Vavassori: “Sapevo di essere pronto. Con Bolelli puntiamo alle Finals. In Coppa Davis? Vedremo se ci sarà Sinner”[ESCLUSIVA]

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Vavassori: “Sapevo di essere pronto. Con Bolelli puntiamo alle Finals. In Coppa Davis? Vedremo se ci sarà Sinner”[ESCLUSIVA]

Vavassori da Melbourne a Buenos Aires: “Preferisco condividere le vittorie, con Bolelli ci completiamo”

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Andrea Vavassori non avrebbe potuto iniziare la stagione meglio di così. Con la finale Slam conquistata a Melbourne insieme al suo ormai inseparabile compagno di doppio, Simone Bolelli e il primo titolo conquistato a Buenos Aires. Ma i risultati non sono arrivati solamente nel doppio. All’Argentina Open, il torinese si è spinto fino ai quarti di finale anche in singolare, per la seconda volta in carriera, senza aver perso neanche un set. Nel match per un posto in semifinale, contro il numero 2 del mondo Carlitos Alcaraz, Vavassori ha retto molto bene nel primo parziale costringendo lo spagnolo a lottare fino al tie-break. Anche se dal secondo set in poi, lo spagnolo è riuscito a mettere in gioco un tennis più disinvolto senza lasciare spiragli aperti.

Ma il risultato più importante della carriera, Andrea Vavassori l’ha conquistato insieme a Bolelli, assicurandosi un ottimo secondo posto nella corsa alle Nitto ATP Finals di Torino dove avrebbe l’enorme privilegio di poter giocare in casa.

Adesso però, è già di nuovo ora di concentrarsi perché da domani li aspetta il Rio Open, dove troveranno subito al primo turno, i finalisti appena sconfitti a Buenos Aires, Zeballos e Granollers.

D: Un inizio di stagione così è difficile da battere. Finale all’Australian Open, quarti contro Alcaraz e primo titolo in doppio a Buenos Aires. Al Direttore Scanagatta, durante le Atp Finals a Torino, avevi detto che per te la filosofia del tennis è questa: “qualche volta ti toglie, altre volte ti regala grandi emozioni, insuperabili”. Ti aspettavi così tante emozioni fin da subito?

Vavassori:Sì perché avevo finito la stagione in modo molto positivo con le due vittorie Challenger. Quindi avevo molta fiducia nel mio gioco. E poi avevo fatto un buon lavoro di preparazione a fine anno anche se in poco tempo perché dopo due settimane di allenamento sono dovuto partire per l’Australia. Quando sono partito però, ero consapevole che il mio livello si fosse alzato molto. In Australia è stato un mese molto intenso ma siamo riusciti a lavorare benissimo insieme al mio team e quello di Simone. E poi si, Melbourne è stata una finale incredibile. Subito dopo sono tornato a casa solamente per una settimana e mi sono allenato sulla terra, perché dopo pochi giorni era già ora di ripartire per il Sudamerica, dove le condizioni climatiche sono completamente diverse. L’aspetto positivo è stato vedere lo step mentale che abbiamo fatto, perché non ho avuto difficoltà ad adattarmi in fretta. E di questo sono molto contento!

Sono partito con Davide Della Tommasina e anche tra di noi ci stiamo trovando sempre meglio, andando avanti nel tempo aggiungiamo sempre qualcosa che magari non si può vedere oltre ai risultati, ed è bello quando il lavoro viene premiato”.

D: Hai raggiunto anche un ottimo traguardo nel singolare, per la seconda volta in carriera ti sei spinto fino ai quarti. Contro Alcaraz sei riuscito a tenere bene il livello fino al tiebreak del primo set. Nel secondo set invece, finito 61, cos’è successo: hai sentito una netta differenza nel livello di gioco tra di voi o credi che sia stata più la tua stanchezza accumulata dalle qualificazioni?

Vavassori:Una serie di fattori: il primo set dimostra la qualità che siamo riusciti raggiungere a livello tennistico ma anche mentale, perché giocare contro un avversario che è numero 2 del mondo nonché uno dei più forti sulla terra non è facile. Invece sono riuscito ad avere anche qualche chance per impensierirlo nel primo set e non sono andato lontano anche dal vincerlo. Poi nel secondo sono cambiate le condizioni climatiche: non c’era più il sole, la palla viaggiava un pochino meno. Nel frattempo, lui si è sciolto, perché nel primo set aveva giocato in modo molto più contratto. Mentre nel secondo parziale, con il punteggio favorevole, ha iniziato a tirare fuori dei colpi incredibili. E poi si, c’è stata anche meno brillantezza da parte mia, data dei match accumulati. Ma è stato comunque un 61 lottato”.

D: Oltre al match con Alcaraz ,hai sconfitto anche Djere, numero 35 del mondo. Però la partita dove sembra che tu abbia fatica di più è stata quella con Monteiro, dove hai vinto al tie-break del secondo. Secondo te come mai?

Vavassori:Si è stata una battaglia di nervi. Abbiamo giocato nel momento più tosto del torneo a livello fisico, perché c’era un’umidità impressionante e si sudava in maniera incredibile. Quindi è stato molto complicato e se fossimo andati al terzo, a livello fisico non so quanto avrei retto ancora, e neanche lui. Sarebbe stato estenuante, se vai oltre alle tre ore in quelle condizioni lì, può cambiare tutto”.

D: Come gestisci il recupero tra i match in singolare e quelli di doppio man mano che il torneo avanza e le partite accumulate diventano sempre di più?

Vavassori:Sto facendo un bel lavoro di prevenzione a livello fisico. Cerco di prevenire al meglio gli infortuni. Sento sempre il mio preparatore atletico e fisioterapista da casa. Da un anno ho iniziato a lavorare con un nutrizionista che mi segue anche dal punto di vista dell’integrazione. Penso che quello sia fondamentale per il recupero. Qui invece cerco di recuperare al meglio con la vasca ghiacciata dopo le partite e tanti massaggi. Però sono abbastanza abituato a dover recuperare tra il singolo e il doppio, sono una persona molto competitiva ed è anche vero che vincere aiuta a vincere. E alla fine quello fa la differenza per andare avanti”.

D: Tu e Simone nella classifica dell’ATP race di doppio, siete in seconda posizione, alle spalle dei neovincitori in Australia, la coppia Bopanna-Ebden. È quello il vostro obiettivo principale di quest’anno, arrivare a giocare tra i migliori del mondo a Torino?

Vavassori:Si era il nostro obiettivo già l’anno scorso, e lo è ancora quest’anno. Sarebbe incredibile per me raggiungere questo traguardo e giocare in casa, nella mia città con tutte le persone che mi conoscono. Anche per l’Italia credo che sarebbe speciale avere un’altra coppia di italiani. Ma non vogliamo concentrarci neanche troppo sul risultato e sui numeri. Vogliamo solo cercare di continuare a vincere mettendo in campo tutto quello che abbiamo”.

D: Adesso nel prossimo torneo, che inizia già domani a Rio ritrovate subito i finalisti di Buenos Aires al primo turno. Credi che questo andrà più a vostro vantaggio o svantaggio? E perché?

Vavassori:Sicuramente il sorteggio è un po’ nefasto, per entrambe le coppie. A questi livelli qui le coppie sono tutte fortissime, però può succedere. Sappiamo che loro ci studieranno in maniera diversa per cercare di cambiare qualcosa e sorprenderci. Noi la prepareremo al meglio, come sempre, riguardando la partita e cercando di capire dove andare a migliorare alcune cose che farebbero la differenza. Sicuramente vincere la prima è un segnale molto positivo anche per la seconda partita, noi entreremo in campo con più fiducia”.

D: Dopo Rio invece, che tornei ti aspettano?

Vavassori: “Indian wells, Miami e poi tutta la stagione sulla terra, da Montecarlo a Barcellona, poi Madrid e Roma”.

D: In Coppa Davis ricordo che sei stato un po’ sfortunato a Bologna per via della lesione addominale dopo il torneo di Genova e da lì non c’è più stata occasione di giocare. Per quanto riguarda la strategia in Coppa Davis di quest’anno invece, pensi che Volandri continuerà a dare priorità a Sinner e Sonego in doppio, dopo la vittoria a Malaga? O i tuoi risultati con Bolelli renderanno la scelta ancora molto discutibile?

Vavassori:Non posso entrare nella testa del capitano ma sono certo che farà la scelta più opportuna. Se sceglierà la nostra coppia cercheremo di dare il nostro contributo migliore alla squadra. Ma nel caso in cui non fossimo convocati saremo comunque presenti per tifare. Non è detto che Jannik ci sia nella fase preliminare, quindi bisognerà valutare anche quello. Comunque, non è importante chi giocherà, l’importante è riportare a casa la Coppa Davis anche quest’anno”.

D: L’anno scorso hai conquistato la prima vittoria in un Masters 1000 contro l’ex numero 1 del mondo Andy Murray, sul Manolo Santana, un traguardo incredibile.  Ad oggi diresti che le emozioni più grandi te le regalano le vittorie come quelle, in singolo, o preferisci le vittorie importanti in doppio?

Vavassori:Sono molto simili. Ma in doppio forse è più bello perché condividi la vittoria con un’altra persona e a me sono sempre piaciuti tanto gli sport di squadra come l’NBA che seguo tantissimo. Quindi giocare in doppio o partecipare nelle competizioni di squadra è la cosa che mi piace di più. Però anche in singolo ci sono dei momenti di euforia totale. Ricordo anche la partita vinta contro Kecmanovic di 5 ore a Parigi, è stata emozione pura”.

D: Simone Bolelli ti ha insegnato qualcosa in particolare nel doppio? Qualcosa che pensi ti abbia cambiato?

Vavassori:Non direi insegnato. Ci completiamo molto a livello di gioco ma soprattutto a livello umano. Abbiamo creato davvero una bella amicizia. È un piacere stare con lui anche fuori dal campo. Simone è una persona positiva, sempre col sorriso. Anche i nostri team stanno molto bene insieme ed è la cosa più importante alla fine. Siamo sempre in viaggio, e nelle partite ci sono momenti belli come anche momenti di grande tensione. Se giochi con persone con cui non vai d’accordo nel doppio dura poco. Abbiamo sempre cercato di lavorare con il sorriso e questo ci ha portati fin qua”.

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