Roberta Vinci: “Cappuccino e lo stesso hotel per stupire ancora a New York” (Lopes Pegna), US Open, tempi duri per i numeri 1 (Semeraro), il tennis che verrà (Clerici)

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Roberta Vinci: “Cappuccino e lo stesso hotel per stupire ancora a New York” (Lopes Pegna), US Open, tempi duri per i numeri 1 (Semeraro), il tennis che verrà (Clerici)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Roberta Vinci: “Cappuccino e lo stesso hotel per stupire ancora a New York”

 

Massimo Lopes Pegna, la gazzetta dello sport del 29.08.2016

 

Per le street di Manhattan, Roberta Vinci non gira più indisturbata: Mi fermano spesso, Si ricordano di chi un anno fa batte Serena Williams e mi dicono: “Good luck, Roberta”. Insomma, ora anche per chi non 6 un addetto ai lavori non sono più una giocatrice anonima. E mi fa un immenso piacere.. E poi quella frase in italiano gri-data al mondo: (Non vi sento, applaudite anche me, c….). Già, frase rimasta storica, che ha avuto un successo impensabile pure con gli americani. Un’esultanza spontanea dopo il punto, pazzesco, al terzo. Quasi una liberazione. C… non credo glielo abbiano tradotto, ma se lo saranno immaginato.  Il pubblico ha apprezzato la mia performance: qui amano gli “underdog”.. Per gli smemorati, Roberta parse poi la finale (la prima mai raggiunta in un torneo dello Siam) con Flavia Pennetta, ma la sua impresa fu quella di batter in semi-finale la numero uno e impedirle di conquistare I Grande Slam. .E’ stata un’impresa che nella mia carriera ha fatto la differenza.. E ore, per cercare di ripetersi, non nasconde di essere un po’ mina scaramanzia. Solita routine: la mattina brioche e cappuccino da Zibetto, ce-na al Bistrot Milano, identico hotel. Ho cercato di riavere persino la stessa stanza, la 319, ma era piena e ho dovuto cambiare a malincuore. Ho provato a riprendermi in spogliatoio il medesimo armadietto. Non c’era, però ne ho trovato uno vicino.. Che effetto le ha fatto rientrare in questa, luogo? «Un’emozione forte, riaffiorano ricordi bellissimi. Ma più che la finale contro Flavia, ho in mente proprio il match con la Williams. E le difficoltà dei primi turni, quando giocavo cosi cosi. Poi le cose iniziarono a funzionare, fino a diventare magiche.. A proposito, che possibilità si dà quest’anno? “Non faccio pronostici. Sono testa di serie alta, ma so bene che ripetere l’impresa di dodici mesi fa sarà dura. E poi fisicamente non sto bene: mi fa molto male il tendine d’Achille della gamba sinistra. So che devo sopportare il dolore, ma soprattutto non devo farmi condizionare a livello mentale. Su di me avverto tanta pressione.. Non siamo delle macchine. E’ importante stare bene e adesso non e così.. A Rio, nel doppio con Errani ti sei fermata si quarti: ha inciso sulla vostra intesa la separazione di oltre uni anno? “Non credo, siamo state eliminate in un match che stavamo vincendo. Ci e girata male. Tornare indietro non si pub: significa che quella medaglia non ce la meritavamo». Ie sue favorite? ‘Non credo Serena. Dico la Halep. Punto sempre su di lei. E’ forte, strano the non abbia ancora conquistato un torneo dello Slam. Fra gli uomini, tiferò per Murray…

 

US Open, tempi duri per i numeri 1

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 29.08.2016

 

Quelloo del numero 1 nel tennis 6 un mestiere molto ben pagato, ma che vitaccia. Guai a fare un passo falso, a perdere in anticipo o a non vincere la medaglia olimpica. La stampa ti critica, i fan si scocciano, i colleghi non vedono di farti le scarpe. Prendete ad esempio Novak Djokovic e Serena Williams, i due favoriti degli Us Open che iniziano stanotte Serena rischia di cedere lo scettro di regina in caso di ko. E ha quasi 35 anni— a Flushing Meadows. Nole dopo II doppio trionfo in Australia e al Roland Garros ha “toppato” a Wimbledon, a Rio si e fatto sorprendere al primo turno da Juan Martin del Pot e subito le sue quotazioni per gli Us Open, dove 6 il campione uscente, sono scese. JOKER Le sconfitte sono colpa anche di un malanno al polso (sinistro) the gti ha indeboli-to il rovescio e di un ‘proble-ma familiare’ che lo ha turba. Il Joker non sembra pin il Mister Imbattibile dell’ ultimo anno e mezzo. Per molti oggi come oggi Andy Murray numero 2 del mondo the in Australia e a Parigi aveva perso in finale proprio dal suo amicone del serbo  dopo bis sul verde dei Championships e l’oro olimpicoè  l’uomo pù pericoloso a New York. Ma guai a dirglielo …Stan Wawrinka e Juan Martin del Potro pos-sono recitare da pericolosissime mine vaganti nella meta tabellone di Murray, il finali-sta di Wimbledon Raonic ha grandi ambizioni. Senza contare la truppa dei nuovi leoncini, da Nick Kyrgios a Dominic Thiem e Alex Zverev…..

 

Il tennis che verrà

 

Gianni Clerici, la Repubblica del 29.08.2016

 

L’abituale presentazione di un torneo del Grand Slam, a quale lo scriba non riflette certamente meno dei bookmakers, 6 stata preceduta, per una volta, da un fenomeno the mi pare abbia implicazioni economiche pia rilevanti. Roger Federer ha infatti agito da quel bravissimo attore ormai divenuto, nel presentare un testo probabilmente architettato dal suo agente Godsick, che ha da più di tre anni ha un ruolo importantissimo nell’amministrare i cento milioni di dollari, in soli premi, del Divino Roger, moltiplicati 3 o 4 volta grazie agli sponsor. Si tratta, questa volta, di un’i-mitazione tennistica della Ryder Cup del golf, la gara che raccoglie dal 1927,1 migliori d’Europa contro il testo del mondo. Il calendario dell’anno non pareva già abbastanza ingolfato a quei tennisti che. Si erano avute negli anni scorsi violente-manta lagnati di scendere in campo undici mesi lavorativi per poi dedicare dicembre al nuovissimo campiona-to a squadre delle capitali asiatiche di tennis, una rivisitazione del campionato di team tennis Usa mezzo fallito alla fine degli armi ’70. Ora la nuova Ryder Cup, inaugurata alla presenza di Rod Laver, che ha fornito II suo affascinante nome di vincitore di due Grand Slam  dei due futuri capitani Borg per l’Europa e McEnroe per il Resto del mondo, e di Federer e Nadal malconci per troppo tennis, ma decisissimi nel proget-tare nuove rendite future, ha trovato un posto nel calendario del 2017 a settem-bre, dunque prima del Masters Atp World Tour Finals e della finale di Coppa Davis. Poi tutti pronti per le vacanze stra-pagate nelle capitali asiatiche, con le ga-re di team tennis, e l’inizio della stagione australiana, a Brisbane, l’Open del Qatar che offre a gennaio 1.300mi1a dollari, premio triplo di quelli dei poveri australiani. Si vede, a questo punto, quan-to sia nociva la presenza di tre strutture mondiali nell’organizzazione della sta-gione tennistica. Si tratta della vecchia Federazione internazionale (ITF) proprietaria (tramite le singole federazioni ) dei quattro Grand Slam e della Davis, con 150 milioni di dollari di premi. La Atp (Associazione Tennisti Professio-nisti ) organizzatrice dei tornei, eccettuati gli Slam con 100 milioni di premi. E la Wta (Women Tennis Association) organizzatrice del circuito femminile. Quando nacquero (all’inizio degli anni ’70) le due organizzazioni – donne e uomini – lo Scriba face inutilmente parte di un gruppo di appassionati che suggeriro-no an solo ente organizzatore, tipo Onu, e un commissioner (tipo baseball ameri-cano). La proposta era pero troppo one-sta, e troppo giusta, perche superasse gli interessi di parte. Siamo cosi arrivati al punto che la fase finale della Davis Cup si svolgerà in futuro in una settima-na, se tutto va per il meglio, magari ridu-cendosi a due singolari e un doppio. Mantra qualcuno parla già di un quinto Grand Slam Orientale, the possa soddistare il centinaio di milioni di telespetta-tori cinesi…..Com’è accaduto a eccezione delle tre vol-te maschili (Budge 1938, Laver 1962 e 1969) e alle tre femminili (Connolly 1953, Smith Court 1970, Graf 1988 ) Ricorderò l’ immensa sorpresa dello scorso anno, con le italiane in finale, e Serena Williams eliminata dalla Vinci, e costretta a spiegarsi con un segreto psi-chiatra, per aver mancato il settimo Slam consecutivo, in due anni…

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