WTA Tashkent: trionfa Pliskova. Battuta la campionessa in carica Hibino

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WTA Tashkent: trionfa Pliskova. Battuta la campionessa in carica Hibino

La “maledizione di Tashkent” non perdona la giapponese Hibino, battuta dalla meno celebre delle sorelle Pliskova al termine di una partita molto divertente

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K. Pliskova b. [4] N. Hibino 6-3 2-6 6-3

Diciottesima finale dell’Open WTA di Tashkent (cemento, 250.000$ di montepremi) e diciottesima vincitrice diversa. Mai nelle precedenti diciassette edizioni del torneo una giocatrice era riuscita a scrivere per due volte il proprio nome nell’albo delle vincitrici ed anche questa non ha fatto eccezione, nonostante la campionessa in carica, la giapponese Nao Hibino, n. 78 della classifica WTA, abbia fatto tutto il possibile per sfatare il tabù. La ceca Kristyna Pliskova, n. 100 WTA gemella della finalista all’ultimo US Open, Karolina Pliskova, si è infatti imposta nella sua prima finale di un torneo WTA mostrando qualità tecniche decisamente superiori alla sua attuale classifica. Quella di Tashkent era la terza sfida tra le due giocatrici; le due precedenti furono entrambe vinte dalla Pliskova, sempre sull’erba dell’ITF di Fukuoka nel 2014 e nella finale del 2015. Le evidenti differenze morfologiche delle contendenti (mancina 184 cm Pliskova, destrimane 163 cm Hibino) lasciavano presagire un confronto di stili interessante e così è stato: grande servizio – soprattutto la prima ad uscire da sinistra – e mano raffinata della Pliskova contro la rapidità e la grinta della Hibino, seppure a sua volta baciata da una notevole sensibilità di braccio.

Parte al servizio la Hibino che conquista il primo game dell’incontro ed anche, nel gioco successivo, la prima palla break, letteralmente gettata alle ortiche con uno smash nel proprio campo su un lob non irresistibile della ceca. Ceca, che, a sua volta, nel terzo game si procura ben tre palle break, non consecutive, che la giapponese annulla con grande coraggio. È la prova generale del break che arriva puntuale alla prima opportunità al quinto game, grazie ad un rovescio in rete della Hibino. La Pliskova a questo punto sale in cattedra: concede poco o nulla sul proprio servizio e mette in continua difficoltà l’avversaria attaccandola con grande determinazione sul suo tallone d’Achille, ovvero la seconda di servizio. Qualche piccola esitazione all’ottavo game per la Pliskova, ma due ottime prime ad uscire la portano sul 5-3 con la possibilità comunque di servire per il primo set. Non ce ne sarà bisogno perché la Hibino perde a 15 il proprio servizio ed il primo set con il punteggio di 3-6. Vivace scambio di opinioni durante la pausa che precede l’inizio del secondo parziale tra la Hibino ed il suo coach: il linguaggio non verbale della piccolo giapponese lascia intravedere tutta la sua carica agonistica e la voglia di non arrendersi.

Infatti, con una tattica decisamente più aggressive e coraggiosa che prevede ripetute discese a rete, riesce a sorprendere la Pliskova ed a strapparle per la prima volta il servizio. Servizio prontamente restituito nel gioco successive, con un doppio fallo di misura sul break point, probabilmente dettato dal timore di essere attaccata in risposta. Nonostante la partita si sia rimessa in equilibrio per la Pliskova, nel terzo game la ceca mostra evidenti segni di nervosismo giungendo persino a scagliare con forza la racchetta a terra dopo un primo servizio in rete. Ma ciò che più si nota è la sua difficoltà a tenere il ritmo negli scambi prolungati che la costringono a spostarsi da una parte all’altra del campo all’inseguimento di una pallina picchiata a tutto braccio dalla Hibino, che alterna a colpi incrociati pregevolissime smorzate in controtempo. La campionessa in carica tiene di forza il suo servizio nel quarto game andando per ben tre volte a rete e, sulle ali di una ritrovata carica agonistica, i successivi quattro, in cui toglie per due volte la battuta all’avversaria (al quinto ed al settimo gioco) e chiude il parziale sul 6-2, togliendosi pure il lusso di piazzare due ace nel game decisivo.

Si entra quindi nel terzo e decisivo set dopo poco più di un’ora di gioco con una situazione psicologica decisamente a favore della Hibino. Il linguaggio corporeo della Pliskova lascia trasparire un pò di sfiducia e apparente stanchezza, forse anche dovuta agli impegni di doppio disputato sino alle semifinali. Purtuttavia, durante il coaching time richiesto al cambio di campo, riesce a trovare la forza di ridere con il suo allenatore, Jiry Vanek, che, a sua volta, scoppia a ridere. Peccato non capire il cecoslovacco. Forse grazie al suo buonumore, o, più probabilmente, alla capacità di conquistare punti facili con la prima di servizio, diversamente dalla sua antagonista che deve lottare su ogni singolo punto, la Pliskova riesce prima a salvarsi nel terzo game da una palla break insidiosissima e poi ad allungare nel sesto game anche grazie ad un nastro assassino che porta lei sul 15-40 e la giapponese ad una crisi di sfiducia nella giustizia terrena, come dimostra il diritto malamente sbagliato con il quale chiude questo per lei sciagurato gioco. Tra il quinto ed il sesto game la Pliskova aveva chiesto l’intervento del suo coach che l’aveva invitata ad essere più aggressiva: detto, fatto. Si arriva quindi rapidamente all’epilogo con la Pliskova che, sul 5-3, sembra non sentire la responsabilità del momento e con due ottime prime si porta sul 30-0. Ma la pressione c’è ed è tanta: Hibino non molla, piazza due vincenti, approfitta di un errore della ceca e si procura una palla break che viene annullata da un servizio vincente ad uscire da sinistra, immediatamente seguito da un ace. Sul match point, ennesima, grande prima di servizio sulla quale la giapponese fa ciò che può e consente alla Pliskova di piazzare un diritto vincente incrociato ad uscire, con il quale si aggiudica l’incontro in poco meno di due ore di gioco.

Braccia al cielo e primo, importante successo nella carriera di una ragazza di 24 anni che grazie a questa vittoria raggiungerà il suo best ranking nella classifica WTA.

Roberto Ferri

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