Roland Garros interviste, Federer: “Sto giocando con una racchetta diversa, la tensione è scesa da 27 a 25 kg"

Interviste

Roland Garros interviste, Federer: “Sto giocando con una racchetta diversa, la tensione è scesa da 27 a 25 kg”

R. Federer b. M. Granollers 6-2 7-6(1) 6-3. L’intervista del dopopartita a Roger Federer

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Eri un po’ nervoso oggi? Se sì, perché? Perché a un certo punto sembravi un po’ frustrato.
No, non ero nervoso, penso che le cose siano andate bene per i primi due set perciò anche quando sono andato sotto di un break nel secondo avevo la sensazione che il match fosse comunque in mano mia. L’unica cosa è che non vorrei mai iniziare male un set ed è quello che è successo all’inizio del terzo. Ho giocato un game orribile. È stato molto deludente e frustrante. Per il resto sono riuscito a variare, a rimanere offensivo e ho giocato bene a rete. Nel complesso, sono soddisfatto.

Dopo il break nel secondo set, hai cambiato racchetta nel bel mezzo di un gioco. Perché?
In genere cambio sempre racchette prima, non quando servo, ma in genere al cambio delle palle. Avrei potuto cambiarla il punto precedente, e poi ho deciso di giocare un altro gioco e poi due, perché pensavo che avrei avuto a disposizione palle nuove il gioco successivo. E dopo i primi punti ho giocato il rovescio, e non l’ho sentito bene. Così ho deciso di cambiare racchetta. La mia tensione ora è scesa da 27 a 25 kg perché sentivo diversamente i rimbalzi e la traiettoria della palla. È molto diversa dalle racchette con cui ho giocato nelle ultime sei settimane. Voglio che i miei rimbalzi vadano esattamente dove mi aspetto.

Visto quello che è successo domenica, sei soddisfatto della sicurezza di oggi? Hai notato cambiamenti?
Ho notato un po’ più di attenzione. Il tennis è uno degli sport più accessibili e noi siamo incredibilmente vicini ai nostri tifosi. E questo mi piace. Quindi per me è stato solo più importante che tutti facessero il proprio lavoro, lo facessero seriamente, fossero ben posizionati e prestassero attenzione a quello che succedeva. So che è impegnativo, ma credo che questo episodio sia stato un buon esercizio per tutti.

Rafa [Nadal, n.d.t.] ci ha detto ieri che aveva chiesto all’ATP di non avere Bernardes come arbitro dopo aver avuto uno scontro con lui a Rio a febbraio e da allora non è accaduto in effetti. Hai mai fatto una richiesta analoga e cosa ne pensi in genere?
È una cosa molto personale. Ti trovi meglio con alcuni. Penso che ci siano abbastanza arbitri per cui non è un grande problema per l’ATP, l’arbitro o il giocatore. Personalmente cerco di non concentrarmi sull’arbitro ma sul mio gioco, in modo che queste cose non si insinuino nella mia mente. Ma è difficile. Abbiamo giocato quasi un migliaio di partite, io e Rafa. Quindi è ovvio che ci si trovi meglio con alcuni arbitri. È anche normale che gli arbitri abbiano una cattiva giornata. A noi succede lo stesso. Non siamo sempre dell’umore giusto.

Stan sottolineava che per gli arbitri è più difficile essere severi con i buoni giocatori perché rischiano di non arbitrare più partite importanti. Pensi che esista il rischio di godere di un trattamento speciale perché si è un grande giocatore?
No, non voglio essere trattato diversamente. Sai, se ci si arrabbia o se si rompe una racchetta, non si vorrebbe avere subito dover affrontare un’ammonizione. Ma se l’arbitro ammonisce, deve farlo con tutti i giocatori. Spero che non vi siano vantaggi.
Nei grandi tornei, gli arbitri con molta esperienza sanno come gestire situazioni difficili. Al campo 15 si può essere più severi per educare i giocatori, ad esempio, ma penso che non abbia nulla a che fare con chi sta giocando. Alcuni arbitri sono un po’ più severi su campi minori, per assicurarsi che le regole siano applicate correttamente. Sul centrale si può concedere un margine di manovra maggiore per assicurarsi che la partita proceda bene, e questo è probabilmente quello che Stan stava cercando di dire.

Hai fatto qualcosa di speciale per la tua fondazione?
La fondazione è stata creata 10 anni fa e spendiamo circa 6 milioni l’anno. Presto, spero, un milione di bambini avranno beneficiato del nostro impegno. Il grosso del lavoro oggi è nell’Africa Sub-Sahariana e mi fa stare bene. Quest’anno ci andrò per vedere uno dei progetti in atto.

 

Traduzione di Milena Ferrante

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