Zhuk, fascino da nuova Sharapova (Crivelli)

Rassegna stampa

Zhuk, fascino da nuova Sharapova (Crivelli)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Zhuk, fascino da nuova Sharapova

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 12.03.2018

 

Solo bella o anche vincente? Insomma: più Anna o più Maria? In attesa che la carriera parli per lei e la incaselli tra le Kournikova, dive senza successi, oppure tra le Sharapova, regine capaci di domare anche gli Slam, Sonya Zhuk comincia a prendersi la scena: intanto perché a Indian Wells batte la numero 17 del mondo Rybarikova scavallando l’incubo di 11 match point a favore annullati dall’avversaria in un solo game, il 10 del terzo set, segno di una notevole tenuta mentale. E poi perché il fascino, ovviamente amplificato dal sapiente uso dei social, non passa inosservato, neppure quando la ragazza corre e suda durante le partite. NUMERO UNO La moscovita, nata il 1 dicembre 1999, studia da stella fin da quando era la più forte under 14 del mondo e il programma “Trans Wordel Sport» le dedicò uno speciale come aveva fatto 11 anni prima guarda caso proprio per la Sharapova. Sofya comincia dalla ginnastica, vince pure delle gare, ma il fratello maggiore tennista è un modello troppo allettante. E così sceglie la racchetta e soprattutto il Belgio, all’accademia della Henin, dove si trasferisce a 12 anni. All’inizio non le possono concedere il permesso di soggiorno e così ogni tre mesi deve fare la spola tra Bruxelles e Mosca e per mamma Natalia, ancor oggi factotum e consigliera più ascoltata, la situazione l’ha aiutata: «Ha potuto continuare a vedere amici e parenti e non ha perso il contatto con la realtà». Nel 2013 vince 20 partite consecutive e trionfa all’Avvenire a Milano, un torneo che difficilmente mente sul valore futuro dei protagonisti, e nel 2015, anche se non è testa di serie, conquista Wimbledon Juniores senza perdere neppure un set. E’ alta, bionda elegante e sembra destinata a vincere tante partite: ovvio che i grandi sponsor e le grandi agenzie di management sportivo si siano già accorti di lei fin da quando era poco più che bambina. A Indian Wells è approdata con un invito, un premio meritato dopo la finale del K125 di Newport di due settimane fa e nonostante non sia statunitense, una delle discriminanti per ottenere una wild card dal circuito minore: anche gli organizzatori hanno compreso che della Zhuk si sentirà parlare a lungo. Con quali toni, dipenderà solo da lei. O Anna oppure Maria.

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