Australian Open, Kostyuk: "A Kiev facevano zapping tra me e i bombardamenti"

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Australian Open, Kostyuk: “A Kiev facevano zapping tra me e i bombardamenti”

“Positivo per le persone guardare qualcosa di diverso rispetto ai lanci missilistici” afferma la tennista ucraina Marta Kostyuk. “La classifica è solo un numero, io voglio vincere uno Slam”

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Marta Kostyuk - Australian Open 2024 (X @AustralianOpen)
 

Esiste un modo per realizzare i propri sogni senza addormentarti. E’ il concetto espresso da Kygo Remix nel suo brano “Younger” ed è una strofa che ha fatto propria Marta Kostyuk. Tennista ucraina che porta con sé le cicatrici che la sua “terra” sta vivendo. Non le mette da parte, ma su di esse costruisce le migliori opportunità per continuare la sua carriera professionistica migliorandosi costantemente.
Era in viaggio da Brisbane verso Melbourne quando lo stereo della sua auto riproponeva un brano contenuto nel telefono di un membro del suo staff. Su questa canzone ha costruito il suo Australian Open terminato ai quarti di finale: “Sapevo – racconta Kostyuk in conferenza stampa – che stavo facendo le cose giuste e che stavo lavorando bene. Tutto si sta allineando, ma non so quando, non so come e dove. Tutto quello che è successo qui era previsto ma anche inaspettato, perché ho avuto partite molto difficili. Ci sono state molte cose che ho passato negli ultimi dieci giorni dal non riuscire ad addormentarmi, dal sollevare a malapena la gamba negli ottavi”.
La squadra qui è stata fantastica: i fisioterapisti e i massaggiatori mi hanno ridato “la vita” tanto da essere competitiva malgrado un dolore costante”.
Vede la propria esperienza come un continuo cogliere aspetti e imparare. Assorbire come una spugna tutto ciò che la circonda, riconoscere un ostacolo tentare di superarlo: “Ci vuole molto lavoro, ci vuole molta coscienza per far questo. Ma sono molto felice di intraprendere questo viaggio e non vedo l’ora di scoprire cos’altro posso imparare. Ci sono ovviamente milioni e miliardi di cose che non conosco, ma sono semplicemente entusiasta per quello che so”.
Inevitabile il pensiero e il collegamento alla sua nazione, terra di battaglia in questi lunghi e amarissimi anni. Ma quanto il suo percorso a Melbourne è stato importante per riaccendere i riflettori sull’Ucraina?Tante mie connazionali se la sono cavata abbastanza bene qui. Spero che riusciremo ad avere successo nella maggior parte dei tornei, soprattutto in quelli più importanti dove ci sono molti media. Prima della partita stavo guardando il telegiornale che annunciava un nuovo grosso lancio di missili. Esco dal campo e chiedo notizie, perché non sapevo quanti missili fossero stati lanciati. Comincio a messaggiare con alcune persone di Kiev. Ho chiesto “Come state ragazzi?”. Mi hanno risposto che stavano bene e che guardavano un po’ il punteggio e un po’ su dove volavano i missili. Poi ho visto che la mia famiglia era ancora lì, mia figlia… wow wow wow” è ancora lì. Poi scherza: “Oh. No. Mia sorella è ancora l씓.
Che effetto ha su di lei la guerra e come può recitare un ruolo importante in questa vicenda? “Penso che se qualcuno ci avesse detto, ad esempio, un mese dopo l’inizio della guerra che sarebbe durata due anni, penso che tutti avrebbero detto che “non avremmo mai resistito per due anni”. Il tempo passa ed è estenuante vivere in questo stato. Lo sport ha sempre portato molta gioia e felicità alle persone, a prescindere da quello che accadeva. Non penso che questo sia cambiato. Ho ricevuto molti messaggi, molto supporto da persone che mi hanno detto, “complimenti, che gran torneo, che emozioni, che spirito combattivo. Ci stiamo divertendo”. Ovviamente è positivo che le persone non cambino semplicemente prospettiva ma guardino a qualcosa di diverso piuttosto che ai bombardamenti missilistici. Quindi spero davvero che lo sport ucraino cresca anche in queste circostanze. È incredibilmente difficile, ma tutti tengono duro. Penso che tra 10, 15 anni si vedrà quanto siamo indietro, purtroppo, perché la generazione che cresce adesso è quella che soffre di più. Spero di avere tanto tempo per aiutare quanti più ragazzi a crescere nello sport ma non è facile. Sarà il mio obiettivo per aiutare il futuro della mia nazione”.
Quali sono i suoi obiettivi per il resto della stagione?Sono più lucida ora. Tra gli obiettivi non ho mai inserito quelli di classifica, perché è solo un numero, non ha senso. Voglio vincere uno Slam. È ancora il mio obiettivo più grande. Lo farò”.

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