Google più importante dei punti ATP, quando la classifica la stila il prestigio

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Google più importante dei punti ATP, quando la classifica la stila il prestigio

E se la classifica ATP non fosse quella più veritiera per stabilire il reale valore dei giocatori? Un ricercatore italiano di stanza negli USA ha ideato, adattando l’algoritmo di ordinamento più famoso al mondo, il PageRank di Google, una diversa idea di classifica chiamata Tennis Prestige

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Quando, l’11 maggio scorso, Luca Vanni ha per la prima volta in carriera toccato la centesima posizione del ranking ATP, ha raggiunto un traguardo che tutti i tennisti all’inizio della loro carriera sognano prima o poi di realizzare: entrare nella top 100. Questo significa fare idealmente parte dell’élite del tennis mondiale. Ma non necessariamente vuol dire anche essere più forte del numero 101 o 105 o 110. Anche perché le classifiche sono una convenzione e quella dell’ATP è il frutto di una lunga storia e di successivi cambiamenti e compromessi. Si basa sull’attribuzione di punti torneo per torneo ed è decisamente squilibrata in favore dei giocatori più forti, a cui viene concessa la possibilità di raccogliere punti extra con le finali ATP di fine anno, che consentono ai primi otto di consolidare le loro posizioni e di godere di una situazione di vantaggio al momento dei sorteggi, quando vengono attribuite le teste di serie e la possibilità di usufruire di preziosi bye.

Un sistema squilibrato
Avevamo già parlato di alcuni clamorosi buchi nella classifica ATP. Ci chiederemo adesso se il modo che utilizza per conteggiare i punti sia il migliore possibile. Probabilmente no, almeno secondo Filippo Radicchi, ricercatore al Centro di ricerca sulle reti e i sistemi complessi della Scuola di Informatica e Computer all’Università dell’Indiana, negli Stati Uniti. «Nel circuito professionistico, nell’arco di un anno – spiega Radicchi –, ci sono pochi giocatori che si confrontano con tantissimi avversari, mentre la maggior parte gioca contro un numero molto limitato di rivali. Una classifica costruita in questo modo non può essere lo specchio fedele dei valori in gioco». Pensando a questo difetto “originario” del ranking ATP Radicchi, che è un fisico statistico e studia i meccanismi dei sistemi sociali, ha ideato una sua classifica alternativa, basata sul prestigio dei giocatori. Si chiama Tennis Prestige ed è aggiornata ogni settimana, proprio come quella ufficiale. Chi vuole, può consultarla al qui . Se la confrontate con quella ufficiale ATP troverete non poche differenza, già a partire dalla top ten.

Misurare il prestigio
Come mai? Radicchi applica le regole della statistica per analizzare le dinamiche all’interno di reti complesse, cioè di comunità reali o anche virtuali, come Facebook o altri social media, per esempio, dove tutti i membri sono legati tra loro da diversi gradi di relazione. Ed è anche un appassionato di tennis. «Il mondo del tennis professionistico – spiega – funziona proprio come una rete sociale, in cui i giocatori continuano a giocare tra loro, stabilendo interazioni che sono in qualche modo pilotate dallo stesso ranking che li classifica. A differenza dei network sociali come Facebook, però, i giocatori di tennis si trovano tutti sullo stesso livello: tutti si possono teoricamente incontrare con tutti. I più forti, allora, non necessariamente sono quelli che vincono più partite o più tornei, ma quelli che sconfiggono il maggior numero di avversari di alto livello». Per riuscire a evidenziare questo aspetto Radicchi ha adattato l’algoritmo utilizzato da Google per definire l’importanza delle pagine web, il celeberrimo PageRank, in modo da adattarlo al mondo del tennis. Così come Page Rank dà importanza a una pagina non soltanto per il numero di clic che ha ricevuto ma anche per la quantità di citazioni che riceve da altre pagine, dando più valore a quelle che compaiono su siti importanti, allo stesso modo l’algoritmo messo a punto da Radicchi classifica i giocatori non solo per le partite giocate (il numero di clic), ma anche per le vittorie (le citazioni di altri siti) dando più peso a quelle ottenute con avversari più forti (le citazioni importanti).

Connors il più forte
Gli studi di Radicchi applicati al tennis hanno conosciuto un momento di popolarità nel 2011 quando, basandosi sul suo algoritmo, propose una classifica dei tennisti di tutti i tempi che indicava in Connors il più forte di tutti. «Si trattava ovviamente – dice – di una classifica non necessariamente veritiera, perché per esempio tutti i tennisti in attività, non avendo ancora giocato tutte le partite della loro carriera, erano svantaggiati rispetto a Connors o altri che si erano ritirati. Ma si trattava di un buon modo per dimostrare la validità del sistema». Che è stato apprezzato e citato in seguito da altri ricercatori. «In effetti – osserva Radicchi – Tennis Prestige si dimostra più accurato rispetto al ranking ATP nel prevedere chi sarà il numero uno dell’anno successivo. Non solo. Un gruppo di ricercatori giapponesi di recente ha dimostrato che è anche più efficace nel definire le probabilità di vittoria in un match tra due giocatori. L’idea, comunque, non è proporre un sistema alternativo al ranking ufficiale, ma semplicemente integrarlo con più informazioni».

Previsioni più precise
Un esempio “storico” della maggior precisione della classifica Tennis Prestige, spiega Radicchi, «risale al 1977, l’anno dei record di Guillermo Vilas, mai riconosciuto dall’ATP come numero 1, posizione attribuita invece a Jimmi Connors. Ebbene, secondo il nostro algoritmo, invece, fu l’argentino il più forte del mondo quell’anno». La questione è ancora aperta, tanto che l’ATP ha annunciato di voler ricalcolare il ranking di quell’anno (anche noi ne abbiamo parlato a febbraio).
Ricercatori inglesi hanno anche usato il sistema proposto da Radicchi per applicarlo alla classifica Wta. Quando lo fecero, nel 2012, la numero uno ufficiale era Caroline Wozniacki che però, nella classifica del prestigio, retrocedeva al terzo posto dopo Kvitova e Zvonareva. Non solo. Le differenze tra le due classifiche diventavano più marcate man mano che si arretra verso posizioni meno nobili. E anche questi ricercatori individuavano nel sistema di Radicchi una capacità predittiva migliore rispetto al ranking ufficiale.

Insomma, se dovete vedere come cadono le teste di serie in un torneo andate sul sito ATP, ma se volete avere un’idea più attendibile su chi potrebbe vincere un match, allora guardate Tennis Prestige.

Riccardo Oldani

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