Dal nostro inviato a Montpellier

Arriva fino in fondo in punta di piedi Paul-Henri Mathieu. Silenzioso ma efficace, il classe 1982 di Strasburgo elimina uno dopo l’altro quattro contendenti ben più giovani e si aggiudica una meritatissima finale. “Sono KO” aveva dichiarato al termine della interminabile sfida con Millman del pomeriggio precedente, e in effetti la sua partenza sprint pare voler chiarire immediatamente a Sascha Zverev che non lo troverà disposto a rimanere in campo con lui per tre ore (il tedesco ha disputato e vinto i due match più lunghi del torneo). Lo scopo principale della manovra di PHM sembra inoltre quello di scoraggiare il tedesco, i cui nervi sono sempre a rischio e le cui sfuriate oramai sono parte integrante dello spettacolo. Come prevedibile, tuttavia, è Mathieu il primo ad andare in affanno e una sua inaspettata sciocchezza, un ghiotto attacco in campo aperto sciupato, consente a Zverev di rientrare sul 4-4. Giunto al tie-break, il transalpino riesce in a contrattaccare ai vigorosi colpi avversari e portarsi a dirigere più di uno scambio quasi già perso, aggiudicandosi il jeu decisif per la bellezza di 13 punti a 11. Per l’intero match Zverev non tenta mai il dritto lungolinea, e l’insistenza sulla diagonale di quel colpo gli è fatale. Mathieu deve infatti limitarsi a sorvegliare una porzione minore di campo e sul 5-4 nel secondo set si ritrova a servire per il match. Annullate tre palle break, si vede cancellato il primo match point da una rarissima discesa a rete di Zverev e alla quarta palla break getta alle ortiche il suo vantaggio con un rovescio sconsiderato. L’equilibrio appena ripristinato non dura però che qualche punto: Mathieu risponde forte a ogni servizio e breakka grazie a un prodigioso lungolinea di rovescio. L’ennesima protesta sulle linee ha esaurito Sascha e il suo torneo si conclude mestamente.

Ma se l’antipasto è piaciuto al pubblico francese, la portata principale rischia di rimanergli sullo stomaco. Dall’istante in cui va per la prima volta alla battuta, Dustin Brown vince nove game consecutivi davanti a un incredulo Richard Gasquet, spazzando il sintetico della Park&Suites Arena con una fucilata dietro l’altra. Prima di servizio avversaria, palleggio lungo, qualsiasi situazione viene risolta da un vincente di Dreddy. Il campione locale scuote la testa, allarga le braccia, chiede conforto a chi lo circonda e con un ghigno incredulo sembra lentamente rassegnarsi allo stato delle cose: la corona sta per cadere dal suo capo. Costretto a fare i salti mortali persino per conservare un turno di servizio, perché ad ogni punto lavorato ne seguono un paio sui quali non ha il tempo di muovere un dito, Gasquet pare in slow motion e ognuna delle sue carte è inutilizzabile. Poi Dustin Brown va in tilt. Di colpo. Con i suoi attacchi che escono dai confini del campo e le palle corte diventate inviti a cena col passante, la sottile linea tra il dominio e il tracollo viene scavalcata. Il numero uno del torneo mostra di sapersi cavare fuori anche da situazioni di difficoltà, finora inedite (quattro set giocati e vinti per 6-4), costringe il tedesco-giamaicano ad un ritmo e trova la sua quarta finale consecutiva a Montpellier, ormai un appuntamento fisso.

Risultati:

P.H. Mathieu b. A. Zverev 7-6(11) 7-5
[1] R. Gasquet b. [Q] D. Brown 1-6 6-4 6-3