Roger Federer lancia la Laver Cup 2018

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Roger Federer lancia la Laver Cup 2018

Presentata a Chicago la seconda edizione della maxi kermesse in programma a settembre. Federer e McEnroe concordi: “Il formato dell’evento ha influenzato la riforma Davis”

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Si sono dati appuntamento per una partitella su un campo in miniatura approntato proprio sotto the bean, per lanciare nel modo più spettacolare possibile la Laver Cup 2018. I testimonial prescelti sono quelli che avreste previsto: Roger Federer e Nick Kyrgios, coloro che diedero vita al decider dell’edizione inaugurale, in rappresentanza dei team Europa e resto del mondo pronti a contendersi la seconda edizione del maxi-evento in programma presso lo United Center di Chicago dal 21 al 23 settembre. The Bean – “fagiolo”, per merito della sua forma a baccello – è il nomignolo del Cloud Gate, uno dei simboli della città, scultura in acciaio ideata dall’artista britannico di origine indiana Anish Kapoor, che troneggia nel bel mezzo dell’AT&T Plaza. Federer, com’è naturale, è invece simbolo della manifestazione: accompagnato dal ribelle di Canberra, da John McEnroe e dal vecchio Rod – la leggenda che dà il nome alla coppa – Roger, reduce dalla traumatica finale di Indian Wells ceduta a Juan Martin del Potro, ha regalato alcune attese impressioni entusiaste, equamente distribuite alla Laver Cup e alla città ospitante.

Sono felice di essere finalmente riuscito a visitare Chicago, una città con un’immensa tradizione sportiva, teatro perfetto per la seconda edizione: il debutto a Praga è stato un successo oltre ogni più rosea aspettativa e sono convinto si potrà fare ancora meglio quest’anno. Credo che la formula sia vincente ma siamo pronti ad accogliere qualsiasi buona idea. Ho già parlato con diverse giocatrici e anche loro sarebbero molto tentate dallo sperimentare qualcosa di simile”.

Esternazioni di circostanza a parte, il venti volte campione slam ha inteso soffermarsi sul paragone, lungamente discusso nelle ultime settimane da molti addetti ai lavori, tra la struttura della Laver Cup e quella della nuova Coppa Davis, in procinto di essere approvata dall’Annual General Meeting. “Sono convinto che la nostra kermesse abbia spinto nella direzione di un cambiamento. Ho amato e amo la Davis, da giovane ho giocato tantissime volte per la mia nazionale e sono sempre stato felice di farlo, ma con gli anni e gli impegni che si accavallano diventa davvero complicato chiedere agli atleti di essere disponibili per quattro weekend a stagione. Si tratta di una competizione fantastica, ma una riforma è necessaria”.

Sul caldissimo oggetto del dibattere è intervenuto anche John McEnroe, uno che con la faccenda ha discreta dimestichezza: membro del team statunitense di Davis per quattordici anni tra il 1978 e il 1992, McGenius ha sollevato l’insalatiera per cinque volte nel corso di quella che è stata una vera storia d’amore. “Ho adorato giocare in nazionale per tutto quel tempo, ma vi pongo un quesito: sapete quante persone negli ultimi dieci anni mi hanno chiesto di quali team vincenti in Davis ho fatto parte? La risposta è neanche una. La cosa è molto triste, dunque bisogna cambiare direzione: la Laver Cup ha indicato la via”.

McEnroe, confermato capitano del “resto del mondo” – mentre Borg continuerà a guidare la squadra europea – ha inoltre garantito con notevole anticipo la convocazione di Nick Kyrgios, anche nell’ipotesi di una sua non eleggibilità di diritto entro i termini previsti dal regolamento (quattro slot per squadra sono riservati in automatico ai tennisti aventi miglior classifica al termine di Wimbledon, mentre gli altri due sono discrezionalmente assegnati dai capitani). “Sono felice di annunciarvi che Nick è il mio primo convocato. Si tratta di un giocatore fantastico; lo scorso anno ha dato davvero tutto sé stesso ed è stato fondamentale per la nostra squadra”. Le incomprensioni tra i due che resero bollente la scorsa estate sembrano un lontano ricordo.

Appuntamento a Chicago, dunque: mancano 185 giorni al fischio d’inizio.

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