Samuele Ramazzotti: “Il mio idolo è Ferrer, il mio sogno il Roland Garros”

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Samuele Ramazzotti: “Il mio idolo è Ferrer, il mio sogno il Roland Garros”

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Cristian Cai ha intervista in esclusiva per Ubitennis il giovane Samuele Ramazzotti, classe 1999, con il suo coach Luca Latini. Da un rapporto che dura da tutta la vita, nascono i sogni del giovane di Jesi, che spera un giorno di giocare il Roland Garros e che ammira Ferrer fra i grandi del tennis mondiale

Ammetto che trovare un momento per una chiacchierata con Samuele Ramazzotti e il suo coach Luca Latini non è stata impresa facile. La primavera è alle porte e la stagione calda del circuito junior si avvicina, toccherà il suo picco con i tornei toscani di aprile e maggio. E’ il momento del passaggio alla terra rossa dopo l’invernata sui campi rapidi, rubare il tempo di un’intervista mi sembra un crimine sapendo che i due si staranno sfiancando sui campi a puntellare la preparazione prima di rituffarsi nel circuito.
Luca e Samuele si conoscono da sempre, dal primo momento in cui Samuele ha impugnato una racchetta: “Conosco Samuele da quando andava all’asilo e sua madre lo porto’ al tennis perché era un bambino vivace, dotato di estrema vitalità, e gli metteva a soqquadro la casa” ricorda Luca, “Mi disse che gli serviva un canale di sfogo fisico e doveva trovare uno sport che gli piacesse. Dopo la prima lezione gli feci portare a casa la piccola racchetta prestata, con cui ci andò a dormire sotto le coperte!!! Forse aveva paura che qualcuno di notte gliela portasse via. Quando si ripresentò per la seconda lezione aveva una voglia di giocare ed una passione che gli si leggeva negli occhi. Capii da subito che il tennis gli era entrato nel sangue. Di li a poco decisi che era il caso che venisse al Circolo quasi tutti i giorni perché i genitori avevano paura che fracassasse casa”.
Conferma Samuele: “Abbiamo iniziato a girare per tornei insieme dagli 8/9 anni in poi. Quindi oltre che un allenatore e’ una figura di famiglia. Il rapporto varia a seconda dei contesti, più professionale in campo, più amichevole fuori. Il coach e’ duro negli allenamenti, nella tecnica e nel pretendere che lo segua nei programmi. E’ più permissivo e malleabile nelle scelte tattico/agonistiche e nella programmazione dei tornei. Ascolta comunque i miei pareri e decide anche in base ad essi” .
Samuele e’ titolare Nazionale da quando è un under 12 ed è felice di vestire la maglia azzurra, lo ha sempre fatto anche negli anni ‘dispari’ cioè con i compagni del ’98.

Qual è il tuo rapporto con al federazione?
Il rapporto e’ sereno. Anche se non facciamo base fissa a Tirrenia la frequentiamo comunque quando possiamo. Collaboriamo e ci scambiamo in quei casi pareri ed opinioni tra il mio coach e le figure relazionate con la FIT come Edoardo Infantino, Umberto Rianna ed il Capitano della Nazionale Under 16 Stefano Pescosolido.
Oltre all’ospitalità a Tirrenia, godiamo del Contratto del Prestito d’Onore con la FIT che ci permette di ammortizzare anche i notevoli costi legati all’attività, in parte coperti anche da sponsor privati.

I vostri allenamenti quindi si svolgono principalmente vicino casa.
Risponde Luca: La sede degli allenamenti e’ molto variegata, variamo tra la sede storica del club cui è cresciuto sin da piccolo, Moie Sporting Club, poi Foligno Villa Candida in condivisione con gli atleti del Team di Gorietti, ed alcune volte anche al Tennis Club Jesi. Il programma varia di settimana in settimana.
Gli allenamenti consistono in un paio di sessioni di tennis da due ore, mattino e pomeriggio, ed una sessione di atletica da 1h1/2.
Curiamo anche molto la prevenzione andando periodicamente da osteopata e fisioterapista, oltre al nutrizionista. Samuele e’ un fissato con l’alimentazione (ride).

Si parla di junior e di Marche e viene in mente, vuoi o non vuoi, Gianluigi Quinzi: Samuele, secondo te le vittorie junior di Quinzi possono aver influito sulla tua crescita tennistica? Una specie di stimolo per provare a raggiungere quei livelli?
Non penso influisca o sia un parametro rilevante. Io sono appassionato di tennis per mia scelta ed ho scelto di impegnarmi agonisticamente in modo serio ancor prima che Gianluigi arrivasse alla fama internazionale. Seguo i suoi risultati con interesse e lo sostengo. Mi fa piacere avere un conterraneo che sta provando ad entrare nel tennis che conta. Ho anche avuto il piacere di condividere con lui qualche allenamento.

Le difficoltà di Quinzi però sono oggi sotto gli occhi di tutti, il salto nel mondo pro è molto impegnativo, per gli italiani più che per i ragazzi del resto d’Europa. Tu ti appresti a vivere degli anni molto importanti in cui devi gettare delle basi per formarti come giocatore. Se tutto fila liscio tra qualche anno toccherà a te. Perché secondo te in Italia e più difficile switchare da junior a pro con la stessa facilità di un Coric o Kokkinakis? Questo costituisce una preoccupazione per il futuro?
Forse le difficoltà stanno nella mentalità e nel diverso approccio allo sport. Questo frena la nostra maturazione in tempi brevi.
Luca deve intervenire:  Siamo un popolo di emotivi. Le famiglie sovraproteggono troppo i figli facendoli maturare più tardi perché troppo a lungo sotto la chioccia dei genitori. L’ambiente genera troppa pressione nei ragazzi con aspettative di ranking e previsioni a destra e manca. Le aspettative devono rivolgersi all’evoluzione tecnico/tattica/fisica ed agonistica. Il ranking ne sarà solo una conseguenza.

Samuele, non mi sembri molto preoccupato…
Non ne sono preoccupato. Ogni percorso e’ diverso per ogni atleta. Inutile fare paragoni ed inutile e’ fare concorrenza interna. Avere il focus agonistico incentrato su se stessi e’ positivo. Al massimo e’ produttivo conoscere scelte ed approccio di chi è un esempio positivo, per prendere spunti di crescita.

Visto dal di fuori il mondo dei professionisti sembra tutto aerei e alberghi, divertimento e tanti bei soldini. Non è proprio così, dietro i cento, c’è anche tanto lavoro e sofferenza. Tu come lo vedi? Hai già avuto contatti con qualche professionista? Come ti immagini sia realmente la vita del tennista professionista?
Ho conosciuto diversi Pro dal vivo ed ho avuto la fortuna di allenarmi anche con alcuni di loro, Djokovic, Troicki, Simon, Bolelli, Ito, Travaglia, Fabbiano e Vanni. Ho già capito che è’ una strada ed una vita molto dura, fatta di sacrifici e rinunce. Solo con la passione si riesce a sopportare tutta la fatica ed il sudore. Le soddisfazioni quando arrivano ripagano di tutto. Ognuno comunque ha la sua via, i suoi obiettivi, il suo destino agonistico, sono cose individuali e penso che anche il modo di intendere la vita da PRO non sia identico per tutti.

E invece, guardando al presente, hai avuto modo di trovare dei veri amici partecipando ai tornei o durante i raduni della nazionale?
Ho amici nel tennis anche se non strettissimi, a parte quelli che ho nel mio Circolo con cui mi vedo più spesso. Anche in giro nel tour ne ho diversi, ma come in tutti campi della vita di ognuno di noi non tutti godono della stessa stima e fiducia, qualcuno e’ amico, altri meno o per niente.

Qual è il ricordo più bello che ti viene in mente o la soddisfazione maggiore che ti sei preso?
La soddisfazione maggiore e’ stata quella di vincere Tarbes a Gennaio 2013. Il ricordo più piacevole e’ la partecipazione al torneo dell’Orange Bowl under 14, in un ambiente bello e molto variopinto.

Il torneo a cui associ il ricordo più piacevole? E il circolo più bello in cui hai giocato?
Il circolo più bello dove mi sono allenato e’ il Montecarlo Country Club, quello invece in cui ho giocato per tornei è il Parioli di Roma.

Guardiamo un po’ avanti adesso e immaginiamo un futuro da pro: qual è il torneo a cui ti basterebbe anche solo partecipare? Invece quello che vorresti vincere?
Il Roland Garros e’ il torneo dove sarebbe gratificante già solo essere li perché per me suggestivo ed affascinante. Il sogno e’ vincere uno qualsiasi dei quattro Slam.

So che fai il tifo per Ferrer, e tra le ragazze? Come giudichi il tennis femminile? E quale giocatrice ti piace di più?
Tifo Ivanovic ma come tipo di gioco preferisco la Wozniacki che è per me un’ottima incontrista e ha delle notevoli qualità atletiche.
Trovo il tennis femminile un po’ più monotono del maschile, ma agonisticamente e mentalmente ci sono comunque atlete molto valide e da prendere come esempio.

Veniamo al dubbio che mi assale. Tutti i ragazzi della tua età si dividono tra Federer e Nadal, al massimo Djokovic, tu tifi Ferrer. Spiegaci perché.
Tifo Ferrer perché ammiro in lui la professionalità, la capacità di concentrazione e volontà che mette in ogni match, la dedizione al lavoro e l’umiltà. Nonostante le sue qualità tecniche non proprio a livello dai Fab Four ce la mette tutta. Quindi cerco di imitarlo se non per la tecnica, almeno per tutto il resto.

Sembri apprezzare particolarmente gli incontristi, questo si riflette anche nel tuo modo di impostare il gioco. Luca, con gli occhi del coach, che tipo di giocatore vedi in Samuele?
Dal punto di vista tecnico Samuele e’ un contrattaccante da fondo campo che sto cercando di completare per arrivare ad essere un giocatore a tutto campo. Stiamo facendo numerosi progressi sul servizio nella potenza, precisione e ricerca di angoli ed effetti. Nel diritto stiamo cercando di avere migliorie sull’apertura tale da rendere questo colpo ancora più efficace di quello che già è soprattutto cercando una maggior resa nei winner in termini di percentuali di realizzazione. Sul rovescio sono state fatte tantissimi passi avanti negli ultimi due anni, tale da rendere questo colpo una sicurezza. Nell’ultimo inverno abbiamo lavorato molto sulla risposta al servizio, specialmente in quella di rovescio, vero tallone d’Achille precedentemente soprattutto sulle superfici veloci. Dopo tanto lavoro e’ arrivata una buona semi in grado 2 in Moldavia e la vittoria all’Open di Forlì Buscherini, entrambe ottenute su superfici rapidissime. Samuele dice di preferire la terra battuta ed il greenset, io come coach lo vedo bene anche su superfici molto rapide.

La prospettiva a breve sono i tornei su terra europei. Che tipo di programmazione avete impostato?
Stiamo in questi giorni lavorando molto sul passaggio alla terra battuta per adattarne il gioco ed i ritmi.
La programmazione prevede il grado 1 ITF U18 di Umago, seguite dalle quali del 10.000 di Rovinj, suo primo torneo pro, se riuscirà ad entrare.Poi si passerà ai tornei francesi della Costa Azzurra Under 18 ed infine a tutti quelli italiani di Aprile e Maggio. Fatto questo ciclo vedremo a che punto sarà il ranking per il Roland Garros e Wimbledon. Solo dall’estate in poi prevediamo di frequentare il circuito Future con assiduità.

Dietro le copertine dei giocatori, ci sono le fatiche dei coach. Raccontaci le esperienze che ricordi con più piacere della tua vita accanto a Samuele fino ad oggi.
Girando il mondo con gli atleti ne possono accadere di tutti i colori e bisogna essere flessibili e pronti a tutto. Anche alle sventure. Come in Giappone dove in due giorni siamo andati all’ospedale sia io che lui e nessuno capiva l’inglese. Bisognava dialogare con un iPod e Google translator. O alle Mauritius, dove accingendoci ad andare a disputare la semi con un motorino affittato, foriamo e per poco non si cade nell’asfalto. Abbiamo fatto l’ultimo km di corsa con i borson… praticamente il riscaldamento outside court.
Allo stesso modo ricordo un torneo under 12 in Slovenia, siamo rimasti a piedi per la rottura del motore di una mia vecchia Multipla da 300.000km che ho lasciato lassù e siamo tornati in treno con valigie che pesavano più di noi due messi insieme.
Stesse disavventure in Islanda dove, non con Samu ma con altri atleti, visitando delle città fuori Reykjavik ,siamo rimasti bloccati per due ore con una piccola utilitaria in mezzo ad una bufera di neve e venti a 150 km/h.
Non riuscivamo quasi ad aprire le portiere, vedere la strada davanti a noi è capire dove eravamo, in un paesaggio completamente bianco ed indistinto.

Sarebbe banale chiudere chiedendovi gli obiettivi di Samuele per il futuro. Disegnateci invece le vostre speranze e l’approccio che vorrete mantenere nei confronti della vostra professione.
Cerchiamo di essere sempre molto umili ed attenti per carpire ogni possibile opportunità di crescita tecnico/tattica ed agonistica. Per questo ogni appuntamento e conoscenza con coach di assoluto valore ci stimola e completa, Jan De Witt, Jofre Porta, Eduardo Infantino, Umberto Rianna, Stefano Pescosolido, Accademia Mouratoglou, Fabio Gorietti e la sua Tennis Training di Foligno.
Ogni incontro ci ha arricchito e completato, lo scambio e la condivisione di allenamenti porta il giocatore ed il coach ad essere sempre più consapevoli e completi. Per far ciò ci vuole voglia, desiderio di imparare ed apertura mentale. Questo è quello che pensiamo sia meglio per il nostro percorso sportivo.
Samuele annuendo ribadisce: L’obiettivo è naturalmente diventare un PRO ma non chiedetemi il ranking perché non mi dò nè un limite alto nè basso. Saranno i fatti a dire dove arriverò e dovrò accettarli nel bene e nel male ma con la consapevolezza di aver dato tutto, questo e’ importante.
Cristian Cai

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