Semplicemente Sinner. "Ho una missione: appassionare, non vincere" (Licari). Berrettini. Come è dura Matteo. Anche un malore prima di arrendersi (Lenzi). L'oro arabo per cambiare il tennis (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

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Semplicemente Sinner. “Ho una missione: appassionare, non vincere” (Licari). Berrettini. Come è dura Matteo. Anche un malore prima di arrendersi (Lenzi). L’oro arabo per cambiare il tennis (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Rassegna stampa di giovedì 21 marzo

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 Semplicemente Sinner. “Ho una missione: appassionare, non vincere” (Fabio Licari, La Gazzetta dello Sport)
“Volevo davvero conoscere Spalletti e gli azzurri. È stato bello, io e il c.t. abbiamo capito di venire da famiglie molto, molto normali. E non siamo cambiati con il successo». Qui a Miami era arrivata la prima finale in un Masters 1000 contro l’amico Hurkacz, persa perché in fondo nel 2021 aveva soltanto 19 anni. Jannik Sinner non immaginava forse di entrare così presto nell`Hard Rock Stadium da grande favorito con Carlos Alcaraz, numero 2 del tabellone.

 Cos`è la normalità? «Io sono uno che vive il successo molto tranquillamente. Se perdo, il giorno dopo mi vado ad allenare. Se vinco, il giorno dopo… mi vado ad allenare. Il punto di vista cambia relativamente poco. Spalletti è molto simile». Com’è stato l’incontro con gli azzurri? «Un`emozione vederli in campo, ho ancora i brividi quando ripenso all`applauso che mi hanno dedicato. Sono molto giovane e mi ha fatto un po` impressione. Poi sono stati loro ad avvicinarsi e chiedermi come funziona il tennis». E lei? «Io ho chiesto com’è la testa nel calcio. Nel senso che non l`ho giocato mai a livelli alti e non ho mai capito la mentalità.
Il tennis è molto facile, sei in campo da solo, se vinci o perdi punti vedi subito le reazioni. Nel calcio non è così, serve più tempo per capire, tipo, come pressare e tutte quelle cose lì». Spalletti ha usato spesso la metafora Sinner per chiedere il massimo ai suoi. «Sì, mi ricordo, l’ho sentito quando lo diceva l’anno scorso. Chiesa non lo conosco personalmente, ma Spalletti sì e il paragone con lui mi fa piacere. Non sono riuscito a parlargli perché si allenava e non volevo disturbarlo. Sono stato a lungo con Buffon».

Quello che colpisce è la rivalità amichevole con Alcaraz, molto diversa da quella tra Messi e Ronaldo… «A parte che abbiamo appena iniziato, siamo molto giovani. Lui ha vinto più di me, ma più che sui risultati ci confrontiamo sull`emozione. Lavoriamo, ci rispettiamo. Lui è stato già numero 1, ha vinto cose che sono il mio sogno. Se dovessi riuscirci sarei contento, altrimenti alla fine della carriera vorrò essere sicuro di aver dato tutto. Di più non posso fare, crederci e lavorare. Fuori dal campo il rapporto è ottimo». Pressione dopo la sconfitta di Indian Wells? «Ma no (sorride, ndr), è soltanto un match perso, succede. Ogni torneo offre una nuova opportunità cominciando da Miami. A Indian Wells c`è stato qualche momento difficile, importante la sconfitta sia arrivata in semifinale».
Speciale è l’amicizia con Berrettini. «Abbiamo un rapporto vero. Ha passato mesi molto, molto difficili, ho cercato di stargli vicino ma non troppo per rispetto. La cosa più importante è vederlo giocare. Ha tante qualità, vincerà anche lui tornei importanti, ne sono sicuro. Ma ora è bello che sia qui». Con l`amico Jannik.

Berrettini. Come è dura Matteo. Anche un malore prima di arrendersi (Claudio Lenzi, La Gazzetta dello Sport)
Prima la paura, poi purtroppo la sconfitta. Matteo Berrettini, che a Miami non è mai andato oltre il match d’esordio, saluta subito l`Hard Rock Stadium per mano di Andy Murray dopo una buona partenza che aveva lasciato presagire ben altro tipo di serata. Invece l’azzurro, entrato in tabellone da numero 74 grazie al ranking protetto, è calato alla distanza dopo un buon primo set indirizzato dal break iniziale, fino al servizio dell`ottavo game, secondo parziale, con lo scozzese avanti 5-2. Il gigante romano, improvvisamente, ha fermato la pallina per appoggiarsi con tutto il peso del corpo sulla racchetta, nel tentativo di non cadere. Con il pubblico letteralmente ammutolito, si è poi portato lentamente verso il proprio angolo dove, una volta sedutosi, ha ingerito subito degli integratori sotto forma di gel e barrette.

Niente da fare, dunque, per il 27enne romano finalista di Wimbledon nel 2021, alla ricerca di conferme dopo la finale conquistata nel Challenger di Phoenix la settimana scorsa.
Cobolli C`è. La spedizione italiana festeggia lo stesso per il primo passaggio al 2° turno di Andrea Vavassori e Flavio Cobolli. Il 21enne romano, in particolare, si è reso protagonista di una splendida rimonta sul giapponese lucky loser Nishioka, che aveva vinto in due set senza storia l`unico precedente giocato il mese scorso al primo turno di Los Cabos. Perso il primo set per 6-1, l`allievo di papà Stefano ha restituito subito lo stesso. Nel femminile, buon esordio di Camila Giorgi che al primo turno regola in due set la polacca Frech e si “regala” la sfida contro la numero 1 Swiatek. È di uno pari il bilancio dei confronti diretti, mentre va ko Martina Trevisan contro l`australiana Sanders.

L’oro arabo per cambiare il tennis (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Una nuova era del tennis al grido di “Più soldi per tutti”. Il Public Investment Fund, fondo sovrano della corona saudita, già da qualche tempo ha avviato i colloqui con Atp, Wta e i quattro Slam, senza che sia stato necessario esercitare pressioni. Espandendo i suoi denari e la sua influenza dal calcio al golf passando per la Formula 1 fino al rugby, il fondo ha già fatto il suo ingresso nel mondo del tennis. Questo è evidenziato dalla recente sponsorizzazione della classifica mondiale maschile, ora denominata ufficialmente Pif Atp Ranking, e dalle partnership con tornei di spicco come Indian Wells, Miami, Madrid, Pechino, le Nitto Atp Finals di Torino e le Next Gen Atp Finals, che nonostante il flop della scorsa stagione si terranno a Jeddah fino al 2027.


STRATEGIE. Sul tavolo si delineano due strategie distinte. La visione di Atp e Wta è nettamente più cauta: puntano, come già ventilato in precedenza, a un’intesa che consenta la commercializzazione congiunta di diritti televisivi e sponsorizzazioni. A questo si aggiunge l`idea di offrire ai sauditi l’organizzazione di un Masters 1000, un regalo che al Pif potrebbe sembrare quasi un contentino se paragonato all`altra offerta sul banco. I quattro Slam sognano infatti di sovvertire la struttura di Atp e Wta per creare quello che nelle ipotesi presentate è stato chiamato Premier Tour: un circuito esclusivo per 100 giocatori e 100 giocatrici. Seguirebbe un Contendere Tour; accessibile a 200 uomini e 200 donne, con la peculiarità di offrire premi in denaro uguali in ogni competizione.

«Il tennis va reso più accessibile agli appassionati, con una stagione più breve e facile da capire. Questo potrebbe aumentare il valore annuale di circa un miliardo di dollari. Il tennis è confusionario e al di fuori dei quattro Slam i fan non capiscono quali tornei siano importanti perché manca una narrazione», la riflessione orientata agli incassi, opportunamente mascherata da amore per il pubblico, che ironia della sorte viene da Sally Bolton, direttrice dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Teoricamente custode delle tradizioni, dalle pani di Wimbledon sembra che queste ultime si limitino al proprio cortile.

Sarà interessante scoprire le decisioni imminenti del circuito Wta, in particolare riguardo la possibilità di ospitare le Finals in Arabia Saudita, proposta a cui leggende come Chris Evert e Martina Navratilova hanno già espresso contrarietà. Il tennis è destinato a cambiare, sicuramente nessuna rivoluzione prima del 2026, ma a questo punto un Masters 1000 saudita sarebbe il minore dei prezzi da pagare.

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