Coppa Davis, Volandri: "Sonego migliora, ma giocare singolare e doppio è tosta"

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Coppa Davis, Volandri: “Sonego migliora, ma giocare singolare e doppio è tosta”

Il Capitano azzurro alla vigilia di Italia-Serbia si esprime anche sull’incontro più atteso: “Come mi aspetto il terzo match fra Sinner e Djokovic? Una partita di scacchi da un punto di vista tecnico ancora di livello superiore a Torino”

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MALAGA, SPAIN - NOVEMBER 23: Filippo Volandri of Italy reacts during the Quarter-Final match against Botic van de Zandschulp of the Netherlands in the Davis Cup Final at Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena on November 23, 2023 in Malaga, Spain. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images for ITF)
 

In mattinata, nella vigilia della semifinale tra Italia e Serbia della parte bassa del tabellone di questa Final Eight di Coppa Davis 2023, il Capitano azzurro Filippo Volandri ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Stampa Italiana.

D. Allora Filippo, ci sarà la Serbia in semifinale. Come è andata invece la notte dopo la lunga giornata di ieri?

Filippo Volandri: “Ho dormito molto bene. Abbiamo saputo della Serbia, quindi un po’ quello che diceva Jannik [Sinner, ndr] ieri. Dal punto suo di vista, di crescita, giocare con Djokovic è sicuramente uno spunto importante. Lui è da quelle partite che regola quanto e che cosa gli manca, a che punto è. Da un punto di vista nostro come squadra sappiamo che è una partita tosta, però cambiano un po’ gli equilibri nel senso che adesso sappiamo che sono due singolari molto tosti e un doppio accessibile. Con la Gran Bretagna, invece, sarebbero stati due singolari forse meno tosti e un doppio invece altrettanto difficile. Quindi ci regoleremo noi di conseguenza, abbiamo ancora tutta una giornata di allenamenti e poi lo sapete farò tutte le mie valutazioni del caso anche in base all’avversario. E poi oggi pomeriggio parlerò con i ragazzi“.

D. Sonego come sta?

Filippo Volandri: “Sta meglio, la partita di ieri gli ha dato fiducia. Migliora giorno dopo giorno, come ha anche detto lui ieri in conferenza stampa. Se aveva qualche timore in più, magari dopo il match di ieri ne ha di meno. Alla fine ha performato alla grande, soprattutto al servizio“.

D. Tecnicamente sarebbe pronto per giocare il primo singolare e poi anche il doppio?

Filippo Volandri: “Tecnicamente sarebbe pronto per giocare il singolare, bisogna vedere se lo è fisicamente per giocare anche il singolare. Quindi questo è un po’ diverso, quindi sicuramente il come si sveglia e come andrà l’allenamento ci darà qualche risposta in più”.

D. Riguardo al match di Sinner e Djokovic, è divertente vedere come loro dicono che i primi due match siano serviti per capire cosa fare. Ora ci sei anche tu come variabile con i consigli. Il terzo match come ce lo aspettiamo, come potrebbe essere?

Filippo Volandri: “Con tutte quelle esperienze che hanno fatto, proprio da un punto di vista tecnico e di partita di scacchi, ancora di livello superiore perché Nole [Djokovic, ndr] ha imparato a capire cosa si aspetta da Jannik [Sinner, ndr] e Jannik ha capito che quella roba lì non gli basta più nella partita successiva. Ha capito che la partita, poi, si gioca a scacchi e cambia. Però lui adesso sa cosa aspettarsi e cambia ancora una volta. Queste sono le sfide tra quel tipo di giocatori lì, poi noi non possiamo chiedere ai giocatori quel tipo di interpretazione; a loro si“.

D. Il campo com’è rispetto a Torino?

Filippo Volandri: “Più veloce a Torino, qui è un po’ più lento. E’ simile a Parigi Bercy, ma è diverso anche sul tipo di rimbalzo perché poi dipende sempre su che cosa il campo è appoggiato. Da quello che ho capito qui e a Bercy è su un cuscinetto, a Torino sul suolo. Quindi è un rimbalzo diverso. Qui se servi un kick, la palla salta. A Torino se servivi kick, la palla non saltava andava solo giù. Qui invece se giochi la palla dall’alto in basso scivola molto più veloce. Sono rimbalzi diversi, per questo avete visto anche ieri Jannik [Sinner, ndr] adattarsi all’interno della partita proprio perché poi ci devi giocare su quel campo. Noi ci siamo svegliati l’altro ieri alle 6 del mattino per poter arrivare ad allenarci alle 8.00, 8.30 perché sappiamo che il campo è diverso. Poi per l’amor di dio, chi lavora si alza ogni giorno alle 6 del mattino. Chi arriva dalle Finals magari vorrebbe recuperare qualche energia in più ma sa che quella roba gli serve e lo fa“.

D. Djokovic come lo hai visto?

Filippo Volandri: “Molto bene, motivato, non è arrivato qui per cambiare aria. E’ arrivato qui per vincere la Davis, ce l’ha detto un sacco di volte. Lo abbiamo visto super motivato e stare bene atleticamente come lo abbiamo visto alle Finals. Ieri nel match l’ho visto veramente bene, all’inizio come Jannik [Sinner, ndr] poteva dare la sensazione di essere un po’ stanco e invece non era così. In questi casi dipende dal feeling che trovi con il campo. Norrie gli ha dato oggettivamente del filo da torcere, forse anche più di quanto ci si aspettasse però poi Nole l’ha gestita come sempre fa nei momenti importanti e come probabilmente nessun’altro è in grado di fare al mondo. E anche ieri l’ha portata a casa così”.

D. Domani l’atmosfera sarà molto italiana e lui [Djokovic, ndr] si esalta quando ha il tifo contro.

Filippo Volandri: “Si lo so, ormai ci ha abituato. Avere il tifo contro è diventata negli ultimi anni la sua abitudine che ha deciso di gestire in questo modo come ha fatto vedere alle Finals. Quella parte lì è quella che ci dà qualche preoccupazione in più, perché quando lo vediamo piatto c’è qualcosa che non va nel suo lato. Quando lo vediamo arrabbiato anche a costo di spaccare due telai, diventa un pochino più pericoloso“.

D. E’ una finale virtuale con tutto il rispetto per Finlandia-Australia?

Filippo Volandri: “Non te lo so dire, quando arrivi nelle finali chi ci arriva se arriva in finale non è per caso. Oggettivamente non pensavo che la Finlandia vincesse i quarti, però se hanno vinto un motivo ci sarà. E poi credo che in semifinale tornerà a servizio anche Ruusuvuori e acquisiscono un po’ di forza in più”.

D. Quando è difficile fare il Capitano di questa squadra?

Filippo Volandri: “E’ più difficile, non ci nascondiamo. Anche perché poi quello che traspare è che se vinci un singolare hai ragione, se lo perdi con tre match point non ce l’hai. Se giochi un doppio e lo vinci, va bene così. Se l’avessimo perso, avrebbe dovuto giocare tutto il mondo tranne loro [Sinner e Sonego, ndr]. Però ho capito che questo fa un po’ parte del gioco e quindi la gestiamo così come viene“.

D. Arnaldi come stava dopo la sconfitta?

Filippo Volandri: “Era ovviamente dispiaciuto ma quello che gli ho detto è che nel momento che un giocatore dà tutto quello che c’ha, va bene così. E lui deve ripartire da lì, dal fatto che ha dato tutto quello che aveva e a me questo basta“.

D. Come il resto della squadra ha tirato su il morale di Arnaldi, lo ha consolato dopo la partita e quali criteri posso rientrare nella tua scelta per il secondo singolarista con la Serbia, che schierino Djere o Kecmanovic?

Filippo Volandri: “Caratteristiche tecniche diverse rispetto a Van De Zandschulp e anche questo fa parte delle considerazioni. La squadra gli è vicino [ad Arnaldi, ndr], mi dite che ho un team allargato ma è allargato perché ci sono tutti i preparatori mentali e psicologi che possono aiutare in qualsiasi giorno. Non solo quando si fa la partita, ma tutti i giorni per la loro crescita. Perché non ci dimentichiamo che noi vogliamo che tutti questi ragazzi, diventino i migliori ragazzi e i migliori giocatori possibili per l’Italia e per tutti. Il resto lo vediamo oggi pomeriggio“.

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