Il successo di Adrian Mannarino è il colpo di scena di giornata del Day 6 di questo Australian Open 2024. L’avversario mandato ko al quinto set è uno dei più promettenti giovani del circuito, Ben Shelton. Il francese classe 1988 sta raccogliendo le più grandi soddisfazioni in questa fase della sua carriera.
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E diciamolo, non è nemmeno il prototipo del tennista super-professionista a tratti un po’ frivolo a cui ormai siamo abituati: arriva in campo senza l’abbigliamento firmato tipico di un Top 20 – sì perché attualmente il transalpino occupa la 19esima posizione del ranking, dopo aver vinto 3 titoli nel 2023 (Sofia, Astana e Newport) e non frequenta di certo il jet-set e tira le corde della racchetta, si dice, a poco più di 10 kg, circa la metà dello standard attuale dei professionisti. E che, a quanto pare, ha trovato la chiave del successo nella tequila…
Le sue particolarità emergono anche nella gestione degli allenamenti e nell’approccio ai tornei. Il francese infatti non prepara le partite in base all’avversario: “Non penso che io debba prepararmi in modo speciale per questo tipo di partita (contro un mancino come Ben Shelton, in questo caso). Molti giocatori preferiscono giocare con un mancino prima di affrontare un mancino, allenarsi con un destrorso prima di affrontare un destrorso. Penso solo che sia una sciocchezza. Fatico a trovare partner con cui allenarmi perché le persone sono davvero intense nella loro preparazione. Vogliono che tutto sia perfetto. Per me, non importa davvero. Ad esempio ieri ero solo troppo stanco. Avevo giocato tipo 15 minuti con il mio allenatore. Ho detto: ‘Basta così, ho giocato abbastanza tennis negli ultimi giorni'”.
E anzi, pare che abbia l’abitudine di non guardare mai il tabellone del torneo, tanto da scoprire il suo avversario circa un’ora prima di scendere in campo. “Non voglio pensare troppo. Oggi ero semplicemente al ristorante a controllare su quale campo giocassero i miei amici Mahut e Roger-Vasselin. In realtà guardando lo schermo, ho visto la mia partita in programma. Ho pensato: “Ok, ora so contro chi giocherò!” (sorridendo).
Un atteggiamento certamente atipico rispetto agli altri professionisti alla ricerca spasmodica della perfezione, Adrian, forse anche grazie all’età, riesce a vivere serenamente tornei e partite. La vittoria contro Ben Shelton gli regala per la quinta volta in carriera un ottavo di finale di uno Slam. “Sono rimasto impressionato da quanto Ben sia migliorato. Ci ho giocato l’anno scorso, e sento davvero che ha fatto molti progressi. Stava giocando davvero bene, e sento di aver giocato anch’io una buona partita.” sono le parole riservate all’avversario sconfitto dal transalpino.
Si tratta della seconda sconfitta incassata da Ben Shelton contro Adrian Mannarino: l’anno scorso a Miami vinse sempre il francese, in tre set. Che il giovane asso statunitense soffra particolarmente i mancini? Effettivamente le percentuali non sono dalla parte del 21enne di Atlanta. In carriera, nel tour maggiore, su 5 incontri contro dei mancini, Ben li ha persi tutti. Due volte, come detto, contro Mannarino, due contro il cinese Juncheng Shang e una con Norrie. La statistica, sconosciuta a Shelton, non sembra preoccuparlo “Sì, ci sono sicuramente alcune cose diverse che rendono difficile giocare contro i mancini. La palla ovviamente ti arriva in modo diverso. Tendo a gradire il modo in cui la palla dei mancini mi arriva. Non ho vinto stasera, ma sono stato davvero felice del modo in cui ho giocato”. Lo statunitense lascia Melbourne con ottimismo nonostante la prematura sconfitta “Porto via cose molto positive da qui. […] I miei obiettivi non cambiano, rimangono esattamente gli stessi. Ho detto un paio di volte nelle settimane precedenti che mi piace mantenere riservati i miei obiettivi tra me e il mio team. Penso che sia meglio per me. Vi farò sapere se li ho raggiunti alla fine dell’anno”.
Durante il match durato quasi 5 ore, il pubblico si è fatto sentire sia quello a stelle e strisce che quello francese che anzi, sul finire dell’incontro, era in visibilio per l’eroe nazionale di giornata. Un tifo che in parte ha aiutato Mannarino: “è stata davvero dura fisicamente. A un certo punto sono riuscito solo a spegnere il cervello e smettere di pensare al dolore che avrei avuto. Stavo solo cercando di correre, cercando di prendere una palla in più ogni volta. Con questa atmosfera, è stata davvero pazzesca. Tutti urlavano dopo ogni punto. Sì, a volte ti disconnetti dai tuoi sentimenti e ti concentri solo sul punto successivo.”
Ma anche Shelton ha apprezzato particolarmente il coinvolgimento del pubblico della Show Court Arena e si è espresso anche sulla nuova regola che permette l’ingresso agli spettatori alla fine di ogni gioco (e non solo al cambio di campo) “Non mi infastidisce. Non mi dispiacerebbe nemmeno se giocassimo mentre entrano. Non li vedo nemmeno né li sento, davvero. Ma so che le regole del tennis dicono che tutti devono essere seduti prima che inizi il gioco. Comunque non me ne importa molto.”