in fretta e furia dal relax torinese, Hubert Hurkacz ha deposto macchine fotografiche e look da turista per concentrarsi rapidamente sul campo giocato. Sapere di entrare in campo e affrontare Djokovic per lui è sempre stato complicato, testimoniato dal 6-0 nei confronti diretti in favore del serbo. Farlo quando già si sa di essere eliminati è alquanto raro, ma magari ti fa indossare la racchetta tra le mani con meno pressioni addosso. Il PalaAlpitour gli fa tornare in mente luoghi di villeggiatura e con l’abbigliamento non ci fa allontanare da questa idea vacanziera. Hukracz trova un clima patriottico da parte di un pubblico che lo adotta sin da subito pur di “gufare” Djokovic e sperare che perda un set che consenta a Jannik di approdare in semifinale. Ha una missione patriottica: uniti gli italiani davanti al televisore, c’è da mandarne uno in semifinale.

Tanti dubbi attorno a Nole, o, meglio, tanti dubbi affibbiati attorno al mondo del n. 1 del 2023 che ieri ha preferito staccare la spina piuttosto che scendere in campo per allenarsi. Del resto, cos’altro doveva allenare un uomo computerizzato sconfitto solo dalla sfrontatezza e dalla classe del giovane emergente italiano?

Influenza? Raffreddore forte? In campo il solito Nole che già nel primo game prova a mettere alle corde il polacco. Una chiamata sbagliata lo porta ai vantaggi di fatto, ma due aces consecutivi lo pongono in situazione di vantaggio iniziale. Con tre aces nei primi due turni di servizio, Hurkacz si mette in modalità tranquilla nei suoi turni di battuta, nel quarto game prova a fare qualcosa di più ma può solo portare ai vantaggi Djokovic.

La testa di serie n. 9 delle Finals ha le idee ben chiare: forzare sempre il servizio a discapito dei doppi falli commessi (ne fa registrare due nei primi suoi tre turni di servizio a fronte di 6 aces complessivi). Dall’altra parte, Nole ripropone lo schema visto tante volte nella sfida con Sinner il serve and volley ricercato e la battuta al corpo quando è costretto a giocare la “seconda palla” e il suo avversario ha idea di provare a mettere i piedi dentro al campo.

Quando Djokovic riesce a intercettare il servizio sono guai per il polacco che subisce lo “slice” del suo avversario: accade sul 40-15 del sesto gioco, prima del solito “ace” che chiude il game.

Il serbo mostra tanta tensione e nervosismo soprattutto perché non riesce a gestire i turni in risposta con il polacco che tocca quota “9” nella colonna degli aces in avvio del quinto suo turno di battuta. Se entra nello scambio sono dolori per il polacco, ma accade poche volte con Hurkacz al servizio e, al cambio campo, si ritrova a dover salvare il set sul 5-4 in favore del suo avversario dopo 37’ di gara. I 13.000 del PalaAlpitour hanno le idee chiare e sanno per chi tifare: tutto ciò aumenta il nervosismo in casa Djokovic che, comunque, arriva al tie break senza troppi affanni ma tenendo i suoi ultimi due turni di battuta a quota “0”

Hurkacz si disinnesca da solo: commette tre errori sui suoi turni di battuta e si ritrova sotto 5-0 contro il numero 1 del mondo. Un dritto semplice che se va di centimetri, un altro in rete e  un nastro che non è polacco: Nole ringrazia e scappa sul 6-0 toccando dieci punti consecutivi. Poi tira addosso a Djokovic e annulla il primo setpoint. Ma il serbo si riserva di rispondere in maniera straordinaria a una prima clamorosa del polacco e chiude il primo parziale.  

Djokovic non affonda e Hurkacz manda Sinner in semifinale

Hurkacz sembra aver perso un po’ di incisività al servizio, ma Nole non riesce ad approfittarne. Anche il polacco prova a mettere paura al serbo nel secondo game, ma non si creano opportunità perché commette due gratuiti e subisce un perfido lob da Nole.

Poi il serbo sbaglia una facile volee a rete dopo aver seguito il servizio e comincia in affanno il quinto gioco, con il pubblico con non perde momento per osannare il suo beniamino con il coro “Hubi Hubi”.

Non è episodio isolato, perché nello scambio successivo Djokovic scivola, il suo avversario prende una riga e mette a segno lo smash per lo 0-30, rarità nel match. Una risposta straordinaria del polacco materializzano le prime palle break della gara e sono, a sorpresa, a favore di Hurkacz. La prima è cancellata dall’ace a sua volta depennato dall’occhio di falco che sancisce un grave errore del giudice di linea. Anche la seconda finisce lunga e il primo break è realtà e porta avanti nel punteggio Hurkacz. Rafforza il vantaggio mostrando grande carattere: non serve ace ma è solidissimo. Il serbo soffre la pressione e forse ripensa al fatto di aver rimesso in partita il polacco che con serenità comincia a rispondere con continuità al servizio del n. 1 al mondo. Con uno schiaffo al volo prova una reazione e si porta sul 15-15 interrompendo la striscia negativa di nove punti consecutivi del suo avversario.

Comincia con una chiamata che penalizza Hurkacz l’ottavo game. “Occhio di falco” riporta equità ma lo costringe a rigiocare il punto. Sul 15-15 arriva il doppio fallo e il serbo riacquisisce sicurezza. Gli errori del polacco non terminano perché arriva un rovescio in rete totalmente gratuito. Ci sono le prime due palle break del match per Djokovic: gli ace n. 14, n. 15, n. 16 regalano il gamepoint a Hurkacz. Il polacco se lo gioca con personalità e sale 5-3.

Il serbo sale 30-0 ma arriva una “volee” sbagliata e un errore di dritto a mettergli ulteriori brividi. Poi è bravo a rimettere tutto parzialmente a posto: 5-4. Tutto è sulle spalle del polacco ora: serve per il set e per la qualificazione alle semifinali di Jannik Sinner.

Subito l’ace n. 17, ma anche il doppio fallo n. 5. Sul 15-15 tira una seconda spaventosa che lo riporta avanti nel punteggio. Sembra di stare a Cracovia, ma, invece, è il PalaAlpitour di Torino: basta il primo setpoint per far gioire il polacco e gli italiani!

Nole domina il terzo

Hurkacz all’improvviso toglie il disturbo e torna in vacanza. Nel terzo game passa molto di questa gara: Hurkacz concede qualcosa ma arriva un gratuito di Djokovic che dimezza lo svantaggio. Il polacco smarrisce la prima e, dopo uno scambio di slice, sbaglia una volee a rete e offre due palle break al serbo. Si riaffaccia la prima di servizio, giusto in tempo per cancellare la prima. La seconda è concretizzata da Djokovic che risponde in maniera profonda sulla seconda del polacco: 3-1 e primo break del match in favore del serbo.

Col servizio riesce tranquillamente a confermare il break e si capisce che siamo ai titoli di coda quando Hubert non riesce a trovare un freno ai gratuiti. Va sotto nuovamente 0-30 e poi rapidamente con altre due palle break da fronteggiare: come al solito lo salvano gli aces. Ma il braccio di ferro si tiene in equilibrio e, anzi, si torna a palla break, stavolta concretizzata da Djokovic grazie all’errore di dritto del suo avversario.

Sopra di due break si arriva all’ultimo game del match che si chiude dopo due ore e sei minuti. Dice tutto la risata di Djokovic che scherza con Hurkacz soprattutto per il set perso con lui.

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