Australian Open, Medvedev: “Con il caldo è stata dura, contento di aver vinto”

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Australian Open, Medvedev: “Con il caldo è stata dura, contento di aver vinto”

Il russo supera al primo turno Terence Atmane: “Non lo conoscevo, ma gioca bene. Può diventare un top 30.”

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Con qualche patema di troppo, ma vittorioso. È questo il Daniil Madvedev che entra in gioco all’Australian Open battendo al primo turno il francese Terence Atmane che, all’alba del quarto set, ha dovuto alzare bandiere bianca colpo dai crampi che gli hanno negato il proseguo della contesa con il punteggio che lo vedeva sotto 2-1. In conferenza stampa il numero 3 del seeding ha toccato diversi temi, tra cui il match che lo ha visto protagonista e le condizioni climatiche non propriamente agevoli in quel di Melbourne.

Ben fatto, Daniil. Quanto sono state dure le condizioni climatiche qui e quanto ti hanno sorpreso?

Medvedev: Molto più calde di qui (ride). Non sono state le condizioni più difficili in cui abbia mai giocato, ma credo che il problema sia stato che da una settimana non c’erano giornate calde. Penso che un giorno abbia fatto leggermente più caldo rispetto agli altri, ma poi quando ti alleni, tu hai tipo due ore di tempo. Abbiamo avuto a disposizione un’ora, 30 allenamenti. Non hai i nervi saldi. Primo match per me qui. Voglio dire, lui non è ancora abituato ai Grande Slam, quindi era molto nervoso. Quindi fisicamente non è facile, credo. Ogni incontro che ho visto vedevo alcuni ragazzi stare meglio, altri peggio, ma è dura per tutti. Quindi sono contento di essere stato più forte fisicamente perché non è stato ad un certo punto. Lui ha iniziato ad avere i crampi e io ho pensato, ok non è facile anche per lui. Felice di essere ancora in gara e di andare avanti.

D. Parlando con Novak ieri, ha detto che giocare contro un qualificato al primo turno sia difficile quando, in alcuni momenti duri, tu debba fingere che tutto vada bene, per mostrare un linguaggio del corpo che non faccia capire che sei in difficoltà. Mentre Andrey ieri ci ha detto che era un po’ nel panico nel quinto set. Tu come ti comporti in queste situazioni?

Medvedev: Si, penso che ognuno tenti di mostrare il meno possibile al proprio avversario. Qualche volta capita perché magari sei stanco e non riesci più a gestire la cosa oppure perché sei troppo frustrato. Però in generale penso sia sempre meglio non mostrarlo, perché come ho già detto, forse cinque minuti prima che lui avesse i crampi, io gli avessi mostrato di essere stanco, magari non gli sarebbero venuti i crampi. Chi lo sa? La mente a volte può essere pazza e complessa. Provo sempre a non mostrare molto al mio avversario e penso di riuscirci spesso. Qualche volta divento frustrato. Credo sia stato Andrey a farmelo capire. È divertente perché in un match a Cincinnati, in preda alla frustrazione, me la presi con la telecamera. Poi lui mi ha battuto giocando molto bene. Faceva molto caldo quel giorno. Giocò molto bene. Giocò delle splendide volè. Io ero tipo, ok, ottimo per lui. È la prima volta che mi batte. Un anno dopo stavamo parlando. Lui mi fa, sì, ricordo quell’incontro. Non appena ho visto che stavi prendendo a calci la telecamera o qualcosa del genere, ho pensato, oh, buono per me. Non che la partita sia finita, ma per me è un bene che sia in questo mood. Ricordo quel match. Stavo giocando allo stesso modo. Lui stava giocando meglio. Da lì ho capito che, ok, non ti mostrerò più nulla se funziona così. Quindi, sì dipende, sempre meglio non mostrare niente.

D. Ho visto che prima del primo punto avete fatto spostare il raccattapalle in questo piccolo quadrato in fondo al campo. Stava per salire in piedi. Stavi parlando della telecamera proprio in quel momento. Questo mi ha fatto pensare, quante volte nel corso di questi anni hai giocato su campi dove volessi ci fosse più spazio?

Medvedev: Molte, molte. Di solito tutti i campi di un torneo del Grande Slam, anche i secondari, sono a posto anche se io gioco solo sul primo o il secondo. Ho abbastanza spazio. Ricordo a Roma. Ho vinto ma penso che tutti abbiano raccontato che fosse un pò piccolo. Madrid non è facile perché il campo centrale è fantastico, è enorme. Abbiamo riso con Alex Shevchenko. Lui ricorda quando stava tirando delle bordate, e io dieci metri indietro continuavo ad alzare dei lob perché stavo giocando molto bene sulla terra lo scorso anno. Il match successivo gioco contro Karatsev, e non c’è spazio sul secondo campo. Durante l’incontro ero frustrato perché sento che contro qualcuno come Aslan, ci sono due modi. Giochi al suo gioco da fondo, ma non è facile, e non è la mia forza, o giochi 50 metri dietro a provi a fare dei lob e cerchi di farlo muovere. Non avevo a disposizione questa opzione e ho perso l’incontro. Ci sono dei momenti dell’anno dove sono deluso perché non riesco a giocare come vorrei. Allo stesso modo forse a causa del campo…ma non solo io, ma Casper, Rafa…i campi sarano più grandi e più grandi ancora perché penso sia positivo che ogni giocatore abbia l’opportunità di giocare come vuole.

D. Sei uno specialista del cemento duro per tua stessa ammissione. Sono curioso, questo è il più grande torneo in cemento duro che non hai vinto. E’ a causa delle condizioni climatiche magari più pesanti che da altre parti? Puoi offrire la tua opinione da specialista in campi duri?

Medvedev: Ad essere onesti, è probabilmente vero. Credo per qualche ragione, non so precisamente quale, di sentirmi leggermente peggio nelle condizioni dell’Australian Open rispetto a quelle di altri tornei. Ad ogni modo ho raggiunto la finale qui due volte e in una andai molto vicino a vincere. Quindi spero di mostrare il mio miglior tennis qui e vincere. Cosa altro posso dire? È il primo torneo dell’anno. Anche se tu hai tipo dei tornei per scaldarti, è pur sempre l’inizio dell’anno, quindi le sensazioni sono diverse. All’US Open, invece, sento che molte volte ho raggiunto l’apice perché la stagione non è ancora terminata, e per me è il momento migliore quando hai molte partite in arrivo, Toronto, Cincinnati. Hai una settimana di allenamenti e vai al massimo. In Australia è diverso. C’è la preseason, quindi sai che sarai pronto per la stagione, ma per questo torneo non ne sono sicuro.

D. Il tuo match d’esordio è stato diverso da quello che ti aspettavi? Ovviamente è una nuova tattica per te.

Medvedev: Penso fisicamente. Fisicamente è stata dura, come ho detto, con il caldo. Non sono sicuro sarebbe stato diverso se avessi partecipato a un torneo di preparazione, ma fisicamente è stata dura. In termini tennistici mi sono sentito bene. Quindi, sì contento per la vittoria. Se avessi perso, non so cosa avrei detto, ma ho vinto, quindi vediamo come andrà in seguito.

D. Novak ha fatto presente come gli spettatori la scorsa notte scendano durante i game e non al cambio. Lo hai notato oggi? È qualcosa che ti darebbe fastidio mentre stai giocando?

Medvedev: Dipende. Di solito quando sono ai lati, è ok. Se sono proprio dietro di te, può dar fastidio sia al servizio che in risposta. Per me sulla risposta è ancora più fastidioso. Al servizio sei tu che lanci la palla. In risposta è il tuo avversario a farlo, e tu vedi tutti i movimenti dietro di lui. Ovviamente mi dà un po’ di fastidio. Credo che la questione sia che negli slam c’è solo un minuto di cambio quindi sicuramente 500 persone non riusciranno ad entrare. L’ho sempre detto. Il cambio dovrebbe durare di più. Non capisco il perché. Voglio dire, perché siamo ancora lì, perché siamo abituati al 01:30 del tour ATP. Oggi ci sono, tipo, 32 gradi. Siediti. Sono 40 secondi. Bevi un bicchiere d’acqua. Non ti alzerai. Oggi, io e Terence, ci siamo presi 30 secondi extra tutto il tempo. Quindi dovrebbe essere un minuto e trenta. Così tutti possono sedersi. La pubblicità in TV può essere 30 secondi più lunga, penso. Guadagnerebbero più soldi. Forse i match sarebbero più lunghi, ma alcuni giocatori palleggiano la palla per venti secondi, e abbiamo bisogno di altre regole. Quindi penso dovrebbe essere 1:30, e quindi potrebbe essere più semplice anche per il pubblico.

D. Sono curioso, conoscevi Terence e il suo gioco prima del match ? Pensi che oggi fosse la sua giornata, o pensi che possa raggiungere la top 100 nei prossimi mesi?

Medvedev: Prima di tutto, non lo conoscevo per niente. Conoscevo il nome, non come giocasse. Sapevo fosse mancino. Tutti mi avevano detto che giocasse bene, molto bene. Mi hanno parlato del suo dritto pericoloso e che non fosse così abile con il rovescio. Onestamente, non controllo le statistiche, quindi non so. Puoi dirmelo la prossima volta. Ma da quello che ho percepito in campo, quello che penso e ricordo, credo abbia sbagliato solo tre rovesci in tutta la partita. Nel primo set l’ho cercato parecchio ed ho perso. Il secondo set è stato tipo, ok, vado maggiormente sul dritto ed è stato un pochino meglio. Quindi è stato un po’ sorprendente, ma ha giocato bene. Ha giocato bene. È stato solido, ha servito bene, non ha risposto male. Oggi ha giocato molto bene, direi che può essere un top 30 sicuramente. Bisogna vedere se riesce a giocare così per tutto il tempo o no. Questo lo vedremo alla fine della stagione.

D. Hai un rapporto volubile con gli spettatori. Di tutti i Grande Slam, quale pensi sia il pubblico peggiore?

Medvedev: Il peggiore (ride). La questione è che ho avuto i miei momenti peggiori con ogni pubblico, e ho avuto i miei momenti migliori con ogni pubblico del Grande Slam. Quindi non indicherei il peggiore e non indicherei il migliore. Penso che il mio rapporto con l’US Open sia fantastico ma non metterei nessun altro al di sotto. Come ho detto nella prima conferenza stampa, quest’anno ho intenzione di provare una mentalità diversa per tutto questo, come il rapporto con il pubblico, nel senso che in campo certe cose possono capitare, ma cercare di amare tutti e con la speranza che tutti possano sentire lo stesso. Qualcosa del genere. Sto cercando di sentirmi bene con me stesso, allo stesso modo posso sentirmi bene con gli altri. È quello che provo a fare. Vedremo se sarò in grado di farlo, spero di riuscirci.

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