Roland Garros interviste, Nishikori: "Andare negli Stati Uniti mi ha reso più forte mentalmente"

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Roland Garros interviste, Nishikori: “Andare negli Stati Uniti mi ha reso più forte mentalmente”

Roland Garros, secondo turno: K. Nishikori b. T. Bellucci 7-5 6-4 6-4. L’intervista del dopo partita a Kei Nishikori

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Vorrei farti due domande in una. Chi erano le persone nel tuo box? E l’altra è sul tuo coach Dante Bottini, cosa puoi dirci di tutti gli anni che hai lavorato con lui?
Il mio team, Dante, Michael (Chang, ndt) e Olivier, il mio manager. C’era anche la mia famiglia. Abbiamo lavorato molto, specialmente qui sulla terra, lui ha una grande conoscenza ed esperienza sul rosso. Mi ha fatto lavorare duro e ha funzionato bene. Quindi sento dei miglioramenti per i duri lavori che ho fatto con Michael e Dante, il mio ranking si è alzato molto negli ultimi due anni. Sono molto felice con entrambi.

Come ci si sente ad essere un outsider qui a Parigi?
Non saprei. Ho molta fiducia sulla terra ora, quindi spero di fare bene qui perché finora non ho fatto molto. Mi sento molto bene e vincere in tre set con Thomaz mi rende molto felice.

Perché non hai mai fatto bene qui e quali sono i cambiamenti che hai apportato al tuo gioco?
Credo sia solo una questione di tempo. L’anno scorso mi sono infortunato a Madrid e non ero al 100%. Ma credo che quest’anno sono in forma e in fiducia, il mio corpo sta bene, la mia mente è concentrata. Cercherò di fare bene qui e vedremo cosa succederà.

Quanto è importante per te giocare per il Giappone, rappresentarlo così lontano da casa? Ci sono molti media dal Giappone e anche tifosi, il tennis si sta diffondendo laggiù. È importante per te?
È sempre un onore essere giapponese, specialmente ora che sono il n°1 asiatico. E ci sono anche molti bambini che giocano in Giappone e 5 giocatori nel maindraw qui. Sono sicuro che il Giappone del tennis stia diventando forte, specialmente al maschile. Spero di portare risultati al Giappone e che il tennis e lo sport cresca nel mio paese.

Quanto è stato difficile per te acquisire la mentalità vincente? Andare negli Stati Uniti ti ha aiutato?
Sì, credo che vivere negli Stati Uniti mi abbia reso molto forte mentalmente, perchè da piccolo non lo ero e non ero un lottatore. Quando sono andato negli US dovevo essere forte, giocavo con tanti ragazzi più grandi di me, io ero piccolo. Ma quando giochi molto e guadagni esperienza poi diventi più forte.

Nel 2012 hai avuto il tuo primo exploit Slam, i quarti agli Australian Open, e poi decidesti di andare a giocare a Buenos Aires sulla terra. Per migliorare su quella superficie. Due anni dopo hai fatto benissimo Barcellona e Madrid. Puoi guidarci nel processo di imparare a giocare su terra che hai fatto in questi 2-3 anni?
Credo che sia stata una grande decisione da parte mia e del mio coach. Non fu una decisione facile andare in Sudamerica ma credo che queste piccole cose mi abbiano aiutato molto.

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