Australian Open, Djokovic: “Non voglio smettere di vincere, la Rod Laver Arena è lo stadio della mia carriera”

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Australian Open, Djokovic: “Non voglio smettere di vincere, la Rod Laver Arena è lo stadio della mia carriera”

Il campione serbo commenta la vittoria su Taylor Fritz “Mi ha reso la vita difficile nei primi due set, ma sono davvero felice di come ho giocato il terzo e il quarto”

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Sono servite 3h e 40’ a Novak Djokovic per battere Taylor Fritz e raggiungere la sua undicesima semifinale a Melbourne. In conferenza stampa, oltre ad analizzare la partita, durissima per i primi due set, il serbo ha parlato di vari temi, come la programmazione del torneo e la possibile fusione tra ATP E WTA. E’ stato inoltre felice di scoprire che il record di 33 vittorie consecutive a Melbourne è da condividere con uno dei suoi idoli d’infanzia.

D. Sembravi abbastanza sofferente a causa del caldo nei primi due set. Hai pensato di dover tener duro ancora un po’ per poi essere al top quando si sarebbe rinfrescato?

NOVAK DJOKOVIC: Sì, possiamo dire così. Non vedevo l’ora di avere il campo completamente all’ombra (ride). E’ stata una giornata calda. Ovviamente abbiamo iniziato con un game da 16 o 17 minuti molto impegnativo e il primo set è stato molto combattuto con scambi estenuanti.
Lui mi ha reso la vita difficile perché è stato davvero aggressivo
. Ha servito alla grande, stava vicino alla riga di fondo e colpiva la palla in controbalzo, facendomi spesso correre. Quindi dobbiamo riconoscere che ha giocato molto bene. Aveva una strategia di gioco chiara e colpi taglienti: è stato davvero difficile da affrontare nei primi due set. Poi nel terzo le cose sono andate meglio. Ho iniziato a muovermi meglio verso la palla e a servire meglio, molto meglio di come ho fatto nei primi due set. Credo di aver servito più ace di lui, il che è sorprendente dato che ha uno dei servizi migliori del circuito. Servire meglio mi ha aiutato di conseguenza a portare a casa più velocemente i miei turni, per poi mettere pressione durante i suoi: il modo in cui ho giocato negli ultimi due set mi rende davvero felice
.”

D. Una domanda sul programma. Il tuo prossimo avversario potrebbe finire il match di questa sera ad un’ora tarda: potrebbe essere un vantaggio per te? Dal punto di vista dell’integrità fisica pensi che questo sia giusto per i giocatori? Cosa credi che si possa fare per evitarlo?

NOVAK DJOKOVIC: “che tipo di vantaggio dovrei avere? Abbiamo due giorni, non vedo chissà quale vantaggio. Giochiamo la semifinale venerdì, c’è tempo per recuperare. La programmazione degli incontri è diventata un tema caldo, ma non posso dare una risposta precisa perché è compito dei Grandi Slam e dei nostri Tours trovare il modo migliore di programmare gli incontri per non avere partite che finiscono tardi. L’ATP ha cambiato la regola, ma questo non vale per i Grandi Slam, che hanno differenti regole che sono indipendenti dal nostro Tour. E’ chiaro che programmare due partite maschili alla meglio dei cinque set nella sessione diurna, con 45 minuti per far uscire gli spettatori, per poi fare entrare gli spettatori per quella serale, richiede molto tempo. Coco Gauff ha giocato una partita molto lunga e lo stesso ho fatto io, così la sessione serale è iniziata con due ore di ritardo. Non è certo l’ideale per Sinner e Rublev e sono sicuro che non sono felici di questo, non so come sta andando il match di Sabalenka ma potrebbero anche iniziare a mezzanotte.”
So che per il pubblico e per il torneo da un certo punto di vista è emozionante vedere una partita che finisce alle 3 o alle 4 del mattino. Ho partecipato ad alcune di queste partite, come sapete, ma non è decisamente divertente per noi giocatori. La cosa buona dei quarti di finale nella sezione maschile è che abbiamo due giorni in vista delle semifinali: c’è un sacco di tempo per dormire bene e recuperare.
Però ho capito cosa intendi, ci sono diverse strade da percorrere: uno potrebbe essere programmare meno match sul campo centrale, facendo una sola sessione giornaliera, cosa molto improbabile visto che ogni sessione porta molti soldi al torneo. Per la trasmissione televisiva ci sono tanti elementi in gioco: le Tv pagano molti soldi ai tornei e lo stesso fanno gli sponsor, così sono loro a dettare la linea riguardo a quali giocatori vogliono in quale sessione. Craig Tiley (l’Ad di Tennis Australia, ndr.) è una bella persona e lo rispetto molto, cerca sempre di fare il meglio per noi giocatori. Essendo il direttore del torneo cerca sempre di comunicare con i giocatori e sentire le nostre opinioni. Però ripeto, le televisioni hanno il potere maggiore. Lo sappiamo e lo accettiamo perché sono coloro che ci danno la possibilità di raggiungere milioni di persone in giro per il mondo, il che è fantastico per noi. Quindi è davvero difficile dire qual è la soluzione migliore in questo caso
.

Q. Hai raggiunto un altro traguardo oggi: non sono sicuro che tu te ne renda conto, ma hai raggiunto i 33 match di fila vinti a Melbourne, record da condividere con Monica Seles, che l’ha fatto negli anni ’90. Immagino che questo significhi molto per te, dato che quand’eri piccolo hai avuto la sua stessa allenatrice.

NOVAK DJOKOVIC: “assolutamente, significa molto. Non ero a conoscenza di questa statistica, ma rende il record ancora più speciale. Ammiro davvero tanto Monica. Mi parlava sempre di lei Jelena Gencic, la mia madre tennistica, scomparsa nel 2012. Jelena è stata la sua allenatrice da giovane e per questo sentivo un sacco di cose su di lei, ad esempio come dormiva, come mangiava e come si allenava. Monica è sicuramente uno dei miei idoli d’infanzia e quando ho avuto l’occasione di incontrarla ero davvero nervoso. Ha avuto una carriera incredibile, specialmente in Australia e tutti ci chiediamo quanto sarebbe potuta andare lontano se non avesse dovuto affrontare quello che è successo (quando fu accoltellata nel 1993, ndr). Ho solo belle parole per lei e sono felice di condividere questo record con lei.

D. Riguardo a questa striscia vincente, cosa c’è a Melbourne che ti fa sempre andare avanti nel torneo e vincere partite del genere ogni volta?

NOVAK DJOKOVIC: “Beh succede specialmente nei Grandi Slam no? In particolare qui, sono consapevole della striscia vincente e delle partite vinte alla Rod Laver Arena. Non voglio smettere di vincere, più la striscia continua, più aumentano la fiducia, le aspettative e la volontà di superare ogni limite. Amo davvero questa arena, è lo stadio della mia carriera.

D. Guardando avanti, si parla molto di una fusione tra ATP e WTA. Pensi che potrebbe funzionare? Se sì, perché se ne parla da così tanto?

Novak Djokovic: Sì, ne ho sentito parlare, ma non sono sicuro si tratti di una fusione totale o solo di una collaborazione commerciale tra i due Tour. Credo che da un certo punto di vista sia logico collaborare ulteriormente, avendo così tanti eventi combinati, per aumentare sempre più il valore complessivo del tennis. Ma da un altro punto di vista, non sono così sicuro che possa funzionare, perché onestamente ci sono ancora troppe differenze nel modo in cui i due Tour lavorano. Però a livello commerciale perché no? Non ho più un ruolo dirigenziale, quindi non ho informazioni da condividere, ma vediamo che succede.

Diego Tripodi

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